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sabato 19 marzo 2011

Caccia e missili Nato bombardano la Libia. Praticamente, anche se non ce lo dicono, siamo di nuovo in guerra.

Che strana l'America, che strana l'Europa, che strana l'Italia. Nell'ultimo decennio i governanti europei hanno fatto il gioco delle tre scimmie, non vedendo, non sentendo e non parlando, poi, improvvisamente, si sono accorti che in Libia vigeva ancora un regime dittatoriale che maltrattava i dissidenti, che li uccideva. Negli anni migliaia sono state le persone, gli esseri umani trucidati dai fedeli di Gheddafi. Ma queste non erano notizie da far conoscere nei dettagli, erano piccolezze perché, in cambio di qualche genocidio, ai popoli amici il dittatore aveva concesso le sue grazie miliardarie. E tutti a dargli il passaporto del buon interlocutore, quello che quando si sposta si porta appresso il seguito e viene trattato con gli onori militari, quello che quando parla è da ascoltare altrimenti si incazza ed allora sono guai per l'economia. Quello che se avesse voluto avrebbe potuto accamparsi anche in Piazza San Pietro sotto le stanze vaticane. Quello che mancava solo di dargli un microfono Rai per far sì che ravvedesse e convertisse tutti gli italiani, specialmente le donne.

Che strana gente i governanti delle nazioni più forti del mondo. Quelli che negli anni, a furia di nascondere la testa sotto la sabbia del deserto libico, quasi s'erano scordati dell'esistenza di un uomo chiamato Rais. Ed in fondo a Tripoli nessuno pubblicamente si lamentava del Rais, e volevo anche vedere. Ma gli americani, mi chiedo, non avrebbero potuto mantenere, anche dopo il '99, le sanzioni economico-restrittive contro quel despota e trattare per provare a far sì che l'ingiustizia smettesse di vincere la sua battaglia in terra d'Africa? Ma no, l'oro nero e le promesse di non belligeranza erano serie. Inoltre il dittatore negli ultimi dodici anni s'era mostrato un buon amico. In cambio della sua disponibilità di rinnegare gli integralisti, di smetterla con gli attentati terroristici, ogni membro della sua famiglia poteva volare sui cieli di tutto il mondo, studiare in America, in Inghilterra, oppure giocare a calcio nel campionato di serie A italiano.

Ma queste erano bazzeccole se paragonate ai suoi aiuti economici. La Fiat va male? Toh Fiat beccati sti miliardi. L'Unicredit è in crisi? Toh Unicredit beccati sti miliardi pure te. Ma tanti altri hanno beneficiato nel tempo di aiuti e risorse economiche insperate. In quei momenti non si aveva a mente di osservare bene quanto accadesse a Tripoli, a Bengasi. In quei momenti la memoria era offuscata dal colore del vile ma potente denaro. D'altronde al venditore di armi può importare, mentre si culla fra l'acqua calda della piscina costruita con il sangue della povera gente, d'aver consegnato cento batterie di missili terra-terra al despota di turno. Missili che il tiranno, ed il venditore prima ancora di venderli già lo sa, userà per sterminare i suoi sudditi infedeli. No! Non c'è convenienza se si usa il cuore o il giusto pensiero, non c'è guadagno se si provano anche solo minimi scrupoli. E si è andati avanti così perché è così che doveva andare. Poi l'imprevisto inatteso.

Qualche settimana fa i ribelli, agendo d'istinto dopo le rivolte avvenute in altri Stati africani, sono partiti contro il Rais avendo in mano solo quattro pietre e due bastoni. Durante il cammino che doveva portarli a Tripoli, mentre centinaia di oppositori venendo massacrati pubblicizzavano televisivamente ai popoli mondiali le malefatte del potere libico, si sono armati ed hanno combattuto e vinto gli strani personaggi mandati dal figlio di Gheddafi, quegli esseri inesperti provenienti da varie nazioni sottocivilizzate che per fame avevano deciso di andare a morire in cambio di trentamila dollari anticipati. Ma i rivoltosi erano, ed ancora sono, gruppi non organizzati senza un vero leader che potevano vincere una battaglia ma di certo, a meno di un aiuto esterno, non la guerra. Però in quel periodo l'informazione dava il Rais fuori dai patrii confini, lontano, in terre a lui amiche. E questo errore di misura, questa notizia bomba che aveva innescato l'ottimismo, ha messo sotto scacco i governanti che si sono affrettati a far tornare fuorilegge il Rais senza rendersi conto che non avevano contato fino a dieci e che la bomba mediatica stava esplodendo tra le loro mani.

Ed ecco il motivo per cui oggi alcuni caccia francesi sono entrati in territorio libico ed hanno iniziato a bombardare. Ed ecco il motivo per cui alcuni missili cruise sono partiti dalle portaerei americane.  Ed ecco il motivo per cui aerei inglesi getteranno bombe su altri obiettivi militari. La guerra, da qualunque angolazione la si guardi, è sempre un tragico errore. Ancor di più lo è se viene fatta, pur se mascherata all'interno di una risoluzione ONU che vuole un cessate il fuoco immediato e l'arresto delle violenze contro la popolazione civile, per scopi economici. Perché tutti sanno che avranno da rimetterci se, dopo quanto detto nelle ultime settimane contro il dittatore, questi tornasse al potere. Quindi non è davvero una questione umanitaria, come la si vuol presentare ai cittadini, ma una questione economica.

Gheddafi era da continuare a combattere anche un decennio fa. Non con le armi ma tenendolo ancora isolato all'interno dei suoi confini. Non andava viziato e coccolato ma ammonito e, come si usava una volta a scuola,  mandato dietro la lavagna a pensare affinché il suo popolo venisse trattato in maniera umana. E' vergognoso dire ed agire solo oggi per ciò che da sempre si sapeva.

Ma ormai le basi del nostro territorio sono a disposizione della guerra e, pur se ancora noi non siamo entrati in Libia, figuriamo quali complici di quegli Stati che l'hanno bombardata. La speranza è quella di assistere ad un conflitto lampo, sette giorni e via il dittatore, perché se così non fosse ci troveremo di fronte ad un'altra immane tragedia. Ad un nuovo Iraq, ad un nuovo Afghanistan, ad un nuovo enorme spargimento di sangue.


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