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lunedì 22 novembre 2010

E adesso si liberino anche Rosa e Olindo

L'avvocato di Misseri ha anticipato quale sarà la sua prossima mossa, chiedere gli arresti domiciliari per il suo assistito che vorrebbe entrare in un convento. Ed allora perché non mandare dalle suore anche Rosa e Olindo.

Rosa Bassi e Olindo Romano
Il caso di Avetrana ci ha ulterirmente fatto comprendere quanto siano strane e diverse le varie Giustizie italiane. Un uomo torchiato per dodici ore confessa un omicidio, fa trovare il corpo e viene da tutti considerato un “orco”. Col tempo le versioni si modificano portando il tutto ad assomigliare sempre più ad una "telenovela". Si sa che è questo ciò che piace alla gente, per cui le televisioni cavalcano l'elefante impazzito che quando parla travolge e stravolge tutto e tutti.
Un turbillon settimanale che poco a poco modifica le menti e costringe il pensiero sulla via desiderata, la più consona alla cultura popolare incentrata sulle soap opera e sui telefilm americani.
Ed allora i colpi di scena si sprecano, gli attori aumentano e le bugie si incastrano alle verità. La regia difensiva lima ed aggiusta, il protagonista recepisce e fa suo il copione entrando nella parte, la consulente s'infila coi tempi giusti, portandosi appresso il suo "scodazzo televisivo", e psicanalizza anche i telespettatori, la coprotagonista resta piangente a lato, senza invadere la scena, e lascia che gli applausi scroscino per interminabili minuti all'indirizzo di chi presto vincerà l'Oscar. Tutto bello, tutto programmato nei minimi dettagli, tutto come come previsto ma...


Michele Misseri
Ma c'è un ma. Se i tempi televisivi consentono la ricostruzione dell'omicidio così come pensata dagli inquirenti, i tempi reali no! Solo cambiando tutta la coreografia ed inserendo da subito la vittima si può cercare di ottenere il risultato sperato. Ed allora via dal set chi ha testimoniato di avere visto la ragazza verso le due e mezza. E via anche la badante che ha asserito averla vista uscire alle due e un quarto. Anzi, dato che al protagonista era stata inserita la battuta “Quando sono arrivato in garage le ho accarrezzato i capelli ed era già fredda”, via anche la madre e chi l'ha vista tornare a casa.
Ora il film collima con la realtà. La bimba è restata con la sua assassina tutta la mattina e lei verso le undici, o poco più, l'ha uccisa, poi ha atteso l'arrivo del padre e l'ha convinto a seppellirla nel pozzo. Finalmente ci siamo! Tutti hanno mentito, per visibilità televisiva, e nessuno aveva visto quei bei capelli biondi fare rientro a casa né allontanarsi e svolazzare per strada al caldo sole pomeridiano. Con un colpo di coda gli inquirenti sono riusciti ad addattare il set alla volontà popolare ed a creare il finale giusto per il film.


Ora però facciamo giudicare loro anche Olindo e Rosa. All'incirca il copione è lo stesso e basterebbe inserire un coprotagonista, che già aleggia con la sua ombra nel buio della sera lombarda, per ottenere un identico risultato. E dato che la Difesa ha già anticipato la richiesta di arresti domiciliari per l'ex orco, che vorrebbe entrare in convento, predisponiamo nello stesso Monastero anche una camera per i coniugi di Erba e cambiamo il finale anche al loro film.


Suvvia che ci vuole? Registi giudiziari ce ne sono tanti e la fantasia non manca di certo in Italia!

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