Mentre si continua ad additare il Parolisi quale menzognero traditore, fatto ormai innegabile ma che aiuta solo ad imbrogliare ulteriormente le acque, nessuno è ancora riuscito ad additarlo quale assassino certo. C'è chi ci ha provato, chi ha inserito il dubbio, soprattutto nei familiari della moglie, ma nonostante una buona dose di indizi, indizi che hanno sollevato solo sospetti, anche chi ha cercato la soluzione più facile e veloce, e si è rivelata la più lenta complicata e difficile, è rimasto desolatamente senza quella prova che aprirebbe il carcere di Ascoli al caporalmaggiore indiziato. Pure chi indaga, e finora si è comportato nel modo migliore, sta a poco a poco naufragando nel mare delle supposizioni e delle ipotesi. Un mare vasto che contiene, per lo più, piste investigative che, pur se plausibili sotto certi punti di vista, si potrebbero rivelare sbagliate. Plausibili perché in qualsiasi Accademia la prima cosa che si insegna, e la statistica conferma che è la via iniziale più giusta da seguire, è che se muore di morte violenta una donna l'assassino va ricercato nel marito in un parente o in un amante, comunque nell'ambito sentimentale della vittima.
Questo è il motivo per cui inizialmente si è scavato nella vita privata di Melania ed è la ragione che ha portato, dato che le statistiche favoriscono la possibilità di vite parallele nella coppia, diversi giornalisti ad ipotizzare su di lei ogni genere di assurdità. Se ricordate nei primi giorni era il caos globale fatto di chat-line e di improbabili appuntamenti amorosi con l'assassino accanto al monumento situato a trecento metri dal pianoro. Vista però la linearità della donna si è passati a setacciare il quotidiano del marito. E da qui nascono le sue sventure perché non era la moglie ad avere vite parallele ma lui. Sventure non ancora finite perché in ogni articolo che lo riguarda gli stessi che avevano puntato il dito su Melania Rea, cambiando repentinamente posizione, ancora oggi parlano delle sue menzogne e dei suoi tradimenti e, fra le righe o poco velatamente, lo additano a colpevole senza neppure sapere o essersi informati, ma fidandosi ciecamente di quanto trapela dalla procura (e può darsi trapeli solo ciò che i Pm vogliono trapeli), se fra l'orario di partenza e quello di arrivo vi stia all'interno tutto ciò che l'omicida deve per forza aver fatto.
La stampa non ha mai vagliato altre soluzioni, quindi nessun giornalista ha verificato se davvero vi sia o no la possibilità che l'omicidio sia da rapportare alla parte minoritaria delle statistiche. Ma vedrete che presto lo faranno perché gli investigatori si sono fatti mandare tutte le carte satellitari della zona che va da Ripe di Civitella a Colle San Marco. E non le hanno chieste, come alcuni giornali vorrebbero farci credere, per verificare se quel giorno sia passata l'auto del Parolisi, se ci fosse qualcosa di strano al suolo o se lo stesso fosse effettivamente alle altalene, sarebbe impossibile pensare gli abbiano inviato i fotogrammi scattati in quella giornata, sempre che il satellite puntasse continuamente sulla zona voluta e non su altre militari, le hanno chieste per verificare se vi siano strade o viottoli percorribili fra i boschi. Viottoli che potrebbe aver usato l'assassino, o gli assassini, e finanche il Parolisi fosse davvero lui il colpevole. Non è difficile capire che anche loro non trovano soluzione al dubbio più grande, dubbio che consiste nel far stare tutti gli spostamenti e tutta l'azione omicida, completa di depistaggi, nel tempo limite di un'ora e dieci minuti.
