Di Gilberto Migliorini
Qualcuno deve aver detto che
siamo nell'era della "post verità", visto che ai giorni nostri i fatti chiaramente accertati non hanno alcuna importanza. Quello che conta non è neppure l’opinione, come si usa dire, e forse
nemmeno l’emozione... ciò che conta veramente sono la rappresentazione in forma
quantitativa e la convinzione che le informazioni hanno un buon riscontro quando diventano di
pubblico dominio. Informazioni naturalmente rappresentate in forma numerica e replicate con dei cicli
iterativi "for... next", organizzate e dibattute nei salotti televisivi con
opinionisti e specialisti. Ce n’è per tutti i gusti, dai fisici e i chimici che
danno qualche spintarella ai loro esperimenti, agli scopritori di qualche
anello mancante nell'evoluzione fino a certi archeologi che sotterrano e poi
dissotterrano con lo stesso alacre entusiasmo. Si può perfino ‘scoprire’ quello
che si era aggiunto e ‘repertare’ quello già refertato. Non si tratta ovviamente
di truffa. E' solo un aiutino per incrementare l’amore per la ‘scienza’ e per
inoculare nel target l’ardore per il metodo ‘sperimentale’.
Ci sono scoperte che
sembrerebbero vere al 100%. Come l’uomo di Piltdown, ominide sconosciuto che un
buontempone aveva assemblato con ossa umane e ossa di orango, un sincretismo
antropologico sui generis con la scoperta di un nuovo progenitore.
Fra tali scoperte c'è anche l’automobile ad acqua (rubinetto, piovana e di mare), davvero rivoluzionaria e
soprattutto economica. L’annuncio fece scalpore e importanti testate riportarono la notizia con enfasi (più di 80 km con un litro e senza bollicine). E in queste si può inserire anche l’albero sul quale
crescono gli spaghetti, pesce d’aprile del lontano 1957, che oggi potrebbe essere
localizzato con Google Maps con milioni di spettatori incollati al computer,
con prenotazioni per l’acquisto e la sua coltivazione in giardino.
Ci sarebbero anche gli
asini che volano... ma per il momento non c’è ancora conferma anche se c'è chi ha dichiarato di averli visti e fotografati. Però qualcuno ha corretto: Non si tratta
di equini, quelli ritratti sono pinguini che svolazzano al Polo.
L’ultima
notizia però è davvero di rilievo, anche se non si sa ancora se sia una
bufala o una nuova evidenza scientifica. Potrebbe risultare una scoperta
rivoluzionaria, una di quelle che cambiano la vita con ricadute in ogni
aspetto: amatorio, criminologico, coniugale, politico ed esistenziale. È ancora
tutto top secret, qui si riportano solo le indiscrezioni più rilevanti perché c'è la quasi certezza che presto sarà tutto di pubblico
dominio in forma ufficiale.
Il professor Lewinsky,
genetista (il nome è di pura fantasia per preservare l’anonimato di una brillante
scoperta ancora in fase di omologazione) sembra aver dimostrato
sperimentalmente che dopo due cicli di lavaggio in lavatrice, lui ha usato anche gli slip di sua
moglie, sarebbe ancora in grado di rilevare tracce di DNA di un suo eventuale ipotetico
amante e inchiodare i due traditori. Rifacendosi alle diluizioni omeopatiche avrebbe
dimostrato di poter identificare il fellone. La scelta è fra quello del primo piano che
guarda la consorte come se dovesse farle seduta stante una radiografia e quello
del terzo piano, scapolo incallito che si porta a casa sempre qualche nuova
avventura.
