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lunedì 7 marzo 2011

Livia ed Alessia il giorno della scomparsa sono state viste fra le 16 e le 17 nel cantone di Ginevra. E la speranza cresce.

Finalmente qualcosa si muove. Due diversi testimoni hanno dichiarato di aver visto Matthias Schepp con le gemelline vicino a Ginevra nel pomeriggio del 30 Gennaio; hanno notato anche gli occhiali indossati dalle bimbe e l'auto del padre. Ma il fatto che alimenta la speranza è l'orario in cui ci sono stati gli avvistamenti perché entrambi hanno affermato di averle viste fra le sedici e le diciassette. E meno male è arrivato qualcosa di positivo che da una certezza, Livia ed Alessia  fino a pomeriggio inoltrato erano ancora vive, e non è una cosa di poco conto perché se erano nel cantone di Ginevra in quell'orario difficilmente lo Schepp avrebbe avuto il tempo, prima di andare in Francia, di fare molta strada ed eventualmente ucciderle.

Ma oltre a questo si è saputo qualcosa in più anche sul viaggio avvenuto nella serata dello stesso giorno. Finora sapevamo che l'uomo, avesse o no le figlie con sé, verso le diciannove, poco meno, uscendo dal confine svizzero aveva inizialmente preso la direzione per Marsiglia. Sapevamo anche che aveva cambiato poi itinerario andando verso Lione dove era passato, all'incirca, sulle otto e quaranta di sera. Sapevamo che gli inquirenti della Gendarmeria francese non erano certi si fosse fermato all'aeroporto perché la cella telefonica a cui si era agganciato il suo cellulare copre un'area che comprende anche zone lontane dieci chilometri dallo scalo aeroportuale. Da qualche giorno però sono arrivate alcune risposte dai tecnici francesi che hanno messo dei punti fermi. Perciò ora sappiamo che Matthias Schepp da Lione ha ripreso l'autostrada per Marsiglia e si è fermato a Montelimar dove, sempre secondo la gendarmeria francese, ha probabilmente trascorso la notte in un albergo o in una piccola pensione posizionata nei dintorni. Per questo motivo da ieri gli inquirenti hanno mandato agenti della gendarmeria a controllare tutti gli alberghi e le pensioni della zona.

Grazie a questi particolari ora si possono fare ipotesi perché per andare in quella cittadina, uscendo da Ginevra, non occorre passare da Lione in quanto i tempi di percorrenza si allungano. Quindi dato che da Lione è sicuramente passato occorre chiedersi qual'è il motivo per cui ha inizialmente imboccato l'autostrada in direzione sud, quella che indirizzava verso Marsiglia passando da Annecy, e successivamente ha fatto una deviazione tornando verso nord ed andando, appunto, verso Lione. Questa è una domanda che ancora aleggia nell'aria francese e non ha trovato risposta. Si chiedono per quale motivo, se uscendo dalla Svizzera era intenzionato a recarsi subito a Lione, si è diretto a sud, verso Annecy, invece di proseguire verso ovest prendendo l'autostrada che tutti da Ginevra prendono.

Quindi è un ulteriore enigma, enigma che forse verrà svelato dalla piccola scheda che, in maniera ostinata e meritoria di plauso, hanno ritrovato i volontari di Cerignola spostando ad uno ad uno tutti i sassi fra i binari. Perciò si potrebbe presto svelare ciò che in Francia credono un mistero ma che forse un mistero non è. Mi spiego meglio. La maggioranza dei satellitari indica, per andare da Ginevra all'aeroporto di Saint Exupèry,  come strada migliore quella che passa da Annecy, quella fatta dal Matthias Schepp il 30 Gennaio. Fate una prova con Google Maps, usa la stessa tecnologia delle mappe delle auto, ma non inserite Ginevra-Lione, vi darebbe l'altra strada, dovete inserire Ginevra-Aeroporto Saint Exupèry, come fareste se trovandovi in Svizzera voleste andare in quel luogo specifico.