Non è difficile capire che probabilmente le sentinelle appostate sui lati della strada hanno testimoniato di non aver visto auto, che non fossero veicoli militari, addentrarsi in quella parte del bosco. Insomma, a parer mio, gli inquirenti vogliono capire come nella realtà ha fatto Melania ad arrivare al boschetto di Ripe, da quale parte sia passata e con chi fosse. Ed è praticamente sicuro che questa domanda manchi ancora di una adeguata risposta, in caso contrario avremmo assistito ad arresti e non ad iscrizioni nei registri. Perché noi abbiamo sempre ragionato come volevano i media basandoci sì sulle anticipazioni dell'autopsia ma restando nell'angolo basso degli orari ipotizzati. Perciò la nostra convinzione, non nostra ma fatta nostra nel tempo, ci ha portato a credere che Melania sia morta sulle 15.00 o poco più. Però, seguendo i ragionamenti esterni che ci hanno portato a quell'orario, abbiamo dimenticato che il patologo dava per l'ora della morte una forbice di tre ore, dalle 14.00 alle 17.00. E non si tratta di pochi minuti. Pertanto il mese in più chiesto dal dottor Tagliabracci per consegnare la relazione definitiva potrebbe significare che c'è qualcosa in quanto da lui stabilito inizialmente che non gli torna; non è detto quindi non riesca a stabilire un'ora più sicura in cui inserire la morte... e se domani ci dicesse che Melania Rea ha cessato di vivere alle cinque di sera, orario comunque compatibile dato che è la parte terminale della forbice da lui ipotizzata, tutto avrebbe un altro senso.
Ed altro senso potrebbero avere anche le perizie degli analisti del Ris e del Ros, dato che pure queste tarderanno ancora ad arrivare. Ed il ritardo potrebbe far pensare che le ipotesi ventilate dai giornalisti nei mesi scorsi, quando scrivevano basandosi su anticipazioni a loro dire sicure (ad esempio gli accertamenti sugli spostamenti del cellulare col metodo "Sfera"), non sono più così certe dato che se lo fossero sarebbero bastati i controlli già fatti in questo mese a confermarle; quando i periti allungano i tempi significa che quanto avevano anticipato alla procura potrebbe essere diverso da come inizialmente da loro stessi pensato, significa che la certezza di ciò che s'è scritto nei primi giorni s'è scontrata con risposte analitiche diverse che necessitano di nuovi approfondimenti. E dato che ogni risposta richiesta all'inizio era basata sul Parolisi può solo voler dire che gli accertamenti non si adattano in maniera perfetta al militare come doveva essere se colpevole. Potrebbe voler dire che l'assassino di sua moglie è un altro.
Quindi aspettiamoci nuove verità perché fra poche settimane potrebbero essercene davvero.
ciao Max,mi lasci sempre stupita coi tuoi articoli.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la tragedia di Melania, sono stata sempre propensa a pensare Salvatore come vittima.Non so perchè.Forse proprio a causa dei troppi errori.Insomma sembra l'uomo sbagliato nel posto sbagliato.Ma da qundo sono entrati Gentile e Biscotti...mah..sto cambiando idea.
Mi sembra il duo malefico che complica sempre l'andazzo delle indagini per far mangiare tutto l'apparato mediatico.
Poi posso anche sbagliarmi, son cose queste pensate così, a pelle mi pare che si dica.Bravo max.
Bea.
Io penso invece che ha mentito e che ha litigato con la moglie e lei è scesa dall'auto ... in questo modo l'ha messa a rischio!! In merito al litigio penso si trattasse della sua amante: sono convinta che lui è innamorato della soldatessa e stava per lasciare Melania.
RispondiEliminaI TEMPI giocano a favore del Parolisi, e questo resta un punto importante, fino a prova contraria.
RispondiEliminaSe NON diamo credito all'ipotesi che la coppia sia veramente giunta a san Marco nell'ora dichiarata dal caporalmaggiore, dovreemo darci una spiegazione sull'operato dei cani, che non può essere accantonato assolutamente, come per il caso Gambirasio che, dopo il ritrovamento della ragazza, ritennero falsa la pista dei cani stessi utilizzati anche allora che, però, hanno dovuto riprendere ed avvalorare, dopo aver scoperto, sul corpo e nei polmoni della vittima la polvere di "cantiere".
