Articolo di Vanna
Lunedì sera ho seguito Quarto Grado senza addormentarmi e con attenzione ho focalizzato certi personaggi. Personaggi interni ed esterni al processo Bossetti. Ho ascoltato quello che dicevano. Ho visto come si muovevano. Quando si è esposti alla visibilità mediatica tutti sullo schermo mettono la faccia secondo il loro personale modo di essere o di seguire un "copione" nel quale hanno un ruolo.
Ho visto personaggi interni, come la moglie Marita, la madre Ester, la sorella Laura Letizia. Donne forti e volitive: sono loro la parte più positiva del caso in questione e si espongono con padronanza rappresentando e simboleggiando "la famiglia" Bossetti, la famiglia colpita al cuore dalle istituzioni... come da copione.
La loro presenza costante porta con sé la figliolanza, la fratellanza: i valori che si volevano scardinare e che, però, non si è riusciti a scardinare.
Non solo. La spontaneità, l'abbigliamento, la disinvoltura nel muoversi della madre mi hanno fatto pensare a un nuovo invincibile tipo di carro armato che va avanti senza curarsi di quello che si può fare o dire di lei. Col suo modo di porsi sembra dirti: Guarda e parla, non m'importa, sono forte.
L’incedere mi ha ricordato la spontaneità delle più famose attrici del dopoguerra: da Nannarella a Gina la bersagliera a Sophia la pizzaiola. Donne che il petto in fuori lo portavano come scudo per difendere se stesse e la loro famiglia. Sono diventate il simbolo della donna italiana nel neo realismo cinematografico esportato nel mondo.
Insomma, a me la Ester piace. Smalto o non smalto, elegante o no, ha coraggio e sicurezza da vendere.
La moglie di Massimo appare profondamente diversa, misurata nell'abbigliamento ed elegante anche con capi semplici. Penso che quel tipo di donna faccia gola a molti proprio perché pare essere di un altro ambiente sociale.
La presenza di queste tre donne fa emergere immediatamente l'assenza dell'altra famiglia duramente colpita negli affetti. Famiglia sempre silenziosa che stranamente ha pagato avvocato e genetista non per "difendere" la memoria della figlia, che sicuramente conoscevano meglio di qualsiasi altro, ma per accettare la ricostruzione accusatoria "di chi ha sicuramente visto". In pratica, alla famiglia sta bene di far credere alla gente che, siccome le era caduto il telefono, la piccola di casa ha accettato di salire su un autocarro...
L'avvocato della famiglia non ha eccepito nulla, quindi a parer suo l'educazione impartita alla figlia dai Gambirasio avrebbe permesso alla ragazzina di essere talmente turbata per la rottura del telefonino da farsi trasportare su un camioncino per qualche metro... dato che, "sempre a dire di chi ha sicuramente visto" e non di chi la frequentava, conosceva e si fidava del suo futuro assassino, lo aveva incontrato nei cantieri o anche nel centro estetico che settimanalmente lo abbronzava.
L'avvocato della famiglia non ha eccepito nulla, quindi a parer suo l'educazione impartita alla figlia dai Gambirasio avrebbe permesso alla ragazzina di essere talmente turbata per la rottura del telefonino da farsi trasportare su un camioncino per qualche metro... dato che, "sempre a dire di chi ha sicuramente visto" e non di chi la frequentava, conosceva e si fidava del suo futuro assassino, lo aveva incontrato nei cantieri o anche nel centro estetico che settimanalmente lo abbronzava.
Insomma, la colpa dell'omicidio sarebbe da addebitare al cellulare, strumento che procura evidente dipendenza ormai in tutti, e a una pregressa conoscenza poiché, come emerso dopo tanti anni, una persona che non conosceva né Yara né Bossetti, l'unica di Brembate con memoria da elefante, ricordò che la ragazzina l’aveva vista salire sull'auto del muratore in quel triste 2010. Questa la testimonianza tardiva e confusa di una donna che per un bisogno impellente aveva deciso di fare pipì nel parcheggio del cimitero... ed è stata accolta come indizio a colpevolezza dall'attenta e scrupolosa Corte d'Assise.
Cosa si è mai dovuto sentire e leggere!
L’esperto in genetica della famiglia Gambirasio, poi, ha affermato che i Kit non erano scaduti, che era scaduto il reagente per cui il risultato ottenuto, il Dna di Bossetti, era di certo esatto.
Ma non è il reagente che permette la reazione? Se la scadenza non è importante, perché mai la scrivono sui flaconi? E perché i laboratori di analisi che usano reagenti scaduti vengono chiusi dal Nas? L'ultimo proprio pochi giorni fa a Palermo (link di conferma). Ma come è possibile che si chiudano i laboratori convenzionati a causa dei reagenti scaduti? Quegli incompetenti del Nas non sono stati informati dagli analisti del Ris, dalla procura di Bergamo, dai Giudici di Bergamo e Brescia, dal consulente della famiglia Gambirasio, che i reagenti scaduti non invalidano i risultati ottenuti?
Visto anche questo, come si può continuare ad affermare che il Dna ottenuto dalle analisi del Ris è di sicuro corretto e indica l’assassino? Come si può continuare ad affermare che la mancanza del mitocondriale non è indicativa? E perché altri dieci Dna non sono stati oggetto di analisi approfondite? Perché, anche se uno era chiaro e si vedeva ad occhio nudo, per la procura e per i giudici non è stato considerato indizio di colpevolezza? Perché si trovava su una manica del giubbotto e non sugli slip? Ma se io voglio trattenere una persona contro la sua volontà le blocco i polsi... e se voglio spostarne il suo corpo lo prendo per gli stessi polsi mentre qualcun altro lo solleva per le caviglie. Così neppure gli faccio sporcare le scarpe al cadavere...
Una volta si usava il termine “provinciale”. Termine che bisognerebbe riscoprire anche perché le “province” ci sono ancora. Non lo sapevate? Informatevi perché non le hanno tolte come volevano farci credere. Quanta pazienza abbiamo avuto e abbiamo ancora a credere nelle istituzioni e a chi ci informa!
Ecco, tutti i “professionisti della certezza” sono “provinciali”, a loro basta aver arato il proprio orticello. Ben poco si confrontano con gli studi, con gli esperimenti e con le sentenze in un mondo ormai globalizzato. E noi dovremmo credere e affidarci ciecamente al loro dogma?
La logica non è un dogma e continua a chiederci se quanto in questi anni si è dovuto sentire e vedere sia stato lanciato nell'etere per dare giustizia a una ragazzina assassinata o per difendere qualcosa d'altro...
Domanda pesante che chissà se mai troverà risposta.
