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giovedì 29 gennaio 2015

Sul nuovo Presidente della Repubblica - E come sempre piove sul popolo italiano ormai senza mutande...

E come sempre piove sul popolo italiano ormai in mutande

La nebbia all'irto Colle 
piovigginando sale, 
mentre là al Nazareno 
urla e si sbraccia il Renzi.

Giù per le vie più scure, 
rumors sinistri e sghembri 
riportano le strida 
dei vecchi palazzacci. 

Nel tetro parlamento 
l'inciucio sta cuocendo 
e il cacciator di voti 
divide i seggi e le porzioni. 

Sul popolo ignorato 
si addensano le nubi, 
non piace lo stufato, 
bagnato, trito cotto e riscaldato.

Ma da domani, 
come cinquanta, 
quaranta, trenta, venti, 
dieci anni fa... statene certi che pioverà.

Pioggia, 
e tra i lampi 
schede bianche 
e fischi e saltimbanchi con padrone. 

Pioggia, 
acida che scende 
rigando i fogli in pizzo 
che volan lentamente fra gli scranni. 

Pioggia, 
vuota che pare, 
di mente e di concetto
e finanche di intuito e d'intelletto. 

Pioggia, 
che amara sfiora 
la tomba di Pertini... 
lui muto la pipa stringe in pugno e si rigira.

Pioggia, 
e non è favola 
foriera d'emozioni, 
ma l'incubo che angoscia di tristi percezioni. 

Pioggia, 
e altri debiti
da pagare all'erario, 
per comprar gli ombrelli agli economi scialacquatori. 

Pioggia, 
che stridula irride 
chi alle tre si alza
e va al lavoro perché i bimbi a casa han da mangiare. 

Pioggia, 
infame e ottusa 
percuote lo spirito italiano
che ormai rimasto a corto d'alcool sta svanendo. 

E ancora, come cinquant'anni fa, Piove...

Piove sui nuovi epistemi del primate a due piedi, sull'uomo indiato, sul cielo ominizzato, sul ceffo dei teologi in tuta o paludati, piove sul progresso della contestazione, piove sui work in regress, piove sui cipressi malati del cimitero, sgocciola sulla pubblica opinione.

E come sempre piove...


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