Articolo di Gilberto M.
In genere un format richiede un apparato di regole per sviluppare un programma televisivo. Le idee possono partire dall’attualità, dalla storia e da qualunque input la realtà e l’esperienza possono offrire fino a tradursi in un prodotto finito, strutturato in trasmissioni come ad esempio i talk show, varietà, giochi e quant’altro. Il format rimane fondamentalmente un fiction, per quanto possa attingere alla realtà e alla cronaca. Il contenitore strutturato secondo un copione resta pur sempre ancorato a una distinzione irriducibile tra ‘realtà’ e ‘finzione’, anche quando vengono presentati casi umani dal vero, vicende più o meno credibili, più o meno imbellettate e alterate per dare il massimo di drammaticità alla storia, o per renderla esteticamente più attraente per un pubblico assetato di eventi eclatanti. L’audience è sempre più desiderosa che venga alzata la posta per non cadere preda della noia, un pubblico che vorrebbe entrare a far parte della narrazione e lo può fare solo per interposta persona, attraverso meccanismi di identificazione e di proiezione con i personaggi.
In genere un format richiede un apparato di regole per sviluppare un programma televisivo. Le idee possono partire dall’attualità, dalla storia e da qualunque input la realtà e l’esperienza possono offrire fino a tradursi in un prodotto finito, strutturato in trasmissioni come ad esempio i talk show, varietà, giochi e quant’altro. Il format rimane fondamentalmente un fiction, per quanto possa attingere alla realtà e alla cronaca. Il contenitore strutturato secondo un copione resta pur sempre ancorato a una distinzione irriducibile tra ‘realtà’ e ‘finzione’, anche quando vengono presentati casi umani dal vero, vicende più o meno credibili, più o meno imbellettate e alterate per dare il massimo di drammaticità alla storia, o per renderla esteticamente più attraente per un pubblico assetato di eventi eclatanti. L’audience è sempre più desiderosa che venga alzata la posta per non cadere preda della noia, un pubblico che vorrebbe entrare a far parte della narrazione e lo può fare solo per interposta persona, attraverso meccanismi di identificazione e di proiezione con i personaggi.
La linea di demarcazione
rimane lo studio televisivo nel quale si fa accadere l’evento (la descrizione
con le informazioni generali sul programma e i concetti che lo esplicitano
attraverso gli apparati scenografici). Le immagini di repertorio rimangono
soltanto documenti che, per quanto montati ad arte, conservano quella
separazione tra rievocazione di un fatto attraverso i suoi protagonisti (i loro
vissuti) e i documenti che in qualche modo ne attestano il carattere
drammatico, edificante, emblematico, educativo… Perfino i collegamenti in
diretta rimangono distinti dalla realtà che viene evocata, con il crisma
dell’intervista o lo stratagemma asettico del ‘secondo indiscrezioni’, delle ‘notizie
non confermate’, del ‘corre voce’.
Il dibattito intorno a un caso rimane separato dal suo oggetto anche quando tra
gli ospiti ci sono gli stessi protagonisti della vicenda, perfino quando le
deformazioni appaiono grossolanamente evidenti.
Due fatti di cronaca hanno
però introdotto un nuovo paradigma nell’ambito del prodotto televisivo e più in
generale massmediatico: il caso Cogne e soprattutto il caso Scazzi. Nei due eventi il format ha spezzato l’involucro
del contenitore dei media per trasferire la fiction direttamente nel contesto
di cui vuole essere interprete. La linea di separazione tra ‘realtà’ e ‘documento
interpretativo’ si è come frantumata e dissolta: il cronista-commentatore è
entrato a far parte attiva di quanto va descrivendo, non più solo mero
testimone che racconta una realtà ricostruita oggettivamente in forza di una
documentazione più o meno esaustiva ed approfondita. Anche il cronista fa parte
della fiction. Non si tratta di una mero resoconto obiettivo e disincantato per
il quale la ‘realtà’ emerge, sia pure enfaticamente e retoricamente, nei suoi
tratti oggettivi, per quanto sempre incompleti e parziali, sempre rettificabili
ed emendabili, perfino arbitrariamente interpretabili. L’osservatore si trova
ormai sulla ‘scena del delitto’ come vero e proprio sceneggiatore della storia.
Una fisica applicata ad un quantum sociale. L’accaduto è soltanto un pretesto
per inventare una trama, una delle infinite storie che si possono raccontare
partendo da alcuni elementi ‘reali’:
un cadavere, un’inchiesta, alcuni fatti (forse) incontrovertibili. L’accaduto è
soltanto un’occasione per costruire la fiction, qualcosa che giace in un limbo
oscuro e incomprensibile fino a quando l’immaginazione produttiva di un
interprete non crei la storia ex-novo, una ricostruzione che diventa ‘vera’ e
‘acclarata’ quando un occhio la osserva. Non si tratta per inciso della
legittima interpretazione, di ipotesi con lo scopo di mettere alla prova scenari
e finzioni, per sperimentare nuovi strumenti di indagine.
La
transizione - preceduta in modo episodico da altre performance cine-televisive
– rappresenta quella trasformazione che con l’avvento degli effetti speciali e
delle simulazioni viene chiamata realtà virtuale o con termine più immediato
semplicemente un’invenzione. Il
paradigma in verità è molto più
antico degli elaboratori elettronici, affonda le sue radici nell’utopia, da
Tommaso Moro fino alla fantascienza passando attraverso le distopie e il
finzionalismo. La stessa scienza moderna si è avventurata spesso in teorie esotiche
oltre l’osservazione e la possibilità di verificare l’attendibilità dei dati
mediante la riproducibilità e la ripetizione dell’esperimento (violando così un
suo assunto metodologico). In campo biologico si stanno facendo strada virtualità
( e virtuosismi) che richiamano in auge il protagonista del celebre romanzo di Mary
Shelley, il moderno Prometeo, Frankenstein o ancora l’attore biomeccanico come
Terminator.
Nell’ambito sociologico e più
propriamente della psicologia sociale bisogna riconoscere che l’impatto del
virtuale è più sfumato e meno riconoscibile per via di una lenta assimilazione
da parte dell’utenza (il target o audience come dir si voglia) di alcuni
meccanismi di interazione sociale dove i mass-media non rappresentano più un
mero processo di influenza (termine
equivoco per una sorta di illusoria neutralità scientifica) ma costituiscono un
procedimento creativo, una sceneggiatura in fieri nella quale il pubblico non è
più solo spettatore ma comparsa, personaggio e protagonista, e dove il cronista
stesso diviene parte organica della storia. Il fatto potrebbe scandalizzare i
benpensanti e gli aficionados del
realismo scientifico, se non fosse che il paradigma riceve conferma in quella profezia che si autoadempie soprattutto
nell’ambito della psicologia sociale...
C’è un’immagine emblematica
nel caso Scazzi che più di mille dissertazioni esemplifica la trasformazione
del virtuale in reale. Quei fiori amorevolmente deposti accanto al
garage-cantina della casa di via Deledda. Quel mazzo di fiori non rappresenta
tanto un atto di pietas quanto un
elemento del copione con il quale si dà alla storia un suo orientamento, si
provvede a incanalarla in un alveo, un allestimento che costituisce non solo
un’interpretazione, ma proprio un’indicazione sulla trama, che prefigura e
suggerisce con elementi scenografici di immediato impatto emozionale. Non
importa dove sia morta Sarah veramente, importa costruire uno script,
approntare una scenografia, dare alla realtà inconoscibile, una ricostruzione che
solleciti l’emozione, la collera, la commozione... Una ricostruzione che per
quanto arbitraria trascelga tra mille altre fiction quella che appare più spettacolarmente
interessante, più verosimile se rapportata al senso comune, più appetibile se
riferita agli indici di ascolto.
Quei fiori valgono più di
centomila prove che lì sia avvenuto un delitto. Nella memoria dell’audience
costituiscono un teorema di certezze, rappresentano un imprinting, sono il frame
assoluto nel quale incorniciare qualsiasi altro elemento della storia. Non si
tratta di una ipotesi finzionale, di un guscio vuoto come mera ipotesi da
approfondire. L’iconografia del nuovo format ha la pretesa di un dato reale e
incontrovertibile. L’impressione, la suggestione, l’allestimento... sono
conferma di una scena che commuove e promuove una costruzione immaginifica. L’emozione
che provocano quei fiori nel telespettatore costituisce un’icona, una sintesi,
un’immagine emblematica. Quel bouquet
virtualmente vale più di un atto di compassione, costituisce una prova,
rappresenta e allude a una scenario proprio come una quinta teatrale. L’elemento
scenografico è però soltanto un fatto accidentale, sia pure emblematico, di
come sia stato costruito lo script: un po’ per caso e un po’ seguendo le regole
ormai interiorizzate della narrazione mediatica. Un copione senza regista se
non quel dispiegarsi di automatismi e inferenze emotive, una sceneggiatura
costruita mediante processi retroattivi (spesso di natura inconscia) tra
protagonisti, comprimari, comparse e… quel pubblico che ormai è sul proscenio
insieme agli attori, un audience niente affatto passiva che si muove
virtualmente con loro, se ne fa interprete e suggeritore. La regola è lo
spettacolo, l’immagine che muove a compassione, la trovata ad effetto, quello che
fa piangere o che suscita sdegno. Lo script si dipana seguendo l’estro
dell’improvvisazione, una regia collettiva prodotta mediante un processo
interattivo nel circo mediatico. Note di regia al margine di un copione dove
gli attori recitano a soggetto
(pirandellianamente), quell’alterco dietro il sipario tra una regia teutonica e
un profluvio di attori e comparse che rivendicano la loro totale autonomia per
quel Leonora addio!. Il quadro delle
scene risulta alterato in forza di una anarchia creativa, di una libertà dal
canovaccio: un copione che appare solo in filigrana.
Come
nei Sei personaggi in cerca di autore
non c’è più la separazione, il teatro con i posti a sedere e il palcoscenico. Il
vecchio spazio scenico è un rudere del passato. Nel nuovo format, c’è qualcosa
di ancor più radicale… non è più l’attore in mezzo al pubblico in platea (il
teatro nel teatro), qui è il pubblico
sul proscenio, recita con gli attori, ne influenza le battute, ne dirige i
dialoghi, è perfino in grado di modificare gli esiti della storia. I fiori
sulla porta del garage-cantina sono l’intrusione dell’inconscio e anche un
elemento ermeneutico della vicenda. La loro neutralità è solo apparente,
prefigurano già una interpretazione: che proprio lì sia stato compiuto un delitto,
non più un’ipotesi investigativa, un’inferenza criminologica del tutto
arbitraria e/o convenzionale su cui riflettere, ma un dato fondante, una
certezza.
Il
mondo ipogeo della casa di via Deledda (il garage-cantina) solleva fantasie,
immagini, ricordi. Si tratta di un luogo onirico, il locus proverbiale senza
tempo dove ciascuno può proiettare i fantasmi della sua vicenda esistenziale,
proprio come Michele. Il garage cantina è come uno spazio teatrale dove tutti
possono liberamente rappresentare le proprie paure, le angosce, perfino i desideri
inconfessabili. Si tratta di quel luogo sotterraneo dell’infanzia, quel teatro
oscuro e inquietante dei nostri desideri proibiti.
Nel teatro moderno già si
assiste alla eliminazione dello spazio artistico. Lo spazio teatrale viene
disintegrato attraverso l’uso di scenografie ‘immateriali’ o trasformando il
teatro in un locus mobilis che ne
dissolve la cornice, oltre l’happening
e la performance in un metateatro che
ne scompone le strutture drammatiche. Il superamento tra luogo teatrale e luogo
reale è però soprattutto in quella realtà virtuale dove l’immagine la fa da padrone.
La parola e la scrittura possono davvero poco di fronte a quei fiori posati
accanto alla porta del garage, un allestimento che suggerisce più di quanto si
possa inferire logicamente. L’erosione dei confini del teatro non è tanto in
uno spazio reale quanto in uno spazio e in un tempo immaginari. Ad ulteriore
conferma di una metapsicologia del subconscio si è immaginato perfino che i due
spazi, quello dell’io cosciente e quello dell’es, fossero in realtà intercomunicanti attraverso quella porta di
transito un po’ impolverata. E’ la rappresentazione freudiana con tutti gli
stratagemmi di una rimozione a far da barriera, tanto effimera quanto tenace, al
ritorno del rimosso. La casa, con i suoi spazi occulti e misteriosi - quegli
accumuli di oggetti alla rinfusa, di cose senza tempo – è diventata il teatro
delle fantasie di Michele (fantasie un po’ oniriche e un po’ ad occhi aperti,
ma solo e sempre fantasie, null’altro di quella materia impalpabile di cui son
fatti i sogni). Quella casa è diventata anche il teatro di tutti coloro che si
sono addentrati fisicamente (o con l’occhio elettronico di una telecamera) in
quel mondo ipogeo che il contadino di Avetrana ha così arditamente descritto
attraverso le immagini fantasmatiche che lo hanno elevato prima al rango di
assassino e poi solo a quello di necroforo (senza avere le physique du rôle ne dell’uno né dell’altro).
Le suggestioni della
casa che il protagonista ha saputo così efficacemente risvegliare nei suoi
interlocutori (tutto quel vasto pubblico con o senza nome) rappresentano
topologicamente la struttura es, io,
super-ego, quella metafora per la quale esiste uno schema dell’interiorità
che può essere rappresentata topologicamente, in uno spazio scenico dove
visualizzare la natura degli istinti e la loro derivazione. Michele non ha
fatto altro che rappresentare nel garage-cantina le sue fantasie che proprio
per la loro natura inconscia sono allegoriche. Una metafora delle fantasie
infantili con quell’albero del fico che si perde nella notte dei tempi, in quel
giardino onirico nel quale tutti abbiamo abitato. L’albero del fico è la rappresentazione
e l’emblema di una mera fantasia, null’altro, insieme a quelle immagini
incestuose dell’inconscio collettivo, quel luogo dell’anima e del rimorso di
tante colpe infantili immaginarie (quei mostri dell’id che talvolta si
riaffacciano minacciosi alla coscienza). Si sa che l’inconscio è per sua natura
atemporale, il tempo non ha una scansione oggettiva come quello di un orologio,
quella scansione che Michele rappresenta con quel viaggio verso contrada Mosca
dove dice di aver occultato il cadavere. Fantasie che si perdono nel ricordo di
quel mondo sepolto da sempre nell’anima: il pozzo che è dentro di noi prima
ancora di trovarsi realmente accanto a un vigneto.
Il tempo è l’altro elemento
che insieme alla memoria loci (la
posizione del corpo in uno spazio scenico) costituisce la base per costruire
una storia. Lo spazio nel suo allestimento ha creato una suggestione per
l’osservatore che si aggira (metaforicamente) tra gli oggetti di scena (il
trattore, la zappa, il cartone…). Nella teatralità gli oggetti sono altrettanto
importanti dei personaggi, evocano suggestioni e stimolano la memoria:
conoscere è ricordare, platonicamente. L’osservatore ha aggiunto dei fiori, e
tutte quelle fantasie che il racconto di Michele ha saputo risvegliare nei suoi
interlocutori. Il suo mondo ipogeo (quello concreto della cantina e quello
illusorio della caverna della sua interiorità) ha improvvisamente risvegliato la
memoria nei suoi osservatori: un gioco speculare ha creato una storia:
proiezioni fantasmatiche, immaginarie, senza riferimenti e senza parvenza di
realtà, senza il ben che minimo riscontro, eppure così vivide e così evocative
da disegnare un mondo e una storia nella mente dell’osservatore, di quel
pubblico così avvezzo sia ai cinegiornali e sia alle fiction. Una regia
invisibile che ha dato consistenza di realtà ai sogni, come nella migliore
letteratura e ha risvegliato il fantasma dell’anamnesi nel pubblico del format.
Il cinema, a partire dalla sua
nascita coi fratelli Lumière, ha conosciuto via via nella rappresentazione delle
scene (scene numerate) dal Fade in al
Fade out quella trasformazione dei
fotogrammi atemporali nella finzione del fluire del tempo, un tempo
inizialmente accelerato, alla ridolini, e poi via via cadenzato secondo quello
che crediamo essere il tempo reale (quel tempo inconoscibile che non sappiamo
mai bene cosa sia e che fa riferimento alla nostra esperienza di durata, il
tempo vero, il tempo vissuto, non quello dell’orologio). Le storie che il
cinema ha saputo raccontare, da quel treno che sembrava davvero investire i
poveri spettatori terrorizzati, sono andate via via dipanando sceneggiature
complesse, talvolta lunghe una vita con protagonisti che invecchiavano in meno
di un’ora. E’ quella magia del cinema che ci fa credere che nella durata di un
film - immedesimandoci, soffrendo e gioendo con i protagonisti - sono trascorse
ore, giorni, mesi, anni... un’intera esistenza. E’ la bellezza del cinema che
sa raccontare storie ed emozionarci, che sa creare l’illusione del trascorrere
del tempo. In poco più di un’ora facciamo esperienza di una vita...
Lo stratagemma è in quelle
pause che nella sceneggiatura vengono indicate con le cosiddette ellissi
temporali, stacchi e dissolvenze, che
lo spettatore ha imparato a riconoscere e a decodificare come il trascorrere
del tempo (un tempo non sempre ben quantificabile e che talvolta può accadere
che crei un certo disorientamento se non sono stati aggiunti alcuni indicatori:
il protagonista adesso ha i capelli bianchi, la figlia è incinta, il vecchio
padre è morto…). In alcuni casi il film è talmente veloce - virtualmente
accelerato e parossistico - che uno spettatore degli anni ‘50 che vedesse certi
film d’azione attuali forse non riuscirebbe a capirli non avendo ancora quelle
competenze di decodifica costruite attraverso l’evoluzione del linguaggio del
cinema. Di certo quello spettatore non riuscirebbe a capire come sia possibile
che alla 14,30 Sarah sia viva e vegeta, cammini verso la casa degli zii, serenamente
in uno splendido giorno di fine agosto pregustando il bagno al mare, il sole,
la brezza marina sulla pelle... e un’ora dopo si trovi in fondo a un pozzo ben
ricoperto e distante diversi chilometri in aperta campagna... Oppure che la
signora Franzoni in sei-otto minuti abbia potuto scatenare la sua ira,
‘martellare’ la testa del figlio, ucciderlo, ripulirsi, ricomporsi, cancellare
gli elementi compromettenti, le tracce del sangue sul suo corpo e… andare ad
accompagnare l’altro figlio a scuola come se niente fosse. L’assuefazione al
cinema con i suoi tempi velocissimi per far stare tutta una vita in novanta
minuti ci ha abituato a rendere plausibili delle scansioni temporali troppo
contratte, come se di fatto, allo stesso modo di un film, esistessero delle
ellissi, degli stacchi e delle dissolvenze per indicare che intanto il tempo è
trascorso e che dunque, come nella pellicola cinematografica, il protagonista
in realtà ha avuto un supplemento di tempo a disposizione in quelle pause senza
durata... Il cinema e la fiction televisiva ci hanno abituato a considerare
credibili fatti nei quali il tempo risulta troppo ristretto per dare all’azione lo spazio necessario...
Forse nemmeno un’ora può
bastare (se non in un cinema alla ridolini) per rendere credibile il tempo
reale, neppure per un attore biomeccanico per il quale non esistono processi
motivazionali, non esiste sconforto o afflizione, non esiste paura e conflitto,
non esiste emozione e rimorso, dove dopo un delitto può perfino sorridere
sereno ai suoi interlocutori: un cyborg appunto o un professionista del crimine
o uno psicopatico. Il contesto di un delitto è appunto quell’alone al contorno
che non riguarda soltanto gli attori, ma anche gli spettatori. La realtà
virtuale ha fatto il suo ingresso perfino nelle aule di giustizia. Ma a ben
vedere quello dei tempi è perfino un aspetto marginale, ben più sostanziale è
la suggestione narrativa che rappresenta, al di là delle ellissi temporali, quell’immaginario
che in un film costituisce la parte immersa dell’iceberg, quel contenuto
latente che indossa panni metaforici, quel mondo invisibile senza tempo. Si
tratta della capacità dello spettatore di completare, integrare e riempire
quelle ellissi temporali (le parti mancanti) che rappresentano il vero
immaginario della storia, quel teatro invisibile dentro la mente, quelle
fantasie, quei ricordi e quelle rappresentazioni che si proiettano su uno
schermo virtuale: l’anima dello spettatore con le sue emozioni, i suoi vissuti,
le sue fantasie e le sue proiezioni fantasmatiche. Senza questa attività
dell’occhio interiore il film rimarrebbe solo una collezione di scene, un
canovaccio senza lievito e senza direzione.
Nel nuovo format c’è però qualcosa
di sostanzialmente innovativo. Nel vecchio paradigma la separazione tra
osservatore e realtà osservata comporta una attività del primo per rendere il
suo oggetto conoscibile e assimilabile attraverso l’esperienza del mezzo narrativo
e delle sue convenzioni: l’uso delle luci, del suono e di tutti quegli effetti
sensoriali e percettivi che creano l’illusione del film e danno al montaggio
delle scene una coloritura emotiva e una direzione alla storia. Nel nuovo
format la sceneggiatura è in fiori: quei fiori non fanno parte di un copione,
rappresentano non solo la dissoluzione dello spazio scenico, rappresentano
l’irruzione del pubblico nella storia. I cronisti non sono più soltanto
reporter di una registrazione cronologica e di una descrizione dettagliata di
un fatto, sono sceneggiatori di una storia che si rinnova giornalmente, di un
film che trae ispirazione e si alimenta proprio attraverso gli input narrativi
che il pubblico (tutto il mondo al contorno) riesce ad imprimere al montaggio
che pian piano acquista un suo profilo, una sua immagine, una sua cadenza e una
sua ‘verità’.
Nella fenomenologia del caso
Scazzi gli elementi obiettivi (mancanza di qualsiasi evidenza che nella casa di
via Deledda sia avvenuto un delitto, mancanza di qualsiasi evidenza che un’auto
della famiglia Misseri abbia trasportato un cadavere, mancanza di qualsiasi
evidenza che Sarah abbia raggiunto la casa degli zii) vengono via via
sostituiti da semiofori, indicatori
posticci aggiunti alla scena: i fiori accanto all’ingresso del garage, il cane
che aspetta Sarah (immagine evocativa e suggestiva), le impressioni dei
testimoni nelle suggestioni dei sogni e delle voci che corrono: i vissuti emozionali,
esistenziali, immaginifici... divengono elementi della storia, la innervano e,
in una reazione a catena, innescano illazioni, requisitorie, fantasie,
sospetti... La suggestione la fa da padrone, una storia si crea dal nulla,
quasi per magia, la magia del cinema, la magia dell’osservatore.
E’
la narrazione di Michele a dare improvvisamente lievito al copione, senza
quella la storia sarebbe rimasta nell’alveo sonnolento di un delitto
insolubile, senza un cadavere e senza nemmeno il volto (virtuale) dell’assassino.
Le sue narrazioni hanno quella
strana caratteristica di risultare confuse, contraddittorie, pluridirezionali,
senza mai un riscontro se non il possesso del telefonino che (dice) ha tolto
dal fuoco e l’indicazione del luogo di sepoltura della vittima (il mistero dei
misteri). Narrazioni che ai più paiono confessioni nonostante quell’atmosfera
onirica e surreale... C’è di più nella sua narrazione, un supplemento che non
riguarda i fatti che lui ricostruisce in modo sempre un po’ diverso e cambiando
il copione, sempre approssimativi e come in attesa di un suggerimento dal suo
interlocutore. In un racconto non ci sono solo i fatti, c’è anche il modo di
raccontare, lo stile di una sceneggiatura, gli elementi estetici, sensoriali,
quella forma che crea un’atmosfera al racconto e che suggerisce al lettore
molto di più del suo mero contenuto informativo, quel contenuto narrativo sul
quale il pubblico e gli inquirenti si sono pedissequamente uniformati come se
non esistesse anche l’aspetto formale.
In primo luogo quella
incapacità di provare emozioni che va sotto il nome di anaffettività. I
sentimenti per definizione si sottraggono al controllo della volontà, per loro
natura anche quando si tenta di dominarli riemergono con mille modalità,
‘tradiscono’ chi li prova per il fatto che non siamo automi, che siamo macchine
desideranti. Nella persona anaffettiva invece sembra che le emozioni siano come
ridotte a surrogati, pietrificate e cristallizzate sotto forma di lontananza
emotiva e impassibilità emozionale, salvo un pianto artificiale e risposte
stereotipate. Al fondo c’è quasi sempre un meccanismo di difesa, la paura di
essere feriti, di rievocare esperienze dolorose e traumatiche, un ripiegamento
emotivo. Il distacco emozionale nell’anaffettività è dunque una barriera di
protezione, una raggelante e anestetizzante apatia per sopportare il dolore e
l’angoscia, un ripiegarsi dentro di sé per non soffrire o per non ricordare.
La sindrome postraumatica da
stress ha cominciato ad essere studiata dopo il primo conflitto mondiale, anche
se già nell’800 erano stati catalogati alcuni casi nella guerra di secessione
americana. Lo studio si è poi sviluppato nella seconda guerra mondiale, nella
guerra del Vietnam fino agli attuali conflitti su scala planetaria. Salvo
estenderlo non solo ai casi di guerra ma a tutti quegli eventi catastrofici e/o
drammatici e di grande impatto emotivo vissuti sia come vittime, sia come
testimoni (e in alcuni casi come soccorritori). E’ da notare che molto spesso
la sindrome compare in modo differito, a poche settimane dall’evento. Tra i
sintomi spiccano uno stato di coscienza in cui regna la confusione unitamente a
uno stordimento associato ad insonnia, aggressività, ansia, irritabilità,
pianto. Da segnalare inoltre la caratteristica del soggetto in PTSD a non
parlare solo in prima persona (Io) ma anche in prima persona plurale (Noi).
Va da sé che Michele potrebbe
non soffrire di nessun disturbo comportamentale e come qualcuno asserisce stia
solo cercando di proteggere la sua famiglia con delle autoaccuse. Anche in
questo caso il suo comportamento sarebbe piuttosto strano e controproducente visto
la continua modifica delle versioni, constatato il cambio di avvocati,
considerato uno stato di confusione e di sofferenza che difficilmente può
essere simulato senza tradirsi. Quello che emerge a più riprese è che Michele
non sappia come Sarah sia morta, non sappia chi sia responsabile della sua
morte e che probabilmente abbia conosciuto solo il luogo dell’occultamento e
(forse) la o le persone che hanno infilato il corpo della nipote nel pozzo.