Anche Salvagni, Camporini, Denti e Capra sono personaggi interni alla vicenda, tutti schierati a difendere Massimo Bossetti e con lui anche noi e la nostra libertà dall'attacco di un sistema accusatorio e giudiziario che si accartoccia "sull'imputato povero" (non sul povero imputato) negandoli qualsiasi spazio difensivo. Un sistema che pur di mandare a fondo l'accusato di turno non esita a mettere in discussione la professionalità del suo pool difensivo criticandolo e prendendolo a pesci in faccia. E' un sistema formato da giudici e da altri professionisti che possiedono, anche loro... sì, il valore “dell'assurda certezza” da non mettere mai in discussione.
Dopo i personaggi interni vengono quelli esterni, che però, in realtà, sono anche loro interni poiché dagli schermi televisivi entrano nelle nostre case. Giornalisti e opinionisti di ogni genere: preparati, cocciuti, aperti, proni agli ordini, sempre gli stessi ad esprimere il loro parere che spesso ricalca l’ovvio e il comodo nonostante abbiano anche il coraggio di dire che sì, c’è stato qualcosa che non andava ma si è rifatto e andava bene così.
Il conduttore di Quarto Grado, Nuzzi, l’ho visto aperto ed equilibrato non solo nel concedere la parola ma anche personalmente disposto ad accogliere le evidenti alterazioni presenti nel caso.
Il sacerdote Meluzzi è stato straordinario e il Picozzi... ma siamo sicuri che sia un criminologo? Lunedì sera non me ne sono accorta... mi è sembrato più un opinionista. Poi c'era l'Abate che ancora non ho capito con che ruolo sia presente in quel programma... ma forse è il Tuttologo...
Fra loro il Generale Garofano che ha preso le distanze dal caso dicendo che bisognerà riscrivere da capo certe regole.
La parte più bella è arrivata quando il dottor Capra ha usato una parola liberatoria - “pagliacciata” - a reti aperte... era ora che lo dicesse visto che in primo grado ha parlato per 8 ore contestando i risultati degli esami poco chiari ed è stato ignorato nel merito e criticato in toto per non aver presentato ciò che in aula ha presentato.
Dopo la puntata ho capito ancor meglio che il copione sul delitto di Yara prevedeva la condanna di un carpentiere, comunque di una persona compatibile con certi diktat accusatori in precedenza stabiliti, che fin dal primo processo il capro espiatorio doveva essere immolato e in Appello tutto è stato confermato senza l'accoglimento di nessuna richiesta difensiva.
Mi sono venuti in mente alcuni processi della Storia a personaggi come Socrate, Giovanna d’Arco, Giordano Bruno, le migliaia di donne bruciate come streghe, le vergini di Salem colpite dagli effetti della muffa di un cereale, i gladiatori e in ultimo, ma in primis, Gesù di Nazaret.
Cosa c’entrano questi personaggi perseguitati secoli fa con Massimo Giuseppe Bossetti? Apparentemente nulla collega il perseguitato dei giorni d'oggi a quelli su elencati se non, per estrazione sociale, le povere donne bruciate per ignoranza.
Il processo a Giordano Bruno è secretato dal 1600: la Chiesa lo deve temere ancora... (ed è tutto dire, perché questo è un precedente grave che potrebbe far venire voglia all’Accusa e ai giudici di copiare i Gesuiti...)
Gli altri furono eliminati dal potere che fondamentalmente aveva paura di loro. Ma non si può avere paura di Massimo Bossetti, egli rappresenta l’uomo qualunque.
Ed allora mi sorge un dubbio: a chi e perché potrebbe far paura un uomo qualunque?
Potrebbe essere stato ri-condannato per ignoranza? Non credo, gli strumenti culturali per condannare o assolvere ci sono tutti.
Ed allora quale motivo oscuro ha impedito la ricerca della verità? Perché, va da sé che accanirsi sulla pista araldica di Guerinoni è stato funzionale a trovare, grazie a reagenti scaduti, un colpevole il cui Dna non ha mitocondriale.
Per cui, o qualcuno è ignorante... o gli fa comodo esserlo per condannare un uomo qualunque senza dargli la possibilità di discolparsi attraverso nuove analisi che potrebbero portare prove certe... o qualcuno sta lanciando messaggi all'uomo qualunque per fargli capire che non si trova solo stretto nella tenaglia delle tasse e dei debiti.
L'uomo qualunque deve imparare a memorizzare quanto dicono quelli che hanno sicuramente visto... pardon, volevo dire quelli che sanno tutta la verità. Per cui devono credere che il popolo italiano verrà salvato da tutti gli extra che continuano ad entrare nei nostri confini... perché non sono uomini qualunque, sono tutti uomini in fuga... "altra musica".
Questo è lo stato di degrado in cui versa il nostro Stato. Gli uomini qualunque di stirpe italica sono ancora la maggioranza, anche se una buona parte è già stata plagiata e si è alleata con chi deve essere acclamato e ascoltato perché "sa la verità di tutto", e costituiscono il popolo italiano in nome del quale in tribunale si emette una condanna.
Continuando così in futuro, il plagio statale sarà totale e farà sì che gli uomini qualunque si troveranno ad essere la minoranza. Ed allora chissà se le nuove ed inique sentenze, che di sicuro aumenteranno in termine numerico, saranno emesse in nome di chi ha il potere e ne fa ciò che vuole, perché portatore della sua illogica verità da accettare sulla fiducia, o di un popolo che persa la sua autonomia di pensiero non esisterà più...
L'uomo qualunque deve imparare a memorizzare quanto dicono quelli che hanno sicuramente visto... pardon, volevo dire quelli che sanno tutta la verità. Per cui devono credere che il popolo italiano verrà salvato da tutti gli extra che continuano ad entrare nei nostri confini... perché non sono uomini qualunque, sono tutti uomini in fuga... "altra musica".
Questo è lo stato di degrado in cui versa il nostro Stato. Gli uomini qualunque di stirpe italica sono ancora la maggioranza, anche se una buona parte è già stata plagiata e si è alleata con chi deve essere acclamato e ascoltato perché "sa la verità di tutto", e costituiscono il popolo italiano in nome del quale in tribunale si emette una condanna.
Continuando così in futuro, il plagio statale sarà totale e farà sì che gli uomini qualunque si troveranno ad essere la minoranza. Ed allora chissà se le nuove ed inique sentenze, che di sicuro aumenteranno in termine numerico, saranno emesse in nome di chi ha il potere e ne fa ciò che vuole, perché portatore della sua illogica verità da accettare sulla fiducia, o di un popolo che persa la sua autonomia di pensiero non esisterà più...
ma per un plagio emerso quanti sono rimasti nascosti?
