La lettera inviata al quotidiano Il Tempo dalla ragazza stuprata un anno fa da due rom a Roma. E' viva perché l'ha voluto il destino e perché ha avuto coraggio e determinazione. Da leggere tutto d'un fiato per capire, almeno in parte perché se non si è la vittima, la carne da macello per ore a disposizione di persone senza scrupoli e prive di coscienza, il coltello non entra a fondo fra le costole del popolo, cosa significa essere stuprate in Italia...
Lettera ripresa dal quotidiano "Il Tempo"
Caro direttore,
mi permetta l'intrusione, ma a tutto c'è un limite. Le chiedo un po' di spazio e un po' di coraggio che so non mancarle. Ci ho pensato e ripensato ma penso che oggi serva far parlare i fatti per mettere fine a questa follia dello stupro politico-mediatico. Le voglio raccontare in diretta cosa prova una donna, di qualsiasi nazionalità o religione, quando viene violentata. Le racconto cosa significa precipitare all'inferno, sporcarsi l'anima e non rivedere mai più la luce.
Non ne posso più dell'ipocrisia della politica che interviene o non interviene a seconda se lo stupratore è un immigrato oppure no (o nel caso della signora Boldrini che ha condannato lo stupro di Rimini a tre giorni dai fatti e solo dopo le polemiche sollevate dai suoi avversari) o perché qualche simpaticone, tipo quel mediatore culturale della coop, rilancia l'idea che lo stupro è tale solo all'inizio perché poi la donna si calma e gode. Ora le racconto cosa mi è successo, ma è come se scrivesse una delle tante donne vittime di esseri umani stranieri che sarebbe meglio chiamare animali.
Era la notte tra il 5 e il 6 maggio dell' anno scorso. La sera, intorno alle 21, ero andata da un'amica. Ci siamo trattenute fino a mezzanotte poi mi sono incamminata verso casa, quando a trecento metri di distanza ho preso la strada che delimita il terreno abbandonato per accorciare, strada che allora non era illuminata.
Mentre chattavo su Facebook al telefono con il mio ex ragazzo ho visto un'ombra nera allungarsi sempre di più. Mi sono fermata per capire cosa fosse ma quando l'ho vista correre verso di me era già troppo tardi. Ho provato a strillare ma l'urlo è tornato in gola rimbalzando sulla mano pigiata sulla bocca.
Quell'uomo mi ha colpita e trascinato attraverso oltre la rete fino a chiudermi in una baracca maleodorante. Due belve feroci. Non era solo, quel bastardo. Mi hanno fatto sdraiare su un materasso putrido, strappato, mi hanno bloccato le gambe e a quel punto ho chiuso gli occhi e pregato mentre mi sentivo strappare la pelle, violare nell'intimità, in balia del mostro, privata della mia libertà, carne da macello.
Come se la mia vita non avesse valore. Piangevo e tremavo mentre quei maiali si divertivano a turno. Sarà politicamente scorretto, sarà non bello a dirsi, sarà che cristianamente bisogna perdonare, ma queste persone, caro direttore, non credo possano vivere in mezzo a noi. Non posso dire cosa gli farei, ma chiunque nelle mie condizioni penserebbe di fargli esattamente le stesse cose.
Fatico a considerarli umani. Perversi, infami, vigliacchi, questo sono. Ho ripensato a quel giorno quando ho sentito di Rimini e tutti quei distinguo sulla nazionalità, i veleni sui social. Ci ripenso ogni giorno, più volte al giorno, a quanto ho vissuto. La testa va a quel materasso sudicio nella baracca ogni qual volta sento parlare di stupri. Per quegli schifosi, quell'abuso sessuale era una via di mezzo tra una festa e un sacrificio. Io ero lì, loro fumavano, bevevano, ridevano, si sfogavano sessualmente, parlavano tra loro mentre io ero buttata lì.
Poi, forse per eccitarsi, inframezzavano parole in italiano e discutevano ad alta voce se uccidermi o tenermi in vita, ovviamente dopo aver fatto un altro giro sguazzando nella mia carne, stuprando la mia anima. E ridevano, quanto ridevano...
Il cervello è entrato in modalità di sopravvivenza quand'ero ormai rassegnata alla morte. Nonostante tutto volevo vivere, mi è passata la vita davanti agli occhi, pensavo alla mia infanzia, agli amici, a mio padre. Più passava il tempo e più quei maledetti si ubriacavano, così ho approfittato di un momento in cui si erano allontanati credendomi svenuta. Così mi sono fatta forza, trascinandomi fino alla borsetta buttata per terra sono riuscita a prendere il telefonino. Ero felice e terrorizzata, quando digitavo frasi di aiuto tremavo di speranza e di terrore.
Sono riuscita a inviare un sms alla mia migliore amica dicendole che ero al campo dietro casa sua, che mi stavano violentando, l'ho supplicata di chiamare subito la polizia. Quello è stato il momento in cui ho rischiato di più. Se mi avessero scoperto, non sarei qui. Purtroppo, però, la mia amica dormiva. Ha letto il messaggio solo alle 11 del mattino. Così tutta la notte l'ho vissuta pensando di crepare, secondo dopo secondo. Sapevo, però, che se una possibilità c'era di uscirne viva era di stare calma davanti a loro perché un pianto o una crisi li avrebbe portati alla follia e a ulteriori violenze sessuali.
Così ho provato a interloquire pacatamente col diavolo, con l'uomo che mi aveva sequestrato dalla strada. Era lui il capo. L'ho rassicurato che non l'avrei denunciato, ho finto di capire le sue ragioni, una sorta di sindrome di Stoccolma, insomma, l'ho portato, non so come, a fidarsi di me anche se il compagno di branco, ubriaco marcio, gli diceva di non fidarsi e di farla finita. Più passavano le ore e più l'alcool faceva effetto nei loro corpi, così ho convinto il capo a fare due passi, l'ho pregato perché non sentivo più nulla, le gambe, la testa, le braccia, il respiro. Ha accettato.
