Nessuno di quelli che contano in Gran Bretagna fa nulla di serio per Alfie Evans. La sanità è in mano ai burocrati e si comporta come Satana coi suoi pazienti, che nulla possono fare contro il potere costituito, e i giudici decidono della vita altrui quasi fossero degli esseri saliti sulla Terra dalle sue viscere per infliggere sofferenza. La monarchia, che si dice abbia una certa influenza nel Regno Unito, ora si è capito che serve solo per le apparenze, per far tenere al governo britannico i piedi in due staffe.
E la stampa? Che fa il "cane" nato per tenere a bada il potere?
Niente fa! Nessun giornalista si altera e lancia campagne mediatiche forti, nessun giornalista si permette di chiedere un'intervista a uno dei monarchi, monarchi che tanto piacciono al popolo, per far sapere ai britannici che ne pensa la monarchia di quanto accade al piccolo Alfie... e la Regina si guarda bene dal rispondere all'appello fattole tre giorni fa dai genitori del piccolo condannato a morte!
La Regina non risponde e mentre il suo figlio più grande probabilmente sta a far giochi di letto con Camilla, accarezza l'ultimo nipotino arrivato, quello di cui ancora non si conosce il nome perché i bookmaker inglesi devono guadagnare molto dalla nascita del figlio di un erede al trono (chissà se alla famiglia reale sulle scommesse che la riguardano tocca una cospicua percentuale).
Al quadretto dei "monarchi muti" manca il futuro tronista William, che se ne sta in silenzio mentre si fa fotografare con sua moglie Kate e i suoi figli. Chissà se a pari condizioni l'Halder Hey Hospital avrebbe chiesto al giudice di staccare la spina e far morire uno dei figli della famiglia reale, come ha fatto chiedendo al tribunale il permesso di far morire Alfie. E chissà se il giudice Hayden avrebbe dato il consenso a tale richiesta?
Ma chi è colui che ha deciso che un bimbo di 23 mesi deve morire nel giro di breve? Il giudice che più ostacola il trasferimento di un italiano, perché Alfie ora è anche italiano, dalla Gran Bretagna all'Italia, se proprio dobbiamo chiamarlo giudice, è stato consigliere della Regina e anche per questo nel 2013 gli è stato conferito il potere decisionale dalla Alta Corte. Si chiama Anthony Paul Hayden, foto sopra, ed è la persona che noi si credeva essere dalla mente aperta, avendo negli anni difeso i diritti gay e scritto un libro che ha ancora oggi lo scopo di aiutare giuridicamente le famiglie unisex che adottano figli.
Ma dobbiamo ricrederci, perché con le sue strampalate decisioni, prive di buonsenso, sembra voler dimostrare che in un'aula di giustizia usa una parrucca perché gli piace usarla e non perché deve mentalmente renderlo come i suoi avi ed aiutarlo a prendere decisioni giuste.
Poi ci sono i medici dell'Alder Hey Hospital che si sono lamentati perché sulle loro pagine social c'è chi li offende. Si son sentiti minacciati e per questo, scrive The Guardian (giornale che potrebbe fare tanto per Alfie e invece non fa nulla se non lamentarsi perché grazie a quanto accade al bimbo alcuni politici americani criticano la sanità britannica), ieri hanno chiesto l'intervento dei poliziotti che hanno presidiato l'ospedale e iniziato a indagare per scoprire chi scrive post minacciosi.
Detto questo, però, c'è la domanda finale da farsi. La domanda che mi tormenta da giorni, un domandone che inquieta la mia mente e voglio condividere con voi.
Premesso che Alfie si trova ricoverato nel repardo childreen di quel cavolo d'ospedale britannico da più di un anno, che in questo lungo periodo non ha fatto altro che peggiorare al punto che chi dirige l'Alder Hey ha deciso di chiedere a un giudice di farlo morire, che il giudice ha accolto la richiesta dell'ospedale e rifiutato quella alternativa dei genitori che volevano portarlo in Italia per provare a curarlo fino alla sua eventuale morte...
Mi chiedo se la decisione di non farlo uscire dal Regno Unito non sia dettata dalla paura di far conoscere al mondo una verità scomoda, una verità diversa da quella che ci hanno propinato in questi tanti mesi.
Alfie è incurabile, si è detto da sempre in tutte le salse, e ora probabilmente è così... ma se al momento del suo ricovero le condizioni fossero state diverse?
Chi garantisce il popolo mondiale, quello britannico in primis, che in quell'ospedale non si siano fatti grossi errori di valutazione sin dal primo giorno del ricovero? Chi garantisce che al momento del suo arrivo nel reparto childreen, Alfie non si potesse curare in maniera diversa e più efficace? L'effetto mediatico suscitato dal caso di Alfie Evans è stato devastante e ha colpito le coscienze a livello mondiale. Tutti da mesi conoscono la sua storia e ne parlano...
E' per caso questa amplificazione mediatica, che a poco a poco ha inserito l'Alder Hey Hospital e il suo reparto children al centro dei riflettori, che costringe al segreto per evitare l'eco di nuovi scandali (in Gran Bretagna sempre frequenti), per evitare di finire nel tritacarne dei media col rischio di subire contraccolpi di grosso calibro a livello sanitario-governativo?