L’obiezione che nessuno accuserebbe falsamente se stesso e/o la famiglia non
tiene conto degli innumerevoli casi di false confessioni e falsi ricordi di cui è piena la letteratura
giudiziaria di tutti i paesi del mondo.
Il nuovo format recepisce e
trasforma una storia recuperando una vecchia e inossidabile modalità di
abreazione: la caccia alle streghe. Proprio nel momento in cui si parla molto
astrattamente di femminicidio e si propone una legge ai limiti della
costituzionalità sparando dei numeri a casaccio (statistiche che non si sa bene
con quali strumenti siano state cucinate) due donne stanno in carcere senza
riscontri, con indizi vaghi per non dire inconsistenti e con motivazioni
pretestuose per il carcere preventivo prima di aver esperito i tre gradi di
giudizio (quel mondo politico che si dice così sensibile ai diritti delle donne
non fa una piega, non si levano voci di protesta). Ma si sa... le due donne
dispongono di ampi mezzi per inquinare le prove, di appoggi e protezioni per
fuggire alle isole Cayman, di una rete di connivenze che possano sottrarle alla
giustizia…
Nel
nuovo format viene recuperato anche l’occhio giustiziere dell’opinione
prevalente. Un tempo era quel pubblico assiepato attorno al patibolo, lo
spettacolo delle teste rotolanti nella cesta, dei cristiani spellati vivi,
degli indios impalati, di povere donne bruciate sul rogo, degli untori fatti a
pezzi sulla ruota, di quella umanità che spia la sofferenza e ne gode, che fa
ressa attorno alla forca per poter recuperare un souvenir, che lecca il sangue
e gli umori che colano giù dalla louisette
come fossero aromi e fragranze...
Oggi,
in un clima di disagio sociale è il web che rappresenta il surrogato del sangue
e dei tormenti. Si deride il presunto colpevole prima ancora che la giustizia
abbia compiuto per intero il suo corso, si gode per una giudizio sommario da
parte di spettatori eccitati dal sangue (sia pure virtuale), dal momento che è
assai poco importante comprendere, valutare, riflettere… E’ più importante la
gogna, quel capro espiatorio che rappresenta lo sfogo di tante delusioni e il
sollazzo di un pubblico sempre più annoiato e sfiduciato, sempre più demotivato
e avvilito nel contesto di una protratta crisi economica. Lo sberleffo che un tempo
gli spettatori riservavano al condannato che incespicava mentre saliva il
patibolo, ora è riservato alla sua icona. Distruggere l’immagine di qualcuno,
soprattutto se innocente, significa fare a pezzi tutto quello in cui crede,
annientarlo, trasformarlo in un io diviso, smembrato e umiliato. Alla tortura
fisica si sostituisce quella mediatica. Alla Vedova di Norimberga, alla
garrota, alla ghigliottina, alla ruota, alla sega, al ceppo, alla mordacchia,
al letto di stiramento, al cilicio, alla pera rettale orale e vaginale... si
sono sostituiti metodi di tortura che infliggono la sofferenza direttamente
nell’anima.
Si tratta di distruggere la credibilità e la reputazione di una
persona. Si tratta di frantumarne l’immagine, di togliere ogni speranza anche a
chi è in attesa di giudizio e si proclama innocente. Un pubblico che non vuole tanto
la giustizia quanto un capro espiatorio sul quale sfogare le sue frustrazioni e
la sua rabbia. Gilberto M.
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Caso Scazzi - Il gatto di Schrödinger ed altri paradossi...
Caso Scazzi - Chi ha ucciso Sarah?
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Complimenti carissimo amico Gilberto.Tutto vero,cosa non si farebbe per avere una maggiore audience,ogni spettacolo che si rispetti deve avere un suo indice di ascolto,altrimenti si chiudono i battenti.aspettiamo questi format televisivi quasi ansiosi di sapere cosa è successo e cosa succederà.Non sai quante volte ho desiderato di far parte del pubblico e poter rispondere alle tante accuse contro chi in quel momento non poteva difendersi. Entriamo in queste scene del crimine da spettatori,ma,poi pian piano desideriamo esserne partecipi,esprimere le nostre ipotesi,indagare,analizzare i vari aspetti della scena criminale,comportamenti e quant'altro possa essere utile per individuare l'assassino.La villetta di Cogne e la villetta di Avetrana,solo questo li accomuna,per il resto due scene del crimine differenti in tutto,una madre disperata che chiama i soccorsi per il figlioletto,nell'altra una sparizione misteriosa fin quando non c'è la confessione dello zio,e il ritrovamento del corpo della nipote.Disperazione e rabbia,lacrime vere e lacrime finte,bugie e verità fanno si che tutto venga minuziosamente controllato da esperti,da intenditori dei comportamenti umani.Ciao caro Gilberto.
RispondiElimina...già, un format che rende virtuale anche la morte della giovane Scazzi...
RispondiEliminaCaro Vito
RispondiEliminaAnche gli esperti e gli intenditori dei comportamenti umani talvolta prendono le loro brave cantonate (compresi i criminologi). E' solo col senno di poi che si può dire come sono andate davvero le cose, ed è solo allora che si può dire con cognizione di causa chi davvero aveva visto giusto. Purtroppo ci sono casi nei quali le cose si sono così imbrogliate ed aggrovigliate che risulta difficile sperare che si possa far chiarezza. Ma non si può mai dire, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi...
Gilberto
Carissimo Gilberto sembra che siano tutti in vacanza,anch'io lo sono ed eccomi a dialogare con te,almeno ti faccio compagnia. Dimmi perché si arriva a tanto? A sfogare la nostra rabbia sul soggetto più debole e poi magari scartarlo per incolpare altri membri della famiglia,come nel caso Misseri.Scazzi.Più il caso si complica e più ci godono i signori dei salotti televisivi.ormai sono attrezzatissimi,ospiti in studio,collegamenti esterni con giornalisti sulla probabile scena del crimine,opinioni e commenti vari si sprecano,ognuno ha una sua idea di come siano andate le cose quel giorno,iniziano gli schieramenti,chi da ragione ad uno e chi ad un'altro,i colpevolisti e gli innocentisti,più che un salotto sembra uno stadio con tanto di tifosi al seguito,mancano solamente le puntate su chi scommettere,solo che non c'è nulla da vincere,non c'è un premio finale,una coppa,una medaglia,una sola deve vincere:La giustizia.Buona notte carissimo amico.Un abbraccio sincero a tutti gli amici del blog.
RispondiEliminaCaro Vito
RispondiEliminaLo scenario è molto semplice. Su quello che viene indicato come luogo del delitto non c'è nessun indizio né di natura biologica, né di altra natura, solo fantasie. Inoltre non esiste il ben che minimo indizio che Misseri abbia trasportato un cadavere con la sua auto. Questi sono i fatti nudi slegati dalle opinioni. Dimenticavo il telefonino, anche in questo caso non esiste prova che si trovasse nel garage cantina. Per quanto riguarda il cane che avrebbe fatto da vedetta se vai su Google Maps si può vedere un cane acciambellato a un cancello di ingresso di quella che credo sia la casa dei signori Misseri. Una coincidenza o quel cane solitamente stazionava lì? L'idea che un cane faccia da riscontro testimoniale è solo frutto di suggestione. Nessuna delle confessioni di Michele ha trovato riscontri. La conclusione è fin troppo semplice. Sarah non è mai arrivata in via Deledda. Anche senza scomodare i tempi e una serie di incongruenze lapalissiane delle narrazioni di Michele è davvero facile ricavare che non sono né attendibili e né coerenti. I fatti sono un'altra cosa. Gilberto
Caro Vito,
RispondiElimina"più che un salotto sembra"...una di quelle grandi cucine delle ville d'un tempo, secondo l'iconografia tradizionale: la cuoca pettegola e seriosa, la servetta intrigante e un po' scema, il garzone che per far colpo sulle due finge di sapere più di quanto sappia e il maggiordomo che finge d'essere superiore alle parti e ai discorsi che fanno ma abilmente li alimenta e se li gusta!
quando mi è capitato di vedere certe trasmissioni è questa l'immagine che mi sovveniva :-)
@ GILBERTO
RispondiEliminaCerto, i "fatti" potrebbero essere diversi da come sono stati prospettati, e nessuna teoria, a tale proposito, può essere eslusa proditoriamente.
Resta, però, inconfutabile, perchè corredato da prove, il "fatto" che Misseri fu soppressore unico del corpo della giovane vittima, anche se la macabra e complessa operazione dovette richiedere tempi diversi, da quelli ufficialmente stabiliti.
Per l'argomento chiave del tuo articolo, non sposto una virgola.
Cordialità, Pino
Caro Pino
RispondiEliminaNon so quali siano le prove. L'unica 'prova' che conosco è la sua narrazione. Può darsi che qualcosa mi sia sfuggito.
Gilberto
P.S.
Ah, dimenticavo la sua capacità di sollevare un masso o di prendere in braccio un uomo. Un po' poco credo anche come semplice indizio.
@ Gilberto caro,
RispondiEliminanon è solo il racconto di Misseri, che costituirebbe una prova, ma il fatto stesso che abbia fatto trovare il corpo, abbia bruciato gli abiti della vittima, indicandone dove ebbe luogo; nascondendo le chiavi di casa, in possesso della ragazza, ed infine trattenuto il suo cellulare, per scopi che ho già chiarito altrove, mi sembrano bastevoli a sostenere il suo ruolo.
Mi pare una forzatura, l'ipotesi che M. possa essere stato solo spettatore inosservato dell'operazione.
Se fosse stato così, perchè non avrebbe denunciato il fatto alle autorità competenti, evitando tutti i guai che hanno coinvolto lui e la sua famiglia?
Non, caro Gilberto. Non posso condividere questa tua ipotesi, pur rispettandola.
Pino
P.S.
RispondiEliminaVoglio comunque riaffermare, che la teoria esposta da te e Manlio, meno il ruolo di M., la ritengo unica, idonea alternativa a quella modestamente sostenuta da me. P.
Caro Pino
RispondiEliminaChe abbia bruciato gli abiti della vittima lo dice lui. E così pure le modalità con le quali è entrato in possesso degli effetti personali della stessa, e lo stesso ritrovamento del corpo che asserisce di aver infilato nel pozzo sono sempre e solo ricostruzioni basate sulle sue narrazioni. Certo, gli si può credere anche in difetto e in mancanza di altri elementi probanti e in contraddizione con altre evidenze. In ogni caso è davvero troppo poco per azzardare una ricostruzione se non come mera ipotesi da mettere al vaglio di quei falsificatori potenziali di cui ho parlato in un altro articolo.
Gilberto
@ GILBERTO
RispondiEliminaPosto su basi meramente positiviste, nulla conferisce all'intera vicenda un minimo di riscontrabilità, se non la morte violenta della povera Sarah Scazzi, e le condanne, giuste o meno comminate.
E fin quì ci siamo.
Ma neanche mettendo in conto la eventuale, possibile ed altrettanto teorica falsificazione, si potrebbe millantare una indiscutibile ricostruzione della dinamica omicidiaria.
Ne converrai.
Forse dovremmo riprendere, di bel nuovo, il capo della matassa, e rivalutare TUTTO, osservandolo con ottica e metodo diverso.
Viceversa, così come ci sono state prospettate le cose (e la "chiave" del tuo articolo è chiara), non possiamo che formulare quei pseudo scenari fin'ora proposti.
Ancora P.S.
RispondiEliminaAl di là delle divergenze, ritengo questo nostro dialogo utilmente proteso ad allargare orizzonti non ancora scrutati e proposti senza riserve aprioristiche.
Sì, Pino, sono completamente d'accordo. Si tratta di riconsiderare tutto "osservandolo con ottica e metodo diverso". Ma per far questo occorre tornare ai fatti (pochissimi) e mettere tra parentesi le 'confessioni' di Michele. Vanna ha offerto alcuni suggerimenti interessanti per uno sguardo non aprioristico. Forse occorre disporre i pezzi del puzzle in altro modo riconsiderando tutte le testimonianze. Per far questo occorre però sgombrare la mente dal pregiudizio iniziale che Michele con le sue narrazioni ha implementato negli osservatori.
RispondiEliminaGilberto
@ GILBERTO,
RispondiEliminabenissimo, disponiamoci a liberare la mente, oltre che da tutte le affermazioni di Misseri che, per la verità (forse unica), neanche giudici ed inquirenti hanno ritenuto credibili, anche da quella valanga di fuorvianti notizie propinateci dai media.
Dopodichè, ci sarebbe utile conoscere il parere di chi condivida questa nostra proposta, oltre ad eventuali e circostanziate contro deduzioni, evitando, possibilmente, la monotona ripetizione di sterili stereotipi.
Se ti secca, questo dialogo a due, possiamo passare alla fase di attesa di altri interventi.
Ciao, Pino
Gilberto buongiorno, il tuo interessantissimo nuovo articolo merita di essere apprezzato perchè è un altro modo di "leggere" questo stupefacente caso.
RispondiEliminaSe il caso Scazzi diviene format, prodotto televisivo "costruito", allora la visione che ne viene fuori è solo apparentemente vera mentre in realtà è distorta manipolata già in presa diretta.
Può sembrare assurdo che nella realtà TV, si possano gestire i fatti, le persone, le parole ed usare una scomparsa o un delitto, trasformando gli spettatori in esploratori del crimine e i giornalisti in investigatori che rincorrono imbeccando i presenti.
Ricordiamo la lunga serata di "Chi l'ha visto" quasi tutta sul ritrovamento del corpo.
Con il senno del poi si può affermare che in quella trasmissione già si sapeva che si sarebbe ritrovato il corpo in diretta.
E tutto fu pilotato con maestria senza rispetto verso la madre che non sapeva nulla invece.
In quei lunghi mesi giorno dopo giorno le trasmissioni vedevano giornalisti ad Avetrana e ogni giorno ci facevano vedere qualcosa di nuovo e immagini vecchie, sempre le stesse.
Noi telespettatori diventammo investigatori e trasformammo dei potenziali innocenti in assassini ed abbiamo continuato a farlo anche qui. Il Format del caso Scazzi fu gestito con immagini ripetitive quasi come un programma pubblicitario, tanto ci ha condizionato mentalmente.
Tu dici che " è’ la narrazione di Michele a dare improvvisamente lievito al copione, senza quella la storia sarebbe rimasta nell’alveo sonnolento di un delitto insolubile, senza un cadavere e senza nemmeno il volto (virtuale) dell’assassino."
E' vero: è il personaggio Michele
la chiave per aprire uno spiraglio di verità.
Tra tutte quelle figure apparse quotidianamente due mi sono rimaste impresse: Concetta e Michele perché solo loro, in modo diverso,hanno rappresentato quel dolore senza il quale non c'è consapevolezza.
Se è vero che "dove c'è la fede, c'è la libertà", non ricordo chi lo ha detto,Concetta e Michele sono stati gli unici che hanno parlato di fede, di preghiera, gli unici che hanno parlato di affetti.
Michele addirittura si è addossata la colpa per scagionare la figlia e poi ha dato la colpa alla figlia e lui l'ha aiutata a nascondere il corpo. Per fare questo ci vuole comunque una grande forza affettiva.
I giornalisti non hanno posto domande socialmente impegnate agli amici,si è parlato di mare, di auto, di telefoni,di birrerie e pizzerie.
Non hanno indagato quel mondo.
I sentimenti toccati quali erano? La "gelosia" di Sabrina sulla quale si è costruita una accusa priva di senno!
Ci è stato presentato un format nel quale i valori spirituali della vita quotidiana non sono emersi direttamente.
Il contadino Michele abbrustolito dal sole ha narrato le sue verità percepite nei suoi limiti,sentiva il problema della minorenne affidata a loro ed ha narrato gli spazi, i ricordi, la vegetazione, le emozioni a suo modo.
In realtà Michele e le sue donne sono state banalizzate se non ridicolizzate per il loro aspetto, si è fatto silenzio su ciò che nell'uomo è spirito.
Avrei altro da dire, ma mi fermo qui.
Grazie Gilberto per il tuo scritto.
Pino: "Al di là delle divergenze, ritengo questo nostro dialogo utilmente proteso ad allargare orizzonti non ancora scrutati e proposti senza riserve aprioristiche."
RispondiEliminaA questo punto io ripropongo per la terza volta una strada cui s'approda svincolandosi da ruoli e caratterizzazioni classico-mediatiche e rispetto alla quale mi domando perchè sia l'unica che sistematicamente non venga raccolta per discuterne nonostante mi appaia non meno argomentabile di altre.
Copio e incollo:
"Oppure c'è l'altra possibilità, che non venne raccolta quando la ventilai in passato e quindi non vi abbiamo mai ragionato, ed è quella della intenzionalità e premeditazione del delitto da parte di Misseri.
Perchè escludiamo a priori questa eventualità, che peraltro "raddrizza" tutte quelle tessere non perfettamente dritte?
- sarah entra in garage perchè richiamata intenzionalmente dallo zio;
- l'omicidio si svolge in breve perchè è premeditato e così anche l'occultamento, per questo non vi sono esitazioni;
- l'obiettivo è il rapporto sessuale con Sarah, sul quale stava "sognando" da un po', nella consapevolezza però che la cosa non avrebbe potuto chiudersi con una violenza e via; se voleva possederla poi doveva anche eliminarla;
- chi potrebbe fare simili pensieri su una nipotina? un anaffettivo, uno che aveva conosciuto la violenza parentale, uno capace di accusare la propria figlia per salvarsi (cfr Giacomo 6:38);
- un contadino poco istruito che sarebbe stato trattato da "povero imbecille" dagli inquirenti ma invece furbo abbastanza da rendersene conto e sfruttarlo a proprio favore, anche solo facendo il conto che sarebbe bastato generare confusione con reciproche accuse e ritrattazioni, per far chiudere il caso cavandosela tutti (è anziano abbastanza da essere stato investito dall'onda mediatica del celebre caso Bebawi, che tenne banco per anni sulle prime pagine degli anni '60)
p.s. "se voleva possederla poi doveva anche eliminarla"....non necessariamente in quest'ordine
giacomo, non devi prendere il caso Bebawi e traslarlo alla lettera; ciò che intendo è che M. ha vissuto in quegli anni in cui in ogni dove si strillava il concetto di incerta paternità di un crimine che determina l'assoluzione di tutti gli imputati in virtù del ragionevole dubbio e che dunque non gli servisse necessariamente una cultura giuridica o malavistosa per conoscere e adoperare la strategia; in questo caso l'accusa alla figlia sarebbe strumentale fin dall'inizio, non era davvero disposto a sacrificarla, ma contava sul fatto di venire processato insieme a lei e di sfruttare quel meccanismo. La mancata citazione a giudizo per l'omicidio è l'elemento che gli ha scompigliato i piani e il preciso momento in cui ha perso il controllo della situazione rispetto ai suoi piani (il piano B chiaramente, dato che il piano A prevedeva presumibilmente che sarebbe rimasta una scomparsa e nessuno avrebbe badato a lui).
[uso l'indicativo per efficacia narrativa, ovviamente sono mere ipotesi]"
@ Chiara
RispondiEliminaAvevo letto quella tua ipotesi:
“sarah entra in garage perchè richiamata intenzionalmente dallo zio”
- Sorvoliamo sul fatto che Sabrina poteva già trovarsi a distanza di udito e che Sarah poteva all’ultimo istante essere vista scendere con tutte le incognite del caso.
- Non teniamo conto del fatto aleatorio della modalità del supposto omicidio con tutte le incognite della ragazza che avrebbe potuto mettersi a gridare.
- Soprassediamo sul fatto che per un omicidio premeditato l’esecutore avrebbe perlomeno scelto un momento con tempi meno incerti e ristretti e magari in un altro contesto meno compromettente.
- Non consideriamo che non esiste nessun precedente (documentato) che attesti un interesse in quel senso dello zio nei confronti della nipote.
- Ribadiamo che non ci sono tracce né nel garage e né sull’auto e che il contadino di Avetrana per quanto scaltro non poteva intendersene più di tanto di cartine al tornasole e reagenti in grado di rilevare tracce infime. (che come si sa possono essere ritrovate anche a distanza di anni)
- Non teniamo in considerazione il fatto che l’uomo voleva bene alla nipote (come attestato da varie testimonianze).
- Trascuriamo il motivo per il quale trattandosi di omicidio premeditato l’uomo non se ne sia stato zitto ma abbia voluto far ritrovare gli effetti personali della nipote e il suo cadavere. Nessuno avrebbe trovato il corpo e se anche fosse stato ritrovato accidentalmente nessuno avrebbe potuto risalire a lui.
Consideriamo invece che è proprio la sua narrazione-confessione l’elemento che lo scagiona da questa ipotesi (che motivo avrebbe avuto di farlo se fosse stato un omicidio orchestrato nei minimi dettagli?) Tieni conto che uno che avesse proceduto con tale determinazione, fino a infilare la nipote nel pozzo e a riappianare e sigillare tutto davvero per bene, non avrebbe certo avuto ripensamenti o sensi di colpa. Anzi, chi ha infilato il povero corpo di Sarah nel pozzo voleva cancellarlo oltre che al mondo alla propria coscienza in modo che non venisse mai più ritrovato. Insomma la 'confessione' di Michele contiene delle incongruenze non tanto per quel che racconta ma per quello che lo induce a raccontare. Il movente del suo racconto e la difficoltà a ricordare… è quello il mistero.
Gilberto
L'ultima frase deve essere corretta con "non solo per quel che racconta..."
RispondiEliminaGilberto
Gilberto:
RispondiElimina- si richiama una persona anche solo con un gesto;
- lo stato del corpo non consente di accertare se le avesse ficcato uno straccio in bocca per soffocarne le grida ma invece ci consente di ipotizzare che le avesse legato i polsi dopo essere stato graffiato così da impedirle la difesa;
- è possibilissimo ipotizzare che la violenza non avvenne in quel luogo proprio perchè udì sabrina uscire in veranda e ripiegò sullo strangolamento immediato;
- premeditare una aggressione sessuale e un omicidio non significa necessariamente pianificarne il tempo: alla prima occasione utile scatta la trappola;
- "Non consideriamo che non esiste nessun precedente (documentato) che attesti un interesse in quel senso dello zio nei confronti della nipote" NULLA è documentato, nel senso che intendi, in questo caso eppure ciò non impedisce di elaborare le più svariate ipotesi quindi non vedo perchè il metodo dovrebbe cambiare solo per questa;
- ciò su cui il contadino contava era, come in effetti è successo, che nessuno si interessasse a lui, alla sua macchina e al suo garage e la morte per strangolamento è appunto quella che più garantisce rispetto al rilascio di tracce da parte della vittima;
- ah beh, se le testimonianze sono Vangelo quando fa comodo facciamo pure, ma ricordiamoci che in moltissimi omicidi i conoscenti incensano l'assassino per come si mostrava prima di conoscerne il fattaccio;
- sull'ultimo punto le posibili spiegazioni sono molteplici: vedendo il cerchio che si chiudeva su casa sua ha giocato d'anticipo, oppure al contrario non si aspettava che il cerchio si chiudesse lì ed ha cominciato a perdere il controllo: non capisco cosa ci consenta di non ritenerlo stratega (pur ingenuo) o al contrario di fare l'equazione premeditazione=non perdere mai il controllo dei nervi.
buongiorno .
RispondiEliminamisseri aveva gia' cominciato a vedere nella nipote una donnina seducente , infatti egli racconta l un episodio nel quale la nipote lo richiama dicendogli " cosi' non si fa" percio' significa che quell'approccio non era stato tanto limpido .
misseri aveva cominciato a ricamarci sopra .((( da fuori di testa))) perchè la situazione non poteve essere possibile come la immagnava lui . daltronde quelli che osano quei gesti o pensieri perversi, inverosimili, non sono persone che ragionano ...( si sentono e leggono migliaia di casi cosi'.).
percio' aveva cominciato la sua opera di seduzione regalando alla nipote piccole mancette . .. ma la nipote doveva non dirlo ad altri
mi chiedo perchè lo zio avrebbe dovuto dare dei soldi alla nipote? la nipote aveva padre madre a fratello che lavoravano , che potevano darle i soldi .
misseri , pensava da (fuori di testa ).. di poter avere qualcosa in cambio ..
misseri non dice di altri episodi o battibecchi fra lui e la nipote . ma ce ne possono essere altri che lui non dice .
qualcosa è successo nel garage .
alla minaccia ., lo dico a mia madre o zia o cugina.. ha indotto lo zio.. a tirare fuori la sua ferocia .. e l'ha dovuta eliminare .. il pericolo era troppo invasivo .
@ Chiara
RispondiEliminaoltre alle obiezioni ( che condivido) di Gilberto aggiungerei quest’altra.
All’epoca del processo Bebawi, il Misseri aveva 13 o 14 anni e penso che i suoi interessi fossero più terra-terra ( anche in senso strettamente letterale) quindi mi sembra piuttosto azzardato sostenere quanto supponi:
” M. ha vissuto in quegli anni in cui in ogni dove si strillava il concetto di incerta paternità di un crimine che determina l'assoluzione di tutti gli imputati in virtù del ragionevole dubbio e che dunque non gli servisse necessariamente una cultura giuridica o malavistosa per conoscere e adoperare la strategia..”
comunque, per carità, tutto è possibile…si tratta solo di stabilire quanto possa essere probabile
Gilberto, dici in riferimento a Michele: "In primo luogo quella incapacità di provare emozioni che va sotto il nome di anaffettività. I sentimenti per definizione si sottraggono al controllo della volontà, per loro natura anche quando si tenta di dominarli riemergono con mille modalità, ‘tradiscono’ chi li prova per il fatto che non siamo automi, che siamo macchine desideranti. Nella persona anaffettiva invece sembra che le emozioni siano come ridotte a surrogati, pietrificate e cristallizzate sotto forma di lontananza emotiva e impassibilità emozionale, salvo un pianto artificiale e risposte stereotipate. Al fondo c’è quasi sempre un meccanismo di difesa, la paura di essere feriti, di rievocare esperienze dolorose e traumatiche, un ripiegamento emotivo. Il distacco emozionale nell’anaffettività è dunque una barriera di protezione, una raggelante e anestetizzante apatia per sopportare il dolore e l’angoscia, un ripiegarsi dentro di sé per non soffrire o per non ricordare."
