Articolo di Gilberto M.
Premessa: prima di iniziare l'articolo voglio precisare che in alcun modo si deve dare per scontato che quanto cercherò di illustrare sia la realtà. Il mio è un dubbio che mi pare giusto sollevare perché non siamo in presenza di perizie psichiatrice, perché da sempre si da per certo che il signor Misseri sia nel pieno delle sue facoltà mentali. Sia chiaro che non ho alcun tipo di interesse nel caso in questione e non voglio influenzare le idee altrui. Parlo di dubbi quindi, non di verità (vorrei non essere frainteso su questo punto), dubbi che sono nati perché dai video, dalle interviste e dagli stralci di interrogatorio pubblicati su internet, ho avuto l’impressione che il signor Misseri, primo protagonista del giallo di Avetrana, possa soffrire di una patologia quale la Sindrome da stress postraumatico, o amnesia dissociativa, o PTSD (Post Traumatic Stress Desorder). Nei suoi ricordi, infatti, non è difficile rilevare analogie coi casi di amnesie dissociative riportati nella letteratura sull’argomento. Detto questo inizio ad esporre i miei dubbi.
La sindrome PTSD si sviluppa dopo esperienze psichiche traumatiche ed è stata inizialmente codificata negli USA come conseguenza degli eventi bellici. E’ stata poi estesa anche agli eventi fortemente traumatici e può riguardare sia chi subisce l’evento sia chi dell'evento è testimone, trovandosi così coinvolto indirettamente nell’evento stesso. Chi soffre di PTSD non vuole ricordare l’evento o lo nasconde, oppure lo elabora e lo deforma in maniera abnorme. Si hanno illusioni di memoria (false memorie), con deformazione di engrammi che portano alla percezione di ricordi incompleti e distorti. Il paziente maschera il deficit mnestico con falsi ricordi (la confabulazione si caratterizza come una produzione verbale in cui il paziente inventa le cose perché non le ricorda, incoraggiato e suggestionato da un’indagine insistente sulla sua memoria). L’amnesia affettiva (sindrome da stress postraumatico) determina la distorsione e la perdita dei normali nessi associativi (si riscontrano quindi incongruenza ideativa, dissociazione tra idee e risonanza emotiva, oltre a un distanziamento somatico in cui gli eventi drammatici possono essere riferiti con assoluta mancanza di partecipazione emotiva), altri sintomi sono il disturbo del sonno, i disturbi intestinali, il pianto frequente, lo stordimento e la confusione: numbing (analgesia emotiva, paralisi emozionale) e hiperarousal (ipereccitabilità). La gamma delle risposte ad un evento traumatico è comunque soggettiva/individuale ed in stati di coscienza alterati. La vittima di un trauma spesso per fronteggiare l’evento utilizza meccanismi quali la dissociazione dei sentimenti o l’amnesia. Si possono individuare sindromi amnesiche relative all’evento traumatico che possono essere parziali o complete. Alcuni comportamenti (ad esempio la narrazione attraverso modalità metaverbali incompatibili con i contenuti: vedi un sorriso e/o un pianto dissonanti) potrebbero essere frutto di un trauma emotivo. (Per chi vuol saperne di più)
Il signor Misseri, dunque, sempre rientrasse in questa ipotesi di patologia, potrebbe non aver mentito (non volutamente almeno), ed aver semplicemente tentato di reintegrarsi dalla fuga dissociativa. Taluni suoi comportamenti anaffettivi (di ottundimento e intorpidimento degli echi emozionali, in una sorta di appiattimento emotivo, l’incapacità di richiamare alla mente importanti aspetti dell’evento traumatizzante, la ridotta affettività) starebbero a dimostrare che si trova in uno stato dissociato (PTSD) nel quale compaiono immagini intrusive (flashback).
Constatato cosa significhi soffrire di PTDS e quali ne siano i sintomi, passiamo a rapportarla a quanto accaduto ed alla persona in particolare.
Come si sa il processo che si sta svolgendo a Taranto è indiziario. Questo sta a significare che non vi è vera prova di nulla, che si sommeranno gli indizi ed i giudici, dopo averli valutati, decideranno secondo letteratura giudiziaria e propri convincimenti. Non vi sono attualmente, quindi, elementi probanti che possano dar per certo un omicidio avvenuto all'interno della casa o del garage dei Misseri (il solo fatto che il cellulare della piccola Sarah sia passato dalla modatità UMTS a GSM non significa nulla dato che lo stesso risultato lo si potrebbe ottenere verificando la modalità di "copertura" in altri scantinati o luoghi della zona). Oltre a ciò non sembra esistere al momento riscontro certo neppure del fatto che l’auto del Misseri abbia trasportato il cadavere (esiste solo l’evidenza che lui stesso fa ritrovare il corpo assieme ad alcuni oggetti appartenuti alla vittima). Pertanto non esiste neppure certezza che la ragazzina abbia mai raggiunto la casa di via Deledda. L'unica certezza riguarda il contenuto del suo stomaco, nel quale non si sono trovati resti rilevanti di cibo nonostante ci siano testimonianze che fanno risalire il pranzo, pur se frugale, ad un orario attorno alle 13,30. Questo particolare potrebbe far risultare assolutamente improbabile che il delitto sia avvenuto prima delle 16.00 (forse anche più tardi). Se si accetta questa conclusione, avendo la certezza che la figlia del Misseri ha allertato la madre della cugina prima delle 15.00, ci troviamo a poter considerare anche il fatto che nessuno della famiglia ora a processo possa essere coinvolto nel delitto. E che, se affetto da PTDS, lo stesso Michele Misseri non sia colpevole neppure dell’occultamento del cadavere. Il fatto che abbia fatto ritrovare il corpo può aver indotto alla conclusione ingannevole che sia stato proprio lui ad occultarlo, che sia stato lui anche ad uccidere, e non che sia stato semplicemente testimone di un evento drammatico che ha prodotto nella sua mente una profonda alterazione emotiva in un processo di amnesia post-traumatica e di falsi ricordi.
La sindrome PTSD si sviluppa dopo esperienze psichiche traumatiche ed è stata inizialmente codificata negli USA come conseguenza degli eventi bellici. E’ stata poi estesa anche agli eventi fortemente traumatici e può riguardare sia chi subisce l’evento sia chi dell'evento è testimone, trovandosi così coinvolto indirettamente nell’evento stesso. Chi soffre di PTSD non vuole ricordare l’evento o lo nasconde, oppure lo elabora e lo deforma in maniera abnorme. Si hanno illusioni di memoria (false memorie), con deformazione di engrammi che portano alla percezione di ricordi incompleti e distorti. Il paziente maschera il deficit mnestico con falsi ricordi (la confabulazione si caratterizza come una produzione verbale in cui il paziente inventa le cose perché non le ricorda, incoraggiato e suggestionato da un’indagine insistente sulla sua memoria). L’amnesia affettiva (sindrome da stress postraumatico) determina la distorsione e la perdita dei normali nessi associativi (si riscontrano quindi incongruenza ideativa, dissociazione tra idee e risonanza emotiva, oltre a un distanziamento somatico in cui gli eventi drammatici possono essere riferiti con assoluta mancanza di partecipazione emotiva), altri sintomi sono il disturbo del sonno, i disturbi intestinali, il pianto frequente, lo stordimento e la confusione: numbing (analgesia emotiva, paralisi emozionale) e hiperarousal (ipereccitabilità). La gamma delle risposte ad un evento traumatico è comunque soggettiva/individuale ed in stati di coscienza alterati. La vittima di un trauma spesso per fronteggiare l’evento utilizza meccanismi quali la dissociazione dei sentimenti o l’amnesia. Si possono individuare sindromi amnesiche relative all’evento traumatico che possono essere parziali o complete. Alcuni comportamenti (ad esempio la narrazione attraverso modalità metaverbali incompatibili con i contenuti: vedi un sorriso e/o un pianto dissonanti) potrebbero essere frutto di un trauma emotivo. (Per chi vuol saperne di più)
Il signor Misseri, dunque, sempre rientrasse in questa ipotesi di patologia, potrebbe non aver mentito (non volutamente almeno), ed aver semplicemente tentato di reintegrarsi dalla fuga dissociativa. Taluni suoi comportamenti anaffettivi (di ottundimento e intorpidimento degli echi emozionali, in una sorta di appiattimento emotivo, l’incapacità di richiamare alla mente importanti aspetti dell’evento traumatizzante, la ridotta affettività) starebbero a dimostrare che si trova in uno stato dissociato (PTSD) nel quale compaiono immagini intrusive (flashback).
Constatato cosa significhi soffrire di PTDS e quali ne siano i sintomi, passiamo a rapportarla a quanto accaduto ed alla persona in particolare.
Come si sa il processo che si sta svolgendo a Taranto è indiziario. Questo sta a significare che non vi è vera prova di nulla, che si sommeranno gli indizi ed i giudici, dopo averli valutati, decideranno secondo letteratura giudiziaria e propri convincimenti. Non vi sono attualmente, quindi, elementi probanti che possano dar per certo un omicidio avvenuto all'interno della casa o del garage dei Misseri (il solo fatto che il cellulare della piccola Sarah sia passato dalla modatità UMTS a GSM non significa nulla dato che lo stesso risultato lo si potrebbe ottenere verificando la modalità di "copertura" in altri scantinati o luoghi della zona). Oltre a ciò non sembra esistere al momento riscontro certo neppure del fatto che l’auto del Misseri abbia trasportato il cadavere (esiste solo l’evidenza che lui stesso fa ritrovare il corpo assieme ad alcuni oggetti appartenuti alla vittima). Pertanto non esiste neppure certezza che la ragazzina abbia mai raggiunto la casa di via Deledda. L'unica certezza riguarda il contenuto del suo stomaco, nel quale non si sono trovati resti rilevanti di cibo nonostante ci siano testimonianze che fanno risalire il pranzo, pur se frugale, ad un orario attorno alle 13,30. Questo particolare potrebbe far risultare assolutamente improbabile che il delitto sia avvenuto prima delle 16.00 (forse anche più tardi). Se si accetta questa conclusione, avendo la certezza che la figlia del Misseri ha allertato la madre della cugina prima delle 15.00, ci troviamo a poter considerare anche il fatto che nessuno della famiglia ora a processo possa essere coinvolto nel delitto. E che, se affetto da PTDS, lo stesso Michele Misseri non sia colpevole neppure dell’occultamento del cadavere. Il fatto che abbia fatto ritrovare il corpo può aver indotto alla conclusione ingannevole che sia stato proprio lui ad occultarlo, che sia stato lui anche ad uccidere, e non che sia stato semplicemente testimone di un evento drammatico che ha prodotto nella sua mente una profonda alterazione emotiva in un processo di amnesia post-traumatica e di falsi ricordi.