Vanna hai scritto un ottimo articolo :-)
RispondiEliminaGrande articolo Vanna. Una analisi psicologica accurata che penetra nella vicenda a passo di danza, con empatia, in una acuta introspezione che mette a nudo il profilo dei personaggi con lo stile incisivo di un affresco. Uno sguardo sulla vicenda da una prospettiva più intima, ma anche più vera e vissuta, con la sensibilità profonda di un osservatore imparziale.
RispondiEliminatutta la manfrina del camion di BOSSETTI . l'abbiamo gia' saputa mesi fa ,tuttavia ieri sera su un programma (8) la(PM) ha spiegato che i video del furgone non sono taroccati , i filamti sono veri ,in poche parole si tratta sempre del camion BOSSETTI . CI SONO CERTI PERSONAGGI CHE MENTONO SAPENDO DI MENTIRE . PER UN PUBBLICO IGNORANTE
RispondiEliminabrava VANNA , COMPLIMENTI ,
DEVO SOLO DISSENTIRE SU UN FATTO PIUTTOSTO: GOFFO
LO SMALTO ESIBITO CON SORRISI ERA UN PREAMBOLO DI QUELLO CHE SAREBBE SUCCESSO POI - LA SERATA DANZANTE . ALLORA NON HANNO ANCORA CAPITO? CHI SONO I FAUTORI DELLA LEGGE E I SUOI POPOLARI IDIOTI .?
Un'analisi perfetta, Complimenti!
RispondiEliminaKris
A proposito del programma visto da Magica su TV8.
RispondiEliminaCome lo posso definire?... film,documentario, fiction autocelebrativi di una PM che dopo 2 anni di indagine infruttuosa ha rischiato la destituzione dall'incarico per incapacità e riabilitata in pompa magna dopo la creazione del mostro Bossetti?.
Che accadrà a questo film,documentario, fiction, se Bossetti verrà prosciolto in cassazione?. Si girerà una nuova serie adattata, oppure la cassazione riconfermerà l'ergastolo per evitare la registrazione di una nuova serie del film,documentario, fiction la cui trama è il fallimento di una lunga e costosa indagine?
eccellente disamina del caso Bossetti...rimane da chiedersi come due Corti di un Tribunale di uno "STATO CIVILE", nel 2017, possano su queste basi, negare una perizia terza e arrivare a una sentenza di condanna all'ergastolo!!!!!!!! SIAMO TUTTI IN PERICOLO
RispondiEliminaBravissima Vanna, sai mettere il cuore in ciò che scrivi ed è una dote rara.
RispondiEliminaGrazie per le riflessioni che hai condiviso con noi.
Buona giornata a tutti!
RispondiEliminaVANNA cara
RispondiEliminaEro col pc "incapace" di inviare post da tre giorni: ci voleva una cura, ed ho provveduto, dopo aver messo in croce il caro Massimo, sempre ben disposto a dare "soccorso":-)
Ho letto il tuo articolo: frutto di bontà ed altruismo che mi erano già noti.
Che dirti?
Ho ritrovato sentimenti comuni di sdegno e di rifiuto, per le evidenti sopraffazioni morali e di fatto, con cui è stato condotto il processo, nelle due diverse sessioni, ed una condanna che non si è comminata neanche per le più feroci stragi mafiose.
Ho fede nel futuro: il tempo matura anche le pietre.
Un abbraccio!
@Vanna, grazie per il tuo articolo coraggioso. Mi trovo completamente d'accordo con quanto hai scritto.
RispondiEliminaGrazie di cuore per gli apprezzamenti!
RispondiEliminaIeri sera ho visto per l'ennesima volta " Matrimonio all'italiana" con Sophia e Marcello. Una storia vera, pare che dietro la figura di Filumena ci fosse una donna molto vicina ad Eduardo De Filippo e dietro don Mimì ci fosse Eduardo Scarpetta.
Personaggi inventati che rappresenterebbero quelli veri.
Storie di vita vissuta per difendere i significati della famiglia e della maternità.
Uomini e donne a confronto in difesa dei propri diritti o privilegi di un secolo fa circa.
Ma sembra che non sia passato tanto tempo da allora se si sono criticate l'Arzuffi o la Comi.
Il Gue. non si è toccato.
Ecco, rivedere quel film con quella donna che faceva la puttana e voleva la paternità per i suoi figli, è la quintessenza del valore della famiglia della quale è la donna la custode anche se il cognome familiare appartiene all'uomo.
Un ottimo riassunto di una vicenda misteriosa rimasta nascosta tra le pieghe di un vestito mal fatto e che lo si vuole fare indossare «all' uomo qualunque»(cit.).
RispondiEliminaLa logica é un arma a doppia affilatura, non ha pietà di nessun protagonista.
Dall'articolo:
" Ecco, tutti i “professionisti della certezza” sono “provinciali”, a loro basta aver arato il proprio orticello. Ben poco si confrontano con gli studi, con gli esperimenti e con le sentenze in un mondo ormai globalizzato. E noi dovremmo credere e affidarci ciecamente al loro dogma?
La logica non è un dogma e continua a chiederci se quanto in questi anni si è dovuto sentire e vedere sia stato lanciato nell'etere per dare giustizia a una ragazzina assassinata o per difendere qualcosa d'altro...".
Piú che un processo, sembra una farsa in chiave circense con un leone nella gabbia a voler di uomini disonesti.
Il titolo dell'opera nuova potrebbe essere:Il grande inganno.
Complimenti Vanna,ottimi spunti di rilettura , dalle vene umane non può che sgorgare sangue puro e vero, pompato da cuori che funzionano e pulsano, guidati dalla ragione e non dagli interessi.
Giuste osservazioni, Vanna.
RispondiEliminaNella famiglia Bossetti, la signora Arzuffi è sempre stata l'elemento più forte e consolidante, al di là delle critiche che riceveva e riceve anche oggi.
Non sappiamo come siano andate veramente le cose tra lei e il marito, né ci riguarda: resta il fatto che si è comportata da vera madre e per questo, forse, i figli le sono rimasti sempre vicini. Solo la nuora Marita ha preso le distanze, ma è comprensibile, non è sua figlia, non è stata cresciuta da Ester.
Proprio ieri leggevo alcuni sgradevoli commenti colpevolisti, potete anche immaginare dove.
Certe allegre persone non si rendono conto che rendere pubblici i vizi di famiglia di un imputato è estremamente scorretto, altro che appellarsi alla legalità e alla non conformità delle scartoffie, ben altre sono le scorrettezze in questo processo.
Eppure sembra che abbiano le fette di prosciutto sugli occhi.
Cosa c'entra la vita privata della signora Arzuffi nel delitto Gambirasio?
Se ce la vogliono far entrare a forza, va bene, ma è un arbitrio, un abuso grossolano.