RispondiEliminaNon credo che Michele sia stato anaffettivo, non credo che abbia avuto sindromi di confusione o calore in testa o mancanza di memoria.
Credo invece che abbia avuto sintomi di panico, di paura di come affrontare un fatto così troppo grande. Chiunque li avrebbe avuti!
Continuo a pensare che ha fatto ritrovare il corpo, le chiavi, il telefonino e che si è assunte responsabilità troppo notevoli per un uomo semplice come lui.
E' un uomo che non ha retto sotto il peso della coscienza e questo me lo rende moralmente libero e spiritualmente cosciente e per questo non è stato lui per me.
In questa storia hanno parlato solo lui e Concetta, gli altri hanno cincischiato, spettegolato, negato,
strillato,ripetuto, affermato
bugie e inutilità o hanno avuto bocche cucite.
Come si può pensare che alle ore 14 con il caldo e la stanchezza, il Misseri non proprio giovane,abbia avuto un attacco di desiderio a guardare Sarah.
Eppure c'è chi lo continua ad affermare.
E il bell'Ivano gagliardo e tosto invece... si privò.
E' troppo ovvio credere a tali assurdità, eppure ce le hanno fatte credere tutti i giorni a ripetere le stesse cose in televisione.
A chi faceva comodo la nostra attenzione di creduloni?
Sono stati veramente pochi quei giornalisti e quegli esperti che hanno sviluppato un approccio " umano" di conoscenza sentimentale ed emotiva a pensieri diversi e alternativi, e quando lo hanno fatto sono stati abilmente interrotti o dagli altri o dai conduttori.
Avram Noam Chomsky nella sua teoria della Manipolazione Mediatica parla della strategia della distrazione come controllo sociale.
Tale teoria è utilizzata per spostare l’attenzione del pubblico dai problemi vitali che stanno dietro gli scomodi cambiamenti decisi dalla politica e dall'economia.
La strategia della distrazione è indispensabile per impedire al pubblico di porsi delle domande, mantenendolo occupato sempre sugli stessi concetti non veramente importanti.
E quindi con tale teoria, il mazzo di rose, gli infradito, il telefonino di qua e di là, la badante rumena, i 5 euro dati a Sarah da Michele, le coccole di Sarah, la gelosia di Sabrina,la cantina, il trattore,il sogno...tutto è stato messo nel minestrone cotto a fuoco lento giorno dopo giorno, per non permettere di porsi altre domande.
Mentre invece le macchine scure, i manichini incordati e pozze di acqua, libri e musiche inquietanti, ciondoli teschi e stile black, telefonate anonime e folla sul tappeto erbaceo, quello sì.
Michele, nuovo Ercole che solleva il masso,sì.
siamo stati tutti usati e manipolati, per me.
@ CHIARA
RispondiEliminaRispondo solo ora, perchè...occupato nel riposino pomeridiano richiesto da questa ultima ondata di caldo.:-)
Hai legittimamente ribadito:
"A questo punto io ripropongo per la terza volta una strada cui s'approda svincolandosi da ruoli e caratterizzazioni classico-mediatiche e rispetto alla quale mi domando perchè sia l'unica che sistematicamente non venga raccolta per discuterne nonostante mi appaia non meno argomentabile di altre"
Benissimo, la tua ipotesi ( come tutte "le altre") è inseribile tra quelle utili a chiarire quella parte di orizzonte che è ancora avvolto da fitta nebbia.
Quello, però, che non si incastra nell'apparato scenico proposto, non è la "premeditazione" del delitto, ma l'attribuzione dello stesso al Misseri, che non trova riscontri validi nelle sue sequenze, così come cunfusamente ed insufficientemente raccontate dal Misseri. E non solo.
Mancano conforti tangibili anche nello stabilire che il garage sia stato davvero il luogo dell'uccisione della povera ragazza: fatto (stranamente, dato le infinite cantonate prese)intuito e confermato anche dagli investigatori del RIS.
Quello che necessita, per dare una svolta diversa alla versione ormai stantia nella quale ci attardiamo, è, secondo il mio modesto parere e quello più autorevole di altri, di rivedere il TUTTO con luce di diverso spettro, e mente diversa.
Pino
Vorrei tornare sull'articolo di Vanna che è davvero un tentativo di approfondimento con quell'intento di rivedere tutto con 'mente diversa' per usare la locuzione di Pino. Ci sono due o tre passaggi nei quali Vanna coglie in profondità. La sua analisi supera per l’appunto quel livello epidermico di tante ricostruzioni televisive. Ad esempio quando parla dell’adolescenza, di quel periodo della vita nel quale tutto cambia, quando i ragazzi cercano la loro nuova identità ed esprimono il loro desiderio di autonomia anche attraverso la rottura degli schemi e la ribellione. Dice infatti:
RispondiElimina“Poteva la ragazzina aver cominciato a dimostrare una sua autonomia, una sua personalità e libertà di gestire il suo tempo, i suoi spazi, i suoi sogni? Come la fiaba di Pinocchio docet? Stava crescendo e forse era più matura di quel che sappiamo. Sarah aveva cominciato a prendere coscienza della sua identità e voleva svincolarsi da certi legami, da certe situazioni? Quell'ambiente le andava stretto? Ma spesso il disagio giovanile di non riconoscersi nel luogo dove si vive, è fortemente sentito da chi vuole altro, da chi chiede altro perché si sente altro. Potrebbe essere che Sarah cercasse al di fuori della famiglia e della cerchia amicale le risposte alle sue domande, che si sentisse più matura della sua età? Potrebbe essere, anche se non lo sappiamo...”
Sicuramente l’analisi dell'articolo di Vanna è ricca di suggerimenti e di notazioni che presuppongono risposte non convenzionali e ricostruzioni più complesse e approfondite di certe vacue dissertazioni criminologiche. Naturalmente si possono dare altri spunti altrettanto interessanti in quell'ottica (cito ancora Pino) "di rivedere il TUTTO con luce di diverso spettro"
Gilberto
io rimango fortemente ancorata alla mia idea . senza voler infierire su misseri.
RispondiElimina.il quale si è trovato in una situazione ingestibile ,,ha tentato di cavarsela . ma ha fatto danni .
mi sovviene un particolare .. misseri chiese alla moglie : ma srah era vergine? cosa puo interessare ad un zio questo fatto..??
la storia è incentrata su idee balorde che ebbe lo zio . pensava che la nipote fosse emancipata vedendola spavalda ..e certi vecchietti si fanno idee .. si è confessato con frasi ambigue.
gli altri hanno ingarbugliato ulterirmante la matassa ...
i depistatori sono stai i pm e compagnia bella -
Gilberto, Pino, Vanna....io sono d'accordo, non per nulla molti degli elementi della pista-terzi li ho scovati io e tra i primi, mesi fa, ho parlato della condizione di adolescente di sarah come elemento irrinunciabile per ogni seria analisi dei fatti. Tutti i ragionamenti sviluppati hanno condotto a coltivare e riscontrare quella teoria propugnata per primo da Tummolo ed alla quale abbiamo allacciato chiavi di lettura degli eventi successivi che hanno una loro ragionevolezza. Il discorso, se ben ricordo, si era bloccato su alcune domande che ponevo circa il dove e il cosa abbia fatto M. nell'ora-ora e mezza di assenza da Avetrana. Chi non condivideva l'idea di Gilberto, ossia che si fosse imbattuto nell'occultamento di sarah dal quale abbia derivato un trauma con relativa sindrome mnemonica da stress, rimaneva con questo punto da chiarire per riuscire a completare il quadro senza lasciare lacune di sorta. Ora non capisco perchè si torni indietro per ri-tessere tutto dall'inizio: si era già arrivati al 99mo muro, non capisco perchè tornare indietro al primo. se è quella la strada che si vuole seguire non c'è che da aggiustare quegli ultimi pezzi, ninent'altro.
RispondiEliminadiversamente, vagliate e scartate le ipotesi "tradizionali" (S. x incidente; M. per impeto; S&C coree), occorre tornare a ragionare sui protagonisti noti leggendone diversamente le azioni. Ho come l'impressione che si continui a girare in circolo senza mai stringere del tutto l'orbita così da arrivare ad un punto.
@ GILBERTO
RispondiEliminaSei stato acuto interprete delle parole e frasi di Vanna.
Esse sono in sintonia con quanto stiamo cercando di analizzare.
Come inizio, la ri-verifica parte decisamente nella giusta direzione: binari e veicoli diversi!
Pino
Magica
RispondiEliminasì, la questione della verginità è uno dei punti bui della vicenda; anche secondo me è indice di una visione della nipote che ha poco a che fare con la normalità dei rapporti parentali ed ho trovato molto ragionevole l'inquadramento che di questa come di altre frasi di M. ha datto l'avv.Coppi nella propria requisitoria. E' fondamentalmente a queste considerazioni che ritengo agganciabile in concreto la pulsione sessuale dello zio. Essa c'era senz'altro secondo me; che poi c'entri con l'omicidio della ragazzina è un altro paio di maniche, al mondo esistono anche le coincidenze significative, come dice Vanna: basta anche solo per far comprendere agli scettici come un corpicino in fiore con la sua impudente innocenza possa scatenare pensieri osceni in uomini con turbe testosteroniche.
E allora, in fondo, NULLA ci dice che tali turbe abbiano toccato solo degli estranei e non anche dei personaggi vicini, dallo zio all'amico Ivano, del quale non si conoscono gli spostamenti del pomeriggio salvo le incerte dichiarazioni della madre, che ci impediscono di affermare con certezza che egli effettivamente dormisse come ha dichiarato. E non dimentichiamo che su di lui grava anche quella pesante affermazione, intercettata dopo un interrogatorio, "com'è bello metterlo in c. agli sbirri".
Certo, ci rimane da guardare tutto il resto intorno per arrivare, come al solito, all'interrogativo di fondo: perchè M. sapeva? perchè non parla? E allora torniamo a qualcosa che fa paura o che ha traumatizzato. Insomma, gira e volta sempre a M. torniamo e allora fino a quando non ci si metterà d'accordo di come inquadrarne le azioni saremo sempre punto e a capo...
Buona sera!
RispondiEliminaSe Sarah era vergine ce lo siamo chiesti anche noi pur non avendolo detto.
Michele si preoccupava della libertà che la ragazzina aveva e la figlia maggiorenne se la portava troppo dietro e questo lui non lo condivideva.
Non me lo sono inventato,l'ha detto lui in televisione e questo mi fa capire l'attenzione e il buon senso del contadino pensante.
Ma quali idee balorde, i balordi erano altri e forse lui aveva capito chi stava insidiando la ragazzina. Gli abbiamo creduto quando parlò di un rombo di macchina fuori la strada?
L'aveva capito anche Sabrina, ma Sabrina non parla da quando è stata incarcerata, prima era molto loquace, troppo con i giornalisti e con il cellulare.
Quel giorno quante chiamate a Ivano ha fatto?
Dove erano Ivano e il Pisello nel pomeriggio?
Subito disse: -L'hanno presa-
Poi cambiò, più o meno con il - E' fuggita lontano.-
E quando fu dentro non parlò più. Sabrina ha subìto un processo di parole contro di lei pesantissimo:
legge del contrappasso dantesco.
Gilberto, grazie per aver ricordato quelle tracce bizzarre documentate come prove di quello che stava accadendo prima e quello che era accaduto dopo.
Eppure gli amici fb stanno zitti,
muti come pesci tutti e tutto è normale!
Meno male che dalla Giustizia è venuta una risposta non normale:
chi si dichiara colpevole, con versioni diverse e fantasiose sta fuori: caso unico al mondo, chi si dichiara innocente ed è muto, sta dentro.
Evviva il nuovo della giustizia, in attesa delle motivazioni.
Dopo quelle di Parolisi,la fantasia di Disney in confronto è poca cosa.
La verginità di S.: secondo me era vergine e per questo fu presa.
Un bocconcino così delicato doveva essere " iniziato " ai giochini perversi, anche legandola come il burattino, come dice Manlio.
@ CHIARA
RispondiEliminaLa mia tesi di estraneità di M dall'omicidio di Sarah, rafforza, invece, quella di "S x incidente".
Ciò non toglie che sia disposto ad accettare altre di pari ragionevolezza, senza "girare in circolo": giostra che è lontanissima da me e dalla nuova impostazione di verifica.
Ciò mi fa dedurre, quindi, che la tua sia veramente solo "impressione", come tu stessa hai scritto, e non certezza. E' così?
Pino
vanna se sabrina fin da subito disse " l'hanno presa ".. allora si parte dal presupposto che sabrina abbia voluto depistare o comunque essersi lasciata sfuggire quella frase che secondo alcuni è stato un sintomo di colpevolezza .ok.
RispondiEliminama allora lasciamo da parte i sozzoni, perchè significherebbe che sabrina fosse in combutta con i sozzoni e mi pare inverosimile che faccia 3 anni di prigione per coprirli ..se disse la frase per coprirli? ..la frase non dovrebbe essere sospetta se a combinare tutto furono i zozzoni
,,
la frase ., sabrina e la zia la consideraono assieme dopo che di sarh si erano perse le tracce . inoltre la zia emma in un video
"un giorno in pretura" disse che la sorella concetta ebbe a dire questa frase ., quando non trovo' la figlia nemmeno da lei
Alcune precisazioni
RispondiElimina-Michele si assenta per quarantacinque-cinquanta minuti. Le testimonianze sono inequivocabili. Cosa abbia fatto in quel lasso di tempo ha la stessa rilevanza di quanto hanno fatto molti altri protagonisti della vicenda.
- Le mie ipotesi sono atemporali non disponendo di alcun riferimento certo di quando il cadavere sia stato nascosto nel pozzo e di quando la ragazza sia morta effettivamente. In ogni caso mi attengo ai dati di fatto, nel senso che come ho più volte specificato le mie sono pure congetture finzionali e falsificabili.
- Non ho certezze che Sarah sia stata uccisa per motivi sessuali (tale ipotesi non trova riscontri né positivi, né negativi)
- Non ho neppure certezza che si sia trattato di un omicidio volontario. (di fatto non sappiamo nulla della dinamica della morte, dei modi e dei tempi)
- Escludo che la famiglia Misseri nel suo complesso abbia a che fare con la morte di Sarah. (per i motivi che ho lungamente e ripetutamente elencato mei miei articoli).
- Credo che l'omicida o comunque il corresponsabile della morte di Sarah non vada ricercato in un estraneo occasionale ma all'interno della cerchia di persone che lei conosceva, frequentava e di cui si fidava.
Se riteniamo alcune cose scontate senza evidenze e riscontri si torna allora sì e immancabilmente al punto di partenza. Troppe cose sono state date per certe ed acquisite, mentre in realtà come ho più volte espresso le certezze sono pochissime. La disamina della personalità di Sarah fatta da Vanna costituisce una novità in quell’ottica di revisione critica e con mente diversa, scevra da pregiudizi (cioè giudizi senza riscontri o con falsi riscontri) , auspicata da Pino.
Gilberto
"La disamina della personalità di Sarah fatta da Vanna costituisce una novità"...una novità?? probabilmente eri assente Gilberto, perchè questo aspetto risale ad un discorso tra Vanna e me di qualche settimana fa a partire da alcuni vecchi articoli di giornale che avevo recuperato ed a seguito del quale, non avendo io raccolto l'invito di raccoglierle in un articolo, lo fece la stessa Vanna; a dirla tutta una precisa disamina della personalità adolescenziale di Sarah a partire dai dati noti, la feci già diversi mesi fa ma allora la raccolse solo Giacomo, se ben ricordo, per dire che erano mere illazioni. Forse i tempi ora sono maturi? Ottimo. Ma da tutta questa fase di premesse ci siamo già passati, non possiamo proseguire? Vanna, Tummolo ed io (e Mimosa se non erro) abbiamo usato questi elementi per rafforzare la tesi degli estranei libidinosi. Ora le stesse possono venire usate per altro - escluso M. omicida premeditato liquidato in due parole - come appunto uno dei conoscenti....ma per carità andiamo avanti, perchè davvero stiamo girando in circolo rifiutando di approfondire DAVVERO le diverse tesi!
RispondiEliminaPino
a questo proposito: nessuna "impressione". quando hai esposto la tua tesi hai anche detto di non intendere discuterne i particolari, cosa in cui consiste quella "impostazione di verifica" che nomini. Quindi quando l'approfondimento si ferma e si ripetono "a loop" le stesse cose senza andarvi a fondo, io lo chiamo "girare in circolo senza stringere l'orbita per arrivare ad un punto". Si può trovare un'immagine migliore, ma il concetto è questo.
p.s. se era Enrico e non tu mi scuso...mi sta venendo un dubbio...
RispondiEliminaBeh, Chiara se sei al corrente di elementi estranei libidinosi è certamente un fatto di rilievo, ma se la tua è una pura illazione, una fantasia, una delle solite congetture senza il più pallido riscontro allora non riesco proprio a seguirti su questa ipotesi. Se invece possiedi notizie di prima mano che non siano i soliti pettegolezzi allora è un altro paio di maniche. La mia ipotesi di PTSD perlomeno si basa su parecchie evidenze che ho indicato in vari articoli, naturalmente come ipotesi, ma comunque sulla base di riscontri non campati per aria. Ti invito a leggere proprio i primissimi articoli che hanno segnato la mia collaborazione col blog
RispondiElimina- Sarah Scazzi. Guardando oltre il giardino (e se Michele Misseri soffrisse di amnesia dissociativa?)
- Caso Scazzi. Il sistema paese affetto da sindrome post traumatica?
- Caso Scazzi – Dialogo Socratico e Sarchiapone
E altri che via via hanno approfondito il tema.
Riguardo alla personalità di Sarah, Vanna fa un’analisi piuttosto approfondita, molto più di qualsiasi altra mi sia capitato di leggere e dalla quale si evincono lati oscuri il cui significato è ancora tutto da decifrare in relazione alla sua morte. E per questo pensavo che i commentatori avessero qualcosa da dire. Forse mi sbagliavo. Gilberto
Beh, Chiara se sei al corrente di elementi estranei libidinosi è certamente un fatto di rilievo, ma se la tua è una pura illazione, una fantasia, una delle solite congetture senza il più pallido riscontro allora non riesco proprio a seguirti su questa ipotesi. Se invece possiedi notizie di prima mano che non siano i soliti pettegolezzi allora è un altro paio di maniche. La mia ipotesi di PTSD perlomeno si basa su parecchie evidenze che ho indicato in vari articoli, naturalmente come ipotesi, ma comunque sulla base di riscontri non campati per aria. Ti invito a leggere proprio i primissimi articoli che hanno segnato la mia collaborazione col blog
RispondiElimina- Sarah Scazzi. Guardando oltre il giardino (e se Michele Misseri soffrisse di amnesia dissociativa?)
- Caso Scazzi. Il sistema paese affetto da sindrome post traumatica?
- Caso Scazzi – Dialogo Socratico e Sarchiapone
E altri che via via hanno approfondito il tema.
Riguardo alla personalità di Sarah, Vanna fa un’analisi piuttosto approfondita, molto più di qualsiasi altra mi sia capitato di leggere e dalla quale si evincono lati oscuri il cui significato è ancora tutto da decifrare in relazione alla sua morte. E per questo pensavo che i commentatori avessero qualcosa da dire. Forse mi sbagliavo. Gilberto
Chiedo scusa il commento si è ripetuto.
RispondiEliminaGilberto
Gilberto, non è questione di essersi sbagliati, è questione che tutto questo è già successo: ripeto che Vanna e io facemmo questo discorso già diverse settimane fa, lo introducemmo e lo coltivammo praticamente da sole, fatto salvo per qualche incoraggiamento di Mimosa e la soddisfazione di Tummolo in quanto tali elementi si addicevano alla sua tesi. Tutti gli altri dissentirono parlando di mere coincidenze o dati non significativi. Tu non c'eri o almeno non ti palesavi e così ora puoi dire che nessun "riscontro non campato per aria" venne portato a sostegno di quella ipotesi e questo non risponde a verità o almeno non lo è per chi ritiene che quei riscontri non solo vi fossero - sempre a livello di ipotesi ovviamente - ma fossero anche meno campati in aria di quelli portati da te alla tua, di ipotesi. Attenzione che non sto dicendo che sia infondata, diversamente nemmeno avrei contribuito con l'articolo che ho postato, semplicemente penso che ognuno sia maggiormente incline ad essere indulgente con le proprie tesi che con quelle degli altri, ritenendole maggiormente fondate. In questo senso anzi, esclusa quella che si fonda sull'apparenza e che, più semplice, potrebbe anche essere quella vera, ossia il raptus di M., la tesi di Tummolo - ragionata anche da me e Vanna - mi pare francamente quella che concilia più elementi tra quelli d'indagine e quelli che dall'indagine vennero abbandonati o mai coltivati ed a cui fa riferimento Vanna nell'intervento che hai apprezzato. In seguito ho detto che senza cercare estranei c'è in particolare un conoscente che può essere oggetto di ragionamento, ma anche questo mi pare che non venga raccolto. Dunque dimmi tu, Gilberto, sull'omicidio qual è la differente ipotesi che vedi affacciarsi su questi elementi che consideri nuovi? Io ho capito no Michele, no estranei, no Ivano, no Sabrina....e qui la mia fantasia si ferma. Aiutami tu ad ampliarla o a correggermi se ho capito male, perchè al di là del PTSD per la fase dell'occultamento non ho capito quale sia il tuo pensiero sull'omicidio.
RispondiEliminap.s. un conoscente a noi non noto?
RispondiEliminaQuesto articolo è a tutti gli effetti l’ultimo sul caso Scazzi. Nel blog scriverò e commenterò d’altro poiché sull’argomento non saprei proprio in quale altro modo esprimermi e che altro aggiungere. Continuerò comunque a seguire il dibattito dei commentatori sul caso in parola con curiosità e interesse. Gilberto
RispondiEliminaMah Gilberto...seguendo il tuo commento il mio, immagino di doverli mettere in correlazione ma francamente non la comprendo.
RispondiEliminaNessuno di noi possiede notizie di prima mano ma tutti congetturiamo sulla base di quelle pervenuteci, ciascuno secondo un filtro personale e differente. Essendo persone di un certo spessore tutti proviamo a portare, a sostegno delle nostre tesi, i migliori riscontri che possediamo ed è inevitabile che essi possano apparire migliori a noi di quanto lo appaiano agli altri; la mia ipotesi di omicidio premeditato da parte di M. ne è un esempio lampante: l'ho costruita a partire da dati concreti, mi sembrava avere un suo senso eppure gli altri la pensano diversamente trovandola infondata. Lo stesso è stato detto di quella di Tummolo, di quella di Enrico e Pino (se non erro erano abbastanza simili) e di Giacomo e Magica. Non vedo il problema. O meglio, vedo un problema laddove si afferma di voler ragionare su un qualcosa ma, una volta buttata lì la propria idea "sic et simpliciter", poi ci si sottrae alle spiegazioni richieste, quasi con lo sdegno di chi interpreti come affronto un qualunque vaglio: le uniche persone che hanno sempre interloquito sono Vanna, Giacomo e Magica, le altre hanno reagito come reagirebbe un prete di fronte a una domanda critica su un dogma di fede: girare i tacchi e tornare sull'altare. Devo avere una mente davvero troppo poco complicata, perchè non capisco il senso di queste reazioni. Ma forse sbaglio io a mettere tanto in discussione le mie ipotesi da "osare" farlo anche con quelle degli altri.
@ CHIARA
RispondiEliminaQuando esposi la mia ipotetica ricostruzione dell'omicidio della Scazzi, precisai che AVREI EVITATO OGNI "A DOMANDA RISPONDI" eventualmente rivoltemi, evitando, di conseguenza di precisare particolari, proprio perchè trattavasi di "IPOTESI", della quale, ad ogni modo, ne riconosco la probalità, e non l'assoluta certezza. Chiaro?
Per quanto concerne "l'impostazione di verifica" da te richiamata in causa, ne ha dato chiara, ripetuta spiegazione Gilberto, chiarendo ulteriormente, quanto da me già suggerito.
" ...si ripetono a "LOOP" le stesse cose"? Ebbene si. Ma sottoposte a filtraggi severi, così come richiede qualsiasi analisi ragionata, disinteressata e, come dicevo, "APRIORISTICA".
E siccome hai ripetutamente espresso la volontà di arrivare a determinare dei punti fissi, devo supporre che la proposta avanzata non debba dispiacerti.
La tua collaborazione a tale proposito, sarebbe assai gradita, considerando quelle argomentazioni che hai condiviso positivamente con Vanna, e che rivelano, (e credo di non sbagliare) la tua naturale disposizione a non fossilizzarti su posizioni passibili di essere modificate dalla logica e dai fatti.
Pino
Pino
Pino
RispondiEliminascusami ma davvero non riesco a capire come si concilino "filtraggi severi" con "evitare di precisare particolari"; per filtraggio solitamente s'intende proprio il setacciare via via una materia di grana grossa in grana sempre più sottile fino ad ottenere una materia uniforme e fluente. Se non i particolari, cosa passa attraverso le maglie del filtro? E' ovvio e indiscusso che nessuno di noi possa giungere a certezze "matematiche" ma ad approssimazioni sì e la migliore approssimazione è solitamente quella che regge il maggior numero di vagli possibile.
Chiara dice:
RispondiElimina"Dunque dimmi tu, Gilberto, sull'omicidio qual è la differente ipotesi che vedi affacciarsi su questi elementi che consideri nuovi? Io ho capito no Michele, no estranei, no Ivano, no Sabrina....e qui la mia fantasia si ferma. Aiutami tu ad ampliarla o a correggermi se ho capito male, perchè al di là del PTSD per la fase dell'occultamento non ho capito quale sia il tuo pensiero sull'omicidio."
Gilberto ti ha già risposto, Chiara, ed anche chiaramente, cosa vuoi dica di più?