A nulla finora sono valse le
obiezioni di altri genetisti circa l’impossibilità di poter ottenere ancora un
DNA leggibile dopo un ciclo di lavaggio lungo, compreso di centrifuga e aggiunta di
ammorbidente. I detrattori hanno fatto notare che sarebbe come lasciare
l’indumento per i tre mesi invernali in un campo all'aperto, sotto la pioggia e la neve che quando si scioglie penetra le fibre inzuppandole, sferzato dal
vento e soggetto agli sbalzi di temperatura oltre che al sole e all'umidità…
Ma il genetista è stato
perentorio e soprattutto ha dichiarato che avrebbe descritto il suo esperimento
con tanto di metodologia, precisando che con la sua scoperta è possibile cavar
fuori dalle mutande anche apparentemente più irreprensibili un Dna
perfettamente leggibile, fresco come una rosa non solo dopo un lavaggio rapido,
ma anche dopo uno di quelli per biancheria molto sporca. Ha però spiegato di non
poter entrare nel dettaglio della metodologia perché ci sono in ballo problemi
di brevetto della sua invenzione e la valutazione del mondo scientifico. Ha
precisato, ai tanti che l'hanno intervistato in forma anonima, che ovviamente non sono
stati usati solo gli slip della sua giovane moglie per l’esperimento, perché i suoi collaboratori in quelli avrebbero
trovato solo il DNA di due coniugi devoti e appassionati. La consorte è
infatti innamoratissima e fedelissima e l’esperimento sarebbe andato a vuoto,
anche perché fatto al di fuori del metodo scientifico che prevede i controlli e
la neutralizzazione degli effetti aspettativa
(consci o inconsci) che possono alterare e invalidare i risultati.
A far da cavia è stata una giovane e graziosa
ricercatrice in prova nello staff del laboratorio, la dottoressa Taylor, che si è prestata fornendo agli analisti il suo intimo firmato. Eroina d'altri tempi disposta a farsi violare la privacy per il superiore interesse della scienza.
Il professore ha
spiegato di essere stato in grado di leggere a meraviglia il Dna presente sulle mutandine della
collaboratrice, nonostante ben due cicli di lavaggio, seguendo una procedura che ha evitato di ottenere risultati potenzialmente aleatori. Il doppio cieco ha
impedito allo sperimentatore di discriminare le informazioni circa l’identità
degli utilizzatori della biancheria intima. Dopo aver consultato il suo enorme
database sull’hard disk del computer, il professore ha potuto individuare un altro
collaboratore del laboratorio... il dottor Kent, un giovane e aitante biologo di
belle speranze che grazie alle mutandine fornite dalla dottoressa è stato smascherato: Lui era, e forse lo è ancora, l’occulto
fidanzato della signorina in questione: La collaboratrice ha confermato senza
indugio.
I soliti scettici hanno fatto
notare, come da informazioni raccolte, che si notava chiaramente che tra i due nel laboratorio di genetica
corresse una certa simpatia e che non sarebbe stato poi così difficile
immaginare una tresca...
Lewinsky ha pazientemente spiegato
che è come la memoria dell’acqua: per quanto si possano diluire e annacquare le
tracce del Dna, con gli opportuni procedimenti ‘enzimatici’ (che non può
ancora rivelare) è stato in grado non solo di rilevare la storia e le vicende
di un paio di mutande, ma perfino quanto sia stato duro e appassionato, a volte inverecondo e crudele, il vissuto esistenziale di quegli slip.
In effetti la macchiolina più
invisibile, nemmeno rilevabile con una lente di altissimo ingrandimento, mantiene i
ricordi delle sostanze con cui è venuta a contatto previa agitazione
molecolare. La sua metodologia avrebbe dunque superato con il doppio cieco qualsiasi obiezione circa
potenziali suggestioni o effetti Rosenthal, le distorsioni in grado di
influenzare e vanificare i risultati di un esperimento. La ripetibilità dell’esperimento
mediante i nuovi protocolli sperimentali, ha concluso il professore, è garantita
da tutto il guardaroba messo a disposizione non solo dalla dottoressa Taylor,
ma anche dalla sua consorte, la signora Lewinsky.
Da un anonimo paio di slip, persino se ritrovati sotto casa abbandonati per mesi alle inclemenze atmosferiche, agli animali,
all'arbitrio di chiunque, si può ricostruire tutta intera una vicenda di vita, i
trascorsi esistenziali delle mutande e descrivendo per filo e per segno come quando e perché queste sono venute a contatto e con chi. Come leggere un romanzo con tutti i capitoli, la prefazione, l’introduzione, i moventi
dei personaggi e la storia nella sua esatta cronologia. La rivoluzionaria
scoperta consente perfino di leggere nelle mutande i profili psicologici dei
protagonisti, i loro moventi e trascorsi esistenziali, le pulsioni, le
idiosincrasie, i vissuti emozionali, le perversioni e perfino le aberrazioni.