La signora e la figlia vestono d'azzurro e rosa shocking? Embé? Che ce ne importa? Mica devono dare lezione di stile in TV. Anche la Regina d'Inghilterra indossa completi bluette e rosa alla sua non più tenera età, sfidando le critiche del mondo intero.
Di nuovo mi chiedo cosa c'entri tutto questo con un processo per omicidio.
Vorrei proprio vedere se facessero lo stesso scempio familiare con altri imputati.
Non mi risulta che siano andati a rimestare nelle famiglie di Stasi, di Parolisi, Buoninconti o Ruotolo : a malapena conosciamo il nome e il volto di quei genitori...
Che io ricordi, non si sono mai permessi di criticare l'abbigliamento, l'aspetto e le esternazioni dei parenti e della moglie di nessun imputato, tranne che nel caso di Bossetti.
Perché allora, seguendo per assurdo quel ragionamento, ogni donna che tradisce il marito dovrebbe avere un figlio che a quarant'anni, in un momento di crisi coniugale, va a trucidare la prima ragazzina che incontra per strada.
E che ne diciamo delle divorziate che allontanano i figli dal padre e li portano a vivere con i nuovi compagni? Più trauma di quello per dei bambini non saprei immaginare! Da grandi dovrebbero diventare dei killer.
Per fortuna la criminalità non è una diretta conseguenza delle problematiche relazionali dei genitori, altrimenti oggi saremmo pieni di omicidi...
La verità è che non esiste un movente credibile per l'uccisione di Yara se l'esecutore è uno come Massimo Bossetti, malgrado tutti gli sforzi fatti per cucirgli addosso l'immagine di predatore seriale, di uomo abietto e spregevole, di mentitore e pericoloso maniaco.
Nautilina,
RispondiEliminala regina veste di quei colori sgargianti poiché nella folla, qualsiasi cosa possa succedere, lei si deve individuare subito, così ho letto da qualche parte, quindi il suo stile colorato dovrebbe essere imposto dalla Sicurezza.
Le signore in questione scelgono di vestirsi come loro piace, nessuno può criticarne il look, ma siccome la loro presenza è sempre di disturbo per i benpensanti, si criticano anche i vestiti.
Questi ultimi non hanno altri strumenti da evidenziare, se non il loro disappunto nel vedere la presenza, la sicurezza di esposizione.
Scrivi:
"...Cosa c'entra la vita privata della signora Arzuffi nel delitto Gambirasio?
Se ce la vogliono far entrare a forza, va bene, ma è un arbitrio, un abuso grossolano..."
Hai ragione! E' una scusa per continuare a ripetere le solite cose secondo me
Io non so se MGB è figlio di uno o dell'altro, non so se hanno fatto le analisi con i confronti, se lui sia o meno figlio del peccato, non m'interessa.
Contano, per me tre cose:
1- la famiglia Bossetti ha cresciuto i tre figli insieme.
2- la famiglia Bossetti si sta difendendo alla grande con la presenza costante di fronte al mondo.
3- quel dna messo là non significa che sia l'assassino per tutto quello che si è detto.
Ed è per questo che condivido la linea difensiva: andare oltre la paternità per entrare nel cuore del problema:
come si sono effettuate le analisi?
Debbono rifarsi, va da sé che se la traccia l'hanno eliminata dalle analisi ufficiali, rifacendole, si dovrebbe evincere a chi è Figlio MGB, ma questo c'entra di riflesso.
Il problema è ufficializzare le analisi e andare a verificare quando-quanto- come-perché-chi ha sbagliato nei vari passaggi.
Questo è il nodo che ha impedito di rifarle.
Le autorità sono sicure che c'è stata qualche falla e hanno paura di essere ridicolizzati e si sono irrigiditi.
Camporini e Salvagni hanno centrato il problema o il tallone d'Achille del dna per questo sono criticati.
Guarda se Bossetti e la sua famiglia vivono in difficoltà non credo che dall'altra parte siano tranquilli anche se la loro Alta Posizione li tutelerebbe sempre.
Garofano era serio la sera della sentenza, ha ribadito cose che non aveva mai detto: si deve rivedere qualche passaggio sull'uso del dna per condannare.
Questo lo sanno in parecchi ecco perché continuano a girare nel calderone della paternità e NON ad esaminare come si è arrivati a quel dna attraverso il buco della serratura ed una condanna all'immoralità delle donne.
"...Piú che un processo, sembra una farsa in chiave circense con un leone nella gabbia a voler di uomini disonesti.
RispondiEliminaIl titolo dell'opera nuova potrebbe essere:Il grande inganno..."
Così scrivi Dudù ed hai ragione.
Oddio Bossetti più che leone mi sembra un topo spaventato.
Lo hanno fatto passare per quello che non è probabilmente.
Ma non sono disonesti, stanno difendendo i loro privilegi, le loro prerogative.
Da qualche parte ho letto che quando la società va in degrado i primi indicatori sono propri quelli che stanno al vertice della piramide.
Bravissima Vanna!
RispondiEliminaECCO IL "BUCO DELLA SERRATURA" che ha potato a Boaaetti.
RispondiEliminada "LA STAMPA" it.
"...6 febbraio 2011 - viene trovato il corpo di Yara
A tre mesi dalla sua scomparsa, il cadavere di Yara viene ritrovato casualmente da un appassionato di aeromodellismo nel mezzo di un campo di sterpaglie a Cingolo d’Isola, nella zona industriale. Dieci minuti d’auto dalla casa dei Gambirasio. Il campo era già stato perlustrato ma il corpo della ragazzina era sfuggito alle ricerche. Il cadavere presenta lesioni da corpo contundente e da arma da taglio. La mano stringe un ciuffo di fili d’erba.
8 aprile 2011 - il Dna di «Ignoto 1»
Sugli slip di Yara Gambirasio viene isolato per la prima volta dai Ris di Parma un Dna maschile, ribattezzato “Ignoto 1”.
21 ottobre 2011 - Il Dna in discoteca
Si scopre che il cromosoma “Y” di un giovane frequentatore della discoteca “Sabbie evolution” corrisponde a quello di “Ignoto 1”. Si tratta di un certo Damiano Guerinoni di Brembate di Sopra. Tuttavia il giorno della scomparsa di Yara, il ragazzo ha un alibi di ferro: si trovava in Perù. Inoltre il profilo genetico coincide solo in parte. Se ne trae la conclusione che il vero “Ignoto 1” deve essere un suo parente.
14 marzo 2012 - L’autista di autobus Giuseppe Guerinoni
La polizia scientifica ricostruisce l’albero genealogico dei Guerinoni, originari di Gorno, alla ricerca dell’identità di “Ignoto 1” attraverso la linea paterna. E finalmente, estraendo il Dna dai francobolli di due vecchie cartoline, gli esperti tracciano un profilo del probabile assassino, stabilendo che deve trattarsi di un figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, autista di pullman, deceduto nel 1999, zio di Damiano, il ragazzo della discoteca.