"Credo che l'omicida o comunque il corresponsabile della morte di Sarah non vada ricercato in un estraneo occasionale ma all'interno della cerchia di persone che lei conosceva, frequentava e di cui si fidava."
Sarah aveva diversi profili facebook, pur non avendo il pc, ed utilizzava per gestirli il pc delle amiche e quello della biblioteca.
L'ultimo profilo glielo aveva
creato Antonella, durante il suo soggiorno a San Pancrazio e lo avevano chiamato Sarah
“Buffy”
Gli inquirenti sequestrarono poco dopo la sua scomparsa il computer di un pasticcere
di Mottola, Antonio Lisi, di 31 anni che disse di avere rapporti video-chat con Sarah e che la stessa si era presentata come maggiorenne. Quindi di personaggi, amici e conoscenti, che possono essere presi in esame, ce ne sono diversi.
Si potrebbe iniziare rileggendo sia tutte le dichiarazioni immediate, che pre e post processo, di tutti i conoscenti a noi noti e vedere se si creano spunti di riflessione.
Il lavoro che si può fare è enorme, ma è un lavoro di ricerca laborioso, lettura di testimonianze, di interviste, che fatte con lo stato mentale proposto da Gilberto, potrebbero portarci lontano.
Riguardo Misseri ed eventuale premeditazione, oltre le cose dette da Gilberto, c'è anche da considerare che Sarah nei suoi diari non aveva mai annotato nulla che parlasse di avance dello zio, nè tantomeno di atteggiamenti equivoci, che avrebbe potuto tacere a tutti, ma non al suo diario.
Inoltre, la strada che faceva Sarah
per raggiungere casa Misseri la portava prima davanti al giardino, poi davanti il portoncino di casa e solo andando più avanti incontrava il garage, quindi il quadro si fa ancora più complicato.
@Gilberto.
Mi spiacerebbe molto non poter leggere più tuoi articoli su Sarah e ancor di più non leggerti commentare. Ripensaci please!!!
Sira
Sira, grazie del chiarimento; non per nulla avevo buttato lì qualcosa su Ivano; anche perchè se dobbiamo puntare su qualcuno che avesse la sua fiducia non so quanto potremmo seguire profili virtuali; poi nulla è escluso, ma dell'universo mondo del web è abbastanza sterile occuparci io credo.
RispondiEliminaSulle obiezioni al M. omicida premeditato sono dispostissima ad abbandonare il tema, non me ne viene nulla, ma insisto che le obiezioni non sono pregnanti: non comprendo perchè si ritenga necessario che vi siano episodi pregressi di molestie o atteggiamenti poco consoni notati da lei: nella mente non si legge e gli sguardi furtivi sono appunto furtivi per qualcosa; inoltre io ho appunto presupposto che M. fosse consapevole che non avrebbe potuto insidiarla mantenedo segreta la cosa e che proprio questo abbia potuto spingere a premeditare il delitto. sempre in teoria ovviamente. Analogamente non comprendo l'obiezione del garage: se ho parlato di un richiamo gestuale ho ovviamente presupposto che sia stato M. ad affacciarsi fuori dal garage e non Sarah che vi si sia avvicainata senza motivo.
Ecco a cosa servono le domande e le risposte (non lo dico a te): proprio a capire se una cosa sia poi così assurda come può apparire o se invece le obiezioni siano esse frutto di idee preconcette, come quella che vuole una molestia precedente o un avvicinamento spontaneo della ragazza al garage. Se ci pensi bene non c'è alcun motivo razionale per porre questi presupposti.
La stessa obiezione "cardine" dell'omicidio avvenuto in garage, ossia l'assenza di tracce biologiche della vittima, in realtà è una obiezione che consente sì di aprire le porte ad ipotesi diverse, ma altrettanto non consente di escludere che quella sia la scena del crimine. E' un po' come la questione delle celle: esse non dicono nè che la ragazza fosse lì nè che non vi fosse. In sostanza dicono meno di quanto appaia, quasi nulla.
p.s. riguardo alla frase "nella mente non si legge e gli sguardi furtivi sono appunto furtivi per qualcosa" ricordo che questa considerazione la aggancio alle argomentazioni addotte da Coppi in requisitoria, che trovo condivisibili, circa le frasi pronunciate da M. che denuncerebbero questi pensieri; e ricordiamoci che M. sta recisamente negando il movente sessuale quindi non è un fare affidamento sulle sue parole ma cercare quali parole inconsapevolmente denuncino l'esistenza di un certo pensiero.
RispondiElimina@ CHIARA
RispondiEliminaNon saprei a cosa attribuire l'evidente incomprensione di quanto ho scritto.
Chiarisco il concetto ancora una volta: l'ultima.
NON INTENDEVO DARE PRECISAZIONI CIRCA LA MIA IPOTESI, proprio perchè, essendo tale, ho precisato : "ne riconosco la probalità, e non l'assoluta certezza. Chiaro?".
Per cui qualsiasi PRECISAZIONE poteva essere considerata pura illazione.
Il "filtraggio severo" (di cui poteva risparmiarsi di dettagliarne il significato letterale) era riferito alla proposta di rivedere tutto l'iter investigativo dagli inizi del caso.
Se il discorso non le è ancora chiaro, dovrò dedurre di non saper scrivere correttamente in lingua italiana, oppure di dover controbattere a sofismi quanto mai inutili, provocatori e lesivi.
Non sono mai stato offensivo con i collaboratori di questo blog, e tutti possono darmene atto.
Altra cosa è difendere la propria dignità.
Mi pare di averla avvertita, in altra occasione, di non sottovalutare l'interlocutore di turno, quando non se ne conoscano le connotazioni, morali, intellettuali e civili.
Ad evitare che si ripeta la incresciosa situazione che ha causato l'allontanamento del dr. Tummolo, ritengo conclusa definitivamente la sgradita esperienza.
Non mi attendo risposta, nè la desidero.
Non auspico nemmeno l'intervento di Massimo Prati per questo spiacevole incidente.
Lui, comunque, che conosce tutto e tutti, saprà equamente valutare il modo di porsi di ognuno dei suoi collaboratori.
Pino
Voglio solo aggiungere le ultime notazioni perché non sembri la mia sortita una presa di posizione contro qualcuno che commenta nel blog. Assolutamente no. Chiara così come altri hanno legittimamente espresso le loro idee. Semplicemente credo che le tessere del puzzle ci siano tutte proprio con l’articolo di Vanna (che naturalmente ognuno può interpretare come vuole, compresa la stessa autrice). Il problema è di saper disporre le tessere e ciascuno lo può fare naturalmente come meglio crede.
RispondiEliminaDall’articolo di Vanna si evincono vissuti di morte da parte di Sarah con una attenzione ossessiva al tema del mistero:
- Il libro 'Segreti di morte' di Le Queux
- La curiosità della ragazza a leggere argomenti di morte e scomparse misteriose
- Il poster in camera di M.Manson, il satanista
- i messaggi su facebook che parlavano del suo desiderio di scomparire
- “quell’uccidere per professione è un lavoro senza tempo” che è l’ennesimo riferimento al tema della morte.
Tali vissuti sicuramente possono trovare interpretazione meglio di me nel blog da parte dei molti che operano in campo psicologico.
Un altro documento che trovo importante è quel “Chi la visto” in cui si dà la notizia in diretta del ritrovamento del cadavere. Anche lì ci sono elementi di estremo interesse.
Non sono un investigatore e non voglio aggiungere altro, i miei articoli non sono tesi a individuare un colpevole, che è affare degli inquirenti, ma a parlare in favore di persone che sono convinto siano innocenti e completamente estranee al delitto. Ciascuno saprà ricavarne un senso in quella configurazione che vorrà dar loro alle tessere del mosaico (non necessariamente in senso criminologico). E questo è davvero tutto, non scriverò altro sull’argomento semplicemente perché non avrei altro da dire. Gilberto
Ciao Gilberto, la bibliotecaria, gli amici, gli insegnanti, i contatti fb, il fratello e i suoi amici o conoscenti del nord, tutti possono dire qualcosa.
RispondiEliminaGli elaborati, i temi scritti a scuola sono stati analizzati?
I suoi diari da chi sono stati letti? Dai carabinieri o da persone che avevano gli "strumenti" per leggere tra le righe?
Sapessi di quante cose mi sono accorta dei miei alunni e quello che scrivevano!
(OT una volta un allievo scrisse che il suo problema più grande era avere la madre alcoolizzata e l'incubo vissuto dai familiari era quello di non farle trovare bottiglie in giro, altrimenti accadeva di tutto e mi chiedeva aiuto.Ne parlai col suo medico che non ne sapeva nulla, tutto rimase nel segreto professionale, la donna uscì dal calvario e con lei tutta la famiglia.)
Non si è sentito il bisogno di indagare il mondo interiore di Sarah e delle persone con le quali ella venne a contatto.
Ma non credo sia stato proprio voluto, purtroppo la visione spirituale della vita non viene più considerata tanto siamo condizionati da una realtà plastificata.E' mancato il contatto umano del cuore che presuppone la carità non il giudizio.
Il contatto di cuore è come un semino di senape che cresce fino a raggiungere il cielo ed abbraccia lo spazio che ci circonda e ci unisce.
una ragazzina è morta .mentre si stava affacciando alla vita . avere un fidanzato, sposarsi, avere dei figli . oppure chi lo sa' il destino cosa le avrebbe promesso, se non fosse stata tolta alla vita volutamente ?.
RispondiEliminail destino di sarh si è pronunciato quel 26 agosto ...
dunque si sta cercando il colpevole .. senza carita' umana ..
ma con la determinazione di trovare il colpevole .
le carceri sono state costruite per questo ,castigare i colpevoli .
vallo a dire chi condanna ... condannano senza carita' umana . ma con giustizia (quando trovano il colpevole certo pero' ) non alla rinfusa . cosi' tanto per soddisfare il popolaccio . come nel caso scazzi
Riassumo per l'ennesima volta il mio punto di vista
RispondiEliminaSe il delitto è avvenuto all’interno della proprietà dei Misseri , non vi sono dubbi che UNO di loro tre sia il responsabile della morte di Sarah e che gli ALTRI DUE NE SIANO A CONOSCENZA.
Se, viceversa si prende in considerazione l’ipotesi che il delitto sia avvenuto in altro luogo, in altro orario , in altre circostanze e ad opera di persone non meglio identificate ma facenti parte delle conoscenze della ragazzina, resta da spiegare perché mai il Misseri se ne sia accollato la responsabilità ed in successivi frangenti ne abbia coinvolto la figlia per poi nuovamente assumersi l’esclusiva “paternità” del crimine.
Così come appare incomprensibile il motivo per il quale il collegio difensivo di Sabrina non abbia mai preso in considerazione questa seconda ipotesi alternativa
Gli elementi a nostra disposizione per privilegiare l’una o l’altra delle due versioni sono confusi, contraddittori, scarsi ed inquinati dai massmedia .
Tuttavia sono d’accordo con Gilberto nel ritenere la trasmissione di “chi l’ha visto ?”del 06 /10/2010 (http://www.youtube.com/watch?v=nt6GMrG2xCY ) un momento assai “singolare” della vicenda e che merita di essere analizzato fotogramma per fotogramma
Ok Pino, ma certamente sono io che mi esprimo male e non tu: non intendendo minimamente offendere, pure accade; è evidente che non afferro specifiche sensibilità. Ci rifletterò.
RispondiEliminaVanna:
i temi sono stati letti e anche il preside della scuola era stato sentito. Ne emerse un profondo disagio di Sarah e la volontà di andarsene e cambiare vita. Credo che il non avere approfondito questi aspetti (per trovare, come dici, "tra le righe" eventuali ulteriori spunti) lo si debba a quel malinteso senso di pietas per i familiari (la madre in particolare che era la fonte principale del disagio) di cui già parlammo e che è comprensibilissimo da un certo punto di vista ma sul quale chi indaga per un delitto non dovrebbe soffermarsi così come un chirurgo non vi si soffermerebbe un chirurgo seguendo il solo interesse del paziente sopra ogni altra cosa. credo che questa sia una conseguenza perversa e quasi inevitabile dell'eccessivo coinvolgimento dei media: quando i ragionamenti non rimangono all'interno delle mura deputate ma vengono diffusi a mezzo stampa in tutta la penisola allora si azionano dei meccanismi controproducenti come questo. poi, ovviamente, c'era il preconcetto verso la cugina, ma anche questo in fondo è nato dalla sovraesposizione mediatica. Sempre lì si torna.
Carissima Magica ci hanno così tartassati di notizie su questo delitto che alla fine sembra che ne siamo divenuti partecipi,ci siamo immedesimati nei personaggi,abbiamo scrutato i loro comportamenti,le abitudini,vizi e quant'altro potesse farci capire cosa avevano di così anormale queste famiglie,e cosa ne abbiamo dedotto? che sono famiglie come tante altre in Italia,pregi e difetti,vizi e virtù,lavorare per guadagnare e poter vivere decentemente e magari poter dare un futuro ai figli.Un vecchio detto dice che:la mattinata fa la giornata,e quel 26 agosto di 3 anni fa è iniziata presto la giornata a casa Misseri,sveglia alle 4 di notte,un bel caffè e poi verso le 5.10 Michele chiama il fratello che era già al lavoro in un terreno chiamato"CUTURI".C'era da comprare delle lattine di olio,ma,doveva aprire il negozio verso le 8,Michele si trattiene un po in garage,scambia qualche battuta con il vicino che quel giorno era di matrimonio,e poi il ricevimento al ristorante "LA GROTTELLA".Ristorante che non si forniva per i fiori dal fioraio sognatore Buccolieri,quindi, niente fiori niente consegna.Dalle 9 alle 12 lavora insieme al fratello poi ognuno per i fatti suoi.Michele non fà ritorno a casa,ma, passa dalla banca per depositare un assegno e falsificando la firma della moglie,verso le tredici è a casa,mangia qualcosa,poi arriva la moglie alle 13.30 stanca da morire.Ore 14.00 Michele è in garage per aggiustare il trattore,alle 14.30 doveva arrivare Sarah,cosa succede in quei minuti successivi lo sappiamo,Sarah scompare e tutti a cercarla,tutti tranne uno,Michele Misseri,lo zio che non era per nulla preoccupato"strano",e infatti si assenta per circa un'ora e mezza andando in un terreno in cui nulla aveva da coltivare e nulla da prendere,"contrada mosca".Non credo di aver raccontato fandonie, ma la realtà dei fatti,e allora chiedetevi tutti cari amici,vi sareste allontanati per quel lasso di tempo sapendo che la nipote era scomparsa? fatevi un bel esame di coscienza,e trovatemi una spiegazione convincente,perché io sinceramente non lo trovata,salvo per il motivo che tante volte abbiamo descritto,ovvero, che aveva da nascondere il corpo della nipote.Ci hanno buttato addosso tanto di quel fumo, proprio per non farci vedere e capire come era la realtà dei fatti.Buona giornata a tutti.
RispondiElimina@ ENRICO
RispondiEliminaLe due diverse circostanze ipotizzate, sono indubbiamente alternative l'una all'altra. Una di esse potrebbe rivestire il carattere del "punto fermo" da cui ripartire, con i criteri già suggeriti.
Ma quale delle due adottare come modello di base?
A mio modesto avviso sarebbe la n°1, perchè corredata da alcuni chiari riscontri, senza escludere, ovviamente la 2°, che si riallaccerebbe a quanto sostenuto da Vanna e Gilberto, oltre che dall'autore principale della teoria dei "terzi" (chiamamola così, solo per identificarla) portata avanti da sempre, con ragionamenti logici, ma fin'ora non riscontrabili: Manlio Tummolo, (al quale invio i miei saluti).
Sarebbe bello se ci fosse una indicazione da parte degli amici del forum, che intendano collaborare direttamente a tale peculiare sorta di ricerca.
Il sottoscritto si rende disponibile in tutto, nella misura delle proprie possibilità
Ciao, Pino
per raggiungere casa degli zii, sarah passava prima davanti al giardino , poi, solo andando più avanti incontrava il garage, quindi il garage era relativamente distaccato dalla casa . per cui quello che succedeva all'interno di quel garage non lo poteva ' percepire una persona che si trovava in casa , soprattutto se uno riposava e l'altro si la doccia o altro .
RispondiElimina. è ancora piu' difficile se uno commette un omicidio nei modo descritto.. prendendo la vittima alle spalle senza che questa ne abbia percezione . sarebbe stato possibile sentire solo se la vittima si fosse accorta del pericolo e avesse gridato .. anzi avrebbe avuto la possibilita' di scappare .. invece tutto accadde in sordina e lo dice ache chi commise il fatto .,
la nipote non emise nessun grido . : con una corda stretta al collo non si puo' gridare.
tummolo ci ha lasciati?
RispondiEliminaio spero che sia andato da qualche parte in vacanza e che ritorni pimpante come sempre.,
ritorna sicuramente quando si avranno le motivazioni per l'ergastolo
avere carita' cristina è un buon comportamento .
RispondiEliminama averla per uno che ha fatto incarcerare la figlia al posto suo mi pare troppo ..
si possono dare molte colpe agli altri se si vuole barare : troppo comodo ,
se non fosse che i riscontri e le circostanze non reggono .
In un giornale pugliese ho trovato quest'articolo risalente al 22 settembre 2010,in prima pagina la mamma di Sarah gridava a tutti di indagare sul marito la badante e Sabrina,poi una notte verso l'una qualcuno suona alla porta,esce il marito e dialoga un po con questa persona,di cosa si sono detti non si è saputo nulla,certo che se uno va in casa degli altri verso l'una di notte doveva trattarsi di qualcosa importante,e cosa?.Buon pomeriggio a tutti,ciao magica.
RispondiEliminaA Chiara, post delle 11,37.
RispondiEliminaPerché dici che la madre era la fonte di disagio principale per Sarah?
Spesso in età adolescenziale tra le figure femminili della famiglia scattino dei contrasti, ma credo che la madre già con la sua presenza e con la sua corretta esposizione del parlare fosse quel cardine per la ragazzina intorno al quale far ruotare i suoi perché.
Il fatto che Concetta avesse la fede ancorata alla Bibbia, come Testimone di Geova, ci fa capire che viveva la sua dimensione spirituale con impegno interiore.
Filtrano queste cose dal suo linguaggio che è stato sempre limpido e senza macchie di sorta.
Non mi soffermo sulla figura del padre per ovvi motivi.
Ritengo pertanto che Sarah potesse avere certi interessi sulla vita e sulla morte e si ponesse delle domande proprio perché di sicuro era sollecitata dalla madre a scoprire la Bibbia come " voce di Dio".
Ma questo non era gradito all'
adolescente che voleva festeggiare il Natale, il Carnevale e il compleanno e voleva pure il Battesimo, forse per far festa e avere i regalini come è nella tradizione pseudo spirituale che noi viviamo.
Concetta con il suo rigore si scontrava col mondo esterno tessuto di banalità e consuetudini senza significato, dove il massimo erano il bar, la birreria,la piazzetta,la pizzeria.
Si conoscono tracce di esperienze culturali fatte dal gruppetto?
Andavano a vedere spettacoli teatrali, concerti, films, scavi archeologici, esperienze di coltivazioni biologiche, gare di poesia, di pittura e pure andare al tempio o in parrocchia, al campeggio, ai boy scouts e tanto altro... oltre il bar?
No, pascolavano nella calura estiva, magari Sarah avesse letto la Bibbia invece di ascoltare musiche esaltate!
Questo era ed è per la gran parte della società, ed è per questo motivo che la ragazzina non avendo risposte se le trovava a modo suo nel noir, come tantissime fanno.
Ed è normale che accada che tante persone cerchino la verità attraverso percorsi pericolosi.
Bisogna indagare tra gli amici e i loro discorsi, Sabrina se volesse dire qualcosa di più,forse potrebbe dipanare la matassa.
ciao vito.
RispondiEliminacome se a noi portasse un beneficio.pensare alla colpevolezza di misseri .
sarebbe stato molto meno doloroso anche per le famiglie di sarh , se invece la famiglia degli zii che l'ahnno sempre benvoluta fossero stati personaggi terzi.
purtroppo gli omicidi avvengono anche nelle migliori famiglie .
anzi avete mai setito alla tv , dire qualcosa di negativo su un omicida?
dicono tutti :era una bravissima persona ..siamo rimasti di stucco . dunque se le bravissime persone uccidono., immaginatevi le altre che non sono bravissime .
. .
Vanna
RispondiEliminacosì ho detto sulla madre perchè così ha riferito chi ha letto i temi. peraltro ritengo che la contrapposizione alla madre sia un passaggio abbastanza "classico" nella vita delle adolescenti.
condivido solo in parte ciò che segue, in quanto ogni età ha i propri caratteri, gli adolescenti hanno bisogno ANCHE delle stupidaggini; credere di salvaguardarli da cattive strade negando loro la libertà di essere bimbi cresciuti e quindi di desiderare anche leggerezza e cretinerie non fa che rimandare il rischio ad una età in cui la libertà sarà maggiore e correlativamente l'esposizione al rischio. qui l'inghippo è stato che effettivamente sarah viveva troppa parte della sua vita in un gruppo più adulto e poco colto ed in casa non trovasse altra sponda culturale che quella di una religiosità integralista.
Non condivido infine l'equazione che pare tu ponga tra approccio spirituale e curiosità per il noir o la musica "forte": sono nipote di un Patriarca, ho sempre coltivato la Fede e frequentato i luoghi di aggregazione cristiana, ho sempre fatto vacanze "culturali" in giro per l'Italia e l'Europa con la mia famiglia, già da giovanissima frequentavo il balletto, i teatri e l'opera, che adoro, eppure questi caratteri hanno pacificamente e contestualmente convissuto con la musica rock e hard rock, i "miti maledetti", le letture gialle e noir e i fumetti, gli interrogativi sull'Altro e le allegre serate in birreria con gli amici o al cinema a vedere un film demenziale. Ritengo che siano gli stimoli a non dover mancare per un adolescente, ma blindarli su preconcetti di apprezzabile o non apprezzabile secondo l'ottica adulta è sterile: non sono pupazzetti e negare loro la lievità e la curiosità è solo un rinviare l'inevitabile; "tempo al tempo" e "ogni cosa ha la sua età" sono secondo me le regole auree.
In riferimento ai seguenti post nei quali viene fatto il mio nome da Chiara e da Gilberto, intendo chiarire con ordine.
RispondiEliminaPost di Gilberto: 18 agosto 2013 22:08:00
" Chiara se sei al corrente di elementi estranei libidinosi è certamente un fatto di rilievo, ma se la tua è una pura illazione... una delle solite congetture senza il più pallido riscontro allora non riesco proprio a seguirti su questa ipotesi. Se invece possiedi notizie di prima mano che non siano i soliti pettegolezzi allora è un altro paio di maniche".
Gilberto poi riporta l'elenco dei suoi articoli e conclude: "Riguardo alla personalità di Sarah, Vanna fa un’analisi piuttosto approfondita, molto più di qualsiasi altra mi sia capitato di leggere e dalla quale si evincono lati oscuri il cui significato è ancora tutto da decifrare in relazione alla sua morte. E per questo pensavo che i commentatori avessero qualcosa da dire. Forse mi sbagliavo."
E non posso che condividere con rispetto le sue limpide considerazioni e l'umiltà con cui dice di sbagliarsi.
E lo ringrazio.
Risposta di Chiara allo stesso delle 23,19 del 18 agosto.
"Gilberto, non è questione di essersi sbagliati, è questione che tutto questo è già successo: ripeto
che Vanna e io facemmo questo discorso già diverse settimane fa, lo introducemmo e lo coltivammo praticamente da sole, fatto salvo per qualche incoraggiamento di Mimosa e la soddisfazione di Tummolo in quanto tali elementi si addicevano alla sua tesi. Tutti gli altri dissentirono parlando di mere coincidenze o dati non significativi."
Rispondo a Chiara:
In effetti tu hai risposto positivamente alle mie ipotesi alternative con un elenco di elementi interessanti da approfondire. Ti sollecitai ben oltre 2 settimane dopo,e lo chiesi anche a Massimo, di scrivere un articolo in merito così da avere tutti noi una "guida" da seguire come pro-memoria,per cercare
di approfondire il fatto.
Fin qui tutto ok.
Poi tu rispondi a Gilberto in riferimento agli "anonimi libidinosi",affermi che insieme a me " facemmo il discorso, lo introducemmo e lo coltivammo,già diverse settimane fa, praticamente da sole..."
Non è tutto ok.
Perché:
1° non ho fatto discorsi di " anonimi libidinosi", ho fatto ipotesi partite su analisi del vissuto di Sarah e costruite su coincidenze significative che mi portavano agli interessi oscuri di chi è nell'ombra.
Gilberto quindi aveva ragione.
2°E' vero che tu hai condiviso le mie ipotesi ma insieme ad Enrico, Pino,Falce,Gilberto, Manlio, anche Vito, è stato cortese pur avendo altre idee.
3°Mi sembra giusto ricordare che l'idea delle coincidenze significative junghiane nel caso Scazzi è frutto solo della mia ingovernabile fantasia.
4° Per puntualizzare il tuo " fatto salvo per qualche incoraggiamento di Mimosa", non ricordo che Mimosa sia intervenuta se non quando i post erano quasi un migliaio,troppi per lei, e chiedeva altri dati coincidenti per poter affrontare tale impianto accusatorio, inoltre si scusava per un qualcosa che non era stato battuto sulla tastiera, non ricordo.
Quindi non trovo "incoraggiamenti" alla mia lettura alternativa.
5° "Tutti gli altri dissentirono parlando di mere coincidenze o dati non significativi."
Chi dissentì? Chi cinguettava, balbettava tra punti, parentesi, virgole e lineette senza uno straccio di motivazione, senza una bozza di ipotesi, senza una costruzione di pensiero.
Chiara, credo che si possa andare avanti nel dialogo a patto che ognuno di noi legga con attenzione e che non si riportino frammenti di discorsi estrapolati da altri contesti e valutati all'uopo.
Si creano disagio, sospetto e chiusura e questo non deve accadere tra persone che hanno onestà intellettuale.
Per favore scrivi quell'articolo-elenco!
Buon pomeriggio.
abbiamo gli stessi gusti :l'opera ed il rock.i film dell'orrore sono i miei preferiti .
