E la mente della casalinga di Voghera in quel momento ha pensato: chi è stato ad ucciderli se non il figlio? E per lei nulla è cambiato quando si è collegata a "La vita in diretta". Infatti martedì ci hanno fatto ascoltare le parole di un vicino di casa, un signore attempato che parlando di come sia oggi Maurizio Allione ha storto il muso e detto: acqua in bocca, è meglio. In studio erano presenti una nota criminologa e un noto scrittore che, specificando chiaramente di parlare per mere ipotesi, hanno puntato ipoteticamente il dito sul figlio che da un paio d'ore si trovava in caserma a causa della tazzina da lui stesso ritrovata vicino a casa. La criminologa ha affermato che il ritrovamento si presentava come un fatto molto interessante e si è chiesta se il ragazzo in quel momento fosse ancora solo una persona informata sui fatti o avesse cambiato veste (da informato a indagato?). Poi, dopo aver ascoltato lo scrittore che esternava dubbi per quanto avvenuto in quella casa (la scena del crimine mostrava un mezzo depistaggio non avendo l'omicida aperto cassetti, rovinato mobili, rovistato in ogni dove e portato via cose di valore) e le parole del conduttore che si è inserito per parlare di mele che non cadono mai lontano dall'albero, la stessa affermava, sempre per mere ipotesi ma citando studi letterari scientifico investigativi, che il termine da usare in questi casi è "spinta autoconservativa" e sta ad indicare quanto mette in atto un finto rapinatore che non vuol rovinare ciò che un domani diventerà suo (e di chi diventeranno gli oggetti della famiglia sterminata a Torino?). Finiva il discorso lo scrittore pungolato dal presentatore che gli chiedeva se il crimine di Caselle Torinese gli ricordasse qualche altro fatto di cronaca nera. Lui, sempre parlando per ipotesi (non volendo fare paragoni), ne ha citato uno avvenuto a Ladispoli negli anni '80. Il caso di un ragazzo che dopo aver saputo di non essere un figlio naturale di suo padre e sua madre, pagò un amico affinché uccidesse i genitori che lo avevano adottato.
Non c'è che dire: un bel quadretto di ipotesi da far ascoltare nei pomeriggi italiani alle casalinghe di Voghera. D'accordo, ora quelle ipotesi sono state spazzate via dalla confessione del vero assassino: ma se l'omicida di Caselle non fosse stato un criminale sfigato e disgraziato come si è dimostrato essere Giorgio Palmieri? Se dopo gli omicidi avesse mantenuto il sangue freddo e si fosse mostrato un abile stratega? Uno del tipo furbo o preparato alla strategia militare (anche ogni mio riferimento all'assassinio di Melania Rea è meramente ipotetico)? Siatene certi: in quel caso ancora oggi non ci sarebbero confessioni e il modo per inserire Maurizio Allione su un vassoio da portata, da servire a pranzo e cena, qualcuno lo avrebbe trovato. Invece si è scoperto che a sterminare la sua famiglia è stato uno stupido delinquente che andando in casa d'altri con l'intenzione di rubare, e soprattutto con un taglierino, si è dimostrato incapace, pur avendone il tempo e il modo, di creare una strategia criminale vincente. Poco ci voleva a far sì che Giorgio Palmieri uscisse dalla lista dei sospettati. Gli sarebbe bastato spegnere il cellulare una volta deciso di andare a Caselle Torinese con un'arma. Gli sarebbe bastato lavare la tazzina prima di riporla fra le altre (al massimo poteva gettare ogni oggetto toccato in un contenitore per i rifiuti lontano da Caselle) e non mostrarsi intimorito quando parlava al telefono con la ex convivente. Bastavano queste accortezze per lasciare in libertà un assassino, per rovinare la vita a un innocente e farne un potenziale colpevole agli occhi dell'opinione pubblica.
E la domanda è sempre la solita: perché ad ogni crimine i media ripetono i medesimi errori? Perché non si ha la volontà di attendere qualche giorno prima di puntare il dito, anche ipoteticamente, su chi potrebbe soffrire le pene dell'inferno e non avere colpe in quanto accaduto? Avrà provato il bravo giornalista della Rai, prima di parlare di mele che non cadono mai lontano dall'albero, a immedesimarsi in Maurizio Allione? Non serve molta immaginazione in fondo. Provate voi stessi. Siete in vacanza e telefonate varie volte a vostra madre senza ricevere risposta. Quando la preoccupazione vi toglie il respiro chiamate una vicina e mentre siete sulla strada del ritorno (anticipato perché non riuscire ad ascoltare le voci di chi si ama alza la preoccupazione) mandate un amico a vedere cosa stia accadendo nella casa in cui vivono i vostri genitori. Provate a immaginare il momento in cui al telefono vi vien detto che vostra madre, vostro padre e vostra nonna, sono morti a causa del monossido di carbonio. Provate voi a sentirvi dire dai carabinieri, dopo qualche ora, che non si è trattato di una disgrazia, che la vita di chi vi ha cresciuto ve l'ha strappata un coltello affilato. Provate voi dopo una simile angosciosa e straziante notizia, ad entrare in una caserma e restarvi per tredici ore filate attorniati da carabinieri e profiler che vi scrutano. Ore piene di domande e, com'è naturale accada, di tante illazioni che mettono in dubbio il vostro alibi. Mettetevi voi nei panni di Maurizio Allione mentre una ventina di vostri amici, persone che poi vi eviteranno (rinnegandovi anche a causa di quanto detto e scritto dai media), vengono interrogati perché... perché in fondo la mela non cade mai lontano dall'albero e voi siete la mela più sospettabile. Chi può aver ucciso i vostri genitori e la vostra nonna se non voi?
