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mercoledì 24 novembre 2010

Il male di Napoli non è Napoli

Golfo di Napoli
Io Napoli e dintorni l'ho bazzicata, nel senso che ci andavo spesso e volentieri; certo è che li avevo amici "influenti" e quei quattro bastardelli in motorino, che giravano continuamente in cerca di "selvaggina", non mi toccavano. Al tempo pensavo fosse quello il male di Napoli, la delinquenza. Poi, girando l'Italia, mi sono accorto che i camorristi non se ne stanno in casa loro.
Provate a fare un giro nella zona industriale di Padova, di Rimini, di Bologna, ed in qualsiasi altra città che abbia una buon livello economico, in tutte troverete un 60% di imprenditori napoletani. Il male di Napoli non sono le bande criminali, grandi o piccole che siano, il male di Napoli da decenni è lo Stato; i suoi poteri forti sapevano di poter concludere, in quella zona "border line", affari economici rilevanti al di fuori delle loro stesse Leggi. Il contrabbando, la droga, il pizzo, la delinquenza minorile, sono malattie che si potevano curare confidando nell'istruzione e nel lavoro per tutti. Invece i soldi, che per secoli sono arrivati a quella provincia tramite la "cassa del mezzogiorno", andavano ad ingrossare i conti privati, politici e camorristici, ed a sanare i buchi elettorali dei partiti nazionali. Non si è intervenuti quando il tumore era in fase iniziale ed ora hai voglia a curare! Troppe metastasi si sono accumulate nel corpo di quella e di tante altre provincie. 

La vergogna di Napoli oggi si dice sia la spazzatura. Ma anche in quel settore ormai da anni si è insediata la politica camorrista. E' difficile spezzare quel cordone ombelicale creatosi fra le varie delinquenze e le persone che anelano essenzialmente il "quieto vivere" e sanno che un "sito di stoccaggio" aumenta la probabilità di certe malattie. Ed è questa la forza della camorra politica, il grido della gente che si alza per difendere la propria salute. Ma quella gente sa che attorno alla città, anche grazie al loro tacito assenso (il quieto vivere), ci sono già siti di stoccaggio clandestini (per modo di dire) che inquinano ed a volte rendono incoltivabili anche i terreni limitrofi. 
Ma saremmo dei fessi se credessimo che solo a Napoli è così. I milioni di napoletani "sani" ci insegnano continuamente come si deve prendere la vita. L'allegria che trasmettono anche quando hanno problemi difficili da risolvere è la panacea di tutti i mali. L'amicizia che ti offrono è a volte troppa e soffocante. Ma loro sono così, caldi come il sole che citava la famosa canzone. 
In tutte le città italiane ci sono delinquenti e collusioni politiche! In tutte le città ci si barrica in casa e si tace per il quieto vivere. In tutte le città, belle e linde che siano, c'è un "sottobosco" che traffica a scapito della collettività. Napoli è segnata dal pregiudizio quanto lo è Palermo, per fare solo un esempio. E' sbagliato dire il male di Napoli, sarebbe meglio dire il male dell'Italia (o meglio ancora "il male del mondo"). La cura c'è e tutti sanno qual'è. L'istruzione è la base di partenza, il lavoro la fase successiva, il benessere il punto di arrivo. Senza queste basilari pietre le "piaghe dell'umanità", non solo di Napoli, prospereranno e si riprodurranno in eterno.


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