In base a quanto sopra scritto si possono costruire ipotesi diverse:
- Michele Misseri assiste non visto al delitto, probabilmente nei dintorni del luogo dell’occultamento, o assiste, non visto, semplicemente all’occultamento del cadavere nel pozzo (o entrambe le cose e non necessariamente nel giorno della scomparsa della ragazza).
- Michele Misseri conosce gli esecutori e la scena ha su di lui un impatto violento e paralizzante, sia per la (o le) persone coinvolte, sia per quanto vede. L’evento provoca in lui un trauma (amnesia affettiva) che induce una rimozione di quanto ha visto. Entra in uno stato di sofferenza, di disorientamento e di confusione (risposta finalizzata a rimediare al sentimento di impotenza e di dolore). La sua mente cerca di rimuovere ma i ricordi nel corso delle settimane riaffiorano a spezzoni, come in un film, e lui cerca di integrarli con le informazioni che gli giungono dall’ambiente (i paesani, i familiari ed i mass media).
- Michele Misseri fa ritrovare gli oggetti (che ha recuperato in quanto testimone non visto) per essere aiutato inconsapevolmente a ricordare ed a colmare i vuoti dissociativi.
Passiamo ora a verificare le sue parole. Il racconto che lo stesso fa nel corso dell’incidente probatorio del 19 novembre, sembra svilupparsi in una dimensione onirica e non reale. L’ambientazione del garage-cantina rimanda all’inconscio, a una specus dove prevalgono i nessi metaforici e rappresentativi. Ambienta la scena nel luogo a lui più familiare, ma la narrazione non ha il carattere di drammaticità di un evento reale, appare congrua rispetto a un mondo fantasmatico, non ha corpo né spessore e non c’è nessun elemento di drammaticità di fronte ad un evento che dovrebbe risultare sconvolgente per chiunque. Le descrizioni - attestazioni - rimandano sempre a una dimensione visiva in cui l’occhio dell'uomo è una fotocamera anaffettiva, sembra più uno scandaglio onirico che uno sguardo di fronte a una scena drammaticamente reale.
Quanto sopra fa nascere dubbi e domande. I ricordi sono riferiti a fatti avvenuti in tempi e luoghi diversi e poi assemblati ed incollati secondo un pattern spazio-temporale unitario? Sono costruiti in parte su eventi reali ed in parte su fantasie e sogni rielaborati anche in base a quanto ha sentito dai mass-media? I cambiamenti di versione risultano come tentativi di recuperare la memoria nella suggestione di quanto sente e di quanto vede? Le accuse che Misseri muove alla figlia (ed a se stesso) sono rielaborazioni di quanto ha sentito o percepito, consciamente o inconsciamente, dai mezzi di informazione? Sono semplicemente il tentativo di recuperare il buco nero della sua memoria? Il tentativo di integrare e di richiamare alla memoria il ricordo dell’evento traumatico in una mescolanza di vissuti reali e non, di veri ricordi e di falsi ricordi, nella confusione che si crea tra fantasia e realtà? L’insistenza sulla violenza sessuale, poi ritrattata, è erroneamente riferita a se stesso nel tentativo di tener fermo un contenuto mnestico “reale”, qualcosa che ha visto e che non riesce a ricordare, o è semplicemente una autosuggestione?
Va da sé che se dalle domande di cui sopra scaturisse qualche sì, la famiglia Misseri sarebbe completamente estranea al delitto e lo stesso Michele Misseri sarebbe estraneo anche all’occultamento del cadavere. Tutte le inferenze che sono state prodotte dai mezzi di informazione, in tal caso, si reggerebbero solo su quanto Misseri ha detto nel suo tentativo di ‘reintegrarsi’ da un trauma emotivo. È da notare che nelle "false confessioni interiorizzate" il testimone riporta dettagli inventati che lo coinvolgono nel reato, ma senza che vi sia l’intenzione di mentire (il soggetto crede realmente di essere colpevole del reato – la mente talvolta crea quello che non esiste). Il signor Misseri di fatto ha continuamente modificato la sua narrazione, togliendo e aggiungendo particolari, modificandone il senso. In questa ottica il caso di Avetrana presenta anche dei risvolti sociologici, al di là del fatto che stiamo parlando dell'omicidio di una ragazzina e, forse, della detenzione di persone innocenti.
Il personaggio "Misseri" (quello virtualmente creato dai mass media) presenta alcune analogie con il personaggio del film Being There (Oltre il giardino). Film diretto da Hal Ashby con l’interpretazione magistrale di Peter Sellers nelle vesti di Chance Giardiniere, un uomo semplice a cui interessa solo il suo lavoro e guardare la televisione, che sa esprimere solo concetti che riguardano il giardinaggio. Nel caso di Chance le risposte che dà all’interlocutore vengono interpretate come frutto del suo senso dell’umorismo in una commedia degli equivoci; nel caso del signor Misseri, le sue risposte, invariabilmente, vengono decifrate come più o meno sofisticati strumenti di depistaggio e di insensibilità di fronte all’efferato delitto (ma potrebbe trattarsi soltanto di paramnesie e anaffettività post-traumatica). Nel caso di Chance Giardiniere le sue risposte, molto semplici e sempre riferite al giardinaggio - nei talk-show televisivi come nel dialogo con il presidente degli Stati Uniti - vengono scambiate per profonde metafore di una persona saggia e illuminata; nel caso del signor Misseri le sue molteplici versioni vengono scambiate di volta in volta per tentativi di occultare e confondere (ma potrebbe trattarsi solo di uno stato confusionale e dissociato). Nel film i servizi segreti impazziscono nel tentativo di svelare chi si celi dietro Chance (che non essendo mai uscito di casa non ha lasciato tracce della sua esistenza) immaginandolo come un personaggio altolocato protetto dal potere; nel caso di Misseri si postulano sofisticate strategie difensive di suggeritori occulti ed una innata abilità a manipolare o a farsi manipolare (ma tutto potrebbe scaturire solo da uno stato di stress postraumatico). Oltre il giardino è una metafora del potere mediatico della televisione nella sua capacità di costruire - da un personaggio inconsistente - un personaggio di prestigio; il caso di Avetrana potrebbe risultare una metafora di un "sistema paese" che (in una crisi protratta nel tempo) dà consistenza ai fantasmi e non sa più distinguere tra realtà e fantasia (l’inconsistenza di Chance, che gli consente di camminare sulle acque, sembra più simile all’inconsistenza argomentativa di molti opinionisti). Il fatto che il Misseri faccia trovare il cadavere della povera ragazza e degli oggetti a lei appartenuti, e si dichiari colpevole, non basta a dar credito alle sue ‘confessioni’. E, dando per scontata una malattia come quella di cui sto scrivendo, tutto lascerebbe supporre che sia stato, in qualche modo, testimone involontario di qualcosa che ha prodotto un trauma emotivo e una rimozione dalla quale è seguita una sorta di commedia degli equivoci.
Va da sé che se dalle domande di cui sopra scaturisse qualche sì, la famiglia Misseri sarebbe completamente estranea al delitto e lo stesso Michele Misseri sarebbe estraneo anche all’occultamento del cadavere. Tutte le inferenze che sono state prodotte dai mezzi di informazione, in tal caso, si reggerebbero solo su quanto Misseri ha detto nel suo tentativo di ‘reintegrarsi’ da un trauma emotivo. È da notare che nelle "false confessioni interiorizzate" il testimone riporta dettagli inventati che lo coinvolgono nel reato, ma senza che vi sia l’intenzione di mentire (il soggetto crede realmente di essere colpevole del reato – la mente talvolta crea quello che non esiste). Il signor Misseri di fatto ha continuamente modificato la sua narrazione, togliendo e aggiungendo particolari, modificandone il senso. In questa ottica il caso di Avetrana presenta anche dei risvolti sociologici, al di là del fatto che stiamo parlando dell'omicidio di una ragazzina e, forse, della detenzione di persone innocenti.
Questa è ovviamente solo una ipotesi, ma potrebbe spiegare le tante incongruenze dei suoi racconti ed il suo modo di rapportarsi alla morte della nipote. E, di fronte alla mancanza di riscontri alle molte narrazioni del signor Misseri, ritengo possa essere presa in considerazione per essere eventualmente smentita su base fattuale. Inoltre, volendo, per rafforzare il tutto ed ottenere una prova del nove a conferma, si può analizzare il suo modo, risultato veramente particolare, di testimoniare.
Osservazioni sulla testimonianza di Michele Misseri verbalizzata durante l'Incidente probatotio del 19 novembre 2010
Da una lettura del documento i personaggi (Sarah e Sabrina), lungi dall’apparire reali, risultano figure esili senza recto né verso. Le descrizioni di Misseri appaiono avvolte da una penombra non tanto per l’oscurità del luogo dal quale filtra la luce della porta socchiusa del garage, quanto per un’atmosfera che rimanda ad un sogno. Gli eventi in sé drammatici hanno una cadenza descrittiva atemporale, neutra e impersonale...
"Papà, papà, vieni che è successo qualcosa". Lei davanti, io da dietro l'ho seguita. Allora, siamo andati in cantina e ho visto...”
"Allora, arriviamo in cantina e come apro il portone ho visto che c'era Sarah per terra. Le ho detto: ‘Ma cosa hai fatto?’
Osservazioni sulla testimonianza di Michele Misseri verbalizzata durante l'Incidente probatotio del 19 novembre 2010
Da una lettura del documento i personaggi (Sarah e Sabrina), lungi dall’apparire reali, risultano figure esili senza recto né verso. Le descrizioni di Misseri appaiono avvolte da una penombra non tanto per l’oscurità del luogo dal quale filtra la luce della porta socchiusa del garage, quanto per un’atmosfera che rimanda ad un sogno. Gli eventi in sé drammatici hanno una cadenza descrittiva atemporale, neutra e impersonale...