Perciò è probabile che l'uomo dovesse passare davvero all'aeroporto. Ed ecco che il microchip ritrovato in quel di Puglia assume una importanza rilevante perché potrebbe dirci se effettivamente Matthias Schepp c'è stato, se ha fatto una sosta prolungata o veloce, se l'ha eventualmente fatta nei pressi dell'aeroporto o all'interno. Non sono particolari da poco perché ogni domenica partono innumerevoli voli da Lione, anche verso il Canada, per citare una nazione a caso. Uno di questi è serale e l'imbarco avviene attorno alle 21.15 (la partenza è prevista per le 21.40), un altro invece è notturno e l'imbarco avviene poco dopo la mezzanotte (la partenza è prevista per le 0.49). Se avesse avuto le bimbe con sé le avrebbe potute imbarcare in uno di quegli aerei? Oppure, per sviare le indagini e non creare sospetti imbarcandole assieme, una potrebbe essere salita in un aereo e l'altra in un altro e, dopo un minimo di attesa dato che il secondo volo è più veloce del primo, si sarebbero reincontrate all'arrivo. Assieme ad ogni bimba poteva essere un accompagnatore, un marito e una moglie? Dei parenti?

Ma queste probabilmente sono fantaipotesi ed in quella città aveva qualche altro impegno. Forse doveva incontrare un pugliese e farsi consegnare una busta con dei documenti  falsi prima che questi ripartisse in aereo per Bari. Perché la domenica sera da Lione partono anche aerei per Bari. Uno alle 21.15 ed uno alle 22.25. Un'altra fantaipotesi? Forse, ma entrare nella lucida pazzia di Schepp non è facile, ed ancora più complicato è farlo se il nostro ragionamento sarà improntato a comportamenti coerenti.  Comportamenti che nulla hanno a che vedere con quelli fatti dal padre di Livia ed Alessia che si è dimostrato essere capace di congegnare un piano altamente imprevedibile. Per cui il navigatore satellitare potrebbe aiutare veramente a capire cosa passava in quei momenti nella testa di quell'uomo, ed a questo punto non serve solo a tracciare gli spostamenti italiani dello Schepp ma, e soprattutto, quelli iniziali in terra di Francia. Si potrebbe scoprire, ad esempio, a che ora è arrivato a Montelimar, in quale  precisa zona di quella cittadina e forse anche dove ha alloggiato. Con questa informazione sarebbe facile presentarsi in un albergo e farsi dare tutti i documenti per capire con quale nome è stato registrato.

Siamo ancora nel vasto campo delle ipotesi ma ora, finalmente, un barlume di luce si è accesa. Intanto Irina Lucidi ha chiesto l'aiuto della popolazione svizzera, che ha mostrato un grande cuore mobilitandosi in massa, per andare a controllare i luoghi dove è passato l'ex marito in quell'ultimo pazzo pomeriggio domenicale. In meno di due giorni hanno risposto alla sua richiesta più di duecento persone che hanno dato la loro disponibilità a fare ricerche. Ora spetta alla polizia cantonale, a cui la madre delle gemelline ha chiesto di fare da supervisori, decidere quando e da dove cominciare a cercare. Dato gli avvistamenti ora i luoghi da dove iniziare saranno diversi da quelli pensati in precedenza e forse tentenneranno ancora qualche giorno per scoprire se il Matthias Schepp è stato visto in altri posti oltre che nel cantone di Ginevra. E' chiaro che cercarle è un modo quasi sicuro per scoprire se ancora sono in vita oppure no; se non si trovano in quelle valli è facile stiano bene e siano con qualcuno.

E' chiaro che in ognuno di noi c'è la speranza che tutte le ricerche siano solo una perdita di tempo e che delle bimbe in quei luoghi non ve ne sia traccia.



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2 commenti:

  1. Ottima analisi, grazie.
    Vero e' che se gli hanno consegnato i documenti falsi a Lione, e supponendo che le bimbe si siano imbarcate su un volo, resta da chiedersi se si e' davvero suicidato, e in tal caso perche'... e perche' proprio a Cerignola...

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  2. Ciao Nina.
    E' una notizia di due giorni fa, chi coordina le indagini, parlo della procura di Foggia, ha deciso di non accontentarsi più delle sole impronte e quindi ha ordinato l'analisi del dna. Fra una settimana/dieci giorni dovrebbe uscire l'esito. Ciao, Massimo.

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