Camminando abbiamo sfiorato un viottolo che erano ormai le 6 del mattino. Ho visto una macchina ferma al semaforo con una guardia giurata in divisa al volante. Ho capito che Dio, il mio Dio, c' era. E mi aveva mandato un angelo, che ancora oggi vorrei ringraziare: si chiama Dario (...). L'ho vista, l'auto, e mi ci sono buttata dentro prendendo alla sprovvista il capo del branco. Lui, il bastardo, non se l'aspettava. È rimasto paralizzato mentre io al vigilantes urlavo di correre via, lontano, il più lontano possibile. «Ti prego, scappa, scappa. Sono stata violentata». L' animale ha provato a correre ma Dario ha accelerato e mi ha salvato accompagnandomi dai carabinieri dell' Appia.
Non avevo più lacrime, non sapevo che pensare, ero vicina all'infarto e mi sentivo uno zombie. Quando ho varcato il portone della caserma finalmente mi sono sentita la vita riprendersi cura di me, ero sopravvissuta, al sicuro, leggera anche se sporca e acciaccata. Il resto lo hanno raccontato i giornali. Un carceriere è stato arrestato, l'altro preso dopo 25 giorni nel campo rom di via Candoni.
Sa, direttore, tanta era la vergogna che non ho detto nulla a mio papà per 4 giorni, non volevo farlo soffrire. Poi però non ce l'ho fatta e mi sono liberata di tutto. Lui è stato un papà d'oro, si sorprendeva solo del silenzio stampa intorno a questa storia che coinvolgeva dei rom (zingari non si può scrivere, vero?). Ma non si dava pace. Temeva che altre ragazze potessero fare la mia stessa fine. Sa cosa ha fatto? Ha riempito il quartiere di volantini per raccontare cos'era successo, ed è solo a quel punto che i giornali hanno cominciato a scrivere.
Non voglio buttarla in politica, non mi interessa. Non sono di destra e nemmeno di sinistra. Ma da allora sono iniziate ad accadere cose assurde. Certe associazioni di sinistra non solo non hanno avuto il minimo rispetto per quanto avevo subito, ma hanno addirittura detto per telefono a mio padre che non doveva manifestare perché i due violentatori erano dei rom e così si sarebbe alimentato il «razzismo». Quei giorni sono stati terribili, ci chiamavano «fascisti», andavano in giro per il quartiere a mettere voci in giro che io mi ero inventata tutto, che ero una puttana.
Ovviamente, dopo quello che mi era successo, queste parole mi scivolavano addosso perché la politica non mi interessa. Sono solo una ragazza come tante che ha visto l' orrore impadronirsi del suo corpo e che nel suo piccolo, oggi, di fronte a questo balletto ipocrita intorno allo stupro di Rimini, vuol contribuire a dire le cose come stanno. Diciamo che purtroppo parlo da addetta ai lavori. E in questa veste supplico tutti di finirla con questo politichese da schifo, col perbenismo, coi due pesi e le due misure. Perché quel che è capitato a me può capitare stasera a vostra figlia.
Vorrei che la signora Boldrini, che tanto si batte per i diritti delle donne, non avesse remore a parlare di immigrati se immigrati sono gli stupratori, o di italiani se un italiano fa cose del genere. La violenza sessuale non ha colori, ideologie, religioni. È un atto ignobile, che viola la persona nella sua libertà personale, la sua psiche, è una ferita eterna. Perché il senso di impotenza che si prova in quei momenti è orribile. Ecco perché quel mediatore culturale è un essere orribile.
Smettetela di addossare la colpa alle donne, perché - sembrerà paradossale - così facendo la violenza è peggiore dell'abuso fisico subito.
Il giorno della sentenza in aula ho sentito pronunciare parole vergognose e immonde. Quello diceva che ero «vestita in maniera provocante», che mi ero inventata tutto, nonostante i riscontri raccolti dai carabinieri e le prove biologiche. Non ce l'ho fatta a sentirlo, sono scappata via, fuori dall'aula. Volevo morire una seconda volta.
Ma la colpa, caro direttore, non è di quell'animale condannato insieme a quell'altra bestia. È delle leggi italiane che fanno pena e che permettono l'impunità. Quando ho visto quel post su Rimini non ci volevo credere, sono rimasta scioccata. Evidentemente è la cultura di quel signore che considera la donna uno spauracchio colpevole di tutto. E allora mi chiedo: certa gente, evidentemente incompatibile con il modello di vita occidentale, cosa si tiene a fare in Europa?
A nome di tante di noi, voglio chiedere l'espulsione immediata del mediatore culturale e approfittare di questa opportunità per dire alle ragazze abusate di denunciare, di non avere paura. Perché la paura deve essere la loro. Solo la loro.
Chi non ci difende è complice.
(Lettera firmata dalla ragazza violentata da due rom a Roma)
Per quanto mi riguarda a quei due ed a chiunque si macchia di un simile delitto farei pestare i testicoli con un martello. Oppure per essere misericordiosi una bella iniezione per far passare i bollenti spiriti. So che (in un isola del mediterraneo) ad un uomo che aveva strupato una ragazza gli hanno infilato nel deretano un manico di scopa. E' rimasto a letto un mese perchè non riusciva a camminare. Questo bisogna fare italiano o straniero che sia. Cosa ne pensa signora Boldrini.