I cani NON possono sbagliare: Inutile e ridicolo è il voler tergiversare con "l'odore della figlia e quello della madre". Gli animali si sono fermati in un punto preciso, senza esitare, ed è lì che è sparita Melania, con o senza il marito.
Io non darei molta importanza a testimonianze piuttosto distratte e contradittorie, o foto che non possono assumere nessun valore legale.
Il fiuto dei cani è un fatto reale, a meno che non si voglia negare il possesso del "fiuto", come il principale dei sensi di cui l'animale è naturalmente fornito.
Le ricerche a senso unico si sono rivelate fallimentari, nella maggior pate dei casi, ciononostante si persiste in tale direzione. Perchè?
Non c'è nessun forte motivo che indichi tale scelta.
Per cui mi convinco sempre più, che le ricerche dell'assassino o degli assasini di Melania, dovrebbero prendere altra direzione.
Ciao, Mercutio
X Mercutio: non lo faranno mai di prendere un'altra direzione fino quando il Parolisi non sarà sincero e chiarirà in modo convincente tutti gli eventi precedenti alla sparizione della moglie: è stato lui a mettersi in questa situazione e adesso deve aiutare non avvalersi della facoltà di non rispondere!!!
RispondiEliminaX mabruk
RispondiEliminale bugie del Parolisi e la sua condotta fedifraga, non supportano necessariamente la sua colpevolezza per l'omicidio di Melania.
Il fatto che si sia avvalso del diritto di non rispondere, che è stato suggerito dai suoi difensori, non ha cambiato le cose. Sarebbe stata una inutile ripetizione dei colloqui avuti in precedenza con gli inquirenti.
Quello che doveva o voleva dire Parolisi, l'ha detto.
Mercutio
Non ha detto la verità e questo è assodato e non lo aiuterà a dimostrare la sua innocenza anzi ritarderà lo svolgimento delle indagini.
RispondiEliminaIl fatto è che noi pubblico non sappiamo assolutamente per certo che cosa ha detto il Parolisi nelle tre lunghe audizioni e in chissà quanti altri colloqui con gli inquirenti. I giornalisti non sono riusciti a strappare molte "indiscrezioni", non siamo mica ad Avetrana ... benché gran parte dei giornalisti siano gli stessi e abbiano tentato di lavorarci su anche di fantasia. E così una tragedia come questa di Melania si è trasformata in un grande gossip sulle infedeltà e le menzogne per coprirle. Altro non c'è, a mio parere.
RispondiEliminaMimosa
PS. Anch'io ho sostenuto sempre l'affidabilità dei cani, come lo feci per Yara e finalmente pare a ragione, no?
è possibile che i cani abbiano fiutato le tracce olfattive di Melania, ma di alcuni giorni (non so quanti) precedenti alla scomparsa?
RispondiEliminanon sono sicura ma mi sembra che nei primi giorni di indagini si parlò di un picnic con amici, il punto di ritrovo era proprio il monumento.
E concordo con Mabruk, mi sembra ovvio che gli inquirenti abbiano l'obbligo di portare alla luce tutto lo scenario, senza omissioni- e in questo senso, paragonare la morte di tua moglie alla tua reputazione di cattivo marito, mi sembra allucinante: è del tutto lecito appurare la posizione di parolisi in questo senso;
e se ha taciuto sui tradimenti da persona totalmente estranea all'omicidio, beh... mi pare ancor meno giustificabile! ha ritardato le indagini sul vero assassino!
(cito solo il nascondere il cellulare e dire che coglie un fiore..mi mette davvero i brividi, se davvero non c'entra niente col delitto!
quasi quasi spero che l'assassino sia lui! ...avrebbe più senso)
X Sara: hai centrato in pieno il mio pensiero
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