Mettetevi nei suoi panni per capire cosa si prova nel sentirsi dire da chiunque che tutto risulta strano, che i cani conoscevano bene chi li aveva rinchiusi in cantina, che la porta non aveva segni di effrazione e chi è entrato e ha ucciso di sicuro non era un estraneo e magari aveva pure la chiave. Provate voi ad ascoltare in televisione le parole di un vostro vicino che stuzzicato dai giornalisti vi infanga e vi indica alla massa pubblica quale essere ignobile malvisto dalla propria famiglia. O peggio ancora: provate voi a guardare un programma televisivo che, pur se in ipotesi, vi elegge ad unico sospettato grazie al solito ragionamento inconscio usato anche dai nostri giudici e procuratori, il maledetto "chi se non lui?" che impedisce buone indagini e manda in carcere il primo a cui si possono accollare una menzogna e qualche indizio. Perché si sa, bene o male il patologo perizierà lasciando un range temporale idoneo a inserirvi nel quadro accusatorio. Accade sempre così. Perché si sa, in fondo tutti noi siamo un po' criminali e bene o male qualche perito troverà il modo di tracciare un nostro profilo omicida. Accade sempre così. Non credete di poter essere additati a criminali? Mettete alla prova la vostra psiche, immedesimatevi ancora e andate a leggere la serie infinita di illazioni che alcuni giornalisti scrivono su di voi. Questa signori miei è l'informazione del pregiudizio, quella dell'era dei crimini da audience da gustare in salotto fra una nocciolina e un popcorn.
E per capire come tutti per i media e i criminologi si possa essere criminali, e per capire come i giornalisti facciano nascere quella pulce che fa credere al singolo individuo di aver elaborato autonomamente una propria tesi colpevolista, inserisco alcuni spezzoni di un articolo in cui si punta il dito proprio sul profilo del criminale. In questo caso si specifica che l'assassino ha coperto la nonna con un lenzuolo e si cerca di dare un significato a quel gesto scrivendo: "È la dolcezza dopo la violenza. È un modo, quasi, di chiedere scusa, di riservare un ultimo gesto d’affetto, se parlare d’amore dopo aver violato un corpo con decine di coltellate, può sembrare eccessivo. Chi, a Caselle, ha fatto scempio di quella famiglia così riservata e senza ombre, ha agito così. Ha riservato un estremo gesto d’affetto ad una delle sue vittime. A Emilia Campo, la nonna, quella donnina di 93 anni ancora portati con decisione, se non con forza. L’assassino l’ha colpita che era già a letto. Una, due, tre volte, forse anche di più. Poi ha preso il lenzuolo e lo ha steso quasi fosse un sudario sul corpo martoriato e senza vita. Fin sul viso. Come per non vedere più cosa aveva fatto."
E già. Alla nonna, e chissà perché si è usata la parola nonna, è stato riservato un ultimo gesto di affetto. Quindi il lettore non può far altro che pensare a un assassino che in fondo amava la nonna. Immagino che anche voi amiate vostra nonna. Ma non finisce qui perché l'articolo continua e cita gli esperti forensi, i famosi dotti medici e sapienti che non sbagliano mai e possono incidere sia sulle indagini che sulle sentenze dei giudici. Qualche riga sotto infatti si legge: "Chi copre un cadavere lo fa per rispetto verso quella persona. Lo fa perché tra di loro c’era qualcosa di speciale, un’intesa o un affetto che non aveva con nessun altro. Lo confermano gli psicologi forensi: È la paura di guardare in faccia l’orrore commesso. O il torto fatto a qualcuno che voleva bene davvero all'assassino. E ne era ricambiato". Non vado avanti con l'articolo per non infierire, visto che in successione si citano, sotto la parola "analogie" battuta in grassetto, Pietro Maso, altro figlio che ha ucciso i genitori, e Doretta Graneris, che nel '75 oltre ai genitori fece uccidere anche i nonni e il fratello.