RispondiEliminaGrazie Massimo per aver riportato la lettera che il giornale "Il Tempo" dovrebbe ripubblicare ogni giorno.
RispondiEliminaE la ragazza riporta che ha pregato, ha pensato, ha ricordato, ha avuto lucidità e questo l'ha salvata.
Rappresenta la parte migliore del mondo femminile italiano che, grazie al cielo, ancora c'è.
Condivido ogni parola delle accuse che la ragazza fa, la Boldrini...ma chi ce l'ha messa lì?
Come tutti gli altri!
La Nilde Iotti era altra ben altra cosa ma proveniva da esperienze e culture differenti, soprattutto aveva vissuto il suo valore politico, quando la politica era sentita più seriamente.
Oramai siamo occupati: i diversi costumi, i diversi credi religiosi, le diverse tradizioni non esistono più di fronte all'impellente ed immortale bisogno sessuale privo di scrupoli e di moralità.
Siamo solo all'inizio, purtroppo.
Al TG 2 delle tredici, ho potuto ascoltare solo la parte terminale dell'annuncio che i Carabinieri o la Polizia, hanno fermato una persona sospetta, nella cui auto, è stato prelevato il dna della ragazza scomparsa.
RispondiEliminaNe sapete qualcosa?
Intanto, inizio una ricerca col pc.
Carissima Signora,
RispondiEliminadifficile trovare i termini per cercare di esprimerLe la nostra solidarietà, di lettori o collaboratori di questo blog. La violenza carnale è sempre un crimine orrendo, lo è tanto più quando effettuato da diverse persone. L'atto sessuale dovrebbe essere sempre un fatto reciprocamente voluto, e mai imposto, né da estranei, né da amici o coniugi o quel che sia. Il corpo umano non è di proprietà dell'altro. Nessun rapporto sentimentale giustifica l'idea di un possesso fisico, di un preteso "diritto" a qualcosa. La frase di qualcuno sulla violenza non è che la traduzione di quell' "elegante" frase latina, vigente fra giuristi, vis grata puellae (la forza è gradita alla fanciulla), che richiederebbe un lunghissimo e amaro discorso. Ma voglio anche dirLe, Signora, per tutta sincerità, che spesso, troppo spesso, è poco apprezzato quell'uomo che rispetti la donna e non dimostri le sue istintive attenzioni, senza un rapporto di confidenza reciproca. Molto spesso passa per un impotente o per opposte tendenze. Ahimé, l'educazione sessuale è stata spesso ridotta a pure cognizioni fisiologiche: quasi mai è stata estesa all'approfondimento dei diversi sentimenti ed istinti, e al saperli controllare nei termini giusti, al reciproco confessare o manifestare, con gradualità, i propri desideri, le proprie speranze, nei modi consoni all'uomo e alla donna. Questo spiega perché anche "intellettuali" possano dire "vis grata puellae"...
Manlio buongiorno,
RispondiEliminagrazie per esserti direttamente rivolto alla signora.
La sensibilità e la condivisione maschili sono sempre gradite ed importanti in episodi del genere.
Grazie a te Vanna: di questi problemi occorrerebbe parlare sempre a mente serena, per cercare di capire perché la relazione indispensabile alla vita e all'esistenza di una specie si sia trasformata storicamente in una specie di "guerra" tra i sessi e spesso in una reciproca incomprensione. L'essere umano, maschio o femmina che sia, è caratterizzato non tanto dai suoi fisiologici istinti, come ogni altro animale, ma dalla Ragione, quella logica, ovvero incontraddittoria e coerente nel pensiero e nella sua espressione, e quella morale che dovrebbe essere incontraddittoria e coerente nell'azione, rispetto al proprio pensiero e alla nostra idea di Bene. Dovrebe fondarsi sulla conoscenza di sé (ancora il vecchio, ma intramontabile Socrate !) in relazione agli altri. Dovrebbe consistere nel superamento di ogni preconcetto di superiorità fisica che consenta di costringere altri a pensare o a fare come noi vorremmo; nell'accettazione delle differenze, ecc. Io credo che i rapporti tra esseri umani, più che su un preteso amore reciproco, evangelico o no, dovrebbe fondarsi prima ancora sul rispetto reciproco, nel rispettare e farsi rispettare, così tra gli individui, come tra gruppi, come tra Stati. Senza questo, ogni altra cosa (anche il celebre "Ama il tuo prossimo come te stesso") finisce per essere uno slogan come un altro. Ognuno rispetti sé e rispetti gli altri, ognuno sappia farsi rispettare nei propri meriti e anche nei difetti, se questi non superano certi limiti. Solo il Rispetto elimina l'aggressività: questo io credo.
RispondiEliminaGrazie ancora Vanna, per il tuo costante apprezzare quanto scrivo, e che è del tutto ricambiato.
Manlio buongiono, è verissimo ciò che scrivi, riporto da te:.
RispondiElimina"Io credo che i rapporti tra esseri umani, più che su un preteso amore reciproco, evangelico o no, dovrebbe fondarsi prima ancora sul rispetto reciproco, nel rispettare e farsi rispettare, così tra gli individui, come tra gruppi, come tra Stati."
Il rispetto presuppone umiltà e condivisione che mai danno origine alla violenza e alla sopraffazione.
Ieri sera ho visto un film americano su rete 4, mi sembra, che narrava di violenza a dei ragazzi adolescenti in un riformatorio.
Aberrante ciò che subirono, compresa violenza sessuale ripetuta dagli aguzzini.
Ho dovuto cambiare canale.
L'essere umano ha qualcosa dentro che lo fa essere peggio degli animali, alla tua citazione evangelica, rispondo con un 'altra " Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te".
(Questa frase parla di possedere buon senso, ma pare che certe cose violenze facciano perdere il lume della ragione).