RispondiEliminasono entrata in una famiglia religiosa e collegata con il vaticano ahah , proprio cosi' . ciao
ciao vito -
RispondiEliminanoi non abbiamo mai scritto di ipotesi o supposizioni . ci siamo sempre attenuti a riscontri seri e documentati ..
si possono avere anche ipotesi nessuno lo vieta .poi pero' bisogna ragionare con quello che è emerso .
anche perchè tutte gli indizi su internet ,blog e nik , cellulari, amicizie e trascorsi scolastici. , sono stati controllati a fondo sia da accusa che dalla difesa. e non hanno portato a niente.
.
Carissima Magica almeno questo è quel che è emerso dalla lettura dei verbali,su qualcosa è ovvio che ho dovuto supporre o immaginare,ma sempre basandomi sui dati emersi e da quello che hanno dichiarato tra udienze e interviste varie.Nel suo articolo Vanna si sofferma sul fatto che Sarah avesse :La ragazzina aveva in camera un poster di M. Manson, il satanista.Questo è naturalmente in totale contrasto con la fede religiosa della mamma.Purtroppo erano tanti i contrasti con sua mamma,la fede religiosa,il vecchio che stavano accudendo,la badante rumena,come le era difficile capire il perché suo padre e suo fratello vivessero a Milano o dintorni,e che vedeva poche volte durante l'hanno,le mancavano quelle figure familiari,ed ecco il suo attaccamento con gli zii,e sopratutto con le due cugine in cui anno dopo anno l'hanno vista crescere ed era ormai come una sorella.Avere nella sua stanza il poster di un satanista o dire le parolacce,non abbracciare la fede cristiana,era un come distaccarsi da certi stereotipi di vita casalinga insieme a mamma,nonno acquisito e una badante con atteggiamenti in cui le davano da pensare se avesse a che fare con il padre,certo tutti pensieri di una ragazzina.Sarah stava crescendo,ed anche in fretta per certe cose,ed è ovvio che venisse notata dai ragazzi,trovami uno che non guarda una bella ragazza,magari anche lo zio le aveva messo gli occhi addosso,da quanto tempo non si sa,di certo c'è che inizia a darle dei soldi(la conferma viene dalla mamma),di non dire nulla e per non dare sospetti.Figli piccoli problemi piccoli,figli grandi i problemi aumentano,non è facile fare i genitori,ci vuole tanta comprensione e tanta pazienza.Ciao cara magica,e un sincero saluto a tutti cari amici.
RispondiEliminaSi continua a non voler capire e qualcuno continua a ironizzare.
RispondiEliminaChiara, tu hai risposto dandomi ragione.
Infatti hai avuto la possibilità di crescere in una famiglia che ti ha dato contenuti culturali e spirituali e non disdegnavi i miti maledetti e tutto il resto, poi sei cresciuta e tutto ti è servito per formarti.
Ma tu avevi una famiglia dietro che ti dava molti strumenti, compreso quello di scegliere cosa fare: bianco e nero.
Tu hai avuto il tempo di crescere, Sarah non ha avuto le tue opportunità, non ha potuto scegliere, ha cercato ma era sola nella ricerca, non aveva una famiglia che le faceva girare il mondo. Lei sognava di farlo ed è stata ingannata, è finita così.
A Sarah si permetteva di fare le ore piccole, di avere quel bel
poster in camera, quell'abbigliamento,non era blindata.Il problema è che le sono mancate le opportunità culturali, quelle che tu hai avuto, e le è mancato il tempo di coltivare le sue scelte che tu invece hai avuto.
@ PINO
RispondiEliminaCome punto di partenza penso che dovremmo prendere in considerazione la 1° versione ( crimine nella proprietà dei Misseri)
Infatti è da questa CERTEZZA che, Accusa e Difesa concordemente, hanno costruito le rispettive tesi contrapposte.
In questo caso però dubito che il collegio difensivo riuscirebbe a convincere la Giuria della TOTALE estraneità all'accaduto ( nella migliore delle ipotesi) da parte delle due donne le quali come minimo risulterebbero responsabili di aver rallentato le indagini poichè sarebbe inverosimile ed illogico sostenere che non fossero a conoscenza dei fatti
Per quale motivo dunque la Difesa non ha mai preso in considerazione la versione 2 nonostante avesse molti validi e suggestivi motivi (come del resto li ha individuati la stessa VANNA pur non partecipando alle indagini !) che avrebbero permesso di volgere l’attenzione in altre direzioni ESCLUDENDO così, a priori, tutti i componenti della famiglia Misseri , Sabrina in testa ?.
@ ENRICO
RispondiEliminaE' mia convinzione, errata o giusta, non saprei, che l'unidirezionalità delle indagini sui componenti della famiglia Misseri, dopo il ritrovamento del corpo di Sarah, ed autoaccusa dello zio Michele, sia stata motivata, oltre che dalle mille incongruenze sequenziali e cronologiche della stessa "confessione", da un FORTE SOSPETTO, mai venuto meno negli investigatori e negli inquirenti, fin dall'inizio, che l'omicidio fosse avvenuto per cause ACCIDENTALI. Quindi nè premeditato, nè voluto, in quanto gli elementi considerati come movente(gelosie o insanie sessuali) erano assolutamente insufficienti, o del tutto ridicole, per essere prese in seria considerazione da qualsiasi giuria.
Di conseguenza, essendo venuta meno una sperata COLLABORAZIONE ( leggasi confessione della disgrazia) da parte delle imputate, avrebbe inasprito l'atteggiamento della Procura (non so fino a che punto ne avrebbero avuto il diritto), a portare avanti le accuse più assurde e fantasiose, compreso il preteso sogno del fioraio, pur di castigare chi aveva reso più difficile e faticoso, il lavoro dei pm.
Assurdità su assurdità!
Stesso caparbio motivo, avrebbe precluso, A PRIORI, che le indagini avessero un più largo raggio d'azione, puntando, appunto, sulla versione n°2, fra le diverse altre, come buona e logica alternativa.
Ed a sostegno di quanto ho quì ipoteticamente esposto, citerei, senza noiose ripetizioni, le dichiarazioni dell'avv. Francesca Conte.
Concludo: si sarebbe deciso di far pagare, con una delle condanne più inumane, una mancata COLLABORAZIONE, dovuta ad ignoranza degli accusati, ed alla stranissima linea di difesa tenuta dal collegio preposto.
Queste le deduzioni che mi inducono a scegliere la versone n°1 per ulteriori approfondimenti, pur tenendo in debito conto i fattori psico-comportamentali ed ambientali, ottimamente esposti da Vanna, e largamente discussi.
Ciao, Pino
Mimosa
RispondiElimina"anonimi libidinosi" è una semplificazione linguistica che alcuni usano per riferisi alla tesi "dei terzi per scopo sessuale", non mi attaccherei alle parole.
mi permetto poi di precisare che un conto è essere cortesi e un altro condividere, così credo proprio di essere nel giusto dicendo che Pino, Vito, Carla, Giacomo, Magica, Stefano, Annamaria ABBIANO DISSENTITO espressamente dalla tesi. Gilberto non c'era o era silente; Tummolo non si è inserito nei discorsi più particolari su s.pancrazio, teschi e altro; Mimosa disse che pur rimanendo di altra idea trovava apprezzabili i nuovi ragionamenti ed il modo in cui erano condotti. Visto che pare importante puntualizzare ogni minima cosa.
Sul resto ti ho dato ragione laddove ho condiviso che di ben altri stimoli abbisogni un ragazzo che quelli che vennero offerti a Sarah ma la differenza è che mi pare tu abbia trovato apprezzabili quelli offerti dalla madre mentre per me non lo sono stati "manco per niente": sarà antipatico dirlo ma l'integralismo che la porta a disprezzare ogni forma ludica della vita l'ha indotta a mollare la figlia ad un gurppo di pocofacenti tiratardi che le facevano fare "comode" ore piccole (lei cosa le avrebbe offerto per riempire le lunghe serate estive?) anzchè tentare di curarne lo spirito non con la sola Bibbia; che poi si sia rivoltata contro chi ha fatto ciò che le sue possibilità gli consentivano per offrire a Sarah un orizzonte minimamente meno opprimente di una casa con un moribondo, una badante e una TdG integralista lo trovo estremamente fastidioso. Ma proprio tanto tanto. E se non fosse che la figlia ha fatto la fine che ha fatto e che quindi si ha pietà del suo dolore, molte più persone sarebbero disposte a dire fuori dai denti quanto fosse inadeguato quel modo di far vivere la figlia ed anche a riconoscere quanto sia discutibile la scelta di smembrare una famiglia e separare la sorella dal padre e dal fratello per rinchiuderla in un luogo mezzo ospizio e mezzo tempio, con deviazioni notturne nei pub.
p.s. mezzo O.T., tanto per concludere il mio pensiero su Concetta, tanto ormai tutti gli strali possibili si sono abbattuti sulla mia persona, uno più o uno meno poco cambia.
RispondiEliminaSempre per il filone "ma quanti occhi di riguardo per vittime e quanti pochi per i sospettati" c'è la questione dell'eredità, col suo strascico di "invidia" presunta di Cosima e del suo "attaccamento al denaro" parole di Concetta). Sappiamo che Concetta venne affidata piccolissima alle cure degli zii "ricchi" in quanto la famiglia stentava a sfamare tutte le bocche. Ella crebbe nel relativo agio senza bisogno di lavorare; le sorelle sudarono nei campi fin da bambine e vi sudano tutt'ora dopo avere accudito i genitori anziani senza l'aiuto di Concetta (assente giustificata, direbbe un non cristiano). Alla morte dei genitori naturali un atteggiamento "cristiano" avrebbe voluto che non s'inserisse a gamba tesa con pretese (indubbiamente legittime) di eredità, già modesta e da dividersi tra tanti fratelli, nessuno con l'oro in bocca, che senza il suo aiuto si fecero cura della terza età dei genitori; decenza avrebbe voluto che si "accontentasse" della sua lauta eredità di figlia unica degli zii benestanti dai quali era stata mantenuta con dignità e agio. Questo di Concetta è un atteggiamento che non suscita nessuna simpatia e nel quale non ritrovo nessunissima pur vaga traccia di cristianità, nè tanto meno un ascetico distacco dal vil danaro. E francamente dubito d'essere la sola a pensarlo. Ma delle madri delle vittime si parla sempre e solo bene ed io sono estremamente "politically uncorrect".
DO ATTO alla descizione di Concetta "l'integralista" che, in barba ai concetti millantati di stretta osservanza delle leggi dell'Altissimo, vestiva e veste il blu jeans, rispettivo cinturone con borchie e lustrini, capelli alla wamp, alla guida di un macchinone.
RispondiEliminaCosa poteva avanzava per alleviare la solitudine psichia e pratica della giovanissi Sarah?
Pino
Meno di niente.
gli ipocriti esistono .
RispondiEliminaalmeno qualcuna ha avuto il coraggio di dire quello che pensiamo in molti .
@ PINO
RispondiEliminaLa tua spiegazione sull’unidirezionalità delle indagini mi trova del tutto d’accordo.
Tuttavia non mi spiego perché la Difesa non abbia mai sollecitato ad indagare in altre direzioni.
A meno che ANCHE la Difesa, a sua volta, non sia convinta dell’accidentalità dell’evento e sia ben consapevole che le c.d. “ piste alternative” siano del tutto impercorribili E quindi punta all’assoluzione della sua assistita grazie ad acrobatiche future “prestazioni” in Cassazione
Per ciò che riguarda “le critiche” fatte da CHIARA al comportamento di Concetta nei confronti della figlia, non c’è dubbio che siano oggettive e largamente condivisibili mentre sarei più cauto nel giudicare i motivi dei contrasti fra sorelle perchè la natura dei legami familiari è più complessa ed imponderabile da decifrare di quanto si possa immaginare
Chiara 19 agosto 2013 20:29:
RispondiEliminaAltolà, non sono io la tua interlocutrice, please, non sono ancora intervenuta, forse ti richiamavi a Vanna?
Mimosa
@ Chiara e Vanna, e p.c. Gilberto:
RispondiEliminal’ “incoraggiamento di Mimosa” sulla personalità e comportamento di Sarah (i suoi contrasti con la madre di cui postai il link di un articolo esplicativo che mi pare solo Chiara lesse) e i possibili rapitori a scopi libidinosi scaturiva dal tentativo di confutare le “congetture finzionali e falsificabili” di Gilberto e di chi le sosteneva.
Era in pratica l’esplorazione di un’ulteriore via (a cui potevo aderire se ci fossero stati altri forti elementi a favore, infatti mi ero allacciata a San Pancrazio e alle testimonianze di ragazzi di quel loco, trovate nel web, elementi subito stroncati non ricordo da chi).
Quella dei conoscenti sozzoni certamente poteva figurare come ipotesi alternativa al delitto in garage. Per questo avrei voluto, cara Vanna, un “quadro criminologico” più preciso della zona.
Mimosa
Carissima nottambula ben tornata,infatti c'era qualcosa che non riuscivo a capire nei discorsi di Chiara e stavo pensando che avesse sbagliato persona.Carissima qual buon vento e se hai qualche novità in proposito.Ciao cara a più tardi per la buona notte.
RispondiEliminaE finalmente mi trovo d’accordo con Enrico:
RispondiElimina«Se, viceversa si prende in considerazione l’ipotesi che il delitto sia avvenuto in altro luogo, in altro orario , in altre circostanze e ad opera di persone non meglio identificate ma facenti parte delle conoscenze della ragazzina, resta da spiegare perché mai il Misseri se ne sia accollato la responsabilità ed in successivi frangenti ne abbia coinvolto la figlia per poi nuovamente assumersi l’esclusiva “paternità” del crimine.»
Chi ha la risposta?
Carissimo Vito
RispondiEliminacredo che sarò vigile ancora per un po'
non ho finito di dire quello che sento di dire
e non saranno cose piacevoli
a più tardi!
Mimosa
chiarisco la mia frase
RispondiElimina"A meno che ANCHE la Difesa, a sua volta, non sia convinta dell’accidentalità dell’evento ..."
nel senso che ANCHE la Difesa E' CONVINTA dell’accidentalità dell’evento
Anch'io sono d'accordo sui dubbi di Enrico cara Mimosa,perché addossarsi una colpa su qualcosa che non aveva commesso?ignorante ci può stare,ma cosi stupido mi sembra un po troppo.L'unico "incidente" che Michele non a potuto evitare è stato quello in cui si è trovato d'avanti il suo Avvocato Galoppa e la bella ammaliatrice di uomini(presunti criminali) Bruzzone,i P.M. poi hanno completato il quadro.
RispondiEliminaMimosa
RispondiEliminacerto, era a Vanna che intendevo scrivere, sorry per il lapsus!
quanto a quello delle 23:48....urca, mi spaventi! proprio stasera che pensavo di andare a letto presto?...mannaggia alla curiosità femmina! :)
Caro Gilberto, se non intendi scrivere più articoli di questo tenore sul caso Scazzi da un lato mi dispiace perché Massimo Prati dovrà farsene carico per tenere desta la partecipazione dei lettori e dei commentatori ma d’altra parte ne sarò personalmente sollevata perché i tuoi ragionamenti ancora una volta fanno passare per deficienti chi ha opinioni diverse!
RispondiEliminaE io mi sento personalmente coinvolta, giacché in due frasi ti colleghi (forse inconsciamente?) a due mie affermazioni.
Infatti nell’articolo richiami il cenno sul garage che hai postato a replica di un mio commento (a cui ti avevo già risposto contrariata):
«Il mondo ipogeo della casa di via Deledda (il garage-cantina) solleva fantasie, immagini, ricordi. Si tratta di un luogo onirico, il locus proverbiale senza tempo dove ciascuno può proiettare i fantasmi della sua vicenda esistenziale, proprio come Michele. Il garage cantina è come uno spazio teatrale dove tutti possono liberamente rappresentare le proprie paure, le angosce, perfino i desideri inconfessabili. Si tratta di quel luogo sotterraneo dell’infanzia, quel teatro oscuro e inquietante dei nostri desideri proibiti.».
Queste affermazioni non ti sembrano un tantino offensive per chi ritiene l’omicidio avvenuto proprio lì?
Stai squalificando tutti coloro che nel blog lo pensano.
Ma se dobbiamo fare psicologia e psicanalisi dimmelo che allora mi cimento anch’io in contrattacco!
Io ci sguazzo nella psicologia criminale, con buoni Maestri.
Inoltre in un commento del 17 agosto 2013, 23:58, con evidente collegamento a quanto io stessa scrissi, tu asserisci con decisione:
«L'idea che un cane faccia da riscontro testimoniale è solo frutto di suggestione. Nessuna delle confessioni di Michele ha trovato riscontri. La conclusione è fin troppo semplice. Sarah non è mai arrivata in via Deledda».
Se Michele non ha mai accennato al cane, cosa vuoi che sia? Si tratta di un cane … chi dà credito al un cane? Solo alcuni giornalisti lo hanno notato e annotato! Frutto di suggestione per loro?
Io apprezzo il tuo stile espositivo, la tua profondità di riflessione e di analisi, però, per favore, non vendere la tua merce come fosse l’unica Verità in faccia ai poveri dementi che la pensano diversamente e che non si sognano di presentare le proprie opinioni come Vangelo, bensì come congetture, in base ai dati di fatto.
Il tuo unico dato di fatto è rappresentato dalla mancanza di riscontri biologici sull’auto di Michele.
Non pensi che – con tutto il disordine nel bagagliaio dell’auto di un contadino – il corpo di Sarah era adagiato su un telo di plastica poi fatto sparire? Lui ha solo parlato del cartone con cui l’ha coperta, nessuno ha chiesto a Michele se sotto c’era qualcosa.
Mimosa
Carissima chiara c'è da stare vigili,la gentil nobildonna credo che abbia il dente avvelenato,notte da incubo si prospetta,in confronto Dario Argento ci ha fatto vedere film per chierichetti con tanto di prete al seguito,e vai,la notte del terrore ha inizio,brrrrividi allo stato puro.Ciao cara.
RispondiEliminaEnrico 23:05
RispondiEliminasì Enrico credimi che capisco cosa intendi e ti dico che riesco perfettamente a cogliere anche tutta la sofferenza che quella condizione, pur privilegiata in senso obiettivo, abbia causato nel cuoricino della piccola Concetta, unica bocca per la quale pareva non trovarsi il pane e che, fatiche o non fatiche, la sera forse avrebbe goduto a trovarsi al tavolo con genitori e sorelle a parlare della vita e ridere e scherzare come fanno le ragazzine, anzichè seduta composta al pacato desco dei para-genitori...il lato amorevole di certi atti lo si può comprendere solo da adulti e con una buona dose di disillusione, altrimenti restano ferite mal cicatrizzate. Però nel mio pensiero torna sempre quella ispirazione della Trascendenza, dell'Amore e del Perdono che dovrebbero possedere le persone di ardente Fede. Per questo mi irrita che persone ANCORATISSIME ai moti dell'animo e relative umane miserie, poi si sentano in diritto di salire sul pulpito "alla destra di Dio" e puntare il dito sulle umane debolezze altrui con spietati giudizi e addirittura farlo contro una ragazza, una nipote, di 22 anni. Con tutte le riserve e il rispetto del caso, questo tarlo che rode non me lo leva nessuno.
Carissima Chiara sono d'accordo,prima di puntare l'indice contro la nipote e sopratutto contro la sorella,sangue del suo sangue avrebbe fatto meglio a chidere centomila spiegazioni e chiarimenti,e non dare ascolto ai suoi Avvocati,che mi sembrano flip e flop,buoni per i cartoni animati.La sua frequentazione con i TdG forse non la illumina abbastanza? ciao cara.
RispondiEliminaChiara
RispondiEliminaIl tarlo che ti rode non è paragonabile a quello che rode Concetta, che si è vista portare via una fanciulla quindicenne in modo violento e incredibilmente assurdo.
E chissà quanta sofferenza le avranno procurato i motivi per i quali si è vista costretta a "puntare il dito" contro sorella e nipote, sangue del suo sangue, non trovi?
Concetta Serrano conosce la famiglia Misseri meglio di chiunque altro, non dimentichiamolo, perciò la sua idea va rispettata e non condannata.
@Mimosa
RispondiEliminapost delle 23,46
Buonasera cara,
la mia risposta è che ci sono almeno due possibilità, volendo guardare a 360 gradi e non scartare nessuna possile alternativa:
la prima è quella prospettata da un lettore del blog in un suo articolo dal titolo "Oltre il giardino" (mi sembra..):
Michele Misseri conosce gli esecutori e la scena ha su di lui un impatto violento e paralizzante, sia per la (o le) persone coinvolte, sia per quanto vede. L’evento provoca in lui un trauma (amnesia affettiva) che induce una rimozione di quanto ha visto. Entra in uno stato di sofferenza, di disorientamento e di confusione (risposta finalizzata a rimediare al sentimento di impotenza e di dolore). La sua mente cerca di rimuovere ma i ricordi nel corso delle settimane riaffiorano a spezzoni, come in un film, e lui cerca di integrarli con le informazioni che gli giungono dall’ambiente (i paesani, i familiari ed i mass media).
La seconda: potrebbe aver visto l'omicidio, la violenza ed essendo stato notato, potrebbe essere stato obbligato a tacere ed a partecipare all'occultamento.
Sira
Cara Sira,
RispondiEliminabuonasera o buonanotte a te
lo so che quelle che indichi sono le prospettive offerte, ma non mi trovano convinta
con stima
Mimosa
Scusami per la domanda pertinente Sira ma,uno che conosce gli esecutori del delitto fa stare moglie e figlia in galera per tre anni?poi, prima confessa il delitto poi fa partecipe la figlia,e poi le addossa tutta la responsabilità,e infine se ne riassume la responsabilità,tu trovi normale tutto questo?stiamo scherzando?hai idea di quanti anni devono ancora stare in galera per le idiozie di questa persona soggiogato da chi doveva fidarsi e invece l'hanno ingannato con conventi e orticelli da coltivare? A te la risposta e spero sia convincente.
RispondiEliminaPer ultimo e ci rivedremo tra 20 ore (prima non posso collegarmi).
RispondiEliminaÈ facile dire (come Gilberto, Vanna e Manlio) “i miei interventi non sono tesi a individuare un colpevole, è affare degli inquirenti, noi non siamo investigatori”, e costruire invece immaginarie premesse dell’innocenza di tutti i Misseri completamente estranei al delitto senza accettare, anzi, rifiutando quasi con ostinazione gli elementi che porterebbero in direzione di Michele assassino (anche preterintenzionale).
Perché collocarlo come un segugio e/o spettatore occasionale sulle tracce di presunti sozzoni e assassini e/o soggetto tanto fortemente suggestionabile?
Sulla base di che? Del rombo di un motore che lui asserisce di aver sentito passare (ma insomma è credibile o no)? Di una telefonata anonima che denunciava un corpo nudo in aperta campagna? Della nulla possibilità che Sarah aveva di crescere e maturare in seno alla propria famiglia disgregata? Delle suggestioni fanciullesche di evasione dal mondo circostante, affidata a profili fb con la complicità della cuginetta di S.Pancrazio e dell’amica di classe (Sabrina non usava il pc e non aveva fb)? Della musica che ascoltava, dei poster in camera sua, del braccialetto al polso trovato e non trovato? Del cielo plumbeo di morte che si addensava sulla sua testa?
Come dissi, sarebbe molto più interessante leggere il suo Tema Natale, a ritroso si capirebbero molte cose … si potrebbe anche penetrare in quale contesto e ambito è da attribuire la sua morte. Altroché Popper!
Perché ritenere l’altarino un copione, una scenografia e beffare il fatto che «quei fiori valgono più di centomila prove che lì sia avvenuto un delitto».
In conclusione, perché Michele Misseri dovrebbe recitare un copione, così a lungo e con tanta determinazione?
Si è talmente fatto suggestionare dagli “ignoti” locali e parallelamente si è tanto “acculturato” alla faccia di tutta la platea italiana?
C’è molto che non mi convince nelle visioni alternative.
Buona notte e buona giornata,
Mimosa
buonanotte cari amici come vi capisco .....purtroppo Sarah è stata la vittima di un fatto crudele e Sabrina purtroppo ne è vittima in vita....e invece Cosima, è brutto a dirlo ,pare che faccia la parte della comparsa e non credo che sia meno dolorosa, solo per il fatto al pensiero che le si attribuisca alla figlia dell'assassina e che stia passando i anni più belli in galera ingiustamente....
RispondiEliminacerto chi ha un po' di cuore e la capacità di riflettere, ci fa male , perché ci si rende conto che una cosa del genere può capitare chiunque.....mah! non ci resta che confidare in DIO che ci possa chiarire e sbloccare questa brutta situazione....
una cosa è certa che questa condanna si è voluta al di là di ogni dubbio, proprio dai giudici , per cui loro stessi dovrebbe rappresentare la giustizia per il beneficio del cittadino..... sono spiacente di questo giudizio a qualunque lato lo guardi non ci trovo lealtà , almenochè loro sappiano qualcosa che a noi poveri cittadini non è dato di sapere, ma ogni caso è sempre una mancanza di lealtà....
i colpevolisti potrebbero pure starci sulla fiducia senza una spiegazione, anche perché come ha ben spiegato Gilberto, che sono persone che non si accettano ed hanno bisogno di esternarsi prendendosela con altri... io personalmente non ci sto a questa slealtà e me ne ribello.....buonanotte a tutti scusate se ultimamente scrivo poco, ma sono sempre presente nel pensiero unita a voi e pregando IDDIO che si possa vedere al più presto la soluzione e che la giustizia sana trionfi dando fine alla sofferenza e tutto ciò serva di monito a quelle persone che subiscono nel silenzio....ciao...Carla
Carissima Mimosa ,ha fatto ritrovare cellulare,chiavi di casa,batteria,il corpo della nipote,vuoi vedere che,se faceva trovare gli infradito e la corda con tanto di tracce ematiche di Sarah,avrebbero detto che,erano state figlia e moglie a consegnargli il tutto?mah,c'è da diventare pazzi con questo delitto. "Siamo tutti costretti, per rendere sopportabile la realtà, a coltivare in noi qualche piccola pazzia".
RispondiEliminaMarcel Proust.Buona notte a tutti.
