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martedì 15 marzo 2011

Stefania Garattoni. Quando l'amore si fa criminale lascia dietro sé solo lacrime e dolore

Quando l'amore si fa criminale qualcuno muore sempre. Ogni volta un volto diverso, un volto giovane, un volto sorridente. Era un amore criminale anche quello vissuto, fino a pochi giorni fa, da Stefania Garattoni, una ragazza di vent'anni uccisa con furia inaudita da chi aveva condiviso con lei cinque anni di vita. Una violenza cieca quella di Luca Lorenzini, l'assassino, basta osservare la lama spezzata del coltello a serramanico con cui ha colpito l'ex fidanzata per comprendere quanta rabbia abbia sfogato con quei colpi. Una rabbia che non trova giustificazioni, una rabbia causata dalla cecità mentale di chi, a vent'otto anni, dovrebbe riuscire a capire che gli amori nascono e finiscono ogni giorno, che uccidere la persona amata non porta sollievo ma sofferenza, che trenta secondi di pazzia potrebbero diventare buio eterno, sia per chi li subisce sia per chi non riesce a gestirli, che la vita è un bene inviolabile e toglierla volontariamente lascia in chi resta strascichi di dolore e di rancore incolmabili.

Stefania e Luca si erano conosciuti nel duemilasei e da allora aveva fatto coppia fissa; ventitre anni lui quindici lei. Nel tempo però l'amore s'era fatto scuro a causa della gelosia e non erano così rari, a detta degli amici, i litigi che sfociavano in violenza. Quando Luca non riusciva a controllare la sua aggressività Stefania chiudeva la storia. Ma bastava poco a riaprirla, qualche gesto affettuoso ed un fiore. Però i problemi si ripresentavano puntuali con lo scorrere dei giorni. Sempre uguali, sempre gli stessi. La loro era una storia già vista milioni di volte, una storia già vissuta da altri, una storia senza sbocco. La ragazza, nonostante la giovane età, s'era resa conto che non poteva realizzare il suo futuro con lui ed aveva deciso di smetterla di cullarsi nei sogni di un cambiamento che mai si avverava.

Il giorno successivo alla festa degli innamorati lei dice basta, di Luca non ne vuole più sapere nulla, questa volta è proprio finita. Lui come sempre non accetta la scelta, la vuole sposare, vuole vivere la sua vita con lei. Si rende nuovamente conto che è stato il suo comportamento a rovinare tutto ed ancora una volta le manda dei fiori, degli sms. Ma lei è decisa, questa volta non tornerà indietro e lui dovrà accettarla questa decisione. D'altronde sono giovani e la vita di entrambi è lì, davanti a loro con tutta la sua bellezza. Si snoderà in maniera diversa, forse migliore, e fra qualche anno chissà, potrebbe anche incrociare nuovamente i loro destini.

Luca non vuole aspettare qualche anno, la sua rabbia non glielo consente ed agli amici dice che se non tornerà con lui non finirà fra le braccia di nessun altro. Nessuno fa caso a quella minaccia, nessuno pensa che lui possa uccidere, Cesena non è una città violenta e fatti del genere non ne accadono quasi mai. Ed invece Mercoledì, nel primo pomeriggio, il ragazzo si apposta sotto la scuola che frequenta Stefania. Le lezioni pomeridiane non sono ancora iniziate e sa che entro breve lei arriverà. Quando se la trova davanti la chiama, dice che le vuole parlare, ma in tasca ha un coltello a serramanico e lo scooter con cui è arrivato a due passi dal centro, sotto l'antica Rocca Malatestiana, lo ha sottratto alla concessionaria in cui ha lavorato anni prima. I due si incamminano sulla strada di ciotoli che costegga l'istituto, parlano e nessuno fa caso a loro. Lui le chiede se ha letto il messaggio che le ha inviato, lei risponde che non ha alcuna intenzione di leggerlo. Da questo momento in poi i toni si alzano perché lui capisce che questa volta non è come le altre, lei non sarà più sua.

Ed ecco l'attimo di pazzia che rovinerà tante vite. Il coltello si alza e colpisce la ragazza sul volto, sulla testa, sul collo. Dodici fendenti portati anche dopo la rottura della lama, dodici fendenti che strappano i bracciali, le collane, l'esistenza di chi doveva ancora cominciare a vivere. Il sangue ha schizzato tutto, anche Luca che sale sullo scooter e scappa. Corre a casa, si cambia e sale sulla sua mountain bike per andare un'ultima volta sulla pista che preferisce, quella che si snoda accanto al fiume Savio e sale per Roversano, una frazione collinare della città romagnola. Lì incontra un ragazzo che sta fotografando gli uccelli, la natura, lo ferma e sotto la minaccia del coltello e di una pistola giocattolo, senza tappo rosso, lo obbliga ad ascoltare la sua storia, ad ascoltare la sua confessione. Ma ha le ore contate perché nel frattempo la Polizia è stata a casa sua ed ha avvisato il padre che, nonostante il dolore, li porta dove crede possa essere il figlio.

Ed infatti Luca c'è, è nel sentiero ed impugna la pistola contro i poliziotti che gli si avvicinano. Forse vorrebbe farla finita, vorrebbe gli sparassero, ma c'è anche il padre che lo chiama e lo distrae. Ed in quell'attimo di distrazione viene catturato. Al giudice racconta la sua storia intramezzandola con minuti infiniti di lacrime. Lacrime che da mercoledì solcano, e solcheranno in eterno, le guance della famiglia di Stefania a cui il Vescovo di Cesena, Douglas Rigattieri, ha cercato di dare conforto in un incontro avvenuto due giorni dopo l'omicidio.

Un'altra storia di ordinaria follia in cui l'amore cambia improvvisamente volto e la mente non riesce a trattenere i muscoli che muovono le mani. Ciao Stefania, il tuo sguardo non incrocierà più quello della tua famiglia, dei tuoi amici, ma il tuo ricordo resterà certamente indelebile nella mente di tutti loro.


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