"Papà, papà, vieni che è successo qualcosa". Lei davanti, io da dietro l'ho seguita. Allora, siamo andati in cantina e ho visto...”
"Allora, arriviamo in cantina e come apro il portone ho visto che c'era Sarah per terra. Le ho detto: ‘Ma cosa hai fatto?’
La narrazione è vuota di risonanze emotive, sembra più una false memory costruita in forma dissociata con una sorta di taglia e incolla, non sembra reale, appare più connotata da autosuggestione. Misseri non chiede cosa sia successo, non manifesta curiosità. Segue Sabrina e quando vede Sarah a terra non si precipita su di lei per rianimarla, non manifesta sentimenti ovvi di incredulità, angoscia e sconcerto come dovrebbe essere. Le scene narrate sembrano solo una proiezione in un teatro di ombre. "Ma cosa hai fatto?" appare un déjà vu, una domanda che implica conoscenze che Misseri non può avere in quel momento (dato che si vuole non abbia assistito all'evento). Sarebbe stato ovvio, semmai, un: "Cosa è successo?". La descrizione della scena è priva di elementi affettivi, vuota di risonanze emotive, appare statica e irreale. Nella descrizione non appare lo sconcerto ovvio di fronte ad un evento drammatico.
"Lei mi ha detto che stava giocando e a quel punto Sarah è scivolata ed è andata per terra. Io le ho detto... cioè lei ha detto che mi voleva dare una mano ma in quel momento ha detto 'Mannaggia! Mo' come devo fare?' "
Anche in questo caso c’è solo uno scambio di battute surreali, difficile considerarle in un contesto che non sia quello di una immagine fantasmatica. La frase “Mannaggia! Mo cosa devo fare” ha un timbro quasi comico di fronte alla gravità del fatto, appare estemporanea nella sua essenzialità, scarna, priva di qualsiasi empatia e scevra da connotazioni emotive. La sensazione è che l’immagine che viene descritta è solo un sogno, una confabulazione per assemblaggio e privata da qualsiasi traccia affettiva.
"E` successo. Stavamo giocando ed è scivolata, cioè è caduta per terra"
"Sarah la vedo con la testa in su, cioè con la testa per terra e con i piedi verso lo scivolo"
Le descrizioni-attestazioni rimandano sempre a una dimensione visiva senza connotazioni emotive, descrizioni su un palcoscenico in cui i ricordi sembrano rievocati come in un sogno ad occhi aperti.
"Allora ho messo la mano sulla fronte così, piano piano, le ho tolto la cinta e poi l’ho alzata così e ho messo un dito sugli occhi così e ho visto che gli occhi non si muovevano. Poi ho preso il braccio e il braccio è caduto da solo a terra. Perché quando ho visto era semifreddo, cioè non era più…"
"Allora ho messo la mano sulla fronte così, piano piano, le ho tolto la cinta e poi l’ho alzata così e ho messo un dito sugli occhi così e ho visto che gli occhi non si muovevano. Poi ho preso il braccio e il braccio è caduto da solo a terra. Perché quando ho visto era semifreddo, cioè non era più…"
Più che di un cadavere reale, Misseri sembra raccontare di una visione, sembra descrivere il corpo esanime di un manichino. Ma non potrebbe invece essere qualcosa che lui ha visto in un altro contesto drammatico? Qualcosa che lo ha traumatizzato?
"Ha detto: ‘Tanto stava dando un po’ fastidio" - "Veramente stava dando nu picca di fastidio"
La frase che Misseri mette in bocca alla figlia appare sconcertante. Di fronte al cadavere della cugina lei reagirebbe con quel laconico "Tanto dava un po’ fastidio". La ragazza non si dispera, non è presa dallo sconforto, dalla preoccupazione e dall’angoscia, appare inconsistente, un'ombra priva di realtà, una proiezione nella mente di Misseri. Per quanto si possa accettare che di fronte a un evento le reazioni possano risultare soggettive, la figlia nella descrizione di Misseri appare come un personaggio narrativamente privo di spessore, non sembra reale. C’è inoltre da dire che se davvero lei avesse ucciso la cugina, a pochi minuti dal misfatto si troverebbe in una crisi di panico, incompatibile con un freddo e lucido tentativo di depistare e di coprire quanto avvenuto. Nemmeno un professionista del delitto ha tempi di reazione così rapidi.
"Il cartone che era sopra a Sarah l'ho messo prima nella macchina, ho fatto la forma, poi ho preso Sarah e l'ho messa dentro. Ho chiuso il cartone per bene, ho preso una zappa per fare vedere che andavo in campagna, l'ho messa sopra il cartone, ho chiuso il cofano…"
"Lo tolgo e lo metto sopra, ho fatto come una capanna"
Il cartone-capanna che copre il corpo di Sara con la zappa, descrive una scena senza alcun elemento di drammaticità, senza pathos, come se stesse trasportando un sacco di patate. Ancora una volta tutto appare avvolto in una dimensione onirica, un viaggio verso il pozzo connotato da una meccanicità priva di valenze emotive. La descrizione ha una meticolosità più idonea ad auto convincersi piuttosto che a convincere gli interlocutori con particolari (ho preso la zappa per far vedere che andavo in campagna) che appaiono come elementi scenografici di esperienze immaginarie che riempiono i vuoti di memoria.
Alla domanda - per quale motivo trattiene la corda che ha usato per calare il cadavere nel pozzo - Misseri risponde: "Per il motivo che quella là era l'unica che usavo per la vendemmia che era morbida"
Alla domanda - per quale motivo trattiene la corda che ha usato per calare il cadavere nel pozzo - Misseri risponde: "Per il motivo che quella là era l'unica che usavo per la vendemmia che era morbida"
Misseri dice che trattiene la corda perché poi la userà per la vendemmia. C’è da chiedersi se è Misseri che ha calato davvero il cadavere nel pozzo, se è Misseri che ha bruciato lo zainetto, se è Misseri che ha buttato il telefonino nel fuoco... o se, invece, ciò che dice di aver fatto lo ha visto fare. Se lui ha semplicemente tolto il cellulare e le chiavi dal fuoco...
La corda che verrà riutilizzata per la vendemmia ci riporta ancora a una dimensione onirica. Solo in un sogno possiamo usare la corda per calare un cadavere in un pozzo e poi riutilizzarla per le bisogna quotidiane senza provare orrore e sgomento.
La corda che verrà riutilizzata per la vendemmia ci riporta ancora a una dimensione onirica. Solo in un sogno possiamo usare la corda per calare un cadavere in un pozzo e poi riutilizzarla per le bisogna quotidiane senza provare orrore e sgomento.
"Allora, quando ho scoperchiato il pozzo, ho preparato prima la corda in due fasce così a terra, la parte più lunga perché doveva passare da sopra al muscolo qua, sopra al braccio..."
"Dalle spalle. Quella più corta in mezzo alle gambe che poi quando la infilavo dentro una gamba... le tenevo i due piedi e la corda, perché doveva scendere per forza a testa in giù, perché se la scendevo all’inverso si aprivano le braccia e non passava dal pozzo, invece a testa in giù si stringevano le braccia ed entrava"
"Prima di metterla giù le ho fatto...(l’indagato piange)... sapendo che non era battezzata, le ho fatto il segno della croce con la sua mano"
La descrizione della sepoltura di Sarah appare ancora una volta, salvo la breve emozione (ma lui si affretta e precisa che gli è scappato di piangere solo perché ha messo il cadavere nel pozzo), come una confabulazione priva di valenze emotive. Sembra un sogno descritto con la meticolosità di un artigiano intento al suo lavoro, con il particolare delle braccia... il segno della croce per un attimo sembra essere un momento di verità, ma poi lo stesso protagonista lo interpreta come un niente, un atto automatico di nervosismo. Alla domanda quale fosse il suo stato d’animo Misseri risponde infatti:
"In quel momento non era niente, mi è scappato solo da piangere perché l'avevo messa là dentro. Poi... cioè sono rimasto un po' nervoso, cioè sono rimasto nervoso"
Niente che assomigli a un evento reale. Un racconto puramente onirico se non fosse che effettivamente lui fa trovare il cadavere e gli oggetti appartenuti alla ragazza (ma chi ha pianto, il Misseri o l’assassino?).
"Quando l’ho messa giù ho lasciato la corda, l'ho tirata piano piano e poi il corpo di Sarah ho visto che si è girato perché le mani si sono fatte all'inverso e si è fatta a testa in giù. Poi non so se è stata trovata a testa in giù o a testa in aria. Ho chiuso il pozzo per bene, ho preso la corda, le “robbe” di Sarah..."
L’occhio di Misseri è una fotocamera con una soggettiva meticolosa e dettagliata, in cui l’immagine sovrasta qualsiasi moto di orrore o di meraviglia. In un sogno possiamo rilevare i fatti più strani senza stupirci troppo e soprattutto senza provare quell’orrore che dovrebbe attanagliarci se si trattasse della vita reale. Ma di fatto è solo in una prospettiva di dissociazione e di confabulazione (almeno dal punto di vista emotivo) che la descrizione del signor Misseri non sembra appartenere a quella che siamo soliti chiamare realtà (o forse proprio di realtà si tratta e il signor Misseri sta descrivendo in prima persona qualcosa che ha solo visto fare e che ha come raggelato e pietrificato le sue emozioni?). È da notare che alcuni particolari descrittivi sembrano presupporre un punto di vista meno ravvicinato al corpo, rispetto a quello di chi è intento nell’operazione di occultamento del cadavere e che non può avere una prospettiva completa della scena. La descrizione in altri termini potrebbe essere quella di un testimone che assiste alla scena e non di un attore che ne prende parte. L’uso della prima persona presupporrebbe una identificazione con chi sta operando sul palcoscenico della rappresentazione.