Anonimo 1:09
RispondiEliminano, mi dispiace: se quel che ora Concetta dice dei suoi familiari, in particolare di sorella e nipote, l'ha sempre pensato perchè "li conosce" ("conosceva" allo stesso modo il marito e la badante che ha accusato nei primi tempi?) e per questo giunge a parlare ed accusare così, allora è anche evidente che più che accuse dovrebbe fare tanti "mea culpa".
Ma invece le cose non stanno così, Concetta non riesce a negare che "si fidava" di quella famiglia, quindi quello che dice ora è un costrutto, non è qualcosa che albergava in precedenza nel suo animo. E che animo possa giungere a mutare così sulla scorta delle stupidaggini di quel processo, è un interrogativo grande come il mondo!
Personalmente credo che Concetta a causa del dolore e di un senso di colpa da cui si nasconde per non venirne divorata, abbia perso letteralmente la ragione, nel senso che parla con la stessa lucidità che avrebbe un ferito grave contornato da gente che la imbottisce di morfina mentre le squarcia ancor più la ferita: da un lato procura, avvocati e media, dall'altro fratelli di fede che evidentemente - con tutta la "superiore sapienza" che vomitano su noi altri peccatori - un bel cammino di ravvedimento secondo gli insegnamenti di Dio Padre dovrebbero intraprenderlo al più presto.
Buona notte cara Carla,come al solito la tua gentilezza e discrezione non hanno eguali sei dolcissima cara amica e che il Signore ti sia sempre accanto,nel bene e nel male,buona notte,prossima settimana mi trovi in ufficio,ti aspetto per la telefonata,ciao.
RispondiEliminax anonimo delle 01.09,
RispondiEliminaConcetta si è sempre espressa sulla fiducia degli inquirenti, che è tutt'altro che lei abbia una sua idea e prendendosela con persone sbagliate non allevia di certo la sofferenza.... l'incertezza cioè non spiegazione cioè non chiarezza è un male che con il tempo può portare dei danni molto gravi nella persona e così si porta nella ingiustizia altra ingiustizia , per cui è un danno impagabile......perché l'uomo alla speranza preferisce la disperazione, fino a quando non capirà che forse è meglio agire......buonanotte
ciao Vito non mancherò....sempre un abbraccio forte alla famiglia che DIO ti benedica....
RispondiElimina@ Vito
RispondiEliminaNon potrebbe essere convincente nulla di quanto potrei dirti, Vito, per il semplice fatto che con convinzione affermi che Michele sia stato ingannato con conventi ed orticelli.
Dici:"hai idea di quanti anni devono ancora stare in galera per le idiozie di questa persona soggiogato da chi doveva fidarsi e invece l'hanno ingannato con conventi e orticelli da coltivare?"
Se ne deduce che tu sia certo che sia andata così, come raccontato da Michele e che abbiamo due modi di vedere le cose, io non sono certa affatto che sia stato ingannato.
Nulla di male, anzi, il confronto civile non può che arricchirci.
Inoltre premetto che si stanno facendo ipotesi e che tra l'altro la responsabilità di estranei non è quella che più mi convince, ma se Mimosa chiede quali potrebbero essere i motivi per un comportamento tale, le rispondo che vedrei solo due ipotesi possibili, ma non vuol dire che sono certa sia andata così.
Il ricatto potrebbe essere del tipo: "non dire nulla di ciò che hai visto, altrimenti ci rimettono i tuoi cari"
Per allontanare i sospetti da lui e dalla sua famiglia, oggetto d'attenzione degli inquirenti, avrebbe potuto fingere di ritrovare il cellulare, cercando di addossare la colpa ad estranei, ma successivamente essere caduto nella rete degli investigatori ed aver inventato ciò che sappiamo pur di non dire la verità.
Accusare Sabrina potrebbe essersi reso necessario, poichè trovatosi a scegliere tra lei e la moglie, su cui gli investigatori si stavano concentrando, non credendo alla sua versione strampalata, era il male minore.
Ciao
Un caro saluto a te, Vito!
RispondiEliminaE a te Carla, è un piacere risentirti!
Buonanotte a tutti e un pensiero: ho scoperto in questi mesi un'intima varietà umana che è davvero difficile notare nella vita quotidiana, con tante maschere sociali che indossiamo e così poche occasioni di comunicazione vera che ci concediamo; probabilmente davvero questo schermo che abbiamo di fronte mentre ci parliamo è più quel che svela che quello che nasconde.
Comincio a comprendere quale sia il rischio di "socializzazione a-sociale" sotteso a questo mezzo, che tanta preoccupazione suscita nelle nostre generazioni quando guardiamo al trend che il mezzo telematico assume tra i più giovani.
E' la nostra generazione però, che ha reso così difficile e infrequente l'incontro reale dei pensieri e delle persone, così coinvolti come siamo in doveri e rincorse, lasciatici convincere che un buon tempo in compagnia a discutere di futilità e massimi sistemi, di critiche per il mondo ed amore per esso, sottragga valore alle ore anzichè aggiungerne.
Vorrei immaginarci tutti realmente in un ritrovo, occhi negli occhi, ognuno con i propri slanci e idiosincrasie, a scambiarci quella ricchezza che è il pensiero differente....vorrei trovare anche fuori dal web persone col coraggio della spontaneità di sè e l'audacia dell'apertura all'altro, "razza" che si fatica a trovare nel mondo reale dal momento d'ingresso nell'età adulta; in "certi mondi", poi, in particolare.
Quindi, amici telematici, anche quando non comprendo; anche quando non condivido; anche quando mi scontro; anche quando ci sbagliamo a vicenda....beh, è sempre un piacere.
Buongiorno!
RispondiEliminaSira,in riferimento al tuo " potrebbe aver visto l'omicidio, la violenza ed essendo stato notato, potrebbe essere stato obbligato a tacere ed a partecipare all'occultamento."
Condivido e già più di un mese fa ipotizzai che il Misseri aveva visto cosa era successo e fu costretto ad addossarsi le colpe sotto minaccia.
Ho sempre detto che loro sanno qualcosa, ma non possono parlare.
Misseri che ha vissuto più da vicino la vicenda, nascosto, scoperto e poi a lui è stato ordinato di occultare,non ha retto psicologicamente ed fatto ritrovare telefonino e il corpo: ha avuto coscienza.
Ha iniziato la commedia dell'arte, recitando a soggetto versioni differenti.
L'unica maniera per poter spiegare tale comportamento è quella di temere ritorsioni sulla sua famiglia ed essendo stato
"colpevole" di aver visto e aver fatto ritrovare, DEVE addossarsi altre colpe.
E' l'unico modo per spiegare il comportamento di Misseri e il conseguente giudizio che gli permette di andare in campagna.
Le donne che sanno e non parlano, stanno dentro,lui che si autoaccusa ma ha fatto ritrovare il corpo sta fuori, pertanto la Procura ha deciso così, a mio parere.
Cari Mimosa e Vito
RispondiElimina“Anch'io sono d'accordo sui dubbi di Enrico cara Mimosa,perché addossarsi una colpa su qualcosa che non aveva commesso? “
A questo mio “dubbio” ha risposto parzialmente SIRA quando scrive : ” potrebbe aver visto l'omicidio, la violenza ed essendo stato notato, potrebbe essere stato obbligato a tacere ed a partecipare all'occultamento”
Tuttavia l’ipotesi di SIRA ( che saluto caramente e le cui riflessioni sono in sintonia con le mie ) non spiegherebbe a sufficienza il resto del mio pensiero
Difatti io ho scritto testualmente “ resta da spiegare perché mai il Misseri se ne sia accollato la responsabilità ed in successivi frangenti ne abbia coinvolto la figlia per poi nuovamente assumersi l’esclusiva “paternità” del crimine. “
Ed è la parte in grassetto quella che a cui non trovo spiegazione ..
Pregherei dunque entrambi di non estrapolare alcune parti del discorso dal contesto dei miei commenti perché si potrebbero facilmente creare fraintendimenti.
Quindi per evitare equivoci, oltre a quello appena sottolineato, chiarisco l’altro motivo per il quale la versione 2 mi lascia perplesso :
“A meno che ANCHE la Difesa, a sua volta, SIA CONVITA dell’accidentalità dell’evento e sia ben consapevole che le c.d. “ piste alternative” siano del tutto impercorribili”
Mimosa,rispondo ai tuoi post notturni riferiti alle "visioni alternative" mie, di Manlio, di Gilberto che non ti convincono.
RispondiEliminaNon sono "visioni", sono ipotesi riflessive, personali che si ancorano al proprio bagaglio conoscitivo.
Sono ipotesi spiegate con motivazioni che possono condividersi o meno, ma sono frutto di razionalità, non gettate lì a caso e neanche "messe in vendita come merce di verità".
Dici a Gilberto:" Io apprezzo il tuo stile espositivo, la tua profondità di riflessione e di analisi, però, per favore, non vendere la tua merce come fosse l’unica Verità in faccia ai poveri dementi che la pensano diversamente e che non si sognano di presentare le proprie opinioni come Vangelo, bensì come congetture, in base ai dati di fatto."
Non credo proprio che Gilberto abbia venduto Verità, semmai ha offerto la sua verità e per quanto riguarda le "Congetture" ci ha scritto un articolo nel quale le espone con le Confutazioni.
Chi avrebbe pensato di scrivere ai " dementi ", noi?
Taccio.
Misseri non si è fatto "suggestionare" forse è stato minacciato " dagli ignoti locali".
Ti chiedo: perché poni una domanda a risposte già date con le nostre ipotesi, se non condividi rispondi tu alla tua domanda e spiega le tue ipotesi.
Pertanto al tuo " costruire invece immaginarie premesse dell’innocenza di tutti i Misseri completamente estranei al delitto senza accettare, anzi, rifiutando quasi con ostinazione gli elementi che porterebbero in direzione di Michele assassino(anche preterintenzionale)."
Rispondo che le " immaginarie premesse di innocenza" sono state motivate e che non ci sono prove.
In ultimo dici:" È facile dire (come Gilberto, Vanna e Manlio) “i miei interventi non sono tesi a individuare un colpevole, è affare degli inquirenti, noi non siamo investigatori”.
E' un riassuntino sbrigativo e impreciso perché abbiamo ipotizzato e contestualizzato ambienti e terze persone, vuoi i nomi da noi?
E come, non li fanno gli inquirenti
che si fermano al piatto pronto?
In conclusione:
"Quella dei conoscenti sozzoni certamente poteva figurare come ipotesi alternativa al delitto in garage. Per questo avrei voluto, cara Vanna, un “quadro criminologico” più preciso della zona."
Gli studi antropologici sul sud sono eccellenti, da leggere.
Cara Mimosa, per conoscere la zona basta andare in rete.
Sacra Corona Unita, Mafia,Camorra, Poteri Forti, Omertà( fratellini di Gravina,fidanzatini di Policoro, le gemelline a Cerignola,Potenza- Claps, De Magistris,escort al Nord, ( Bari e Ruby quattordicenne dalla Sicilia va in Lombardia, immondizia al sud)bombe fuori la scuola,l'Ilva, il piano statunitense su Taranto... altro ancora per fare l'Unità d'Italia!
@ Ciao VANNA
RispondiEliminaLo scenario che hai ipotizzato, su cui si è fermata anche l'attenzione di Sira, (che saluto caramente) e di altri, noi compresi, può essere ritenuta "possibile, ma poco probabile", (espressione di Enrico)perchè, almeno fino ad ora, non è confortata da riscontri reali.
Ed è per questo che lo stesso Enrico, col quale concordo, l'ha situata al 2° posto fra i due proposti all'approfondimento conoscitivo.
Possiamo ricamarci sopra quanto ci pare, sulla faccenda dei "sozzoni" protetti, nessuno ce lo impedisce. E potremo tornare a discuterla meglio, dopo aver valutato il "tenore" che accompagnerà le tanto attese motivazioni della sentenza.
Il posto n° 1, dato al delitto avvenuto, presumibilmente, nell'ambito di casa Misseri, il cui capo famiglia sarebbe indiscutibilmente il becchino (e quì non ci piove) perchè tutto lo indica, meriterebbe, invece, tutta l'attenzione possibile, grazie a riscontri reali e di varia natura, di cui e corredato, ormai a tutti noti, senza ripeterne la friggitura.
E' ovvio che quello che viene suggerito da tutte le ipotesi, e di ogni tipo, compresa quella posta al n°1, non può essere messo da parte a priori, senza averne valutato attentamente il contenuto, da parte dell'intero forum.
Naturalmente, quello che ho quì trattato, non sminuisce la tua giudiziosa analisi sulla personalità della vittima in relazione all'ambiente in cui si è maturata la sua breve vita.
Ciao, Pino
I testimoni scomodi una volta si facevano sparire. Anche perché minacciare un contadino e la sua famiglia, dà veramente all’assassino la certezza che l’ innocente non crolli?
RispondiEliminaSi ha il fegato di togliere una giovane vita ma non quella di un vecchietto che ha visto tutto e che potrebbe cantarsela? E il contadino non assise ad un omicidio qualsiasi, ma a quello di sua nipote. Non è forse un motivo in più per farsi venire crisi di coscienza e raccontare tutto?
Il mio parere è che sia inutilmente rischioso affidare la verità in mano ad una persona estranea al delitto, che non solo viene interrogata fino allo sfinimento, non solo è legato affettivamente alla vittima, ma assiste anche al massacro mediatico e giudiziario nei confronti della sua famiglia…personalmente non mi convince.
Invece ricordo che nella mia adolescenza c’erano poeti maledetti, Metallica, Nirvana, le prime sedute spiritiche con i coetanei, la moda dei teschietti, e un normalissimo senso di depressione e rifiuto per la società. Il bisogno di evadere dalle regole degli adulti attraverso quei modelli trasgressivi non approvati dagli stessi. Che poi Manson (il cantante) oltre a non essere un satanista, è anche una persona più interessante di quello che fa apparire nei suoi show, e i suoi fans lo sanno bene. Consiglio a chi è curioso di vedere la sua intervista su Bowling for Columbine, dove risponde alle accuse di chi lo vede come un cattivo modello da imitare. Con questo non voglio criticare l’analisi di Vanna, assolutamente,ma capire fino a quanto ci si può spingere con i pochissimi elementi che conosciamo solo attraverso i media. Sicuramente chi ne aveva il compito avrebbe dovuto indagare a fondo nella vita di Sarah, ma sappiamo se lo hanno fatto? Io l'ho sempre dato per scontato.
p.s. Una piccola nota: non so se ne avete già parlato e se possa essere in qualche modo rilevante. Ieri ho ascoltato l’audio delle dichiarazioni di Sabrina (quando Sarah era ancora una scomparsa). Ad un certo punto è lei stessa a chiedere se le ricerche siano state fatte a tappeto e tra i luoghi da cercare indica anche i pozzi.
Kiba
Altro elemento “bizzarro” è dato dalla presenza nel collegio difensivo di Sabrina di un illustre penalista CASSAZIONISTA che “viaggia” a livelli di una Severino di una Cancellieri
RispondiEliminaOra, poiché escludo che costui possa aver deciso di assumere l’incarico per un modesto fine di “notorietà” mi chiedo ( a parte il costo della parcella che per motivi a noi ignoti potrebbe anche essere un “non problema” ) quale sia stato il recondito motivo che lo avrebbe convinto ad occuparsi di questo “caso “ tuttosommato con caratteristiche e con protagonisti di ordinaria amministrazione....
@ KIBA
RispondiEliminaHo letto con piacere i tuoi due interventi su questo caso.
Sei sparita, dopo il molto dibattuto caso Parolisi, per cui mi fa piacere il tuo ritorno: benvenuta!
Un benvenuto anche alla pulce che hai involontariamente (?) posta nel mio padiglione auricolare destro:-)
che fa chiedere a me stesso per primo: perchè Sabrina accennò alla ricerca sui pozzi? Perchè proprio in tali particolari luoghi, fra le centinaia di altri possibili recessi?
Ed ancora: conosceva già il triste epilogo? Perchè in un pozzo si cala solo un corpo senza vita.
E' stata una gaffe, come molte altre sfuggitele nel corso delle numerose interviste massmediali?
Non ha pensato, con la mania di parlare troppo, che tale suggerimento indicativo, poteva creare sospetti a suo carico?
Forse sapeva?
Questa è la pulce che inizia a darmi prurito. A te ed agli altri no?
p.s. Nel curioso quesito, non c'è nulla di sottinteso, sia chiaro...ma.
Pino
Beh che fosse necessario un cassazionista era scontato, dato che c'è stato più di un ricorso in Cassazione. Sul fatto che abbia accettato di occuparsi di questo caso, spiegò lui stesso le motivazioni in un'intervista (non so se sia ancora reperibile online). Personalmente non ci trovai nulla di così anomalo, anzi, probabilmente mi sarei stupito nel caso avesse rifiutato.
RispondiEliminabuongiorno a tutti,
RispondiEliminaciao Kiba, quella tua ultima nota, anche qui ci si può dare diverse interpretazione, a riguardo dei pozzi....
infatti io sarei la prima a non soffermare sulla apparenza , per cui la vita più volte me l'ha insegnato e naturalmente si ragiona con i elementi che abbiamo....
ritornando ai pozzi, si sa di base che chi ne viene coinvolto nella malavita c'è tante vittime che ci finisce dentro.....
il punto è secondo me che non si dovrebbe partire dalla confessione di Michele, da rivedere come è stato svolto l'investigazione e intervista prima , per cui non se ne parla più, se non qualche sprazzo qua e là come riferimento....
come soprattutto Chiara fece presente stanotte nei riguardi di Concetta.....sappiamo niente di come vivevano queste famiglie, al di là dei romanzetti adolescenziali e invidia dei poteri?.....che a parer mio sono 2 argomenti che fan parte chiacchere popolari, che sempre esistita e sempre esisteranno......
quello che vorrei dire si è fatto di tutto per escludere la cornice che ci sta intorno alla confessione di Michele?....
mettere in bocca le parole non è una novità ,in alcuni punti lo dice Sabrina , il fioraio e lo stesso Michele per cui afferma di essere stato ingannato, perché pensava di andare a coltivare l'orticello del convento ....e non perché lo dice lui, c'è diverse interviste rilasciate dal famoso avv. Galoppa che l'avrebbe tirato fuori Michele e guardava di metterlo in convento.......
non si può ignorare che questa condanna emersa che ne sia lindo alla luce del sole con chiarezza....
è proprio questo che non capacito, proprio loro i tutori della legge , il loro comportamento per cui qualcosa di nascosto c'è....di sicuro non è un comportamento da farsi belli davanti al pubblico o di dare accontentino....secondo me c'è dell'altro....
perché secondo me il accontentare il pubblico e mettere dei innocenti in galera ,credo che loro sanno già che è una partita persa fin dall'inizio che la cosa si può ribaltare in un amen.....
si è detto delle cose assurde su queste donne , ma nulla che dimostri la loro colpevolezza, questo dovrebbe fare pensare.... buonagiornata a tutti
A Pino, Enrico e altri.
RispondiEliminaCondivido quello che scrivete.
In verità si è esplorata casa Misseri in diretta e in tutti gli spazi, non trovando tracce di morte anche accidentale.
Si sono intervistati tutti, interrogati tutti, senza avere certezze.
Gli elementi a disposizione non permettono di condannare nessuno, ma permettono fiumi di parole e questo vorrà pur dire qualcosa.
Non pretendo e mai ho preteso, di avere verità né tanto meno di avere consenso, ho detto e ribadito la mia ipotesi di lettura, pertanto non mi ripeto e non ho più nulla da dire sul caso.
Le vostre domande negli ultimi post
sono state già rivoltate come i calzini.
Sabrina si espresse sui pozzi?
La geologia pugliese è una gruviera e in quella tradizione delle grotte e dei pozzi si è fatto ogni uso.
Qualora emergesse qualcosa che possa aggiungere il nuovo, tornerò a parlare.
Buon proseguimento.
Su Sabrina: la questione dei pozzi, e quindi della morte di Sarah, non la trovo significativa. Come emerge dai temi di Sarah ella non intendeva scappare di casa ma faceva sempre riferimento all'andarsene una volta maggiorenne e stava appunto studiando per un mestiere che le avrebbe consentito questo allontanamento da Avetrana in maniera "normale", per una scelta di vita accompagnata da un mestiere. Quindi la cugina diceva giusto quando rimproverava di "perdere tempo" su un improbabile allontanamento volontario. Restava dunque l'unica ipotesi del rapimento e francamente non so quanti di noi, al di là della vaga speranza che è "l'ultima a morire", avrebbe contato su una riconsegna della ragazzina. Non ci voleva molta fantasia ad immaginare che se rapimento fu esso era una predazione sessuale, era evidente anche a Sabrina quanto Sarah fosse appetibile. Quindi io ritengo che il suo non fosse che estremo realismo e, da pugliese, credo che pensare ai pozzi sia stato abbastanza scontato; sicuramente molti altri lo pensavano ma erano sufficientemente "sgamati" da non parlarne intuendo che quella opinione sarebbe stata strumentalizzata e ritorta contro. E allora giù con appelli che non sono mai serviti a niente e a nessuno: quando una ragazza viene presa per libido non viene praticamente mai riconsegnata viva che mi risulti. Ancora ipocrisia mediatica, dunque. Solo ai genitori è dato di esprimere sinceramente una pia speranza in tal senso, ma per chiunque altro è davvero poco proponibile, nella mia opinione e credo che Sabrina fosse sufficientemente ansiosa e realista da non proporselo ed abbastanza "cruda" da non capire che il non fingere l'avrebbe danneggiata.
RispondiEliminaPreciso che questo non esclude che invece ella sapesse ecc.ecc. ma semplicemente ritengo non siano quelle parole a consentire un ragionamento in tal senso.
Ciao Pino e grazie del benvenuto:)
RispondiEliminaLa frase di Sabrina io l'ho interpretata diversamente. Credo che se fosse stata a conoscenza di dove si trovasse il corpo di Sarah(e a quel punto vuol dire che ne conosceva anche la tragica fine)non avrebbe mai detto di cercare anche nei pozzi (parla anche dei casali della zona). Hanno detto di tutto sulla personalità di Sabrina ma mai che fosse una "scema", anzi...
Credo, come detto da Vanna e Carla, che chi è del luogo conosce anche la triste fama dei pozzi, quindi è normale che li abbia nominati. Inoltre Sabrina in quel frangente si dice non convinta che l'abbiano cercata bene, quasi sollecita ad una maggiore ricerca e in questo senso non avrebbe logica crederla a conoscenza dei fatti (o perlomeno non su dove sia nascosto il corpo di Sarah).
Sulle ricerche nel garage e la villetta non so quali tipo di tracce si possano trovare a distanza di tanto tempo, di una persona che oltretutto frequentava la casa. Non ne ho davvero idea.
Vi seguo spesso ultimamente, e a parte i battibecchi siete sempre una piacevole lettura:)
Kiba
Buongiorno Kiba
RispondiEliminail Gen. Garofano lo spiegò che non c'era da attendersi alcun esito dagli esami scientifici poichè le tracce che quel tipo di delitto avrebbe eventualmente lasciato sarebbero state assolutamente indistinguibili da quelle fisiologicamente lasciate da chi frequentava quei luoghi e che, non essendo presumibilmente tracce ematiche, le normali pulizie avrebbero con facilità eliminato pure quelle.
In questa indagine, io credo, le analisi scientifiche non possono dire nulla nè in un senso nè nell'altro e solo indagini di altro tipo possono avvicinare alla verità. Per questo a molti di noi infastidisce il fatto che non siano state fatte tutta una serie di indagini che sono connaturate al metodo investigativo "tradizionale", in primis quelle vittimologiche. Tolte le evidenze scientifiche, gli odierni investigatori sono per il 90% spaesati, nessuno ha insegnato loro alcunchè. Ed anche nei confronti della prova scientifica sono in massima parte impreparati e qualunque cosa il perito dia loro da bere essi la bevono acriticamente ed anzi spesso sono loro, formulando quesiti tecnicamente errati, a condizionarne le risposte. Una disperazione.
@ Sira.Certo che sono sicuro di quello che dico,sicuramente non hai visto e sentito quello che raccontava il suo vecchio Avvocato in una delle tante trasmissioni televisive in cui intascava la bellezza di 3000 euro a partecipazione,ed è lui stesso ad affermarlo,e dicendo che era per il bene che voleva al suo assistito,e sempre per il bene che gli voleva,gli consiglia di non dire che l'aveva violentata,consiglia di imbottirlo di medicinali,consiglia di accusare la figlia dicendo che si era trattato di un incidente in garage,poi insieme alla bella criminologa consigliano di non aver più alcun dialogo con i parenti prima dell'incidente probatorio,consigliano di mettere una barriera umana per non far vedere la figlia,non si sa mai l'avrebbe aggredito, i P.M. consigliano al prof Strada che non c'era più bisogno di ulteriori accertamenti visto che l'assassino era certamente Michele Misseri.Se loro erano certi della confessione,io sono sicuro che nel primo sopralluogo in garage era imbottito di medicinali,e che durante l'interruzione di circa un'ora gli consigliano di accusare la figlia,la stessa cosa si ripete durante l'incidente probatorio,altra interruzione di un'ora e dopo cambia tutto su consiglio del suo Avvocato e della criminologa. Vedi quanti"buoni" consigli gli hanno dato!.Se quello che affermo non è per nulla la realtà dei fatti prego Massimo di smentirmi,cosa che dubito visto che sta tutto scritto.Buona giornata.
RispondiEliminabuongiorno.... sui pozzi ..
RispondiEliminala penso esattamente come ha scritto kiba nei suoi ultimi interventi . perchè parlare di pozzi? quando si sa che in uno di essi si potrebbe trovere un corpo che lei e famiglia hanno contribuito affinche' ci finisse dentro ?
i media pensano sempre male ad ogni uscita di sabrina . qualsiasi cosa abbia fatto o detto .non c'è stata una frase che secondo qualcuno., compresi i pm non abbia avuto un secondo fine depistatorio,
ognuno misura gli eventi con il proprio metro .essendo egli stesso con la mentalita' che pensa abbiano gli indagati : comportamento ambiguo .
ciao vito .