27 luglio 2012 - Ester Arzuffi
Carabinieri e polizia decidono un’impresa senza precedenti: uno screening di massa nelle valli bergamasche sul Dna di chi può avere collegamenti, anche lontani, con il caso. Dalle persone la cui cella telefonica il giorno della scomparsa di Yara aveva agganciato la zona della palestra, alle donne che potrebbero avere avuto relazioni con Guerinoni. In tutto verranno analizzati oltre 20 mila Dna.Tra questi c’è anche quello di Ester Arzuffi, la madre di Giuseppe Bossetti. Ma un errore nelle analisi, di cui gli inquirenti si accorgeranno due anni dopo, fa si che la donna non venga considerata.
7 marzo 2013 - La riesumazione di Guerinoni
Il rompicapo del Dna viene sciolto con la decisione del pm Letizia Ruggeri di riesumare il cadavere di Giuseppe Guerinoni per analizzarne nuovamente la traccia biologica. I risultati non lasciano spazi a dubbi e gli esami condotti dall’Istituto di Medicina Legale di Milano confermano: è davvero il padre di “Ignoto1”.
13 giugno 2014 - Si scopre l’errore.
Nonostante la certezza sul Dna paterno, “Ignoto 1” rimane un mistero. Pare scomparso dalle valli bergamasche. Il professor Carlo Previderé dell’Università di Pavia si accorge però che il Dna mitocondriale di 500 individui, tra cui numerose donne della Val Seriana, è stato confrontato non con il Dna di “Ignoto 1” ma con quello della vittima, Yara. E’ un errore fondamentale: per questo non si riusciva a trovare nessuna corrispondenza. Vengono ripetute le analisi per i 500 individui, questa volta con il Dna nucleare, ed ecco saltar fuori il nome di Ester Arzuffi, è lei la madre di “Ignoto 1”. Si scopre inoltre che l’autista di pullman, Giuseppe Guerinoni, per un certo periodo ha abitato in gioventù proprio vicino alla casa della donna.
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RispondiElimina15 giugno 2014 - Il cerchio si stringe
I carabinieri del Ros individuano finalmente il figlio maggiore della Arzuffi: si tratta di Massimo Giuseppe Bossetti, carpentiere di Mapello, un paesino a una manciata di chilometri da Brembate. Classe 1970, Bossetti, detto “Massi”, è sposato con Marita Comi ed è padre di 3 bambini. Non ha precedenti. E’ il classico insospettabile. Per capire se il Dna di “Ignoto 1” sia proprio il suo, i carabinieri lo fermano con una scusa e lo sottopongono all’esame dell’etilometro per acquisire la sua traccia genetica. E fanno centro: il Dna corrisponde perfettamente, Bossetti è unico tra miliardi e miliardi di individui.
16 giugno 2014 - L’arresto in cantiere
I carabinieri arrivano verso mezzogiorno nel cantiere dove Bossetti sta lavorando, lui li vede e cerca di fuggire. «Una reazione istintiva che non ha nulla a che vedere con la colpevolezza». Protesteranno in seguito i suoi avvocati. Ma tra tutti gli operai presenti in quel momento, il carpentiere è l’unico ad avere una reazione simile. Ciò nonostante non confesserà mai, proclamandosi sempre innocente.
3 luglio 2015 - Inizia il processo
Con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla particolare crudeltà, Massimo Bossetti compare davanti alla corte d’Assise di Bergamo. E’, come al solito, abbronzato. Seguirà tutte le 45 udienze seduto al fianco dei suoi avvocati, in un’aula frequentata da “sostenitori” e vietata alle telecamere. Oggi i giudici si ritireranno in camera di consiglio per la sentenza. L’accusa per lui ha chiesto l’ergastolo e tre anni di isolamento diurno.
Anonimo il tuo resoconto fa pensare e ri-pensare.
RispondiEliminaRiporti notizie portate come "prove" per dare pennellate di "colore" alla ricostruzione dei fatti e del personaggio.
1°- il ciuffo d'erba,
2°- l'abbronzatura
3°- i tentativi della ricerca del dna.
4°- emergono le corna.
E con questo e per questo:
lei è morta lì,
lo conosceva,
è stata uccisa da lui, crudele, psicotico, pedofilo.
Giustizia ( iniqua ) è fatta.
C'è poco o niente da ripensare, a meno che non si voglia accusare ben due Corti diverse, di crimini giudiziari: idee maturate solo in menti bacchettone sature di frustrazioni.
RispondiEliminaAbbiate un limite, il troppo storpia!!
le due corti, caro anonimo, hanno voltato e rivoltato le carte fornitegli dell'accusa che ha agito in pieno regime di libertinaggio giuridico.
RispondiElimina@Anonimo, avrai letto quanti prelievi e quante analisi sono state fatte. Migliaia. Con soldi nostri ed anche tuoi. Ed a Bossetti gli viene negata la possibilità di difendersi, di aggiungere un altro test alle migliaia già fatti manderebbe in rovino le casse dello stato. E' più semplice che un povero cristo stia in galera seppur sia innocente. Perchè non gli è stata data una possibilità bastava una sola, poi avremo visto se l'impianto accusatorio resisteva o si demoliva. Vedi caro anonimo il problema è che tu non sei in galera.
RispondiEliminaPer salvare un uomo e la sua famiglia i limiti non ci sono, intanto.
RispondiEliminaOgnuno è libero di pensare e di ripensare.
Tu sei libera di scrivere ciò che vuoi ma attenta ad interpretare in modo distorto chi non la pensa come te.
E se anche si volesse "puntualizzare" le Corti diverse, motivando a modo personale perché scrivi la parola "accusare"?
In questo caso il compito di "accusare" non spetta ai cittadini semmai noi incassiamo le accuse di altri.
Le nostre idee poi non si maturano sotto quello che ci fanno vedere.
Se fossimo bacchettoni non staremmo qui a difendere una famiglia di bugiardi, di traditori del letto coniugale, di avvocati che hanno voglia di fare il proprio dovere.
Non abbiamo frustrazioni, se le avessimo avute ci saremmo scandalizzati nel vedere il comportamento, l'abbigliamento, l'incedere delle donne Bossetti.
Ma tu sai leggere e capire o capisci quello che ti pare.
Così porti avanti il tuo lavoro?
Saresti di aiuto?
Parafrasando la tua chiusa, te la rimando infiocchettata:
"Abbiate un limite, il troppo storpia!!"