"Dopo... ho pensato subito che mancava qualcosa. Allora ho preso il cellulare e l'ho messo nel fuoco. Dopo un po' l'ho messo nel fuoco e subito l'ho tolto via perché mi è venuto un crampo allo stomaco, ho visto che non dovevo fare quella roba del genere. Il telefonino l'ho tolto. Quando si è raffreddato me lo sono messo in tasca e ho aspettato lì fino a che non si bruciasse tutto, che non c'era più niente. Infine è uscita la chiave. La chiave io l’avevo messa su un albero"
Il particolare del telefonino potrebbe rivelare qualcosa di diverso. Misseri qui sembra essere veramente l’attore della scena, non solo come occhio che guarda o come fotocamera descrittiva. Toglie il cellulare dal fuoco perché gli viene un crampo allo stomaco. Mentre infila Sarah nel pozzo dice di sentirsi solo un po’ nervoso, quando invece vede il cellulare nel fuoco gli viene un crampo allo stomaco... davvero sorprendente. Viene da chiedersi: i due sono lo stesso personaggio? Quello che infila la ragazza nel pozzo, che è solo un po’ nervoso, e quello che toglie il cellulare dal fuoco, che ha un crampo allo stomaco, sono la stessa persona? Oppure in un caso si tratta dell’assassino e nell’altro della mano del Misseri che toglie il telefonino dal fuoco quando chi ha occultato il cadavere se ne è già andato?
È curioso che alla domanda dell’avvocato - se riesce a ricordare la marca e il modello - il signor Misseri risponda: "Allora, so che davanti era bianco però dalla bruciatura non si vedeva se era grigio o nero". Come se lui l’avesse avuto tra le mani per la prima volta solo dopo averlo tolto dal fuoco.
Il particolare del telefonino potrebbe rivelare qualcosa di diverso. Misseri qui sembra essere veramente l’attore della scena, non solo come occhio che guarda o come fotocamera descrittiva. Toglie il cellulare dal fuoco perché gli viene un crampo allo stomaco. Mentre infila Sarah nel pozzo dice di sentirsi solo un po’ nervoso, quando invece vede il cellulare nel fuoco gli viene un crampo allo stomaco... davvero sorprendente. Viene da chiedersi: i due sono lo stesso personaggio? Quello che infila la ragazza nel pozzo, che è solo un po’ nervoso, e quello che toglie il cellulare dal fuoco, che ha un crampo allo stomaco, sono la stessa persona? Oppure in un caso si tratta dell’assassino e nell’altro della mano del Misseri che toglie il telefonino dal fuoco quando chi ha occultato il cadavere se ne è già andato?
È curioso che alla domanda dell’avvocato - se riesce a ricordare la marca e il modello - il signor Misseri risponda: "Allora, so che davanti era bianco però dalla bruciatura non si vedeva se era grigio o nero". Come se lui l’avesse avuto tra le mani per la prima volta solo dopo averlo tolto dal fuoco.
A detta di tutti Misseri è sempre stato un buon padre... e fino alla morte della nipote non pare esistere alcuna evidenza contraria. Da qui il mio dubbio che le sue molteplici versioni possano trovare spiegazione in uno stato di amnesia e/o paramnesia. D'altronde lui stesso pare voglia un aiuto per ricordare meglio, lo dice anche nel corso dell’incidente probatorio: "Io non lo so, forse la memoria la sto perdendo, non lo so! Devo dire che la memoria mia se ne sta andando proprio!"
L'autore, ribadendo di voler salvaguardare la sua privacy e quanto scritto nell'introduzione, ha specificato che non intende rispondere a commenti.
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Sarah Scazzi
mah!-forse è vera la tua tesi ma rimane da capire quali fossero i sentimenti di michele verso sabrina...anche una mente malata non riesce a mettere alla gogna una figlia se non ha qualcosa di contorto nei confronti di quest'ultima... mi riesce più facile credere che lui abbia programmato tutto sapendo che non essendoci prove contro sabrina la ragazza ne sarebbe uscita e ha creato un casotto tale che dopo più di due anni al sua teoria sta funzionando e il fatto che michele dice che in caso di condanna di sua figlia lui si suiciderebbe e io credo a questa cosa ..il suo gioco è tutti assolti e lui x primo...saluti
RispondiEliminabuongiorno atutti
RispondiEliminail teatro x me non cambia di una virgola .
quello che successe e non .. lo si capisce dai
tabulati dei cell.
e tutti i contorni che si susseguirono sono prove di come la vedo io di innocenza delle donne .. diversamente da altri tutto questo bagaglio di riscontri determina altra considerazione.
le frasi clou che disse misseri coinvolgendo sabrina nel fatto . le disse pensando di poter cavarsela con meno danno infine era stato un incidente .. sono frutto anche di un convincimento che gli hanno messo in testa.. sappiamo tutti come e da chi.. è inutile negarlo .
quell'uomo era intimidito e pure con vergogna x quello che aveva commesso .. quindi era sottomesso ., pauroso . basta sentire l'interrogatorio x capire il clima -
si possono dire moltissime ipotesi da film giallo .. ma quello che successe . basta ragionarci un po' con la logica .. tutto appare come fu
Articolo interessante. Il modo in cui Michele ha raccontato la situazione nel garage ha incuriosito anche me perché la trovavo inverosimile. Viene svegliato dalla figlia (quindi in una condizione di sonno) e racconta tutto priva di emozioni come se fosse un evento di tutti i giorni. Ho anche trovato inverosimile il fatto che Sarah è stata spogliata, ma da chi? Sabrina, che interesse avrebbe avuto nel spogliarla? E Michele che fa il segno della croce perché non era battezzata, poteva anche spogliarla?
RispondiEliminaPer spiegare le tante versioni di Michele avevo pensato ad una persona disperata che, pur consapevole delle sue colpe, cercava disperatamente di essere perdonato, e avendo davanti investigatori che volevano fargli cambiare versione, ha ceduto. Ma l'ipotesi di questo articolo è molto interessante.
Teddy.
infatti darpi è il concetto principale di michele, o che ci fosse arrivato da solo o suggerito,è quello che lui attesta che si era illuso di cavarsela con poco ,coinvolgendo la figlia ....e ribadisco già detto ancora che michele è stato sottovalutato che andava approfondito,che chi meglio di lui ci puo dire le cose a quanto bugiardo che sia?!....ho una teoria al riguardo dei bugiardi ,se si vuole arrivare a dunque è metterli diffronte alla bugia in cui s'incartano e sono costretti dire la verità.....
RispondiEliminae sono convinta al di là del articolo che condivido e si capisce che non è ignorante alla materia,che il originale dei fatti resta ben impressa nell' anima del uomo ,basterebbe entrare in quel io,che purtroppo nessuno ci entra se non è l'uomo che lo permette e allora si preferisce nascondersi dietro ai film.....ciao
Vorrei credere davvero a questa ricostruzione, ma credo che non stia in piedi.
RispondiEliminaMisseri ha, quanto meno, trasportato il corpo di Sara da una parte all'altra.
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo494922.shtml
Quello Epam è un articolo di giornale zeppo di "sarebbe". Postami un Atto pubblico in cui vi sia scritto, perché se vi era sangue nel cartone e nell'auto, e lo si è pure ritrovato, col luminol ne avrebbero notato le tracce anche in casa, fosse morta lì, o nel garage... nonostante le pulizie. Ma non mi pare ve ne fosse traccia.
RispondiEliminaSempre pronto a cambiare idea in presenza di un documento ufficiale che ne parli. Ciao, Massimo
x Massimo Prati
RispondiEliminaOk! Mi dispiace ma non posso procurarmi un atto ufficiale. Non saprei dove cercarlo.
Il fatto che con il luminol non siano state trovate tracce di sangue in casa e in garage, non esclude il fatto che Sara possa aver riportato un taglio o una lacerazione una volta caricata in macchina.
Inoltre, l'orario presunto della morte riportato nell'articolo (16.00 circa), escluderebbe la presenza di Michele Misseri nel luogo del delitto poichè, è questo è un dato ufficiale, a quell'ora, circa, era intento a raccogliere i fagiolini con il cognato.
Ciao!
L'articolo non è mio Epam, è di un lettore che me lo ha inviato via mail. E pur non corrispondendo a quanto finora ho scritto nel blog, e non è detto che io l'articolo lo condivida, lo trovo valido perché a mio parere completa una parte monca di quanto fatto a Taranto, dato che dall'interrogatorio del 6 ottobre in poi si è solo indagato in una direzione familiare senza neppure verificare se quanto il Misseri diceva sotto interrogatorio avesse buoni riscontri e se la sua mente fosse davvero sana.
RispondiEliminaMa devi sapere che prima di pubblicare una qualsiasi cosa cerco di verificare quanto viene scritto; gli atti ufficiali disponibili li ho letti, e non mi pare che in nessuno ci si soffermi sul sangue. Ma visto che non seguo solo questo caso, visto anche il tempo trascorso, mi sarebbe facile non ricordare qualche riga... per questo, e solo per questo, ti ho chiesto un Atto in cui si parlasse del sangue (sai mai tu lo avessi letto ed io dimenticato?).
Passando all'orario ufficiale della morte. Il dottor Strada, da quanto ha riferito il dotto Risso che da lui doveva ricevere le carte dell'autopsia (e Risso non è un giornalista ma un perito che aveva un incarico in quel periodo), ha gettato il poco contenuto gastrico ritrovato nello stomaco (allucinante come comportamento). Quindi il fatto che il patologo dica che l'orario della morte può stabilirsi ad un'ora dall'aver pranzato, dopo aver fatto l'autopsia a un cadavere in acqua da 40 giorni e senza aver analizzato il contenuto gastrico, quello gettato, per stabilire se vi fosse del residuo di cordon bleu, ha del fantasioso...
Per questo lo scrivere le sedici (ma vi è scritto anche "forse più tardi" ed in un altro passaggio si parla di giorno dopo) è solo un pro forma. Poteva scrivere le 17, le 4 di notte, visto il tutto e tolta la confessione del Misseri che ci fornisce gli orari, sarebbero comunque momenti compatibili.
Ora io capisco che questo articolo non sia nelle corde di tutti quelli che hanno una convinzione pregressa, sia innocentista sia colpevolista. E' un articolo difficile da inserire in un blog in questo momento di idee già posizionate. Ma come ho detto l'ho inserito perché vuol essere un completamento di un qualcosa che manca.