RispondiEliminala teoria dei conventi è lampante che sia vera., misseri lo disse ad un compagno di infermeria (lo abbiamo sentito ne
"un giorno in pretura"
ha sempre detto di essere colpevole , eccetto durante l'inc prob . quando gli titarono fuori con le pinze l'accusa alla figlia -
lo disse agli psicologi . la psicologa .. intimidita dai magistrati fu costretta a rimangiarsi quello che aveva sostenuto l'imputato..
di essere stato consigliato .a accusare la figlia per un tornaconto .. convento o altro
lo psicologo confermo' le prime dichiarazioni della psicologa .
tutte queste motizie ad alcuni non dicono nulla .. si comtinua con .. loro sapevano. percio' se loro sapevano erano complici .
sono supposizioni belle e buone , e si tralasciano indizi . che fanno apparire illogico tutto l'impianto accusatorio.
PROC. AGG. DOTT. PIETRO ARGENTINO: Il problema è che sul corpo della ragazza non si sono trovate altre ... altro tipo di lesioni... solo il segno dello strozzamento... almeno queste sono le ... dalle prime indagini che ha condotto il medico legale emerge questo ... (quindi se ne deduce che non c'erano altre lesioni).P.M. DOTT. MARIANO BUCCOLIERO: Ascoltami Michele ... noi in questa sede non dobbiamo cercare di contestarti di scavare dentro di te per sapere la verità contestandoti il tabulato o le dichiarazioni di tizio o di caio che sono contrastanti con le tue. Noi stiamo qua soltanto se tu ritieni di dover dire effettivamente la verità ...
RispondiEliminaAVVOCATO GALOPPA: Dilla Miche’ ...
P.M. DOTT. MARIANO BUCCOLIERO: ... noi, non ti dobbiamo cercare di indurre a dire o a fare niente ... se tu ti devi liberare, se tu ti devi liberare noi stiamo qua e ci dici esattamente come
sono andate le cose. Quello che invece tu stai dicendo purtroppo contrasta con tutto quello che noi abbiamo, se tu non vuoi parlare non fa niente non succede niente...
PROC. AGG. DOTT. PIETRO ARGENTINO: Chiudiamo il verbale e buonasera ...
P.M. DOTT. MARIANO BUCCOLIERO: ... per carità noi capiamo che è difficile perché se tu devi dire veramente la verità devi coinvolgere Sabrina e probabilmente anche altre persone però o ci dici effettivamente e ti liberi una volta per tutte come sono andate le cose e da questo momento tu inizi veramente un percorso per arrivare a stare bene perché al momento tu ancora non dicendo la verità non stai bene e fintanto che tu non dirai tutta... ma tutta, tutta la verità ... questo percorso di risalita non potrà iniziare ... sarà lungo e doloroso sicuramente però avrà un inizio ... ma se tu ti trattieni ancora tutto dentro di te...
C.T. DOTT.SSA BRUZZONE ROBERTA: Michele ...
PROC. AGG. DOTT. PIETRO ARGENTINO: Allora interviene il consulente della difesa ...
C.T. DOTT.SSA BRUZZONE ROBERTA: Roberta Bruzzone ... adesso Michele lo devi fare questo è il momento giusto.
La presenza di Sarah ... almeno alle quattordici e venticinque presso la sua abitazione o quanto meno vicinissima alla sua abitazione ce la danno due testimoni estranei ... un testimone che con la sua fidanzata stava passando per quella via e dice di aver visto Sarah alle quattordici e venticinque vicino all’ingresso della palestra della scuola che stava a pochi passi dalla sua abitazione che si stava dirigendo. Volete che sospendiamo, volete parlare nuovamente?
AVVOCATO GALOPPA: Si, si ...
PROC . AGG . DOTT . PIETRO ARGENTINO: Sospendiamo ... a questo punto alle ore sedici e dieci viene sospeso l’interrogatorio per consentire al difensore e al consulente di discutere con il loro cliente.
RIPRESA INTERROGATORIO
PROC. AGG. DOTT. PIETRO ARGENTINO: alle ore 17:04 viene ripreso l’interrogatorio. Ora ditemi cari amici,sta tutto scritto oppure mi invento certe cose. Carissimo Enrico,come avrebbero potuto accettare la tesi di un probabile incidente gli Avvocati di Sabrina sapendo che la loro assistita è innocente? Allora le lacrime di Sabrina come erano vere o di plastica durante l'interrogatorio? buona giornata a tutti
anche non avere trovato tracce di omicidio sia in casa che in garage è stato sospettato dai media come una furbizia . garofano ha detto che gli accertamenti furono fatti solo sul pavimento . ma sui mobili o altri parti della casa si sarebbero potuto trovare tracce., dal momento che sarh era praticmente dalla mattina alla sera in casa misseri .
RispondiEliminaad ogni uscita giornalistica partivano una sfilza di insulti verso le misseri con epiteti vergognosi .nonostante le misseri fossero in carcere e non parlarono mai piu' se non nei processi . .
caro Vito ,quello che hai impostato , non so tu , si nota l'induzione di Michele di fare dire quello che loro volevano, soprattutto quell'accento della Dott. Bruzzone :- adesso Michele lo devi fare questo è il momento giusto....- se non è una frase che indica che la cosa ne era già stata discussa....
RispondiEliminaquando lei stessa la Bruzzone in altri programmi in tv disse , che dal momento che Michele nominò la figlia non volle sapere nulla e chiamò inquirenti.....
Riguardo “ai pozzi” . Non vedo quale “pericolo” corresse Sabrina nel suggerire agli inquirenti di ricercare anche in quei luoghi
RispondiEliminaSia che sapesse, sia che non sapesse, l’eventuale ritrovamento “spontaneo” da parte delle forze dell’ordine del corpo si Sarah in quel pozzo così ben nascosto non avrebbe mai portato gli inquirenti a indirizzare i sospetti sui Misseri…se il padre non avesse consegnato dopo oltre un mese il telefonino ( non si è mai ben capito se conservato o ritrovato per caso ) con tutto quel che segue...
Carissimo Enrico ho già detto tante volte che il caro zietto è un po ignorantello,ma,non certamente stupido,anzi cerchiamo di non sottovalutare certe sue capacità.Riguardo al cellulare forse qualcosa ti è sfuggita,non è per puro caso che quella mattina fa ritrovare il cellulare e che era in suo possesso.Michele Misseri conosceva un ufficiale di polizia di nome LANZO,e da quando erano partite le indagini,dopo qualche settimana aveva notato che il figlio(LANZO)gli stava addosso controllando quello che faceva,e quindi si è reso conto che era giunto il momento di farsi scoprire,e infatti cosa succede quella mattina dopo aver chiamato a casa,che chiamano il brigadiere Blaiotta,facendo il povero ingenuo e piangendo dice di aver trovato il telefonino,ma come ritrovato,se sapeva che in caserma avevano pure la scatola del cellulare di Sarah,quello sa più di quanto noi possiamo immaginare,puoi starne tranquillo,non lo so se ha le scarpe grosse,ma,ti assicuro che il cervello gli funziona.Ciao e buona giornata
RispondiElimina"l’eventuale ritrovamento “spontaneo” da parte delle forze dell’ordine del corpo si Sarah in quel pozzo così ben nascosto non avrebbe mai portato gli inquirenti a indirizzare i sospetti sui Misseri"
RispondiEliminasarebbe stato singolare che NON li avesse portati ai Misseri: di tutti i pozzi di Puglia proprio in quello esistente in un terreno che fu della famiglia M. e nella quale padre, madre e figlie lavorarono alle vendemmie fino all'anno prima e proprio quel pozzo che il proprietario aveva chiesto a Michele di mettere in sicurezza? Proprio QUEL pozzo non avrebbe "mai portato gli inquirenti a indirizzare i sospetti sui Misseri"? andiamo...
Carissima Chiara è tutto cosi lapalissiano che dire altro è un qualcosa in più.Se Sarah non fosse morta in garage,mi dici per quale benedetto motivo doveva costruirgli un altarino?se non fosse stato lui per quale motivo costruire una cosa del genere a casa sua? non sarebbe stato più ragionevole portarle dei fiori al cimitero? Sai quanti ne vedo in giro per Catania e province di questi altarini? un infinità,e naturalmente sul posto dove c'è stato l'incidente,di certo non a casa propria.Ciao cara e un abbraccio a magica e Carla,da un po che non si sente l'amico Giacomo,gli mando un caro saluto.
RispondiEliminax Vito
RispondiEliminaCostruire un altarino nel garage in cui a Misseri interessa far credere che sia morta Sarah (per salvare le sue donne) serve ad avvalorare la tesi del "reo confesso pentito". Penso che se davvero Michele avesse ucciso Sarah, e proprio in quel garage, gli sarebbe mancato il coraggio di costruirlo, quell'altarino!
Per i fiori al cimitero, per il momento nessuno di quella famiglia (anche prima dell'arresto) ha mai avuto il coraggio, non solo di portarne, ma nemmeno di metterci piede. Strano, però...
R
CHIARA
RispondiElimina"Proprio QUEL pozzo non avrebbe "mai portato gli inquirenti a indirizzare i sospetti sui Misseri"? andiamo..."
Forse sarebbero stati interrogati certamente (anche se il terreno non apparteneva più alla famiglia) ma se il padre avesse tenuto la bocca cucita, mi dici che rischio avrebbe corso la figlia nel parlare di pozzi agli inquirenti ?
Tra l'altro SE mai fossero riusciti a trovare quella cavità, praticamente sommersa dalla vegetazione, l'avrebbero individuata certamente ben molti mesi ,se non anni, dopo il delitto e dubito che i resti a lungo macerati dall'acqua, avrebbero potuto essere ancora utilizzabili per il riconoscimento
Enrico
RispondiEliminaanche ora il riconoscimento è stato fatto con il dna e tale esame può essere compiuto anche sulle ossa.
il ritrovamento del cadavere della ragazza in un luogo che si sa essere noto ai parenti dai quali la vittima era diretta al momento della scomparsa e che, guarda caso, ne hanno parlato, sarebbe stato più che sufficiente per QUESTI inquirenti a metterli in custodia cautelare tutti e tre.
non credo serva che io ricordi che il processo alle Misseri è stato condotto NON sulle parole di M. bensì sul mucchio di stupidaggini che tutti conosciamo, quindi ritengo che con ogni probabilità ciò sarebbe accaduto in ogni caso e che a quel punto, se M. è quello che pensano molti (un uomo che è crollato sotto il peso della coscienza) sarebbe crollato come quegli stessi ritengono che sia crollato in questa circostanza.
Buon pomeriggio a tutti.
RispondiEliminaHo notato che tra i recenti frequentatori del blog ci sono alcuni falsi "terzisti", che dell'ipotesi "terzista" prendono per buona la sola estraneità di Misseri. Per quanto riguarda le imputate, addirittura "ipotizzano" una loro responsabilità diretta nell'assassinio di Sarah. Uso il termine ipotizzano, mettendolo tra virgolette, in quanto la loro è solo una mascherata, quanto infondata, certezza che Sabrina sia una poco di buono, e Cosima pure: difatti poi se la cavano dicendo che l'omicidio secondo loro fu preterintenzionale.
Non solo, ma si spingono a sostenere che l'omicidio avvenne nei tempi e nei luoghi indicati dall'accusa.
Su che cosa costoro basano queste "ipotesi"
o, meglio, "convinzioni"?
Sul NULLA ASSOLUTO, sostituito da alcuni fotogrammi di una Sabrina proditoriamente ripresa in un momento di rabbia verso i paesani ipocriti, che si stavano impadronendo del suo lutto ai funerali di Sarah, mentre a lei, in qualità di figlia di mostro, era stato vivamente "sconsigliato" dai carabinieri di partecipare, per motivi di ordine pubblico.
Dopodiché costoro non riescono a spiegarsi come una "reproba" di tal fatta addirittura venga difesa da un luminare del diritto qual è il Prof. Coppi. In fondo Sabrina chi è nella visione di costoro? Una che si concede, scandalo degli scandali!, a un tizio che le ha detto che non vuole sposarla: lo ha anche "acutamente" rilevato il p.m. durante la requisitoria, cioè durante quello che il rappresentante dell'accusa ha sbalorditivamente definito "il momento più bello" (!) per lui. Adesso, passare da presunta ragazza "facile" ad assassina, sia pure preterintenzionale, il passo è breve.
E questa è la tesi dei falsi "terzisti", completa di argomenti e dimostrazioni!
Aspettando Goddot, ossia le motivazioni della sentenza...
Un saluto a tutti gli amici del blog.
Giacomo
CHIARA
RispondiEliminachissà, forse proprio il fatto di "averne parlato" avrebbe potuto essere utilizzato( nel caso fosse stato ritrovato il corpo ) come elemento a favore della loro buonafede ed innocenza...
Ciao Vito! E' come se mi avessi evocato! un caro saluto a te e a tutti gli amici del blog!
RispondiEliminaGiacomo
Giacomo
RispondiEliminabenchè la tua reprimenda non mi riguardi, mi chiedo come fai a liquidare alcuni frequentatori del blog. che legittimamente esprimono le loro opinioni, con l'espressione " falsi "terzisti"
Tra l'altro se concludi con "aspettando Godot" significherebbe che le motivazioni non dovrebbero MAI arrivare ( come l'attendere il senso della vita )
Non penso sia quello che tu speri, vero ?
Caro Vito, naturalmente, anche se ultimamente scrivo poco, vi leggo sempre con interesse. Ed è inutile aggiungere che condivido tutto quello che scrivi e su cui sei così ben documentato come l'interrogatorio di Misseri con partecipazione attiva della criminologa, scrittrice e "svelatrice di segreti di famiglia".
RispondiEliminaCondivido altresì la posizione di magica, le osservazioni di Mimosa, di Carla e degli altri amici innocentisti.
Per quanto riguarda i sostenitori della terza via, rispetto quelli sinceri, ma ho appena scritto che cosa penso dei falsi "terzisti".
Di nuovo tanti saluti a tutti!
Giacomo
Aspettando Goddot. Aspettando una sentenza-rivelazione che non arriverà mai!
RispondiEliminaAl massimo quello che verrà, almeno in questa fase, sarà un'AntiGoddot.
Giacomo
x Giacomo
RispondiEliminaSe x "falsi terzisti" alludi a me, ti dico subito che non credo all'estraneità delle due Misseri ai fatti che hanno portato all'omicidio di Sarah Scazzi, esattamente come tu non credi a quella di Michele Misseri. Con una differenza: io rispetto TUTTE le opinioni, tu sputi veleno su quelle che non ti piacciono, ma non solo: ci metti del tuo per renderle ancora più indigeste.
Ammiro Enrico per la sua franchezza e correttezza.
Buona serata a tutti. R
Enrico 18:39
RispondiEliminanon è forse ESATTAMENTE quello che ha detto Kiba (sostenuta da Magica, e mi ci aggiungo pure io)? che l'averne parlato è un ottimo elemento per affermarne la buona fede?
Girare e rigirare la frittata non la rende più gradita!!! G
RispondiEliminaCiao carissimo Giacomo,come al solito è un piacere risentirti,tra apparizioni televisive e libri è facile dedurre chi ci ha guadagnato su questo delitto,allungato fino all'inverosimile per i motivi che tutti hanno riconosciuto. All'anonimo cosa possiamo rispondere dopo aver scritto questo:Costruire un altarino nel garage in cui a Misseri interessa far credere che sia morta Sarah (per salvare le sue donne) serve ad avvalorare la tesi del "reo confesso pentito". Penso che se davvero Michele avesse ucciso Sarah, e proprio in quel garage, gli sarebbe mancato il coraggio di costruirlo, quell'altarino! Beh,pensi male caro anonimo,pentito? semmai è per chiederle perdono del male che gli ha fatto,non pensare su come agiscono altre persone,non tutte sono come vorresti che fossero o che agiscano,non siamo dei cloni,ma diversi in tutto nei modi di agire.Ciao.
RispondiEliminax Vito
RispondiElimina"Chiederle perdono per il male che le ha fatto" non è una forma di pentimento? Adesso nemmeno i termini usati vanno più bene?
Resto della mia idea, e che sia quella giusta o sbagliata non sarai certo tu a stabilirlo.
Saluti, R
siamo tutti abili a fare del male.. e perfino uccidere in un momento terribile che potrebbe capitarci . qualcuno si sara' fatto a volte una domanda :in che particolare momento potrei ' uccidere avendone la capacita' : con un'arma nascosta ??.difendere un figlio se preso in ostaggio .. un abuso sotto minaccia di morte . potendo difendersi in quei momenti ognuno sarebbe capace di tutto .
RispondiEliminama non capisco come mai non lo vogliono capire che sabrina non aveva avuto il tempo e la motivazione d'uccidere la cugina .
ci sono troppi indizi a suo favore , la cronologia degli eventi e tutto quello che successe dopo .
la cosima che va' negli ospedali in cerca della nipote in caso fosse stata ferita . andare dai carabinieri e commuoversi per la paura che a sarah sia successo qualcosa ., oppure che abbua fatto una marachella troppo grossa, e per questo sia in pericolo. .
se uno pensa cosi di persone normali, semplici . vuol dire che ha una serpe nel cuore . è cattiveria sua . alla larga da certi personaggi , sono capaci di danneggiarti quando meno te l'aspetti
@ CHIARA
RispondiElimina" l'averne parlato è un ottimo elemento per affermarne la buona fede"
..oppure un astuto espediente per INDURRE gli inquirenti a CREDERE alla sua buonafede ed innocenza
Con questo non voglio dire che Sabrina abbia espresso il suggerimento con questo nascosto retropensiero . Volevo solo far rimarcare come a volte la stessa affermazione possa essere interpretata in due modi diametralmente opposti
@ Magica
RispondiElimina".difendere un figlio se preso in ostaggio .. un abuso sotto minaccia di morte . potendo difendersi in quei momenti ognuno sarebbe capace di tutto"
questo sono situazioni estreme che rientrano nella legittima difesa della propria vita o di quella dei propri cari
non capisco quale attinenza abbiano questi esempi con caso in esame.
Sicuramente ho mal interpretato il tuo pensiero.
Godot
RispondiEliminacon una sola "d" please !
Enrico
RispondiElimina...ma essendo tanto furba da fare questa considerazione avrebbe considerato che gli inquirenti lo avrebbero capito e avrebbe evitato di dirlo; e allora il fatto che l'abbia detto dimostra che non è abbastanza furba da aver fatto quel calcolo; e questo torna a dimostrare la sua buona fede. Oppure si può dire che allora, se non è abbastanza furba da fare calcoli, l'ha detto - da colpevole - non capendo che la cosa l'avrebbe incriminata; e quindi ella è colpevole per il motivo esattamente opposto a quello che dicevi tu...insomma: stesse premesse per opposte conclusioni o premesse opposte per una stessa conclusione.
questo significa che l'elemento in oggetto è talmente neutro da poter essere usato a seconda dell'esito che si voglia raggiungere.
ergo, è un elemento inutile rispetto alla finalità di mettere punti fermi.
questa è la conclusione a cui mi trae la logica.
x enrico
RispondiEliminami pare che uccidere non sia una eventualita' normale .
è un momento terribile che nella vita potrebbe capitare. .
invece nel caso scazzi quell'evento è stato come una manovra logica e senza tanti turbamenti.
mentre si ammazza la cugina si fanno messaggini con faccine, sms con l'amica per andare al mare : una normalita' mentre si pensa ad una giornata gioiosa fra le onde del mare . .
non penso che sia .difficile comprendere il concetto .
x enrico
RispondiEliminasi potrebbe fare l'analisi logica ..
non vedo l'ora di vedere le motivazioni
RispondiEliminanon lo so dove potrebbero estrapolare motivazioni vincenti .
fanno pena .perchè mentono: sapendo di mentire.
infatti Magica se avevano una buona, dico buona motivazione, visto dalla pena emersa, sarebbe saltato fuori con un bel largo di anticipo.....
RispondiEliminache ne dici saranno lì che si arrovellano il cervello per cercarla?....mannaggia vuoi vedere che sta cosa gli sta rovinando l'estate!....e magari per il prossimo processo gli metteranno in conto pure questo!....ma si uno in più o uno in meno cosa cambia dopotutto ....scusate la battuta di ironia mi è inevitabile....buonanotte a tutti
Se ci fosse stato un solo, piccolissimo, ragionevole dubbio le due ASSASSINE non sarebbero state condannate all'unanimità all'ERGASTOLO. Tutto il resto, sono solo chiacchiere a beneficio dei poveri di spirito.
RispondiEliminaMai visto tanto insulso fanatismo!!! G
RispondiEliminax Magica 20 agosto 2013 21:25,00
RispondiEliminaA me sembra che la serpe nel cuore l'abbia coltivata tu nei confronti di coloro che hanno un'opinione divergente dalla tua. Probabilmente eri presente sulla scena del delitto, quel giorno, per avere l'assoluta CERTEZZA che sia stato Michele ad uccidere Sarah nel garage, mentre Sabrina SICURAMENTE non avrebbe avuto nessun motivo per uccidere l'adorata cugina. Che Cosima avesse fatto il giro degli ospedali in cerca di una Sarah ferita lo apprendo ora da te. Devo proprio dedurre che tu sappia cose "inedite"....Sì sì, probabilmente tu c'eri....meglio starti "alla larga".
R
oh...puntuali come le alghe dopo il temporale e sempre in branco come le meduse! e mai che si ricordino di portarsi dietro uno straccio di argomentazione: convinti perchè altri sono convinti...
RispondiEliminaChiara, ho solo risposto al post di Magica. Non appartengo a nessun branco. Tu, piuttosto, che necessità hai di scrivere post come il tuo ultimo che non apporta nulla all'argomento trattato se non le solite critiche gratuite, trite e ritrite, ad alcuni commentatori (solo alcuni, accuratamente selezionati)? Speravo che almeno tu ti distinguessi da un certo "branco", ma mi sbagliavo.
RispondiEliminaAu révoir. R
è evidente che sei un po' distratto, R., se ti pare che non partecipi al discorso!
RispondiEliminaAd ogni modo, se ti senti coinvolto dalla mia critica insieme agli altri anonimi non dipende da me: hai scritto altre volte e a te non ho detto nulla.
Carissimo anonimo,visto che ci fai la critica se eravamo presenti,se abbiamo visto o se siamo sicuri di chi sia stato ad uccidere Sarah,perché non li fai tu i nomi di chi era presente quel giorno e a quell'ora in via Deledda? Ti risulta che erano presenti i magistrati?,gli Avvocati?,i giudici? fammi un solo nome di chi era presente ed abbia assistito al delitto.Io non sono sicuro di nulla,al massimo posso supporre dagli indizi in mio possesso chi possa essere il presunto colpevole,poi saranno dei giudici a dover stabilire nei tre gradi di giudizio chi è colpevole e chi no,e su questo credo che non puoi dire nulla, non ti sembra la cosa più logica? se vuoi partecipare al dialogo nessuno ti vieta nulla sei libero come l'aria,esprimi la tua opinione liberamente,senza bisogno di ribattere a tizio e a caio,imposta una discussione valida e che porti a capire qualcosa su quello che hai visto,sentito o letto,ok,ciao e buona giornata.
RispondiEliminaciao vito.
RispondiEliminal'anonimo è il solito doppiogiochista assiduo del forum che posta da anonimo negli internet_point e dire quello che varamente pensa .
siccome prati localizza gli IP dei computer.
agisce con un nik anonimo .
l'abbiamo capito dai suoi interventi dice e poi nega .. sempre nello stesso commento .
in poche parole un furbacchione .
per RRRRR.
RispondiEliminanon ti era mai giunta la notizia che la zia della nipotina si fosse preoccupata anche di andare in cerca nei punti possibili ?
lo fanno sempre chi si preoccupa di uno scomparso . almeno con telefonate ..
sentendo tante malignita' dai colpevolisti irriducibili . che non vogliono vedere dove ci stanno le incongruenze .. scorgo in loro delle serpi velenose .
a proposito di ricerche...non riesco a ricordare quale fu il percorso seguito dai cani molecolari per individuare i movimenti fatti da Sarah quel pomeriggio
RispondiEliminaQualcuno di voi ha notizie al riguardo ?
R.
RispondiEliminaChi è costui? Una lettera dell'alfabeto che viene dopo la Q e prima della S. Come si fa a prendere in considerazione uno che non ha mai argomentato niente?
Giacomo
Come si fa a prendere in considerazione chi "crede" di argomentare, dando per SCONTATA la colpevolezza di Misseri (senza spiegare dove, come, perché e quando avrebbe ucciso una ragazzina), mostrando astio e livore verso coloro che non condividono la sua CERTEZZA?
RispondiEliminaE questo sarebbe un rispettoso ARGOMENTARE?
Complimenti, Giacomo! (nome vero o fittizio?).
ABC (così va meglio ?).
x Giacomo
RispondiEliminatu che hai letto tutti gli atti ufficiali ed hai seguito più di me le fasi della vicenda , ti ricordi qual è stato il percorso che avevano individuato i cani molecolari ?
anonimo- stai scherzando?
RispondiElimina,
se nessuno in quei momenti tragici era nel garage .con misseri lo puo' spiegare solo lui come successe .
roba da matti ..
hai finito di fare la conserva di pomodoro?
Magica
RispondiEliminaBeh, vedo che i GRANDI "ARGOMENTATORI" preferiscono perdersi in sciocchezzuole invece di impegnarsi a dare una risposta ad Enrico sui cani molecolari.
Vado, la conserva di pomodoro mi attende. Buone argomentazioni.
Dei cani, Enrico, nessuno ne ha mai parlato. Sono certo che giorni dopo, non subito visto che si pensava ad un allontanamento volontario, sono entrati in campo, ma notizie non ne sono proprio uscite (neppure a processo). Comunque cliccando sul link sottostante potrai conoscere le notizie uscite nei primi giorni e le impressioni dei media.
RispondiEliminahttp://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?idSezione=8011
Massimo
Buonasera a tutti,
RispondiEliminaintanto ricambio i saluti di Pino ed Enrico, che stimo e che seguo sempre con interesse , e poi vorrei rispondere a Vito,(con ritardo e me ne scuso) il quale in un suo post dice:
1 consiglia (GALOPPA) di non dire che l'aveva violentata
2 consiglia di imbottirlo di medicinali
3 consiglia di accusare la figlia dicendo che si era trattato di un incidente in garage
4 consigliano (Galoppa e Bruzzone)di non aver più alcun dialogo con i parenti prima dell'incidente probatorio,
5 consigliano di mettere una barriera umana per non far vedere la figlia,non si sa mai l'avrebbe aggredito,
6 i PM consigliano al prof Strada che non c'era più bisogno di ulteriori accertamenti visto che l'assassino era certamente Michele Misseri.