E così non si realizzerebbe la Legge del Contrappasso o del Karma.
Ma bisogna imparare a rispettare ad amare, a perdonare perché veramente chi agisce con tale efferatezza a sua volta non riceverà confettini.
Sono convinta che anche il male che facciamo inconsciamente lo pagheremo.
Questo non consola certamente, ciò che rimane è la riflessione sull'accaduto
come monito e ricerca di pace e bene soltanto.
ultimamente non reggo piu' flim o video che ci propinano in tv basati sulla violenza . i srprusisui piu' deboli, violenze di tutti i tipi , sessuali , o scazzottamenti dove ci fanno vedere tante di quelle botte : che secondo me un essere non è in grado di sopravvivere dopo aver subito tanto .
RispondiEliminasara' perchè abbiamo sopportato violenze psicologiche di ogni genere, da chi si definisce fautore della giustizia .
quelle violenze credo siano indelebili .
guardo altrove , leggo i vostri commenti che trovo piu' tranquillizzanti, almeno difendete chi è sotto tiro dai media e dalla ingiustizia
Carissime Vanna e Magica,
RispondiEliminasono decenni ormai che la Televisione, anche la RAI e non solo le private instilla idee di violenza anche in sede sessuale. Ricordo come fui amaramente colpito dalla prima serie della "Piovra" (secoli fa ormai...). Si vedeva una scena in cui Michele Placido (l'Eroe) dava uno schiaffo a Florinda Bolkan(la mafiosa del momento). Lei si "concedeva" dopo la sberla, non capisco perché. L'atto sessuale dovrebbe avvenire sempre in un connubio di piacere e di reciproco piacere, dove la violenza sparisce. Anche limitando l'atto sessuale a puro fatto biologico, senza connessioni sentimentali, dovrebbe esservi sempre rispetto reciproco delle persone e dei corpi, seduzione certo, ma mai violenza, mai uso o abuso della forza, a meno di non scadere in certi comportamente sessuali da insetti (mantide religiosa) o da aracnidi (certi ragni), in cui la femmina divora il maschio da cui si fa fecondare; oppure come negli imenotteri, dove i fuchi finiscono per essere uccisi oppure per morire nell'atto. Che molti esseri umani si sentano ancora alla fase di tali insetti ? Mah !
Di certo, la diseducazione sociale, per cui si vede l'atto sessuale, non come reciproca donazione di sé e di piacere reciproco, ma di "possesso", oppure quando si parla di "fedeltà" come se uno potesse avere possesso dell'altro, invece che di lealtà e, ripeto, di reciproco rispetto; finché non si capisce che l'"eternità" dell'amore è solo un'intenzione, non una realtà effettiva, ebbene difficilmente si riuscirà a superare quella deviazione dell'istinto che ci fa credere che la violenza possa essere mai, nemmeno in parte, sollecitazione all'atto sessuale. Anche se, per pure ragioni biologiche, si raggiungesse l'acme del piacere (overo orgasmo), questo sarebbe puramente artificioso, ovvero non voluto). Prescindo in questo da tutte le questioni etiche o psicoetiche sull'amore, sul matrimonio o su che altro, altrimenti non si finirebbe più. Siamo in una fase storica in cui lo stesso termine Amore ha assunto significati ambigui, facili a traviare nella violenza o nella pura fisicità.
L'ultima vicenda delle due studentesse americane, violentate o meno da due carabinieri in servizio, dimostra una volta di più quando degrado vi sia nel costume planetario ed occidentale. Giustamente oggi una signora in "Prima Pagina" di Radio RAI 3 ha argomentato sulle motivazioni sociologiche di certa licenza di costumi oggi crescente, anche in chi per professione dovrebbe ben guardarsi da un certo comportamento. Infatti, i cittadini non pagano le Forze dell'Ordine perché si comportino in certi modi in servizio e anche fuori dal servizio. I tempi di Salvo d'Acquisto e di Culquaber sembrano totalmente trascorsi. Ma, come un sacerdote, un medico o un docente non debbono approfittare della propria posizione per ottenere o compiere atti a loro illeciti da chi dipende da loro stessi, così lo stesso vale per le forze dell'Ordine. L'uso della forza o del proprio prestigio dovuto alla divisa, non consente di approfittare di determinate situazioni. Un tempo si diceva che una donna non deve essere "picchiata" nemmeno con un fiore, malgrado nell'antichità le violenze contro le donne fossero anche più frequenti di adesso. L'espressione pur retorica dovrebbe essere intesa oggi nel modo giusto: rispetto, rispetto e anoctra rispetto. Quando uomo e donna sono in condizioni di parità, si desiderano e compiono ciò che Madre Natura vuole che compiano, allora soltanto la cosa è lecita, indipendentemente dai legami formali o benedetti da qualcuno. Quando tutti lo capiremo e lo attueremo, l'umanità avrà fatto un grande passo di civilizzazione.
RispondiEliminaA questo si aggiunge un nuovo caso, i cui sviluppi potrebbero essere rilevanti: l'uccisione della sedicenne Noemi in Puglia, da parte di un suo quasi coetaneo, se fu il coetaneo... Qualche analogia nell'occultamento del corpo con Sara Scazzi. In ogni caso, se la cosa è andata come narrata finora, una nuova dimostrazione che la nostra specie non sa più controllare i propri istinti, come pur sanno fare anche gli animali feroci, almeno nei rapporti tra i due sessi della stessa specie. Poi questa successione quasi quotidiana di delitti e di violenze non è per nulla confortante in merito al nostro futuro di specie: pare che essa voglia suicidarsi, in ogni forma possibile.