Il Misseri è un soggetto complicato da valutare, quasi incapibile sia da chi crede sua figlia colpevole sia da chi la crede innocente. E' una via di mezzo che tutti possono calpestare (io sono stato il primo a calpestarlo e può essere lo calpesti ancora). Chi è innocentista lo calpesta perché ha accusato sua figlia e perché lo considera colpevole di omicidio, chi è colpevolista perché ha cambiato le carte in tavola tornando alla versione originaria e perché si fa soggiogare dalla famiglia e fa i teatrini con fili altarini e giornalisti.
Quindi comprendo le difficoltà che pubblicandolo ho inserito in chi legge ed ha una visione autonoma già stabilizzata. Ma ogni idea è buona se partorita su base logica, e quella che si insinua nell'articolo ha una base logica ed è spiegata in maniera perfetta.
Ma questo non significa che dopo averla vagliata sia da condividere, lo scrive lo stesso autore che non vuol far cambiare idea a nessuno, significa solo avere un elemento in più per poter valutare, un elemento logico, pur se incondivisibile, che nessuno ci aveva mai dato prima perchè un uomo come il Misseri è stato ritenuto sano come un pesce.
Massimo
Massimo (permittimi di darti del tu)
RispondiEliminaTi ringrazio per avermi dedicato tanta attenzione, ma ora devo lasciare la postazione per cui non posso risponderti adeguatamente.
Ci proverò più tardi.
Ciao!
Scusami Epam se ti sei sentito tirato in ballo, ma quanto ho scritto è in linea generale, non è rivolto in effetti a te ma a chi vuol commentare e a chi ha già commentato. Non necessito di risposta perché ho solo specificato per quale motivo ho inserito l'articolo (diverso dagli usuali) e perché lo ritengo un buon articolo anche se non in linea con le opinioni generali.
RispondiEliminaCiao, Massimo
Ps. il tu va benissimo
Articolo molto interessante e suggestivo. Purtroppo basato a sua volta da un'osservazione indiretta del soggetto senza peraltro disporre della registrazione audio/video dell'interrogatorio e dei vari sopralluoghi. Cosa che probabilmente avrebbe potuto anche rafforzare nell'autore il convincimento delle proprie opinioni, visto che le stesse risultano frutto di una sicura competenza professionale nel campo.
RispondiEliminaTrovo quindi assurdo ed illogico che Misseri non sia mai stato sottoposto ad una perizia psichiatrica (chiaramente non condotta esclusivamente da un perito del PM ma da un collegio di periti coinvolgente tutte le parti in causa nonché il Tribunale). Spero che prima o poi, ammesso che si sia ancora in tempo (non solamente in considerazione dei manifestati propositi di suicidio ma soprattutto prima che il possibile PTSD abbia irreparabilmente condizionato la psiche), qualcuno voglia porvi rimedio. E' troppo evidente che nelle testimonianze, nelle ritrattazioni e nelle successive marce indietro vi sia qualcosa che suggerisce un disordine psichico. Ed è allucinante che un processo per omicidio si svolga su queste premesse senza aver voluto prima chiarire la personalità di Misseri nel modo più scientifico possibile.
Ho trovato anche suggestivo, se collegato al contenuto dell'articolo, quanto ricordato da Teddy in merito al fatto che Misseri fosse stato svegliato dalla figlia per andare in garage. Quasi a suggerire un continuum ed una premessa allo stesso tempo, della visione onirica.
infatti ,massimo condivido con l'articolo nel riguardo psicologiche e emotivo.....però ci troviamo diffronte a un uomo michele che l'è stato chiuso le porte e ne sono convinta che ci potrebbe dire molto,che cmunque resta il fatto che è lui che ci ha portato al pozzo,con questo non si puo considerare che lui ne sia ignara.....ma quanto vedo nessuno sta bussando alla sua porta....e abbiamo in mano solo le considerazione giornalistiche e come si sà ognuno mette del suo.....e se si guarda i atti c'è la colpa della tutta famiglia.....
RispondiEliminaallora mi domando cosa hanno da perdere a non interogare lui?....forse temono che non dica cose che va a favore a loro?.....e chi lo puo dire magari si scopre delle cose,che produce più interesse che non si voglia far passare tutti costi le donne colpevoli!.......questo è un oppinione che sia chiaro....saluti
scusate anch'io devo andare....a presto
RispondiEliminaPer carità, tutte le ipotesi sono ammissibili, anche se non concordo col fatto che l'Autore di un articolo resti anonimo. E' un segno di grave incertezza su ciò che si scrive, visto che, per ora almeno, non siamo in una dittatura aperta e conclamata che costringa all'anonimato per ragioni di sicurezza personale. Riguardo ai problemi psicologici e psichiatrici di Michele Misseri, sono verificabili e assodati due fatti:
RispondiElimina1) la SS. Inquisizione si è sempre opposta a perizie per un'analisi dettagliata e scientificamente psichiatrica del personaggio, anche quando fu richiesta all'inizio dall'ex suo stesso avv. Galoppa;
2) La SS. Inquisizione, nella sua parte inquirente, si vanta senza vergogna di averlo fatto confessare con procedimenti suggestivi, spacciandoli per leciti, quando, ai sensi dell'art. 61 CPP, non lo sono affatto.
Ciò basta ed avanza per ritenere che la farina da lui tirata fuori, belle sue varie versioni, non sia in tutto o in parte macinata al suo mulino, ma almeno per metà macinata al mulino della SS. Inquisizione.
Per il resto apprezzo in pieno contenuto e forma di questo articolo che, se venissero applicati a situazioni più accertabili, sarebbe ottimo e da sottoscrivere, se non altro come ipotesi largamente probabile.
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaManlio, l'autore è anonimo perché non ha voluto inserire il nome sul blog, quindi per chi lo legge può risultarlo, ma in effetti non lo è affatto dato che io so chi ha scritto l'articolo (se mi fosse arrivato in forma anonima non lo avrei pubblicato).
RispondiEliminaCiao, Massimo
Solo chi non è in grado di leggere, tanto meno di capire, poteva scrivere il commento che ho eliminato.
RispondiEliminaben detto massimo infatti certi argomenti non sempre è a portata di tutti.....buona serata
RispondiEliminaChe il Misseri sia affetto da gravi problemi psichiatrici è evidente. Individuare che tipo di disturbo effettivamente abbia, questo è compito degli specialisti. Trovo suggestiva la diagnosi di "amnesia dissociativa". Ma da profano propenderei per un disturbo molto più grave che una volta si chiamava schizofrenia e che modernamente si chiama "scissione della personalità". In realtà non esiste un solo Misseri, ma almeno due. Una sorta di dottor Jekyll e Mr Hyde.
RispondiEliminaCiò posto, con tutto il rispetto per la serietà dell'analisi condotta dall'autore che probabilmente è uno specialista, io penso che sia metodologicamente errato partire dall'ipotesi di un particolare disturbo psichiatrico per dedurne una possibile ricostruzione degli eventi.
Gli eventi vanno esaminati in base ad elementi il più possibile oggettivi, che ci consentano di ricostruire dinamica tempi e luoghi del delitto onde individuarne l'autore.
Solo successivamente si potrebbe passare all'analisi della personalità del presunto autore del delitto, in modo da individuare i motivi in base i quali egli ha agito. E questo sarebbe il compito di una corretta difesa, che dovrebbe tendere alla concessione di tutte le attenuanti giuridicamente possibili, es vizio totale o parziale di mente, eventuale collaborazione post delictum etc.
Quello che mi lascia piuttosto scettico è la teoria che il Misseri sia "impazzito" per aver assistito più o meno casualmente e più o meno nascostamente all'omicidio della povera Sarah, nonchè al suo occultamento.
Misseri non aveva particolari legami con Sarah, né era un bambino indifeso. Perché avrebbe dovuto subire uno choc così grave da impedirgli di correre dai carabinieri a denunciare il fatto?
Diverso sarebbe se fosse lui l'autore del delitto. Allora sì che lo shock sarebbe stato così grave, che la sua latente scissione della personalità sarebbe drammaticamente esplosa.
Comunque tutte le opinioni seriamente motivate meritano considerazione. E Massimo ha fatto bene a pubblicare l'articolo.
Giacomo
So benissimo caro Massimo, che l'articolo non è anonimo per te, ma lo è per noi. L'osservazione non è rivolta a te, ma all'Autore (di cui apprezzo tuttavia molte considerazioni), perché firmarsi è un prendersi la responsabilità di ciò che si scrive, e quindi essere più credibile. Mi sembra che stiamo tornando ai tempi i cui gli Autori pubblicavano grandi opere o con pseudonimi o del tutto anonimi, ma allora c'era la giustificazione data da torture e roghi.
RispondiElimina..
RispondiEliminachecche' se ne dica . penso che misseri non sia x nulla un elemento con turbe mentali.. basta vederlo oggi come si comporta .. è risoluto nel suo dire .. non teme + nessuno .
quando lo vedemmo le prime volte in tv ,, ci apparve dimesso timido e pauroso e ripensadoci terorizzato dagli eventi molto + grandi di lui .
l'arresto e la confessione furono x lui una liberazione .
vunerabile epoi manipolabile . si lascio' condurre . ed il suo comportamento indussero molti a pensarlo insano di mente ..
basta vederlo ora .. se fosse stato matto una volta dovrebbe esserlo ancora no? risoluto . ingrassato ha ripreso il dominio di se ,, quindi misseri è un uomo normale sano di mente ..
gli preposti avrebbero potuto farlo analizzare .. se non lo fecero ci sara' un xchè ..
E' un uomo ancora succube delle donne che sono in carcere!
RispondiEliminaArticolo interessante da leggere e ben argomentato, hai fatto bene Massimo a pubblicarlo, ma concordo con Manlio Tummolo che sia un peccato che l’autore non abbia il coraggio di esporre la sua faccia, io l’ho fatto.
RispondiEliminaPerò mi domando (lo domanderei all’autore ma non vuole rispondere), perché prendere in esame l’interrogatorio nell’incidente probatorio di novembre, dopo che Misseri in un mesetto era stato imbottito di farmaci, aveva già avuto colloqui con psichiatri del carcere e soprattutto era stato ben indottrinato dal suo team di assistenti, e non piuttosto l’interrogatorio del 6 ottobre, quando fornisce la prima versione, benché rispondendo a domande orientate, definite “suggestive”?
È lì che si potrebbe osservare meglio la PTSD, è in quei frangenti che spontaneamente o “suggestionato” dalle domande la sua indole si rivela al meglio.