3anni di isolamento diurno ? perchè non lo portano in piazza e lo fanno fuori tramite ghigliottina ?
RispondiEliminaGENTAGLIA MALEDETTA : BRUTTA, PENSA A QUANTA CATTIVERIA SONO CAPACI STI VERGOGNOSI . E NON SONO NEMMENO SICURI CHE SIA COLPEVOLOLE : LO SOSPETTANO . BRAVI!
@Anonimo
RispondiElimina27 luglio 2012 - Ester Arzuffi
Carabinieri e polizia decidono un’impresa senza precedenti: uno screening di massa nelle valli bergamasche sul Dna di chi può avere collegamenti, anche lontani, con il caso. Dalle persone la cui cella telefonica il giorno della scomparsa di Yara aveva agganciato la zona della palestra, alle donne che potrebbero avere avuto relazioni con Guerinoni. In tutto verranno analizzati oltre 20 mila Dna.Tra questi c’è anche quello di Ester Arzuffi, la madre di Giuseppe Bossetti. Ma un errore nelle analisi, di cui gli inquirenti si accorgeranno due anni dopo, fa si che la donna non venga considerata.
Non ti domandi come mai a Bossetti non è stato prelevato il dna come agli altri utenti della telefonia che erano agganciati nella zona della palestra?
Semplice: Bossetti non c'era, perciò non gli era stato prelevato il dna
Sei convinto al 100% dell'errore di analisi per giustificare che l'esame del dna alla mamma di Bossetti era negativo e poercio non considerata?
Non ti viene il sospetto che dopo aver scelto un capro espiatorio, gli hanno adattato la storiella delle celle teleoniche e della di lui madre il dna?
Beh non fate caso agli errori, ho scritto di fretta senza rileggere.
RispondiEliminaWolf, non ti preoccupare, non siamo all'Accademia della Crusca.
RispondiEliminaCiao LORI!!!
RispondiEliminaVolevo riscontrare prima il tuo breve, quanto inatteso gradito commento...dopo tantissimo tempo, ma varie cause me lo hanno impedito
Intanto ti porgo un cordiale "Bentornata!", tra i pochi veterani e tanti più recenti e valenti collaboratori del blog.
SI, sono d'accordo con te e molti altri, che non doveva essere negata la controprova del dna richiesta dal pool di difesa del Bossetti: il risultato, qualsiasi fosse stato, avrebbe dissolto ogni dubbio, fra le parti in casua e nell'opinione pubblica.
Si può sempre sperare, però, che la Corte di Cassazione prenda in considerazione la questione.
In attesa di leggerti ancora, ti invio tanti saluti.
Ciao Pino, ti ringrazio per la tua gentilezza....io seguo sempre il blog (anche se non partecipo ai commenti)perche' presenta sempre articoli molto interessanti per chi come me ha cuore la triste vicenda di Massimo Bossetti, una persona privata ingiustamente della propria liberta', dei propri affetti, con un impianto accusatorio privo di ogni valenza logica.Si puo'sempre sperare, tu dici, nella Corte di Cassazione. Certo tutti noi ci speriamo ma, per un attimo, mi calo nei panni di quest'uomo che deve sperare che qualcuno in quella Corte prenda in considerazione la questione con onesta' e serieta'....non so sinceramente se, dopo l'iter processuale che ha subito io avrei ancora questa speranza....certa che comunque ancora per almeno un'altro anno dovrei rimanere passiva ad aspettare che come per magia qualcosa cambi...non so ma al solo pensiero mi sembrerebbe di impazzire.Un forte senso di impotenza dell'uomo comune verso le Istituzioni che dovrebbero essere a sua tutela permea questa triste vicenda che comunque spero possa alla fine avere un lieto fine. Ti ringrazio ancora e ti auguro buona serata
EliminaAnonimo Anonimo ha postato oggi sull'articolo di Gilberto: "Il buco nero che non nasconde più nulla..." il seguente
http://www.tarantobuonasera.it/news/cronaca/512674/massimo-bossetti-la-fisica-quantistica-e-l'impossibile-difesa
DA LEGGERE: ECCELLENTE!
Chiedo scusa se mi intrometto tra di voi (non ho la preparazione letteraria e/o giuridica di quanti abitualmente scrivono) , ma vorrei complimentarmi con l'autrice di questo articolo, che come altri meglio di me hanno rilevato, è scritto col cuore. Già le prime righe dicono tutto e, a mio parere sono un'ottima sintesi, ma mi chiedevo (dopo aver consultato il dizionario) perché la parola superbia anziché arroganza? In generale direi che possono ritenersi sinonimi ma mi chiedevo se c'è una motivazione diversa. Dal momento che mi manca completamente il dono della sintesi mi fermo qui, altrimenti finirei per tediare chiunque con i miei dubbi, domande e semplici constatazioni. Per finire vorrei fare i complimenti a chi gestisce il blog e a coloro che generalmente commentano per la grande educazione che in generale manca in altri forum che mi è capitato di leggere! Paola
RispondiEliminaanonimo che hai postato il link seguente: https://www.ilnotiziangolo.it/2042/yara-gambiradio-i-genitori-a-chi-difende-bossetti-offendono-nostra-figlia/
RispondiEliminagrazie per averlo fatto.
Ma credere nell'innocenza di un padre di famiglia senza prove provate che siano tali, non solo non dovrebbe offendere la famiglia, ma la stessa dovrebbe porsi domande diverse oltre la colpevolezza di uno e quindi cercare di capire chi veramente possa essere stato.
Gentile Paola,
RispondiEliminaho usato "superbia" perché rappresenta il massimo di certi atteggiamenti. A volte l'"arroganza" puo essere solo mancanza di educazione, ma è con la superbia che s'innescano meccanismi molteplici che vanno oltre l'arroganza.
Ma comunque anche "arroganza" va bene e rende l'immagine.
Ti ringrazio.
Sono d'accordo con te Vanna riguardo la reazione dei genitori di Yara, anche se credo che loro si riferissero solo a coloro che hanno divulgato le foto del povero cadavere della figlia e gli inaccettabili insulti alla sua memoria. Non ho avuto la sensazione che facessero di tutta l'erba un fascio. Purtroppo i molti innocentisti privi del senso della misura e della misericordia danneggiano chi, come in questo blog, si pone delle domande lecite e cerca delle risposte ai molti dubbi, nel rispetto della vittima e dei suoi cari. Del resto anche Salvagni ha preso le distanze da certi comportamenti estremi.
RispondiEliminahttp://www.ildelitto.it/index.php/it/224-bossetti-depistaggi-sin-dalla-sparizione-di-yara
RispondiEliminaAnonimo la frase seguente:
RispondiElimina"...Purtroppo i molti innocentisti privi del senso della misura e della misericordia danneggiano chi, come in questo blog, si pone delle domande lecite e cerca delle risposte ai molti dubbi, nel rispetto della vittima e dei suoi cari..."