RispondiEliminaCaro MANLIO
RispondiEliminaSolo per caso ho acceso il pc., per leggere altro, stando alla "tregua" del blog e di Massimo.
Sono d'accordo sull'analogia del caso Noemi con quello di Sarah Scazzi.
Ma, per quest'ultimo il "vandalo" è confesso; resta il lugubre e ripetitivo atto di far scomparire il corpo del reato.
Atto che aggrava la situazione del "vandalo" furioso, per carattere, come dichiarato da molti che lo conoscevano.
Mi auguro che sia punito severamente.
Cordiali saluti.
Il mondo oramai è alla deriva. Non esistono più quei valori di una volta. E' impossibile che la nostra società possa cambiare. Purtroppo che subisce di solito sono i più deboli ed in questo caso una bambina. E' Terribile.
RispondiEliminabravi ! allora se credeta che sia analogia come nel caso scazzi significa che credete colpevoli le misseri e complice il padre? se la pensaate cosi' chissa' la vostra considerazione nel legger i commenti degli innocentisti .
RispondiEliminail caso p diversissimo .. il figlio ha confessato.
RispondiEliminanel caso scazzi è il padre che ha confessato omicidio e occultamento .. le innocenti non devono confessare niente perchè non hanno fatto nulla , la storia delle famiglie di avetrana è tutta diversa . non c'erano acredini . lo pensano solo i maldicenti .
Carisimi Pino e Magica,
RispondiEliminasulle confessioni non c'è mai troppo da credere. L'analogia, cara Magica, a cui mi riferivo è la morte orribile di una ragazzina di 16 anni. Qui è l'analogia, ma non solo: c'è un occultamento, scoperto abbastanza presto, e un ragazzo non ancora maggiorenne che confessa in più versioni (due almeno). Il padre di Noemi ha espresso i miei stessi dubbi, su chi dei due congiunti possa essere il vero assassino. Pensate solo che un minorenne, tra l'altro non perfettamente ragionante per altri motivi, non è imputabile allo stesso modo di un adulto, per cui è molto comodo convincerlo ad accusarsi, tanto pagherebbe poco. Ovvamente, questa mia è un'ipotesi, per carità. In senso assoluto, su questi fatti assumo una posizione agnostica riguardo ai colpevoli. Che cosa è veramente uccesso con quella povera ragazza che, sempre in Puglia, subisce una fine atroce, non lo so e non pretendo di saperlo. Ma penso che nessun padre, serio e responsabile, coopererebbe col figlio per far sparire un corpo, invece di convincerlo a costituirsi o a denunciarlo in caso contrario. La solidarietà familiare non può arrivare a collaborare in queste operazioni. Sui Misseri, ho già detto da anni la mia opinione e nessuno me la può ora modificare: nessuno dei tre fu colpevole della morte di Sarah Scazzi.
Caro Manlio
RispondiEliminaSono d'accordo con te. Per il caso Scazzi sottoscrivo sono ultra d'accordo: nessuno dei tre fu colpevole della morte di Sarah Scazzi. Hai fatto anche bene a parlare di morte, non sarei così sicuro che si sia trattato di un omicidio...
Ogni tanto arriva qualcuno con osservazioni alquanto discutibili: se avessero il coraggio di firmarsi almeno ! Caro Gilberto, non capisco la tua distinzione tra morte ed omicidio nel caso di Sarah Scazzi, sinceramente. Di certo non si uccise da sé, in quelle condizioni. Riguardo alle analogie, di cui dicevo sono presenti anche molti differenze tra i due casi. Interessante il fatto che l'autopsia di Noemi sia completata, ma mancano ancora dati decisivi sulle modalità della morte. Suppongo che vogliano verificare, sempre sul piano biochimico, se vi sia stata violenza carnale e di chi. Il rapporto tra padre e figlio, già prima con squilibri psichici, dovrà essere determinato meglio. Molte cose da capire. Ma, aggiungo, a Magica e Pino, per chiarezza che, se si ricordano, io sottolineai già molto tempo fa che, a mio parere, il rapimento e l'assassinio di Sarah Scazzi furono organizzati da criminali specialisti. Mi si oppose allora, da parte di qualcuno, che, se fosse opera di maniaco seriale, vi sarebbero stati altri casi di ragazze scomparse o uccise. Già allora ci fu quello di una giovane piemontese ritrovata in quei mesi in un pozzo, non se ne seppe più nulla. Ora c'è questo caso di Noemi: imitatori o maniaci, chi lo sa. Anche la storia di Emanuela Orlandi, ogni tanto rimessa in ballo, dimostra che vi è qualche circolo di manìaci delle adolescenti. Forme orrendamente distorte della psiche maschile. La conduzione della difesa dei Misseri è stata suicida: lo si capisce facilmente. Attribuendo a Michele l'omicidio in quella casa e a quell'ora, c'era poco da fare, eppure, nessuna prova materiale o testimoniale, oltre alla "confessione" estorta allo stesso Michele, dimostrava l'arrivo effettivo di Sarah in quella casa...
RispondiEliminaManlio buongiorno,
RispondiEliminacondivido in pieno.
Ciao MANLIO!
RispondiEliminaMentre per il caso Scassi ho una mia teoria, che espressi una sola volta, molto tempo fa, ma non fu condivisa da molti, l'analogia, però, con quello più recente di Noemi, la vedo: l'età della vittima, l'occultamento del corpo ed "una" confessione.
Confessione della quale non è stato tenuto conto, nel primo, ed i dubbi degli inquirenti per la seconda.
Ad ogni modo, sono solo elucubrazioni personali, e potrebbe anche non essere così.