Tutti i successivi comportamenti, a mio parere, sono “costruiti”, a seconda delle aspettative dell’interlocutore o del pubblico che Misseri aveva davanti.
In fondo lo disse proprio lui che, quando Sarah gli si parò davanti, lui era arrabbiatissimo perché il motore del trattore non partiva, disse che “aveva un caldo nella testa” e non capiva niente. In commenti dell’epoca io cercai di spiegare che, dal punto di vista clinico, era possibile.
La PTSD la conosco, personalmente, ma rimase limitata solo ad ogni rievocazione dell’evento per me traumatico e il malessere durò un annetto, incidendo su parte delle funzioni cognitive (per esempio deficit nella attenzione e nella memoria a breve termine), mentre non ho assolutamente deformato il ricordo dell’evento, rimasto indelebile ancora adesso. È vero, non tutti reagiamo in modo eguale, ma Michele Misseri invece ha lavorato sopra a quei “ricordi”, falsi o veri, non tanto a causa dello shock bensì, ulteriormente nel tempo, suggestionato da quanto apprendeva dagli infermieri (era ancora ricoverato nell’infermeria del carcere, non dimentichiamolo), dai giornali che gli lasciavano leggere, dalla tv che gli avevano dato (tant’è vero che in una intercettazione della conversazione in carcere con la moglie, parlando di telefoni e celle “sotto al garage”, lui dice “l’hanno detto in televisione” e la moglie gli rimproverava di non adattare quello che realmente era avvenuto a quello che sentiva dire).
Ma soprattutto è sorprendente come in breve tempo, in pochi mesi, abbia cambiato stile di vita (curatissimo nel look), come si sia rapidamente “acculturato”, abbia imparato a leggere e a scrivere e a parlare. Dimostrando davvero un’altra personalità.
Può essere frutto di una PTSD, eleborata o meno? Non credo.
Anch’io sono propensa a vedere piuttosto una sindrome da schizofrenia latente.
In ogni caso, le due donne sono innocenti e lui è sinceramente pentito di aver creduto a chi lo ha ingannato.
Mimosa
trovo anche io poco credibile un misseri mero testimone anche se .. testimone della figlia omicida, in effetti... potrebbe mandar fuori di capo chiunque, ma in tal caso come farebbero due fuori di testa, sabrina per ritrovarsi sicuramente per ragioni di impeto se non meno omicida, e michele padre di omicida ad essere così raffinati nell'organizzare l'occultamento in prossimità dell'arrivo di persone attese ovvero mariangela .. d'accordo che nell'emergenza si riescono a fare cose pazzesche ma insomma .. un non delinquente almeno per qualche minuto se diviene omicida è stravolto, deve pensare .. e nessuno ha avuto tempo per pensare, specie sabrina
RispondiEliminamentre mi torna molto che le varie versioni (quale che sia la realtà fattuale) siano dovute ad uno stato di disordine psichico e non a chissà che manovre ..
in effetti tardivamente michele ha detto che si era trattato di incidente (un preterintenzionale insomma) che occultando era successo il casino poi successo e così sabrina invece che rischiare pochi anni si ritrova a rischiare l'ergastolo
ma allora perchè sabrina tace ancora? possibile che ad esempio all'arresto del padre non si sia decisa a dire il vero, qualora si fosse trattato di un preterintenzionale, magari dopo essersi consultata con un legale? stranino .. anche se la gente è strana ..
oppure incidente non è stato, come appare più probabile e del resto non è che sarah ha sbattuto la testa, è stata strangolata .. non si strangola per sbaglio .. piuttosto si può essere vittime di uno strangolamento per incidente (un classico, la cravatta impigliata ad esempio, ma sarah era seminuda)
e poi perchè denudarla .. presuppone grande raffinatezza in due complici omicidi per caso
a me non sarebbe venuto in mente dopo che l'ho gettata nel pozzo anche perchè eventuali tracce mie dato che frequentava casa mia che motivo avevo di nasconderle ? e quelle sul corpo dovute all'atto violento restano anche su un cadevere nudo ..ma mettiamo che ti vengano pure in mente precauzioni diciamo inutili (mentre non lo era bruciare lo zainetto e pure il telefonino che però guarda caso non lo è stato e perchè? se sto eseguendo un occultamento per proteggere qualcuno che amo ho scollinato moralmente decidendo di occultare e non mi viene remore di fronte ad un telefonino, ma casomai verso danni al cadavere che anche per credo tendiamo ad evitare se non siamo dei sadici
cmq sia trovo molto suggestiva l'ipotesi delle versioni multiple dovute a disturbo emotivo/psichico
del resto normale per un omicida o complice omicida per caso
ed è pazzesco non sia mai stata fatta una perizia su di lui, anche per appurare rispetto il suo stesso capo di accusa (occultamento) se ci era o ci faceva(tanto più che sostengono fosse vittima delle arpie)
lo strangolamento non è una morte qualsiasi .. ed è spesso pure un classico nei casi di violenza sessuale efferata in mancanza di armi
per me si è messa troppo poco a fuoco la scelta del mezzo omicidiario
ma mi viene una idea folle .. ma se banalmente le cinghie dello zainetto fossero rimaste impigliate nel motore che stava riaviando michele e questo fosse ripartito a sorpresa strangolandola? è un incidente (come già detto manco raririssimo)lo choc? il sentirsi chiaramente colpevole e non nel senso giuridico di mera colposità?
è stato verificato se possibile tecnicamente? (non ho molta pratica di motori del genere)
Articolo interessante da leggere e ben argomentato, hai fatto bene Massimo a pubblicarlo, ma concordo con Manlio Tummolo che sia un peccato che l’autore non abbia il coraggio di esporre la sua faccia, io l’ho fatto.
RispondiEliminaPerò mi domando (lo domanderei all’autore ma non vuole rispondere), perché prendere in esame l’interrogatorio nell’incidente probatorio di novembre, dopo che Misseri in un mesetto era stato imbottito di farmaci, aveva già avuto colloqui con psichiatri del carcere e soprattutto era stato ben indottrinato dal suo team di assistenti, e non piuttosto l’interrogatorio del 6 ottobre, quando fornisce la prima versione, benché rispondendo a domande orientate, definite “suggestive”?
È lì che si potrebbe osservare meglio la PTSD, è in quei frangenti che spontaneamente o “suggestionato” dalle domande la sua indole si rivela al meglio.
Tutti i successivi comportamenti, a mio parere, sono “costruiti”, a seconda delle aspettative dell’interlocutore o del pubblico che Misseri aveva davanti.
In fondo lo disse proprio lui che, quando Sarah gli si parò davanti, lui era arrabbiatissimo perché il motore del trattore non partiva, disse che “aveva un calore alla testa” e non capiva niente. In commenti dell’epoca io cercai di spiegare che, dal punto di vista clinico, era possibile.
La PTSD la conosco. Ma secondo me Michele Misseri ha lavorato sopra a quei “ricordi”, falsi o veri, non tanto a causa dello shock bensì, ulteriormente nel tempo, suggestionato da quanto apprendeva dagli infermieri (era ancora ricoverato nell’infermeria del carcere, non dimentichiamolo), dai giornali che gli lasciavano leggere, dalla tv che gli avevano dato (tant’è vero che in una intercettazione della conversazione in carcere con la moglie, parlando di telefoni e celle “sotto al garage”, lui dice “l’hanno detto in televisione” e la moglie gli rimproverava di non adattare quello che realmente era avvenuto a quello che sentiva dire).
E' sorprendente come questo personaggio in breve tempo, in pochi mesi, abbia cambiato stile di vita (curatissimo nel look), come si sia rapidamente “acculturato”, abbia imparato a leggere e a scrivere e a parlare. Dimostrando davvero un’altra personalità.
Può essere frutto di una PTSD, eleborata o meno? Non credo.
Anch’io sono propensa a vedere piuttosto una sindrome da schizofrenia latente.
In ogni caso, le due donne sono innocenti e lui è sinceramente pentito di aver creduto a chi lo ha ingannato.
Mimosa
PS - è la terza volta che lo inserisco e poi sparisce. Massimo se trovi doppioni, salva questo, grazie
devo ammettere che l'idea folle dell'incidente da film horror mi pare meno folle ripensando a misseri che dice che sarah era caduta sul compressore e aveva battuto la testa
RispondiEliminacosì credo avverrebbe in un simile caso in quanto la trazione attirerebbe il corpo verso il motore
seriamente è plausibile tecnicamente una ipotesi del genere? che ne dite?
ammetto di non averci mai pensato prima e sono sbalordita dall'averla pensata
ma mi ha aperto il cervello l'articolo postato .. che pur non condividendolo appieno mi ha costretto consciamente e inconsciamente a guardare le cose scevra di ipotesi per quanto plausibili e pure probabili già cristallizzate
questo al di là di tutto lo ritengo segno dell'importanza di contributi magari pure erronei ma molto molto ben argomentati che se letti con attenzione, e dico pure con scetticismo parziale, mettono in moto i neuroni altrui
insomma brainstorming
Da bigi
RispondiEliminaLo trovo molto interessante anche se non ho conoscenze psichitriche.
Notevole per le spiegazioni sul comportamento del soggetto in questione ma pur sempre ipotesi visto che non è stata fatta una perizia(da non scartare se servisse a dimostrare qualcosa di oggettivo).
Un chiarimento:
RispondiEliminaL'autore dell'articolo, mi dispiace non si sia capito ma è scritto in maniera esplicita nella prefazione, esprime i suoi dubbi. Ora, se sono dubbi e non vuole siano considerati verità, anche questo è scritto, per quale motivo dovrebbe rispondere a chi gliene chiede conto? I dubbi son dubbi, si possono difendere a spada tratta dei dubbi? Non credo. I dubbi servono solo a far riflettere, in questo caso su un aspetto poco chiaro che nessuno ha mai chiarito.
Quindi io concordo sulla sua scelta di non voler commentare e non voler essere attaccato da chi non ha voglia di pensare a cosa ha scritto, perché c'è chi lo farebbe e già lo ha fatto. Inoltre non è stato lui a volerlo pubblicare. Lui con lo scritto che mi ha inviato mi ha invitato a riflettere su un aspetto mai considerato. Io gli ho chiesto di pubblicarlo perché a parer mio completava un buco lasciato scoperto in quel di Taranto.