7 durante l'interruzione di circa un'ora gli consigliano di accusare la figlia,la stessa cosa si ripete durante l'incidente probatorio,altra interruzione di un'ora e dopo cambia tutto su consiglio del suo Avvocato e della criminologa
Ora ti chiedo, a parte le dichiarazioni di Misseri, in quali atti hai letto queste cose che elenchi come fatti riscontrati?
Io ascolto sempre la controparte prima di emettere dei pareri e per questo ho letto le dichiarazioni di Galoppa e Bruzzone al riguardo, e la loro versione è credibile nella stessa misura in cui è credibile quella del Misseri.
Un saluto a tutti
Sira
Massimo
RispondiEliminagrazie per l'attenzione.
L'articolo che mi hai segnalato lo avevo letto
Credevo fosse dovuto ad un mio mancato approfondimento , il fatto che non fossero stati utilizzati i cani molecolari nel corso delle ricerche
Tutti i familiari avevano categoricamente escluso fin dal primo istante che Sarah si fosse allontanata di sua volontà .
In ogni caso, essendo minorenne le forze dell'ordine erano tenute ad usare tutti i mezzi a disposizione , cani molecolari compresi, per ritrovarla
Mi domando perchè nessuno abbia mai richiesto che venisse utilizzato anche questo prezioso strumento di ricerca che avrebbe potuto fornire importanti informazioni
@ SIRA
la questione che hai posto mi sembra assai ragionevole e di grande buon senso
un carissimo saluto
Enrico
Cara Sira,
RispondiEliminati incollo un mio intervento del 16 luglio 2013 23:23 che risponde alle tue domande.
""Grazie all’input di Giacomo che mi ha mandata a “lavocedimanduria” e attraverso miei intuitivi percorsi sono riuscita a ritornare là dove ho trovato moltissimi documenti in pdf (pesanti ma non difficili da scaricare, o perlomeno con gran pazienza si possono aprire e leggere direttamente on line), sia verbali di udienze sia trascrizioni delle intercettazioni telefoniche e ambientali.
Ora ho appena letto il doc. “Bruzzone.parere-su-Michele-Misseri” di data 16 novembre 2011, ossia a pochi giorni dall’inc.prob. Con grandi paroloni (e su carta intestata che vien da ridere a leggere tutti i suoi titoli esibiti in colonna in intestazione e in premessa) esprime il suo “Parere psicologico forense in favore di Michele Misseri”, dove dice che «il clima di grave pressione psicologica ed emotiva sino ad oggi esercitata dalla moglie e dalla figlia Valentina ai danni del Sig. Michele Misseri, ha raggiunto in questi giorni una tale intensità da far determinare in quest’ultimo la decisione di non incontrare nessun familiare fino a venerdì 19 novembre» …
e qui la criminologa rovescia i fattori, abilmente rigirando i termini (chi vuole esercitarsi con la linguistica forense, vada a leggere il capolavoro).
E se volete capire perché costei si è premurata di produrre un tale documento in corner, basta leggere cosa nelle “Dichiarazioni spontanee” Michele racconta è successo prima e nel corso del famoso 5 novembre (purtroppo su quei fatti si imperniano le istanze di calunnia e diffamazione intentate dal duetto).
In poche semplicistiche parole, ma rivoltando la frittata, la consulente psicologica-forense fa credere che incontrare Cosima o Valentina prima dell’incidente sarebbe profondamente “negativo” per l’impatto psicologico, emotivo ed affettivo di Michele. Per gli stessi motivi, accennando a «diversi episodi del potere inibitorio e destabilizzante», raccomandava che durante l’inc.prob. tra padre e Sabrina non ci fosse nemmeno una possibilità di contatto anche «meramente visuale o uditivo». In realtà le pressioni psicologiche, emotive ed affettive le stavano esercitando il duetto, come tutti abbiamo capito da allora. Insomma, il documento del “Parere” ha giocato d’anticipo per minare la credibilità di Michele.
Vi segnalo questo dopo aver attentamente letto il verbale delle “Dichiarazioni Spontanee” di MM davanti al giudice Pompeo Carriere, il 17 ottobre 2011, dove Michele spiffera tutto quello che gli hanno fatto passare l’avvocato d’ufficio e la consulente, e dove racconta per filo e per segno come lo hanno confuso, descrivendo “il clima di grave pressione psicologica ed emotiva esercitata” ai suoi danni (NON DAI FAMIGLIARI, cara dott. ma dalla vostra coppietta), e dunque rivela come «i subdoli melliflui consiglieri» hanno provato a fare e disfare il percorso di ravvedimento.""
EC : Scusate gli anni indicati devono intendersi per il 2010
RispondiEliminanon 2011
Perchè si dovrebbe dar credito a MM quanto DIFFAMA la dr/ssa Bruzzone ed il suo avvocato difensore Galoppa, e non se ne da, invece, quando indica la figlia Sabrina quale autrice dell'assassinio?
RispondiEliminaRisposta imbarazzante, vero?
brava Mimosa , mi ricordo bene quel momento ed l'ho trovato sleale perché trovavo l'assurdo che la figlia ne veniva accusata e non potersi difendere ....è chiaro che tutta la situazione è stata indotta....ed è ovvio quando Michele ha visto che le cose non è andata come si aspettava , si è ripreso la colpa.....altro che il timore della pressioni famigliari del momento.....
RispondiEliminale pressioni era di qualcun altro che le faceva.....
purtroppo in questo processo è mancato lealtà e l'imparzialità è inutile negarlo....buonanotte
basta riascoltare l'inc prob per capire come fu indotto misseri , solo chi non ne vuol saperne della verita' non capisce tutti i retroscena .
RispondiEliminamettendogli sotto il naso documenti, video, e testimonianze .. (soprattutto gli ultimi interventi di massimo ) non comprende .
non ricordavo la testimonianza del ragazzo di erchie . che la vide l sarh nell'orario che la videro i fidanzati., ossia alle14,30 o giu' di li' .
ma quella testimonianza non conta? danno credito invece a quello che le vide passare ad un'ora convenuta dai pm ,, ma dopo alcuni mesi perchè altrimenti non si sarebbe potuto incolpare sabrina .
che stranezze .. durate l'inc prob .. non fu nominata cosima serrano .. ok? dopo mesi credono al fioraio ma allora che centra l'inc prob ?
puo' essere che siamo tonti noi? oppure sono molto tonti gli altri?
E' molto più imbarazzante la domanda, Anonimo! Le interviste di Galoppa quando ancora era difensore sono inequivocabili circa la linea difensiva che intendeva intraprendere per il suo Assistito e la perizia della Bruzzone, confrontata coi suoi interventi della prima ora (quelli in cui opinava un profilo esattamente opposto della stessa persona) completano il quadro. Poi per carità, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
RispondiEliminaappunto caro anonimo .
RispondiEliminaa indurre misseri chi furono?
E allora, anonimo, perché non si dovrebbe dar credito a Misseri, quando davanti alla Corte di Assise di Taranto, dichiara che la figlia è innocente e che E' LUI IL SOLITARIO ASSASSINO DELLA POVERA SARAH?
RispondiEliminaRisposta imbarazzantissima, vero?
Buonanotte a tutti gli amici del blog!
Giacomo
Non può essere creduto, PERCHE' LA SUA CONFESSIONE NON HA TROVATO NESSUN RISCONTRO!! Caro signor Giacomo SATUTTO.
RispondiEliminaDorma bene
Se si crede alle pressioni esercitate su di lui dagli Inquisitori per far incolpare la figlia, si deve credere alla attendibilità delle sue dichiarazioni di autoaccusa!
RispondiEliminao no?
Scusate il secondo Anonimo sono io.
RispondiEliminaInvece ha trovato tanti riscontri l'accusa di Misseri alla figlia, come quello fornito dalla Pisanò che Sabrina in quei giorni di lutto mangiava nutella!
RispondiEliminaL'anonimo pretende d'imbarazzare gli altri e non si rende conto di essere lui che dovrebbe essere imbarazzatissimo.
Giacomo
anonimo !
RispondiEliminase la confessione di misseri non ha trovato riscontro. ci sono riscontri per le imputate?
se li trovi postali ..
leggendo il post di mimosa mi chiedo.
RispondiEliminama le visite di moglie e figlia a misseri in carcere saranno state intercettate penso . allora che vengano fuori ! se esistono.
NON ESISTONO..
figurarsi se la figlia valentina induce il padre ad autoaccusarsi pensando che invece sia la sorella colpevole . pazienza la moglie : le mamme farebbero di tutto per i figli .
ma la figlia ? vedendo un padre indifeso e confuso che abbia pure la cattiveria di indurlo ad autoaccusarsi ? queste supposozioni sono figlie di persone malpensanti .
Carissima Sira già in parte ti ha risposto l'amica Mimosa,se poi vai indietro negli articoli di Massimo troverai dei video che ti daranno la conferma di quello che ti ho elencato,per altre cose ti garantisco che è tutto nei verbali e dichiarazioni varie,in formato pdf sul giornale "la voce di Manduria".Per settimane intere ho fatto le tre di notte per arrivare a leggerli e capirci qualcosa,e ti garantisco che tanti verbali li ho riletti diverse volte pur di trovare qualche spunto interessante.Se poi hai ancora dei dubbi,fai una semplice operazione,manda una e- mail all'amico Massimo ,ti confermerà in toto tutto quello che ho elencato Ciao cara amica e buona notte.
RispondiEliminaIo invece insisto con i cani molecolari
RispondiEliminaNel caso Rea intervennero immediatamente. Lo stesso è successo per la scomparsa di Yara Gambirasio.
Qui invece sembrerebbe che nessuno ne abbia sollecitato l’impiego e quindi non si è mai saputo se siano stati utilizzati oppure, nel caso lo fossero stati , non se ne sono mai conosciuti gli esiti perché, a quanto pare, non sarebbero mai stati resi noti. Strano, non vi pare ?
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Ps :: il MM ha rilasciato ben 7 versioni differenti.
http://www.studenti.it/foto/news/sarah-scazzi/sara-scazzi-2.php
Qualcuno dovrebbe dimostrare con argomentazioni inoppugnabili e oggettive ( e non sulla base di personali soggettive valutazioni) come possa essere ritenuto attendibile un tizio che dice di tutto ed il contrario di tutto in relazione a fatti gravissimi avvenuti in circostanze tanto drammatiche
La Pisanò è una pettegola, non una bugiarda, ma per l'enorme dolore si può anche mangiare nutella in quei giorni di lutto, come comparire in meschini servizi televisivi, vedi anche il fratello di Sarah, Claudio, con la differenza che quest'ultimo è un pirla.
RispondiEliminaI cani molecolari non servono a niente.
RispondiEliminaAl mio cane se gli dai un picnic friskies non capisce più nulla, infatti sono tentato da imbottirmi di Malox e mangiarne uno anch'io per capire cosa ci mettono.
Prima di andarmene alcune considerazioni.
RispondiEliminaCaro Enrico, Sarah percorreva quei 500 metri ogni giorno, li aveva percorsi quattro volte, fra andata e ritorno, anche la mattina (l'ultima dopo la mezza), quindi i cani, anche nel caso fosse salita in un'auto, avrebbero comunque portato a casa Misseri.
Per quanto riguarda le accuse del Misseri, nel blog ci sono due articoli con video (sono di aprile e inizio maggio 2011, a una quarantina di giorni dalla ricusazione del suo avvocato). La logica diceva già allora che qualcosa di strano s'era verificato. Ecco i link:
http://albatros-volandocontrovento.blogspot.it/2011/04/sarah-scazzi-il-veggente-e-il.html
http://albatros-volandocontrovento.blogspot.it/2011/05/sarah-scazzi-le-intimidazioni-e-le.html
No, Massimo
RispondiEliminaSarah non andava MAI nel garage. SE quel giorno vi fosse scesa i cani avrebbero individuato lì la sua presenza ( sempre che i cani funzionino , cosa di cui "l'anonimo" dubita e, chissà, forse non ha tutti i torti..)
In ogni caso, perchè non se ne è mai saputo niennte ?
Per quanto riguarda i filmati da te pubblicati l'interpretazione che ne fai è soggettiva .
Può essere VERO quello che tu "leggi" dietro le dichiarazioni di Galoppa così come può essere del tutto ARBITRARIO quello che invece tu ricavi dalle parole del legale.
In ogni caso uno ( Misseri) che assiste all'interrogatorio della propria figlia ( che SA essere sul banco degli imputati a causa delle sue "esternazioni") masticando gomma americana con atteggiamento indifferente non mi da certamente l'impressione di una persona particolarmente affranta e distrutta dagli eventi che , al contrario, lo vedrebbero colpevole.
Poi, per carità, ognuno ha le proprie idee ed io rispetto le tue pur non condividendole affatto
Enrico
RispondiEliminanon è vero che Sarah non andava MAI nel garage: vi andava quando c'era da chiamare lo zio e, in quei giorni in particolare, vi andava sovente con Sabrina per portare cibo alla gatta e visitarne i cuccioli appena nati; gli stessi investigatori rispetto alla confessione della prima ora ed anche all'accusa dell'inc. prob. dissero che la presenza dei gattini poteva essere stato il motivo per cui Sarah vi si recò o l'esca tramite la quale vi fu attirata dalla cugina; essendo questa versione rimasta in piedi per diverso tempo credo si possa affermare con relativa certezza che la circostanza venne verificata; se non erro, delle visite ai gattini in garage parlò anche Mariangela che era al corrente del fatto.
Sulla tua seconda osservazione dimmi tu se l'atteggiamento di M. è coerente con la premessa del DOLOROSO percorso di ravvedimento del padre che, vincendo una lotta interiore tra la "promessa fatta alla famiglia" e "ciò che è giusto" si decide alfine di accusare la figlia! A me pare piuttosto l'atteggiamento di uno che non comprende le conseguenze - e che quindi tanto presente non è - oppure di uno convinto che gli altri si agitino per nulla, in quanto gli hanno assicurato che la cosa si risolverà poco più che a tarallucci e vino. E' abbastanza evidente che l'atteggiamento così smaccatamente indifferente sia del tutto incompatibile con una primitiva autoaccusa fasulla dettata dall'amore e il desiderio di protezione verso la figlia: se così fosse stato non sarebbe cambiato da padre amorevole a indifferente "boia" da un giorno all'altro: sarebbe stato distrutto dalla lacerante decisione presa, sia pure convinto della sua "giustizia", ti pare?? quell'atteggiamento è indice o che sia una persona fredda e spietata - e allora non è la stessa che in lacrime copriva la figlia per senso paterno - o era imbottito di psicofarmaci antidepressivi/ansiolitici che anastetizzano e appiattiscono gli stati d'animo forti.
X ENRICO e MASSIMO
RispondiEliminaInfatti, neanche quel 26 agosto Sarah scese in quel garage.
Il cane randagio che sempre l'accompagnava su quel percorso, si fermò presso il cancelletto di accesso alla villa, e vi restò per l'intera giornata, in attesa della sua giovane, unica amica, che le elargiva carezze e qualche atteso bocconcino.
Se fossero stati utilizzati i normali cani di ricerca, gli stessi si sarebbero fermati anch'essi al cancelletto. 1°, perchè Sarah era solita fare, ogni giorno, quel percorso, e da quell'ingresso entrava in casa Misseri, quindi nulla di nuovo. 2° Nello stesso tempo, lo stesso risultato, avrebbe irrevocabilmente segnalato, anche e soprattutto, che la ragazza NON VARCO' MAI IL PORTONE DEL GARAGE, bensì quel maledetto cancelletto che non la vide più riattraversarlo.
Da qualsiasi parte si voglia girare la calza, il suo tessuto resta identico.
Quindi, caro Massimo, nonostante il mio apprezzamento per le tue valutazioni, in genere, questa volta devo condividere pienamente le deduzioni di Enrico, riguardo al discorso cani
Mi riservo, ad ogni modo, di tornare a commentare solo dopo la pubblicazione delle tanto attese "motivazioni"
Ciao e buon fine settimana, Pino
p.s. E. non leggi mai la posta?
p.s. Per visitare i gattini, giù in garage, veniva utilizzata la porta intercomunicante con l'appartamento, evitando il giro esterno attorno alla villetta. P.
RispondiEliminaPino
RispondiEliminae questo chi te l'ha detto scusa?? per vedere i gatti spostavan fusti d'olio e armeggiavano di cacciavite per non fare il giro da fuori? ti ricordo che questo è ciò che era necessario fare per usare la porta interna secondo gli accertamenti dei r.i.s.! E allora, se puoi pensare che l'abbiano fatto per non gironzolare sul marciapiede con un cadavere, mi pare davvero assurdo pensare che lo facessero per andare a vedere i gatti, ti pare??
Ma soprattutto non capisco, Pino ed Enrico: siete o non siete gli stessi che criticano, giustamente, le tante certezze spese a vanvera su questo caso? E poi vi avventurat econ pari sicumera in affermazioni errate (quella di Enrico) o del tutto apodittiche (quella di Pino), entrambe smentite da atti d'indagine?? dov'è la coerenza?
RispondiEliminaCondivido i post di Enrico e Pino. Sarah non entrava mai in quel garage, e questo lo affermò la stessa Sabrina e lo confermò la zia Emma (e altri testimoni). L'immagine di Saetta che, triste, stazionava davanti al cancello della villetta nella vana attesa di Sarah, la considero una chiara testimonianza dell'arrivo della ragazza in casa Misseri. Testimonianza che nessuno potrà mai smentire. R
RispondiElimina@ CHIARA
RispondiEliminaio non ho espresso "certezze" Ho solo segnalato quello che mi risultava a proposito delle abitudini di Sarah la quale - a detta di tutti - non entrava mai nel garage ( almeno dall'accesso sulla strada)
Tu ed altri dite che mi sbaglio ?
Beh, ne prendo atto ma non sono così sicuro delle vostre obiezioni come al contrario lo siete voi .
Sul fatto che Sarah potesse o no entrare in garage e che i cani avrebbero potuto verificare, non mi esprimo Enrico e scrivo solo quanto mi dice un mio amico di Cesena che col suo cane molecolare in pochi giorni ha ritrovato diversi uomini e donne spariti in zona (quasi tutti morti purtroppo): l'aria sposta le tracce olfattive anche di metri. In base a questo poco ci voleva che i molecolari ad Avetrana arrivassero anche alla porta del garage.
RispondiEliminaPer quanto riguarda invece l'interrogatorio fatto in garage, parlo per esperienza. Io negli anni '90 sono stato interrogato diverse volte, anche dai pm (la finanza di Padova mi tenne in una caserma addirittura per nove ore), e mai il mio avvocato ha abbracciato la causa dell'accusa intimidendomi. Mai il mio avvocato si è comportato come quello del Misseri che, chiamato in causa dal Pm, cercava di far dire al contadino quanto i Pm volevano dicesse (dicci chi ti ha aiutato, dicevano i procuratori in garage... ti accuseranno di violenza sessuale... sarà una vita d'inferno Miché, rincarava il legale). Il mio avvocato, come tutti gli avvocati che difendono i loro assistiti, quando mi vedeva in difficoltà mi consigliava di tacere, non di inserire altre persone (anche perché si rischia l'associazione a delinquere).
Usualmente prima di ogni interrogatorio l'imputato e il suo legale si accordano per seguire una linea... non ho mai visto un difensore che segue la linea tracciata da chi accusa (ricordiamoci che il Galoppa l'aveva chiamato il Pm Argentino all'una di notte, dopo aver detto al Misseri, in auto mentre si recavano al pozzo, che se voleva lui conosceva un bravo legale).
Per quanto attiene le veggenze: nell'intervista rilasciata a Telerama l'otto ottobre (Misseri confessò la notte del sei e l'interrogatorio riprese il sette alle undici di mattina), è singolare che non avendo ancora letto il verbale stilato dal pomeriggio al suo arrivo (manco sapeva della sim) che non essendo ancora rimasto solo con l'imputato per qualche ora, abbia anticipato le mosse successive del contadino (la verità gli renderà giustizia... la verità è ancora lontana a venire... non escludo colpi di scena... e così via). E' singolare anche che le stesse mosse successive le anticipasse ogni volta che andava in televisione (quando al contadino non era permesso di vederla)... la ritrattazione del vilipendio è solo una delle tante.
Per finire: è singolare che il giornalista che ad inizio febbraio parlava di montagne di intercettazioni, sapesse dell'orticello da coltivare dai frati (e i media questa notizia la riportarono tutti), luogo in cui il Misseri doveva, in base a promesse che né io né la procura né il direttore del carcere gli ha mai fatto, andare a svernare dopo il percorso di ravvedimento... chiamato così non dai giornalisti ma dal suo legale.
Eppure, in base alle testimonianze uscite a processo (ma ce ne sono altre di carcerati che non son stati inseriti fra i testimoni), il Misseri a tutti quelli con cui parlava ribadiva la sua prima confessione... lui era colpevole e la figlia non c'entrava nulla. Oltre a questo, pare ci sia anche una guardia carceraria che ha notato la scenetta del cavalluccio. Le guardie carcerarie hanno l'obbligo di fare verifiche, quindi di guardare a fasi alterne se nella sala colloqui tutto è a posto (sia mai che il carcerato stia aggredendo il suo legale).
Per finire: la mia analisi è di due anni e mezzo fa (quando ancora non si era alzata così tanta polvere sull'operato di chi lo doveva difendere) e già allora la logica mi portava ad una sola conclusione... è soggettiva? Può essere visto che è mia.
Se tu hai un'altra prospettiva in cui farmi inquadrare gli avvenimenti segnalati nell'articolo fammela sapere... ciao, Massimo
buongiorno
RispondiEliminaho l'impressione che si stiano facendo deduzioni che non collimano con con i rusultati delle indagini ..
che furbotta sabrina . perchè disse che la cugina non scendeva mai in garage? avrebbe potuto dire invece che sarh scendeva spesso .
tutte notizie che vengono sorvolate , non danno mai una pulce nell'orecchio per pensare che la logica sia anadata a farsi benedire ?
non capisco queste ambiguita' . si fanno ragionamenti senza..mettere tutto assieme . risultati delle indagini., cronologie ,inc prob . tutto quello emerso in 3 anni . per fare un ragioanmento logico.
Enrico: "Sarah non entrava MAI nel garage" è una certezza se il lessico non è un'opinione. Quanto ai "tutti" che l'affermano ti chiedo CHI? dammi i nomi e dove/quando l'hanno detto, perchè a me risulta che l'abbia detto Buccoliero poichè Michele ritrattò questa affermazione.
RispondiEliminaViceversa ho ritrovato un resoconto delle deposizioni a processo e risulta che tra pag. 309 e 311 della propria, Pisello dichiarò di avere saputo, chiacchierando con Sabrina PRIMA della scomparsa di Sarah, che ella e la cugina si recavano in garage. Ora i link ai verbali non sono più attivi ma se qualcuno avesse conservato i pdf sarei grata di una verifica.
Verifica che ovviamente non interesserà che a pochi, non per nulla Pisello è incriminato di falsa testimonianza no? è così facile non consentire che alcun elemento favorevole alle imputate si sedimenti in certezza almeno processuale: basta incriminare il testimone che osa proferirlo.
x l'anonimo RRR
RispondiEliminasiccome il cane era fuori casa misseri , vuol dire che sarah era entrata in casa? tralasciando tutte le notizie che sarh non suonava mai il campanello in quelle ore per non disturbare ..lo afferma pure claudio :il fratello di sarh. infine c'erano da aspettare dei minuti a sabrina sarebbe scesa...
non è che misseri abbia fatto spostare il cane perchè stava caricando qualcosa da portare in campagna? ?
infatti se la macchina stava infilata nel garage . il cane doveva spostarsi .. .
ma eri in via deledda per vedere le mosse del cane?..
un testimone attendibile.. . mah ..
ci mancavano pure le testimonianze di saetta .per rendere plausibile l'uccisione in casa .
RispondiEliminasi adagiano su tutte le sciocchezze possibili .
Magica, non sottovalutare i cani dai quali, gli umani, avrebbero solo da imparare. Saetta stazionò per ore, anzi giorni, davanti a quel cancello, e chi conosce bene il comportamento di questi fedeli quattrozampe non ha bisogno di chiedersi il perché.
RispondiEliminaMi permetto di dirti che l'unica parte chiara del tuo post sono le tre ERRE ben evidenziate (why?).
R
I PM con Galoppa sono bravissimi investigatori, hanno fatto bene a non credere fin da subito a Michele, altro che veggenti.
RispondiEliminabuongiorno a tutti,
RispondiEliminax R , proprio per l'appunto che si dica ,che Sabrina e zia Emma abbiano detto che Sarah non scendeva nel garage , è un motivo in più per pensare estraneità sul coinvolgimento di Sabrina nel delitto, visto che si accusa che le donne misseri hanno voluto addossare la colpa su Michele!....
la logica vuole che avrebbe dovuto dire il contrario per avvalorare la colpa.....poi all'inizio al primo impatto Sabrina era dubbiosa ,incredula contestava quel che si diceva nei giornali nei confronti di suo padre.... poi purtroppo all'evidenza ha dovuto incassare.....
ps. e c'ha rimesso lei Sabrina in modo molto grave, pensandola che è innocente è una lesione che non si rimargina più e non c'è denaro che possa appagare....basta andare domandare a chi è stato in carcere ingiustamente ....
RispondiElimina@Carla
RispondiEliminaSabrina, in collegamento televisivo insieme con Valentina, disse che Sarah non sarebbe MAI scesa da sola nel garage perché non lo aveva mai fatto. Questa affermazione fu fatta a poche ore dall'arresto del padre (e ribadita in altre interviste), per cui non c'era nessun bisogno di "avvalorare", anzi! Solo in seguito le avrebbe fatto comodo "avvalorare", ma in questo caso avrebbe dovuto rimangiarsi delle affermazioni spese con tanta certezza e ascoltate da un'intera nazione.
Come vedi, Carla, abbiamo due modi diversi di interpretazione. Ciao, R