Le indicazioni accusatorie del genitore della vittima, in direzione di quello del presunto reo confesso, una certa breccia l'hanno aperta nell'orientamento delle indagini, che riprenderanno più determinate, dopo i risultati degli esami autoptici sulla salma della giovane ferocemente uccisa.
Carissimo Pino,
RispondiEliminaogni caso è evidentemente un caso a sé, ma quest'anno mi pare che abbia influto pure l'elemento dell'imitazione: non è passato giorno che non ci sia stata qualche violenza e qualche "femminicidio", come li chiamano. Leggendo Cicerone e i suoi discorsi, vedo molta analogia con i nostri tempi, in politica e nella violenza quotidiana. Se vi capita la possibilità, leggete ad es. l'Orazione "Pro Cluentio", dove si parla di un assassino seriale che ha come obiettivo quello di impadronirsi il più possibile di eredità illecite. Lo dico anche a Vanna, che ama molto il pensiero classico, e che ringrazio per il sostegno.
Per l'esattezza, Cluenzio è un personaggio difeso da Cicerone, ed accusato di aver corrotto i giudici in processi contro questo assassino seriale, se non ricordo male di nome Avatino. Una specie di giallo dell'antichità, condito come sempre dalla grandissima abilità oratoria e dialettica di Cicerone.
Tornando alla questione, vi sono alcune modalità simili, altre diverse tra i due delitti, non si capisce se per influenza del primo sul secondo, o perché chi agisce è moso da uguali meccanismi interiori. Comunque, vedremo quando si sapranno i risultati completi dell'autopsia, per esempio se la ragazza fosse stata prima violentata e poi uccisa. Da quello che mi ha raccontato mio cognato che ha visto un'intervista ai genitori dell'assassino in televisione, se ne dedurrebbe, tornando ai classici, che talis pater, talis filius, e viceversa...
Manlio e Pino buona serata.
RispondiEliminaNon ho seguito questo nuovo fatto, ma subito mi sono soffermata sugli elementi "geografici" che portano con sé quelli antropologici e sociali.
Ho visto solo una breve immagine di una ragazzina che sembrava più grande e di una madre che sembrava una ragazzina.
Ruoli femminili confusi, forse anche il padre lo era.
Cercherò di informarmi.
Vanna
MANLIO
RispondiEliminaCt): "talis pater, talis filius"
...e come fare a contraddire il vetusto detto, se, stando a quanto riportato dalla stampa quotidiana di oggi:".. si cerca di individuare eventuali complici: in particolare, si cerca di delineare il ruolo avuto dal padre del ragazzo, ora formalmente indagato per sequestro di persona e occultamento di cadavere.
Grande cultura latina!
Da "voci" circolanti, si desumerebbe che gli inquirenti non siano del tutto convinti della "confessione" del "filius", in quanto possibile copertura omertosa, a favore di X, vero, possibile colpevole.
VANNA
Buono l'obbiettivo scelto:
"ma subito mi sono soffermata sugli elementi "geografici" che portano con sé quelli antropologici e sociali."
Non vedo, però, come "geografici" gli elementi da te attenzionati, ormai sparsi a pelle di leopardo in tutto il Paese.
Pino, è vero! Le macchie di leopardo si vanno allargando.
RispondiEliminaessere mistificatori ci potrebbe stare in certe occasioni . normalment nelle famiglie appena un po' serie ci sono delle regole il ragazzo guidava senza patente, la ragazza di quell'eta' in giro di notte .
RispondiEliminapoi la convivenza a dei ragazzi monorenni con la complicita' delle famiglie ? .
conosco quel tipo di gioventu' che assolutamente vuol fare quello che gli pare , spocchiosa!:purtroppo la colpa è dei genitori , quelle due famiglie. si capisce che hanno avuto poche regole con il loro comportamento .
tuttavia io ho colto nel padre del ragazzo un lampo di felicita'è finalmente di fine strazio , quando gli dissero che si era trovata la ragazza. credendola viva ((( i genitori avevano gia' il sspetto sul figlo percio' ci fu un attimo di sollievo ! )) la madre disse un NO di sgomento, alla notizia della morte della ragazza . lnoltre fare quelle brutte considerazioni sulla ragazza, sapendo che era morta mi pare fosse come darsi la zappa ai piedi ,, doveva dire invece che era molto brava,se erano colpevoli di qualcosa .
sospettano del padre per occultamento?( che copioni! questi investigatori . credono di avvalersi delle indagino di AVETRANA? se il padre avesse aiutato quel figlio a occultare , mai piu' l'verebbe sepolta con un piede fuori . solo un ignorante e sposcchioeso ragazzo poteva fare una cosi'sciocca azione -.
uccidere il suo amore a sassate? avete sentito i discorsi del ragazzo quando si esprimeva?, o mia o di nessun altro ., l'amore per sempre a 16 anni , quel chiuffo da gallo cedrone . quello è il frutto di una certa mentalita' , dove si ama e allo stesso tempo si odia .amori poco credibili .
Cronaca odierna: Amanti da 10 anni: lui non lascia la moglie, lei lo uccide con 87 coltellate. Maschicidio!!!??
RispondiEliminasi vede che la signora era molto incazz ,, per dare 87 coltellate anche perchè ci vuole molta forza ,
RispondiEliminascherzi a parte , succede !
lo vuole morto , cosi' lascia la moglie . etu rimani senza l'amante . certi atteggiamenti non si capiscono .
Strangolò la fidanzata e girò tutta la notte col cadavere: concessi i domiciliari. I familiari: "Pugno allo stomaco".
RispondiEliminaFrancesco Mazzega, 36 anni, uccise Nadia Orlando, di 21. Dopo due mesi arriva la scarcerazione, ora che è disponibile il braccialetto elettronico.
