Vi auguro un 2016 da gladiatori

Il 2016 è qui, ormai lo stiamo vivendo e come ogni anno nuovo ci riempie di speranza la vita. Una vita che in ogni caso va presa per il giusto verso perché, troppo spesso lo dimentichiamo, nonostante i salti mortali a cui ci costringe è, innegabilmente, l'incredibile e inspiegabile meraviglia che abbiamo ricevuto in dono e per cui non possiamo fare a meno di lottare. Ricordarselo a volte, magari mentre il Sole splende su di noi o quando ci sentiamo soli o abbandonati, non può farci che bene. Perciò nell'augurare un meraviglioso 2016 a chi da persona libera legge gli articoli del blog, non posso non ricordare chi non possiede la libertà, chi avrebbe bisogno di aiuto e di aiuto vero ne riceve poco o non ne riceve affatto. Perciò l'augurio lo estendo a chi non può leggerci, a chi è chiuso ingiustamente in carcere, a chi lotta per la libertà dei popoli, ai popoli oppressi da regimi dittatoriali, a tutti gli esseri umani che a causa di una politica estera povera di polso sono impossibilitati a tornare alle loro case perché incarcerati ingiustamente nelle nazioni di tutto il mondo, a chi soffre in ospedale e non può lottare se non con mani altrui, a chi ha smesso di lottare e come galeotto se ne sta chiuso in casa e non vede luce oltre il tunnel della depressione. Con una canzone scritta in una lingua che non esiste, per questo comprensibile a tutti, auguro agli uomini che bramano la libertà, sia mentale che fisica, di sentirsi gladiatori così che il 2016 rompa le catene e sia l'inizio di una nuova era. Auguri, Massimo

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