Con il rivoluzionario metodo
di analisi e introspezione di un tessuto che ha i trascorsi più annacquati e le più tormentate vicende metereologiche ed esistenziali, si può enucleare un DNA - secondo il professor Lewinsky
– ancora arzillo, florido e pimpante. Sempre secondo l’illustre genetista, si
può perfino ricostruire, con rigorosi metodi quantitativi, tutta intera la
storia della biancheria intima, quanto sia stata dura o agevole la vita del suo
utilizzatore, con i dettagli più scabrosi, i particolari inverecondi, le incontinenze,
le durezze, le aberrazioni e i tradimenti...
Per il single-blind l’eminente genetista ha spiegato che la suggestione
delle mutande, con gli inevitabili effetto
placebo, nel suo esperimento è stata superata con il gruppo di controllo.
Le mutande della moglie sono infatti dello stesso stilista della dottoressa Taylor (campioni omogenei ignoti allo sperimentatore che la moglie si è incaricata di
mettere in lavatrice e centrifugare). Dunque nessuna influenza delle aspettative con il doppio cieco e con la possibilità di riprodurre
l’esperimento con tutto il guardaroba relativo all'intimo rigorosamente
firmato.
La dottoressa, che così
disinteressatamente è stata disposta a rendere palesi i trascorsi esistenziali
delle sue mutandine, è stata segnalata per un prestigioso premio scientifico internazionale.
Per quanto concerne la
supposta mancanza di relazioni (variabili indipendenti), il professor Lewinsky
ha pazientemente spiegato che al di là del discorso matematico (variabili
aleatorie stocasticamente indipendenti) nel discorso statistico è il contesto
dell’esperimento (le relazioni delle mutande col connesso fenomeno oggetto di
studio) a discriminare tra le variabili decidendo quali debbano essere
dipendenti e quali indipendenti.
La fedeltà della moglie e la relazione sessuale della
dottoressa costituiscono le variabili di input (predittore) mentre le
mutande (le variabili di output) le variabili misurate.
I maligni e gelosi del
successo professionale di Lewinsky sussurrano che, avendo saputo per prima dell'esperimento, la moglie del
professore ha troncato per tempo la relazione adulterina proprio col
dottor Kent, casomai per uno stupido disguido venisse invalidata la brillante
scoperta (con l’inevitabile rimescolamento delle variabili).
I soliti
complottisti, poi, da mesi sussurrano che il polimero con corredo di nucleotidi presente nelle nuove mutandine e nella nuova biancheria intima della signora Lewinsky... ha già nuove
disposizioni sequenziali...
Buongiorno Gilberto!
RispondiEliminaPur col caldo torrido hai avuto la lucidità di scrivere un nuovo articolo che, tra il serio e il faceto, torna al dna sulle mutande!
E lo fai rendendolo nuovo con la fresca notizia che gira in rete.
Tutto è possibile!
Sembrerebbe, da fonti certe, che l'acqua memorizzi il sacro.
Infatti, fotocamere raffinate...Kirlian?... sarebbero in grado di fotografare in una goccia d'acqua la croce, se l' acqua stessa fosse stata benedetta!
L'acqua dunque avrebbe memoria del suo vissuto spirituale!
( L'acqua, noi siamo retrocessi alo stato di oranghi per quanto riguarda la spiritualità)
E, in base a ciò che riporti, anche il dna continuerebbe a raccontare la sua storia senza scomparire nel nulla. D'altra parte lì ci sta per miracolo, c'è arrivato senza altri toccamenti, il tessuto è stato tagliuzzato in precisi quadratini ed inviato in vari laboratori, è divenuto come una reliquia per dimostrare che i "miracoli" hanno preso nuove strade.
L'intercessione della reliquia avviene per accusare non certo per guarire.
Tutto e il contrario di tutto: i Poli hanno cominciato la loro inversione.
Vanna
RispondiEliminaCome al solito sai cogliere nelle pieghe, ben più in profondità perfino della genetica molecolare che pure ti taglia il capello in nanometri. I miracoli esistono per davvero e le reliquie non si possono toccare, sono atti di fede e cimeli piovuti dal cielo...
Che dire quando si parla di omeopatia: speriamo sempre che l'acqua non abbia memoria della merda.
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