Notizia di ultima ora da Tiscali. Credo che in Italia c'è qualche cosa che non funziona bene. Per adesso Bossetti è in carcere condannato all'ergastolo per un millesimo di grammo del DNA. Incredibile che non si possono rifare le analisi.
Quella del Mazzega è ormai di qualche settimana fa, ne ho fatto cenno anch'io. Riguardo agli omicidi passionali, o presunti tali, chiamarli con nomi specifici è solo una moda dei nostri tempi, che denota una gran coda di paglia, sia negli organi di informazione, sia in quelli inquirenti (si pensa di risolvere i problemi ribattezzandoli con altre parole !). Spesso si vede che denunce fatte dai perseguitate/e sono assolutamente trascurate e sottovalutate. Poi si piange o si agisce quando è tardi. Quello della sepoltura col piede fuori, cara Magica, non la sapevo, ma non è detto che vecchi padri siano esperti nel seppellire più dei figli. Ecco perché non credo che Michele Misseri sia stato né l'assassino, né l'occultatore della povera Sarah Scazzi: saper nascondere bene un cadavere è mestiere di gente esperta, non di un contadino, improvvisato assassino. Ma oggi c'è un'altra trovata dei magistrati; siccome un figlio ucciso era adottato e non consanguineo, non considerano l'aggravante, e perciò non dànno al "buon" padre l'ergastolo. E' una storia ormai antica: il giudice si ritiene creatore di Diritto, e quindi col diritto di giudicare a suo beneplacito, senza un minimo senso delle proporzioni.
RispondiEliminaHo paura che purtroppo non ci sarà niente di buono per quella bambina ecco le ultime: " I tecnici della polizia scientifica stanno esaminando i reperti raccolti nell’auto lavaggio dove domenica 27 agosto Nordahl Lelandais ha lavato - con cura sospetta - la sua Audi 3 dove la sera prima aveva fatto salire Maëlys e «un bambino biondo», secondo il suo racconto, che si è poi rivelato inesistente. In un primo tempo Lelandais aveva taciuto di avere incontrato la bambina. Quanto i test del Dna hanno rivelato che la bambina era salita in auto dalla porta anteriore sinistra, l’uomo ha ammesso di avere lasciato che salisse in auto «per vedere se nel bagagliaio c’erano i miei cani». Lelandais si è sempre difeso dicendo di avere lavato l’auto perché aveva deciso di venderla e nei giorni successi avrebbe dovuto consegnarla all’acquirente. Ma le videocamere dell’autolavaggio lo hanno ripreso mentre si ostina a lavare con grande attenzione il cruscotto, proprio nella parte dove temeva fossero rimaste le tracce di Maëlys poi effettivamente trovate.
RispondiEliminaHo trovato questa notizia, è da leggere!
RispondiEliminahttp://www.fanpage.it/rimini-fermato-pedofilo-aveva-anche-un-dossier-osceno-di-40-pagine-su-yara-gambirasio/
Queste storie atroci mi fanno dubitare che ci sia vera bontà negli esseri umani.
RispondiEliminaSe non si ha neppure pietà di una povera ragazzina massacrata in quel modo, se tutto è in funzione del proprio divertimento e anche la morte altrui diventa fonte di piacere, allora non esiste civiltà.
Non può essere che in un paese civile e moderno manchi il rispetto per i bambini, le donne, i vecchi, i poveri, i rifugiati. Sembra quasi che per anni non ci sia stata una guida morale efficace e autorevole, malgrado siamo in un paese imbevuto di cattolicesimo fino al midollo. Sembra che della religione sia prevalso solo il moralismo ipocrita, i rituali esteriori che servono ad apparire buoni e pii agli occhi del prossimo ma poi tutto si ferma lì, a pochi passi dall'acquasantiera, appena varcata la soglia della parrocchia.
Sarà che stasera sono troppo pessimista, ma con queste notizie...scusatemi.
unfatti mi ricordo di un uomo molto religioso che andava a messa tutte le domeniche . un bravo uomo non si puo' dire il contrario perchè lo conoscevo ,, comunque fuori dalla chiesa cominciava a perlare con amici e conoscenti del piu' e del meno ma ogni 2 parole una bestemmia ahah , non si ne accorgeva nemmeno di dirle . m
RispondiEliminainoltre il cattolicesimo è messo a dura prova dai discorsi di quell'uomo venuto da lontano , il quale parla a ruota libera e con cipiglio senza freni , e comanda in uno stato sovrano .
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@Vanna grazie per la segnalazione. Molto interessante questo articolo. Un bel terzo grado a questo pedofilo sarebbe necessario che si ricordi dove era il giorno della scomparsa della povera Yara. Dovrà dare spiegazioni per come aveva interesse al caso di Yara. Complimenti agli inquirenti che sono riusciti a scovare questa bestia. per chi ha fretta ecco alcune righe dell'articolo:" L'uomo, l'orco, è un insospettabile impiegato di 53 anni, D.P. le sue iniziali. L'inchiesta è all'inizio ed è partita on-line: gli investigatori sospettano che ci sia una rete molto estesa di pedofili che si nasconde in rete. Ora l'uomo si trova nel carcere dei Cassetti di Rimini, in una zona protetta non a contatto con i detenuti che, com'è noto, mal digeriscono la presenza in carcere di persone che si sono macchiate di reati contro i minori. (Qui tutta la vicenda di Yara).
RispondiEliminaHo letto anche quest'altra notizia, al peggio non c'è mai fine:
RispondiEliminahttp://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2017/10/02/pornografia-minorile-ps-arresta-giudice_e2b3a7e8-0ba7-49ec-9d90-71982ef1d843.html
Annamo bene. Pure i giudici.