Non so come gli innocentisti possano essere "privi del senso della misura e della misericordia" semmai cono i colpevolisti che possiedono queste " qualità". Quali torti farebbero gli " innocentisti" e a chi?
Una foto è un documento che offende chi ha ridotto la ragazza così, non la famiglia e neanche la memoria. Che colpa ne hanno i familiari e la ragazzina, gli innocentisti poi sono fuori da colpe.
Siccome non si sa più cosa dire su questo caso ora s'inventa che gli innocentisti offendono con la foto.
I migliaia di bambini morti sotto i bombardamenti o quelli che stanno morendo di fame le cui immagini ogni giorno vediamo, sono anch'esse " insulti" alla dignità e al rispetto umani.
Ma poi queste foto non erano in possesso esclusivo della procura?.
RispondiEliminaChe siano uscite dagli scaffali della procura dietro un piano ordito per demonizzare chi invoca l'innocenza di Bossetti?.
Gli avvocati dei Gambirasio denunceranno solo chi le ha messe in rete oppure anche chi ne ha agevolato il pubblico dominio?.
Vedo purtroppo che dopo la mattanza di Bossetti si procede con la mattanza degli innocentisti per arrivare vincitori anche in cassazione.
Sembra una sporca campagna pre elettorale americana a suon di colpi bassi e scandali indotti.
Vorrei spezzare una lancia in favore dei sig.ri Gambirasio . Non li conosco e perciò potrei sbagliarmi, ma credetemi almeno per quanto riguarda la mia esperienza (mio fratello è morto qualche giorno dopo la sparizione della piccola yara per un incidente sul lavoro) anche la parola "cadavere" è offensiva. Non auguro a nessuno di capire pienamente quanto quello che vi sto dicendo sia vero e anche a distanza di tempo è molto difficile " prendere le distanze" ( scusate la ripetizione) e vedere le cose in modo totalmente obbiettivo. Terrei anche presente che difficilmente quello che appare sono parole dette da loro, in genere sono gli avvocati che scrivono e molto molto difficilmente riescono ad esprimere il vero sentire della famiglia. Detto questo proprio non capisco come possano accettare la cosiddetta "verità processuale" perché oltre che sull' accusato a mio parere getta una luce oltremodo negativa sulla bambina. Gli scienziati sono scienziati e non investigatori e in questo caso mi pare che gli investigatori siano stati molto carenti. Inoltre , mi chiedo, e questa cosa mi mette molta ansia, come hanno fatto i giudici popolari a capire le varie procedure scientifiche e reputarle accettabili per poi condannare senza alcun dubbio una persona al massimo della pena? Era una giuria composta da genetisti ? Scusatemi se porto ancora un'esempio personale , ma conosco una persona che ha fatto il giudice popolare e fa la parrucchiera ... voglio dire, è una persona normale, come potrebbe arrivare a capire tanto tecnicismo? Forse la giuria cosiddetta popolare di questo caso è stata scelta tra professionisti del settore della genetica? Questo processo come il precedente è quantomeno inquietante! Paola. P.s. : Vanna, la mia era una domanda, non una critica, ad ogni modo "superbia" in quanto vizio capitale è senz'altro più adatta come parola.
RispondiElimina@Paola
RispondiEliminami chiedo, e questa cosa mi mette molta ansia, come hanno fatto i giudici popolari a capire le varie procedure scientifiche e reputarle accettabili per poi condannare senza alcun dubbio una persona al massimo della pena? Era una giuria composta da genetisti ?
Era una giuria composta da telespettatori. Il bombardamento mediatico ha fatto il suo sporco lavoro.
Anche io guardo la televisione, ebbene sì, lo ammetto, e sono disposta ad ammettere che il bombardamento mediatico possa avere un certo peso ma, onestamente chi è la persona sana di mente che avrebbe creduto veramente che Bossetti era in cura per un cancro? Dai, per favore.... non credo nemmeno per un momento che i suoi colleghi possano averlo creduto, che poi lui potesse dire "cavolate" ci può pure stare e anche che per questo motivo gli avessero dato un soprannome ma non per questo una persona di minimo buon senso può pensare che menta a prescindere. Spero di essermi spiegata. Tra l'altro se fosse veramente un mentitore professionista avrebbe potuto dire che conosceva la ragazzina e via dicendo, e magari se la cavava con "poco" , ma non l'ha fatto quindi perché ? Anche tra i bombardatori ho notato dei piccoli dubbi negli ultimi tempi...
RispondiEliminaSul posto di lavoro, soprattutto quando la fatica è tanta si motteggia, si fa dello spirito, battute... si raccontano cavolate. Chi le spara più grosse riscuote l'approvazione della platea. Si tratta solo di motti di spirito, un modo per rendere il lavoro più leggero sollevando l'ilarità del gruppo.
RispondiEliminaHanno trasformato un modo normale e creativo di rendere il lavoro meno pesante, agevole e sciolto bollando l'epiteto - favola - che è soltanto un modo bonario e un apprezzamento a indicare una capacità di tenere tutti allegri e spensierati. Anche in questo caso una operazione decettiva di disinformazione...
Esattamente Gilberto, a questo punto mi chiedo chi le racconta veramente le "favole" ...
RispondiEliminaTutto il caso Bossetti è una gigantesca montatura, un'operazione di marketing con tutti i plus e i benefit per una utenza mediatica alla ricerca del mostro da sbattere in prima pagina e del capro espiatorio che funga da bersaglio. Ogni elemento del tutto banale della vita del carpentiere è stato caricato di significati 'esotici', stravaganti e 'rivelatori', inquadrato in una sceneggiatura da personalità borderline anche quando si trattava di comportamenti di nessun rilievo e di nessuna difformità (gli shampoo, la sabbia, la navigazione in rete, il camioncino ecc. ecc. Una operazione che ha tutti i caratteri della disinformazione e del suggerimento mediatico per uno spettatore da imbeccare e condizionare.
RispondiEliminaPaola,
RispondiEliminafra l'altro bisogna anche vedere quanto è fondata la storia del 'Favola'. Non credo che tutti gli avessero dato quel soprannome, mi pare di aver letto che glielo avesse dato un collega col quale aveva avuto qualche differenza di vedute.
Il guaio dei giornali è che spesso riportano maldicenze senza nemmeno verificare la fonte e le ingigantiscono pure.
Poi tu parli di verità processuale che getterebbe un'ombra su Yara, ma io francamente non vedo nessuna verità. Vedo solo ombre, ipotesi nebulose che si contraddicono fra loro.