Facciamo un'ipotesi: se ad Alfie fosse permesso di venire in Italia e nel nostro paese dovesse poi morire, sicuramente si farebbero accertamenti e un'autopsia per capire qualcosa di più sulla sua malattia e, di conseguenza, su quale sia lo stato attuale del suo cervello e quale iter degenerativo abbia subito nel tempo.
Qualcuno in Gran Bretagna ha paura di un'autopsia e di ulteriori accertamenti fatti all'estero? Forse è questo il motivo per cui si è deciso di non permetterne l'espatrio e "giustiziare" nella camera della lunga agonia un bambino che è nato libero e da essere libero dovrebbe poter andare dove vogliono i suoi genitori?
A pensar male si fa peccato, lo so... ma io sono un peccatore che vorrebbe andarci all'inferno a causa dei suoi pensieri maligni. Vorrebbe andarci e restarci almeno un giorno perché la mia mente ha la certezza che in quel giorno vedrebbe la cenere di tante persone note, persone che hanno vissuto senza una coscienza...
Da I Miserabili" di Victor Hugo :
RispondiElimina"... E' sempre cosa che stringe il cuore vedere quegli agglomerati di uomini vestiti di nero, che mormorano fra di loro a voce bassa sulla soglia delle aule di giustizia. E' raro che la carità e la pietà escano da quelle parole. Ne escono più spesso condanne anticipate... sembrano tante arnie cupe in cui gli spiriti... costruiscono ogni specie di edifizi tenebrosi..." . Libro VII, Cap. VII, ed. Lucchi, Milano, 1957, pag. 110, seconda colonna.
Saggezza degli Antichi ! Pensare che quanto scritto nel XIX secolo fu detto e scritto anche 1800 anni prima ed oltre. Una mentalità vecchia, stecchita, fossilizzata che perdura nel XX e primo ventennio del XXI: finché non ci si libera da questi arcaismi giudiziari, come dagli arcaismi politici o economici, la specie umana non si salverà, ma rischierà la sua estinzione, come fu quella - e probabilmente più rapida - dei dinosauri.
Se ogni problema della medicina fosse stato risolto con la pena di morte per il malato, allora la specie umana si sarebbe estinta appena nata (e forse, chissà, era meglio ?).
Mi sono chiesta le stesse cose che hai scritto nell'articolo.
RispondiEliminaPerché nessuno interviene e aiuta il piccolo e i suoi genitori?
Perché si consente che vengano lesi i Diritti di questa Famiglia?
Sono profondamente disgustata.
Kris
Alfie è morto poco fa, un forte abbraccio ai genitori e a chi ha lottato insieme a loro. Grazie anche a Te Massimo Prati e a chi ha fatto squadra, e per averci fatto conoscere meglio questa storia anche se triste.
RispondiEliminaUn Forte Abbraccio ai Genitori di Alfie e a Tutte le Persone che hanno lottato con loro.
RispondiEliminaUn Forte e Avvolgente Abbraccio a Te Piccolo Guerriero.
Anch'io, come Kris, invio un abbraccio fortissimo ai genitori di Alfie, e a tutti coloro che hanno cercato di aiutarli; un tenerissimo ricordo per un piccolo grande guerriero.
RispondiEliminaOggi è deceduta Ester Arzuffi e ritengo sia doveroso il massimo rispetto per una madre che tenacemente aveva continuato a difendere suo figlio Massimo e che credo abbia saputo affrontare con una forza e una dignità incrollabili prima la terribile malattia del marito e poi la propria.
Condoglianze a tutti i suoi familiari.
E' un peccato parlare di cose che NON si conoscono. Non so quali competenze abbia il buon Prati in neurologia infantile, ma il bambino era incurabile (come certificato ANCHE dai medici italiani che lo avevano visitato) e le sue condizioni sarebbero continuate a peggiorare fino alla inevitabile morte. Gli stessi medici italiani, trasferito Alfie qui da noi, si sarebbero limitati ad idratarlo e a lasciar andare il respiratore artificiale, oltre ad imbottirlo di antidolorifici. Niente di più, niente di meno.
RispondiEliminaLe malattie sono incurabili sempre, finché non si trova la cura, la quale si cerca appunto studiando l'evolversi del male, e cercando di individuarne le cause. Nell'America, scoperta da poco, bastò il raffreddore a sterminare migliaia di Amerindi, e da noi la sifilide fece lo stesso. Se, invece di cercare di curare, la medicina assumesse il compito di boia, nessuna malattia sarebbe stata curabile. Capisco che si tratta di problemi bioetici enormi, ma lo sforzo della medicina è appunto quello di curare il male fisico o mentale, e arrivare alla morte con un'"eutanasia" dolce, quando il ciclo biologico prefissato di un individuo è alla fine . Un obiettivo per ora lontanissimo, e nondimeno da perseguire: finché si vive, si ha diritto di vivere. La vita biologica è un diritto inalienabile per ogni vivente .
RispondiEliminaRicordo anche che alla medicina fu concesso un enorme progresso dall'800 ad oggi, grazie alla scoperta e all'uso di sistemi anestetici adeguati, altrimenti operare o vivisezionare qualcuno sarebbe stato causa di morte o motivo di "incurabilità". Viva sempre la ricerca medica quando mira alla riduzione della sofferenza da un lato e alla ricerca di terapie efficaci dall'altro ! la morte non cura nessuno
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