Ciao Nautilina,
RispondiEliminae che solo i giudici?
Chi c'è dietro la sparizione di Emanuela Orlandi?
Di materiale in merito ce n'è a iosa, basta la tomba del capo della banda della Magliana che sta nella chiesa dove, a fianco, andava la ragazza a scuola di flauto.
Padre Amorth, a grosse lettere, disse cosa c'era dietro e più volte lo ripeté.
Tale realtà è viva, vegeta, conosciuta, ma si tende a non considerarla.
Sono anni che lo vado ri-accennando qui, senza successo, né ascolto.
Il discorso è tabù per quanto fa paura.
Vanna, buon pomeriggio.
RispondiEliminaE lo so che hai ragione, ma come dici tu la paura fa novanta.
Dicevo 'annamo bene' perché finora dei magistrati non avevo mai sentito parlare in questo senso. Dei preti sì e moltissimo. Il problema (anzi lo scandalo) dura da sempre, anche se un tempo i media non ne parlavano e la gente mormorava in privato senza avere il coraggio di alzare la voce e denunciare.
Riguardo alla tua segnalazione, sembra che ora Ezio Denti sia interessato a quella pista. almeno da quanto ha dichiarato ai microfoni di Radio Cusano Campus.
Vuole indagare - giustamente, direi - sulla natura delle fotografie di Yara contenute nel dossier del pedofilo. E' vero che potrebbero essere state scaricate dal web, ma se non fosse così bisognerebbe capire chi le ha scattate.
Io ho sempre avuto il sospetto che qualche visitatore abituale della palestra fosse pedofilo e interessato a Yara : di solito quel genere di persona gravita con insistenza intorno agli ambienti frequentati da bambini e adolescenti, quindi scuole, parchi giochi, oratori e associazioni sportive giovanili.
Stiamo a vedere, tutto è lecito purché emerga la verità.
Speriamo che nella marcia 100 passi per Bossetti vi siano tante persone e sopratutto giornalisti che non siano i soliti colpevolisti. Se andasse deserta Bossetti viene dimenticato e butteranno la chiave della cella. Tutti cerchiamo la verità, ma non nel modo in cui è stato trattato Bossetti, senza uno straccio di contro analisi del dna.
RispondiEliminaPrima di decidere la "marcia", penso che sarebbe stato più opportuno attendere il responso della Cassazione: la manifestazione potrebbe essere interpretata, dai componenti la stessa Corte, come una sorta di proditoria invadenza, entro i confini del proprio diritto-dovere decisionale.
RispondiElimina@Pino, è vero anche quanto scrivi. Ma abbiamo visto da quale parte è sceso il piatto della bilancia dei mass media. hanno giustiziato Bossetti prima di andare in tribunale. Speriamo che questa marcia sia utile per far capire alla gente di strada l'ingiustizia che ha subito Bossetti per non aver fatto fare una nuova perizia super partes .
RispondiEliminaTemo che la Cassazione non si curi affatto né dei pareri dei cittadini, né delle manifestazioni. Come conseguenza della propria mentalità, fondata sul principio della Forza, essa pesa come Giove su una propria bilancia a due piatti il peso numerico o finanziario delle parti, quindi dà ragione a chi pesa di più. Segue poi, a distanza di tempo, l'arzigogolo per dimostrare che quello che si credeva o era il più forte aveva ragione anche sul piano giuridico .
RispondiEliminaDi oggi è la notizia che anche il presidente Mattarella, parlando a nuovissimi magistrati vincitori di concorso (si parla alla nuora, perché suocera intenda...) ha sottolineato i loro doveri professionali. Ovviamente, sono prediche inutili: del resto questa clase politica, poco ha da predicare alle altre istituzioni .
RispondiEliminaA proposito di Cassazione,
RispondiEliminaho udito, se ho ben compreso, che sono uscite le motivazioni per il delitto Scazzi. Naturalmente non motivano nulla, se non una condanna che i mezzi di informazione, particolarmente televisivi, avevano già emesso nel lontano 2010 - 2011. quod erat demonstrandum
LUCIANA_MINARDI 16 anni Ausiliaria della San Marco
RispondiEliminaCologna Veneta (Verona), maggio 1945
Luciana aveva 16 anni nacque a Imola nel 1929 credeva nell’Italia repubblicana si arruolò come volontaria e venne così assegnata al battaglione “Colleoni” della Divisione “San Marco” attestati sul Senio, un fiume che attraversa la Toscana e la Romagna, Luciana fù impiegata come addetta al telefono da campo e al cifrario, è circa la fine del mese di aprile, quando riceve l’ordine di indossare vestiti borghesi e di mettersi in salvo.
Il giorno stesso esegue gli ordini ma tornando dai genitori venne fermata dagli inglesi nei pressi del fiume Po, immediatamente senza farsi vedere getta il gagliardetto della San Marco che aveva tenuto come ricordo nel fiume. Luciana viene comunque prelevata e dopo un breve interrogatorio la rilasciano. Finalmente Luciana raggiunge così i genitori, che all’epoca erano sfollati a Verona precisamente a Cologna Veneta.
Tutto sembra tranquillo quando improvvisamente a metà maggio, presso il centro degli sfollati si presenta un manipolo di banditi partigiani comunisti, cercano esattamente Luciana, probabilmente Informati da qualche spia che quella ragazzina era stata una ausiliaria della RSI. Luciana viene presa, la portata sull’argine del torrente Guà e, dopo una serie di violenze sessuali di gruppo, la massacrano.
Durante tali violenze uno degli “eroi” pedofili continuava a dire a Luciana “chiama la mamma, porca fascista!”. La ragazzina, già allo stremo, verrà soppressa con una raffica di mitra.