Questo è accaduto. Chi vuol riflettere su quanto letto lo faccia, chi non lo vuole considerare non lo consideri.
Massimo
La moglie e la figlia di Misseri non solo vengono considerate assassine (senza alcuno straccetto di indizio effettivo, se non chiacchiere, pettegolezzi, invidie ed antipatie pregresse di molti "amici" di famiglia), ma addirittura fornite di poteri medianici, tali da condizionare il povero marito/padre e fargli dire ora, da libero-vigilato, quello che vogliono, a chilometri di distanza: probabilmente sono fornite di sfere di cristallo e di bacchette magiche, assistite da Beelzebub, a cui hanno concesso le loro grazie (Beelzebub ama tutte le donne, comunque fatte). Certo che, se si cercasse attorno al monte di Venere il celebre segno del contatto demonìaco, si avrebbero prove ormai irrefutabili. Spetta dunque alla SS. Inquisizione procedere secondo il rito previsto "ab antiquo" (uso dello stivaletto, tratti di corda, la Vedova di Norimberga, ecc.) per determinare finalmente queste relazioni pericolose ed infernali.
RispondiEliminaMa, da quel che so, non pare che Michele Misseri possa incontrarle in carcere nemmeno per le visite domenicali. Potenza del pregiudizio e del fanatismo! Probabilmente non basterà loro neppure un'eventuale assoluzione "per non aver commesso il fatto".
Se c'è qualcuno che, dichiaratamente, ha fatto dire a M. Misseri quello che volevano, questi furono i SS. Inquisitori come da essi stessi rivelato nell'incidente probatorio (proprio all'inizio) e come elogiato dal GIP, sempre lo stesso in una delle sue varie deliberazioni.
# MASSIMO
RispondiEliminaSenza dubbio, hai fatto bene a pubblicare questo articolo che, anche se espone solo una ipotesi dell'autore, come tale non appare più improbale od assurda di tante altra, avanzate in tutti questi mesi.
Anzi, devo dire che è selettiva, in quanto basata su osservazioni scientifiche della stessa psichiatria.
A tale proposito, e senza entrare nel merito di colpevolezza o meno di M. Misseri, mi domando come mai non sia stato sottoposto a visita specialistica, cosa che avrebbe già dovuto essere proposta da almeno uno dei suoi vari difensori, sia pure per dare una più logica spiegazione, per le diverse, anzi troppe versioni, fornite nel tempo, sulla dinamica omicidiaria.
Concludo, ritenendo che la teoria dell'autore dell'articolo, potrebbe rientrare, senza però e senza perchè, fra le ipotesi più verosimili, anche se può apparire non molto appropriata.
Ciao, PINO
so' di essere ripetitiva , e naturalmente voi non centrate niente,per me michele misseri ci potrebbe dare molte informazione....importante è saperlo prendere,e a modo mio di vedere trovo assurdo,tutto questo girarci intorno.....visto che si insiste a dire che le donne non parleranno mai.....ne abbiamo uno che parla come un grillo parlante e come al solito non lo si ascolta.....come già detto concordo in parte con l'articolo,soppratutto a riguardo del racconto di michele,ci vuole un competente che riesca decifrare di quello che dice e incrociando naturalmente con i fatti con delle testimonianze vere senza voler modificare nulla......
RispondiEliminapoi a riguardo del articolo è chiaro che non a tutti è comprensibile.......
e concordo con mimosa,che non è detto che il fatto originario venga cancellato,perchè sono del parere che lo si vuole negare,puoi trovare mille giustificazioni....non so' se mi spiego ,è come l'annoresia non vorresti ,ma lo sei,parlo nel senso che ne sei consapevole.....ma c'è un qualcosa che ti impedisce,che ti spaventa e non sei in grado di mettere al fuoco.....l'unica modo a venir fuori,come iniziale è la volontà ed accettare che qualcuno ti aiuti e dare la possibilità che qualcuno entri nel tuo problema.....
per come la vedo michele riesce dire in parte la verità si riconosce colpevole come uccisione,ma non accetta quel mostro che ha osato,perchè sente che quella cosa è un atto che va oltre l'uccisione della picola sara,il che l'aver ucciso il corpo è il minimo al confronto di quel che ha cercato di fare,cioè va oltre a quell'essere umano.....comunque in conclussione,ci vuole uno competente per farlo parlare e decifrare le sue parole.....ora vi lascio a stasera...
Con la tentata strage di oggi a Brindisi, la morte di una sedicenne e il ferimento di altre ragazze, si comprova a mio parere che la Puglia, considerata un po' periferica e secondaria sul piano della criminalità organizzata, sta vedendo il consolidarsi di organizzazioni feroci che colpiscono del tutto indiscriminatamente. Tutti questi episodi, dove si nota un certo livello di progettualità nel crimine e nel suo occultamento, dimostrano che è assai riduttivo vederli in un quadro individuale. Qualcuno ha tutto l'interesse di concentrare l'attenzione su singoli o su una sola famiglia, quando probabilmente i fatti presuppongono qualcosa di molto più complesso, e che taluni sul luogo preferiscono mimetizzare o far finta di ignorare. Lo Stato molto spesso si vanta di avere catturato questo o quel'altro "capo", ma probabilmente si tratta di persone ormai bruciate o che, per ragioni d'età, sono stufe di vivere clandestinamente, mentre l'organizzazione, nelle sue basi e metodologie operative, continua "tranquillamente" ad agire indisturbata. Certe morti misteriose, certi fatti di violenza, tra cui penso significativo il caso Scazzi (oppure il caso Claps e la fine assai dubbia di Vanacore o quella del giovane di Pescara), dimostrano che c'è ben altra mano dietro, rispetto a quella di uno zio sporcaccione e confusionario e di due donne che esercitino attività di stregoneria: evidentemente vi è qualcuno che in alto loco preferisce sorvolare, oppure è compartecipe in qualche forma del tutto.
RispondiEliminaL'analisi psichiatrica fatta dall'Autore (che, intuibilmente, preferisce non farsi individuare a causa di concreti timori anche per la propria incolumità) pare orientata a confermare la sussistenza di ALTRI, estranei alla famiglia, come effettivi autori dell'orrendo delitto. E ciò si avvicina in qualche modo alle mie supposizioni sul merito della tragica vicenda Scazzi.
due cose:
RispondiEliminauna persona, chiunque, che perdesse la memoria per uno choc, quale che sia, può riacquisarla in qualche modo? ipnosi o altre tecniche? e con che grado di precisione e di attendibilità?
il telefonino .. come ho già scritto se io decido di occultare per coprire terzi ho già scollinato moralmente, il grosso è considerare accettabile per me, che fino a ieri ero più o meno una proba persona, gettare in un pozzo il cadavere di mia nipote
perchè il telefonino mi agita tanto? perchè dovrebbe?
il solo motivo che mi viene in mente è che sto telefonino sia un simbolo... simbolo della colpa, simbolo della morte della ragazza
e si dà il caso che misseri michele abbia sempre detto che stava squillando mentre la uccideva (quando ha sostenuto di essere l'omicida)
in qualche modo sto telefonino non è simbolo di sarah, non è meramente una prova da cancellare (che lo si sarebbe bruciato senza patemi) ma un memento .. un memento di cosa è accaduto .. un richiamo alla realtà, quasi la voce della coscienza .. il grillo parlante che ti urla "sei colpevole" e nn è facile uccidere il grillo parlante, anche se pinocchio ci prova
vedendola così mi pare plausibile che sia stato conservato
in alternativa una specie di feticcio, ma non mi pare si adatti alla psicologia di michele misseri
La memoria potrebbe essere recuperata da sé; quanto alle tecniche sono varie a seconda delle teorie sulla memoria stessa e sulla struttura psichica dell'uomo. Penso che le metodologie oggi più frequenti siano di tipo psiconalitico, secondo l'impostazione di Adler e Jung (per associazione di idee e relative parole).
RispondiEliminaVito Vignera da Catania X.MAX Se mi consenti vorrei esprimere il profondo dolore mio, e del popolo Siciliano all'orrendo e vile attentato di Brindisi ,causando la morte di una ragazza e ferendone altre ,grazie .
RispondiEliminami associo anch'io alla vicinanza per la città di brindisi.....un caro saluto a vito....carla
RispondiEliminaNaturalmente, tutti noi ci associamo allo straziante dolore della città di Brindisi, di cui scriverò per l'apposito articolo qualcosa. Nemmeno nei peggiori tempi del terrorismo stragista si presero le scuole o gli studenti come obiettivi del massacro, pur essendo allora gli studenti assai più politicizzati di oggi. Qui devo rilevare come qualcuno operi per "minimizzare" l'episodio attribuendolo al solito pazzo di turno, ma qualunque attentato o tentata strage presuppone un minimo di organizzazione, calcolo dei tempi, caspacità tecniche, mezzi finanziari, e così via. Si cerca, in sostanza, di nascondere il fatto che la Puglia presenta, suo malgrado e malgrado la sua tradizione di laboriosità, impegno e sacrificio, una crescente e crudele criminalità, che può essere efficacemente combattuta solo su spinta e volontà della popolazione, che non si lasci scoraggiare o intimidire da questi orrori. La vera difficoltà dell'Italia, anche economicamente parlando, è proprio quella di avere una classe politica e dirigente, anche nazionale, collusa con tali organizzazioni per averne i voti o forme di appoggio. Penso che, oltre ovviamente al luogo stesso, occorra individuare e colpire i personaggi residenti in Roma, che trascurano passivamente o incoraggiano attivamente tale criminalità. Nel quadro criminale locale, vanno inseriti e visti episodi di morte violenta ed orrenda, troppo spesso considerati frutto di violenza individuale e familiare.