Yara ha perso il guscio del cellulare caduto in un tombino, ma chi lo dice? Hanno verificato i tombini di via Morlotti? E poi, Bossetti si sarebbe offerto di aiutarla, ma perché salire sull' autocarro di uno sconosciuto a pochi metri da casa?
E questo sconosciuto in pochi attimi da cavaliere gentile diventa un orco, pronto a darle un pugno o una martellata in testa? Appena dopo aver saputo che quella è la figlia del geometra Gambirasio? Ma dai.
Poi non finirò mai di ripeterlo, Bossetti non può aver incontrato Yara perché l'orario non coincide. Non può averla incrociata per caso e l'appuntamento è fuori discussione per mille motivi.
Niente ha senso, tantomeno che Yara si incontrasse di nascosto con lui nel piazzale del cimitero. Ma questo non lo crede neppure la parte accusatoria, mon solo per la differenza eccessiva d'età, anche per la distanza d'interessi: Bossetti non era un ginnasta, un danzatore, qualcuno che la ragazzina potesse ammirare per le prestazioni atletiche malgrado avesse ventisette anni più di lei.
Sono d'accordo con te che certe parole (e immagini) andrebbero usate con prudenza perché chi soffre ha una sensibilità esaperata. Nel documentario della BBC, se hai notato, il PM Ruggeri usa il termine 'cadavere' a proposito di Yara. Per lei dev'essere abituale, ma a me ha fatto un certo effetto, ho pensato subito ai genitori di quella povera piccola, con molta pena e rammarico.
Mi dispiace tanto per tuo fratello. So cosa vuol dire perdere all'improvviso una persona cara.
Hai tutta la mia solidarietà.
Grazie Nautilina, sei un tesoro! Hai davvero ragione, in tutta questa vicenda la verità scarseggia mentre abbondano notevolmente le "qualità " così ben riassunte da Vanna. Tra le tante cose assurde c'è, come giustamente hai rilevato tu, la storia del telefonino. È buio, piove e le temperature sono prossime allo 0, alla ragazza cade il cellulare proprio in prossimità di un tombino con una griglia talmente larga che i pezzi ci cadono dentro... (mah) e al buio l'unica cosa che Yara riesce a recuperare è la SIM?!!! Non so che modello di cell avesse, ma quelli che all'epoca andavano per la maggiore erano praticamente indistruttibili, ma ammettiamo pure che si sia distrutto è plausibile che una 13 enne fosse talmente sconvolta da ciò da accettare un passaggio da una persona , come dici tu , a due passi da casa? Ma è anche solo verosimile? Ma questa è solo una delle tante incongruenze
RispondiEliminae mi meraviglio che i genitori della ragazzina diano credito alle insinuazioni inverosimili degli inquirenti .
RispondiEliminaho un dubbio: che situazioni piu' verosimili i genitori le sappiano o perlomeno le sospettino .,ma si accontentano dei risultati emersi .
ormai il danno è fatto ed è molto piu' accettabile un asassinio da parte di uno sconosciuto . potrebbero esserci scenari pericolosi di intimidazioni. percio' la famiglia prima di tutto e chi s'è visto s'è visto . in fondo anche loro hanno avuto un danno irreparabile .. ognuno si gestisca i propri
Buongiorno!
RispondiEliminaSono due giorni che non leggo il postato qui, ho letto e risposto all'articolo di Massimo P.
Paola, non so se sei nuova, se sì: benvenuta, altrimenti bentornata!
Non posso che condividere le tue riflessioni e l'umanità che filtra.
C'è bisogno di attivo collegamento tra il cervello e il cuore per emettere "giudizi" su fatti e risultati gonfiati e strampalati.
Sì la giuria popolare può essere composta da persone non di grande spessore però sono esseri umani con i loro limiti come tutti noi.
Ben risponde Wolf che il bombardamento mediatico ha avuto il suo effetto.
Eppure guarda, tutte quelle ore prima di emettere il giudizio mi hanno fatto pensare non poco. Siamo sicuri che la giuria popolare abbia espresso l'esito accusatorio in toto?
Tutte quelle potrebbero aver visto un pareggio?
E chi lo può dire!
Se il risultato poteva essere scontato visto il peso di quella specie di dna, potevano anche decidere prima, visto com'è andata.
Quindi penso che il conteggio sia stato laborioso ipotizzo che il peso maggiore sia da dare ai giudici che, mi sembra di aver sentito, hanno la possibilità di valere per due, se c'è un pareggio, il voto di un giudice vale doppio.
Forse gli esperti potranno chiarire come si fa il conteggio.
Il numero dei componenti della giuria popolare era risicato.
L'aritmetica può essere anche un'alchimia o un compromesso.
Nautilina, non poso che condividere.
RispondiEliminaGilberto, copio e incollo perché è importante ripetere che:
"Tutto il caso Bossetti è una gigantesca montatura, un'operazione di marketing con tutti i plus e i benefit per una utenza mediatica alla ricerca del mostro da sbattere in prima pagina e del capro espiatorio che funga da bersaglio. Ogni elemento del tutto banale della vita del carpentiere è stato caricato di significati 'esotici', stravaganti e 'rivelatori', inquadrato in una sceneggiatura da personalità borderline anche quando si trattava di comportamenti di nessun rilievo e di nessuna difformità (gli shampoo, la sabbia, la navigazione in rete, il camioncino ecc. ecc. Una operazione che ha tutti i caratteri della disinformazione e del suggerimento mediatico per uno spettatore da imbeccare e condizionare."
E perché lo condivido!
Magica anche le tue riflessioni sul comportamento dei Gambirasio le condivido, in special modo: "...potrebbero esserci scenari pericolosi di intimidazioni. percio' la famiglia prima di tutto e chi s'è visto s'è visto . in fondo anche loro hanno avuto un danno irreparabile .. ognuno si gestisca i propri."
RispondiEliminaGià, potrebbe anche essere andata così...hanno altri tre figli da crescere...lo dissero pure.
Vanna, mi hai preceduta!! Vorrei solo aggiungere una cosa in risposta a Magica: molto probabilmente i genitori avranno avuto modo di leggere tutti gli atti (e ti lascio immaginare quanto possa essere devastante emotivamente, psicologicamente e anche fisicamente ) ed è altamente probabile che abbiano fatto obiezioni , però sai cosa conta il tuo parere anche se sei parte lesa? Com'è il due di coppe quando briscola è bastoni! Guarda anche in altri casi ... All' inizio si parlava di "riportarla a casa viva" e - magari sbaglio- questa gente non parla a caso, in genere non dicono ma se dicono è perché hanno certezze ... poi hanno cambiato strada, perché? Fare "brutte" figure non piace a nessuno, figuriamoci a certi livelli !
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