RispondiEliminaVito Vignera.Articolo interessante e che dal mio punto di vista oltre al personaggio Misseri ci sarebbero tanti altri da sottoporre ad attenta analisi .Incominciamo con il Misseri contadino ,brutto, sporco, e maltrattato dalla moglie,viste le condizioni e i modi di come veniva trattato in casa, e che noi abbiamo conosciuto in televisione ,poi c'è il Misseri reo confesso del delitto , e che nella descrizione che fa in caserma c'è da capire se mente o dice il vero .Certo che quando una persona rispondendo alla domanda di perchè l'avesse aggredita lui risponde (e che io Sarah non l'avevo mai vista cosi, vestita con le mutandine da bagno) secondo me e quella la frase da analizare. Il dubbio è da quando tempo il Misseri non vedeva una donna con le (MUTANDINE DA BAGNO )ovvero con pantaloncini e costume di sotto e gambe bene in vista ? il seno che si ingrossava ? mesi? anni? ecco che scatta quel raptus sessuale, o calore alla testa che lui non si spiega .Poi c'è il Misseri detenuto ,che avendo la possibilità di dialogare con altre persone inizia per lui un percorso nuovo ,ma con non pochi ostacoli . Ostacoli, che il suo Avvocato Galoppa è la Dott. sa Bruzzone faranno superare con una semplicità a dire poco sbalorditiva, quasi miracolosa ,ma che io chiamo ..... PLAGIO NEI RIGUARDI DI UN SOGGETTO PSICOLABILE .....etc, etc, etc,. Buona notte agli amici del blog Carla, Magica Max, e il sommo Prof Tummolo.
RispondiEliminainfatti,vito concordo di come hai spiegato e ritorno a dire che per me michele sarebbe il grillo parlante e si continua a fare tacere,fino a quando l'uomo non capisce ,dopo tanti pasticci,che dovrà prendere un'altra strada....
RispondiEliminascusa si parla tanto di avistamenti e celle telefoniche di sara ,sabrina e cosima....e di michele che sappiamo?,che era in garage con il trattore e una solo chiamata al fratello(a riferimento che ha fatto scappare i cavalli) e altro che ha fatto?......un caro saluto
ciao carla. naturalmente condivido quello che hai scritto. baci
RispondiEliminaCaro vito,
RispondiEliminamolte grazie per il "sommo", ma sinceramente mi pare eccessivo. Tento, con i mezzi che ho, di dare spiegazioni un tantino più complesse di quelle che vengono diffuse alla popolazione, da sempre non cosiderata in grado di vedere oltre la prima apparenza, insieme del resto a Massimo Prati e pochissimi altri che analizzano razionalmente e criticamente le situazioni.
Ricambio cordialmente i saluti,
Manlio Tummolo
Caro Vito, scusi, mi era sfuggita la minuscola all'iniziale del nome.
RispondiEliminaCosì pure la "n" di "considerata"
Vito Vignera da Catania.X il Prof Tummolo.Leggendo i suoi commenti riguardo alla morte della piccola Sarah, ho notato con molto dispiacere, che le sue considerazioni non sono condivise da alcuni lettori,e mi son chiesto il perchè di tanto accanimento nei suoi confronti ,evidentemente le sue attente analisi danno fastidio agli (amici) del blog ,che non avendo trovato una che dicasi una ,prova di colpevolezza di Sabrina e Cosima, è ritenendo che i tanti indizi portati dai procuratori possono condannare 2 persone all'ergastolo, e non rendendosi conto che gli indizi che hanno in mano non sono altro che valutazioni costruite ad arte per i giudici, forse e dico forse che sia io, che lei, e tanti altri amici nel leggere e ascoltare i verbali non abbiamo capito una mazza? non credo proprio e continui a battagliare come ha sempre fatto per una giustizia onesta e non per un giustizialismo sommario ,grazie .La saluto con affetto SOMMO ,PROF TUMMOLO .Un abbraccio a Carla e tutti gli altri amici del blog.
RispondiEliminaciao carissima sirenetta,vedo che scrivi poco,m'immagino che sei alle prese con la scuola,ormai siamo agli scoccioli e ti auguro che ti vada tutto bene da continuare il tuo percorso di vita....
RispondiEliminaho visto quello che è successo a melissa e il mio pensiero torna sempre a sara,e mi domando cosa vogliono fare questi magistrati? com'è possibile che non vedono quello che vediamo noi?......poi fino a mo' il movente che hanno messo in piede loro, non sta portando a nulla.......e stanno tutt'ora ad acrovigliarsi a trovare il tempo neccessario,per adossare la colpa alle donne,mi domando se ne vale la pena tutto questo?......secondo me, e chissà mai si decideranno di insistere su michele ,lui ci potrebbe dare tante notizie,senza dover continuare ulteriormente a perdere il tempo.....
se metteranno su questa farsa, amettiamo che lo sia una farsa,per quanto tempo si pensa che possa reggere?....poi che si fa punto e a capo e si ricomincia e cadiamo sempre nello stesso discorso che le cose vengono tirate alle lunghe,come quella della emanuela orlandi......be ! lasciamo questa triste storia,ma ti faccio tanti auguri che tu possa crescere bene ti abbraccio forte t.v.b. carla
un caro saluto anche a Vito che ho visto che stavi scrivendo nel momento cui scrivevo,e apprezzo tutte le tue considerazioni,almeno fino a mo'....infatti ho tanti dubbi di come stanno agendo la magistratura e non posso fare a meno pensare che l'interesse è solo,quello di vincere,senza curarsene che ci sia una vittima e facilmente si lascia a piede libero l'assassino e poi pure prendendosi l'apoggio della gente....un caro abbraccio e buonanotte a te e amici del blog e un caro saluto al MANLIO TUMMOLO.... anche per me sei in gamba.....ciao
RispondiEliminaCara Carla e caro Vito,
RispondiEliminanon posso fare altro che ringraziarVi della cortesia. Continueremo questo nostro approfondimento del problema, seguendo tutti gli eventuali fatti nuovi, se ci saranno. Quanto ai colpevolisti, essi soffrono in parte di pigrizia mentale (è più comodo ribadire ciò che viene detto dai più potenti, anche se finisce, consapevolmente o no, per favorire i reali colpevoli), in parte, alcuni almeno di essi, sono realmente intenzionati a favorire, in modo attivo e determinato, il depistaggio, utilizzando diffamazione e calunnia per coprire qualcuno. Domani vedremo se vi saranno novità. Mi aspetto clamorosi arresti per "mafia" o chissà cosa di tutti gli avvocati dei Misseri, dei testimoni, dei consulenti, e magari di chissà chi. Intanto la "Gazzetta" ha ben che nascosto il suo articolo sull'avv. Nicola Marseglia, e nulla hanno sottolineato altre fonti. Vedremo quale arrosto uscirà da tanto fumo...
I nostri avversari ci attaccano perché sperano di impaurirci col loro "buuuhhh" dietro la porta.
Vito Vignera da Catania,Oggi ho seguito i funerali di MELISSA in televisione, e debbo ammettere che la commozione era forte ,non sono riuscito a trattenere le lacrime .Dei mostri senza cuore hanno spezzato le ali della tua gioventù ,ciao MELISSA dolce angelo volata in cielo.
RispondiEliminaciao vito condvido,solo che stamane accendendo tv,ho avuto la sensazione,che stanno già confondendo le acque,che vada finire come è successo con sara ,emanuela orlandi ecc.ecc.
RispondiEliminapersonalmente avrei messo la foto per intero e da subito ,che avrebbero potuto più possibilità di prenderlo come era già successo da un altra parte.....
ora questo comportamento come si giustifica?.....in primo momento ho pensato,quando ne parlavano e non facevano vedere ,che fosse una trappola in modo che l'assassino si consegni da solo.....ora il dubbio è tra o che si voglia prendere tempo,perchè si sospetta matrice terrorristico, o per paura del lingiacio,in questi casi non ci vedrei un problema,l'uomo va preso punto .....l'unica e che giustifico,che cè il rischio che potrebbe anche il cittadino possa rivendicare prima ancora che venga consegnato al inquirente,ma non so' fino a che punto possa valere questo discorso,perchè quando c'è in corso la forza dell'ordine .....
in conclusione ho impressione come al solito si sta perdendo tempo.....sono delle considerazioni che stavo vagliando da povera cittadina senza titoli di studio...un caro saluto
Pare che qualcuno prediliga, da quelle parti, accanirsi su ragazze giovanissime, o in un modo o nell'altro. Si tratterebbe di capire se tali menti degenerate siano sempre le stesse. Pare di capire che l'Istituto "Morvillo-Falcone" sia frequentato soprattutto, se non esclusivamente, da ragazze, un po' come le Magistrali di un tempo. Potrebbe trattarsi di individui affetti da una misoginìa estrema, violenta, assassina, e "specializzata" appunto in adolescenti.
RispondiEliminaBella analisi, inverosimile, un po' costruita su preconcetti ma scritta bene.
RispondiEliminaAnche oggi nulla di nuovo sul fronte di Taranto. Mi aspettavo, impressionato dai colpevolisti a scatola chiusa, arresti in massa degli avvocati dei Misseri, messi giustamente in catene e trascinati al patibolo. Ma forse anche questo è un sogno... ricorrente di qualcuno, che però non pare realizzarsi. Oggi, da quel poco che ho capito dell'udienza, è stata interrogata solo la moglie del Buccolieri, fioraio in Avetrana. Il PM contesta, dicendo cose errate: egli sostiene che i sospetti su Cosima sono del febbraio 2011, invece risalgono pubblicamente perlomeno all'ottobre 2010, il giorno del funerale di Sarah, quando, infastidita dai telegiornalisti, Cosima Serrano minacciò di tirar loro dietro qualcosa. Evidentemente non si trattava di raptus improvviso ed inspiegabile, ma della nervosa reazione a certe dicerìe già allora circolanti. Non è un caso che Sabrina non fosse stata presente, proprio perché tali voci già circolavano. La contestazione, fatta dal PM, non vale un'acca, e mi resta sempre in gola il fatto che agli avvocati della difesa non si dà mai spazio adeguato o al processo o nelle veline trasmesse ai vari Organi d'informazione. Oggi doveva essere interrogata pure la signora Cerra, ma non era presente. In compenso la prossima settimana arriverà la dott.ssa Bruzzone, la quale svelerà sicuramente segreti di importanza inaudita o inaudibile. Seguirà un altro codazzo di testimoni, credo tutti dell'accusa.
RispondiEliminacaro manlio io si che avrei un sogno per la dott.sa bruzzone che si desse una zappa sui piedi......un abbraccio
RispondiEliminaobs!o si dice la zappa sui piedi.....
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