Non vado avanti, ma penso che tutti voi abbiate capito, per tornare al lenzuolo sulla nonna, di poter diventare, per i media i criminologi e per tutta l'opinione pubblica, potenziali assassini nel caso in cui qualcuno uccidesse con parecchie coltellate chi amate e per postuma pietà coprisse il cadavere con una coperta. Non vado avanti ma mi viene da piangere perché chi pende dalle labbra degli opinionisti, dei criminologi e degli psicologi forensi, anche ora che la verità è emersa deve per forza credere che il Palmieri, l'assassino che ha coperto il cadavere, amasse la nonna di Maurizio Allione e che anche lei gli volesse bene. Se non è così si deve pensare che ci sia qualcosa di sbagliato in quei periti che generalizzando sparlano ai giornalisti (quando non ai Pm e ai giudici) e all'opinione pubblica. Oppure che ci sia qualcosa di sbagliato in chi li ascolta a bocca aperta e crede sempre e comunque alle loro certezze perché nessuno si prende mai la briga di dire al popolano che ogni scienza riconosciuta, qualsiasi scienza e in primis quelle forensi, è un'insieme di dati archiviati negli anni a cui si attinge da punti diversi credendo che portino a una certa e incontrovertibile verità. Nessuno dice mai alla casalinga di Voghera che ogni scienza può darci in effetti solo una verità temporale, visto che i "tempi" cambiano e si evolvono velocemente come le statistiche e i dati. Per cui, parlando di criminologia, logicamente dobbiamo accettare il fatto che i crimini e i criminali, adeguandosi alle varie ere e a quanto in quel periodo storico accade nella società in cui vivono, migliorano o peggiorano cambiando quindi continuamente i loro parametri.
Perciò chi ne parla in pubblico, o anche chi generalizzando ne scrive sui giornali, non può che rischiare di sbagliare continuamente e continuamente fuorviare chi lo ascolta. Per mostrarsi professionali a volte è meglio tacere o, se non si riesce ad essere obiettivi e ad usare la giusta logica, parlare d'altro.
Maurizio Allione, a cui vanno le mie più sincere condoglianze con la speranza che musica amore e amici riescano a farlo sentire ancora vivo, ha aiutato i carabinieri a risolvere il caso in tempo record. Finalmente un buon successo per gli uomini dell'Arma che hanno indovinato tutte le mosse investigative e allargato il raggio senza cedere alla tentazione di fermarsi sulla pista più probabile. Sono stati professionali al massimo come lo è stato il giornalista Andrea Doi, a cui vanno i miei complimenti perché stamani sul Huffington Post (qui il link) ha chiesto pubblicamente scusa per quanto scritto e detto dalla sua categoria in questi giorni. Un gesto da incorniciare che tanti suoi colleghi non hanno seguito. Eppure sono stati bacchettati anche dal presidente dell'ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, che su facebook ha scritto: "Vorrei sapere ora che l’autore ha confessato, come si sentono quanti hanno pubblicato la foto del figlio in un contesto pieno di allusioni. E se provassimo a trarre un qualche insegnamento da episodi come questo, tentando di avere rispetto per le persone?".
Perciò chi ne parla in pubblico, o anche chi generalizzando ne scrive sui giornali, non può che rischiare di sbagliare continuamente e continuamente fuorviare chi lo ascolta. Per mostrarsi professionali a volte è meglio tacere o, se non si riesce ad essere obiettivi e ad usare la giusta logica, parlare d'altro.
Maurizio Allione, a cui vanno le mie più sincere condoglianze con la speranza che musica amore e amici riescano a farlo sentire ancora vivo, ha aiutato i carabinieri a risolvere il caso in tempo record. Finalmente un buon successo per gli uomini dell'Arma che hanno indovinato tutte le mosse investigative e allargato il raggio senza cedere alla tentazione di fermarsi sulla pista più probabile. Sono stati professionali al massimo come lo è stato il giornalista Andrea Doi, a cui vanno i miei complimenti perché stamani sul Huffington Post (qui il link) ha chiesto pubblicamente scusa per quanto scritto e detto dalla sua categoria in questi giorni. Un gesto da incorniciare che tanti suoi colleghi non hanno seguito. Eppure sono stati bacchettati anche dal presidente dell'ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, che su facebook ha scritto: "Vorrei sapere ora che l’autore ha confessato, come si sentono quanti hanno pubblicato la foto del figlio in un contesto pieno di allusioni. E se provassimo a trarre un qualche insegnamento da episodi come questo, tentando di avere rispetto per le persone?".
Le sue parole non lasciano spazio a equivoci ma a poco son servite, visto che ieri si intervistavano gli abitanti di Caselle e oggi si fanno nuove interviste in piazza Borsellino, dove vive la famiglia dell'assassino, cercando di trovare altro fango da mescolare. Naturalmente non si pensa al rispetto auspicato dal presidente Iacopino, rimasto lettera morta, e si preferisce non cambiare nulla. Infatti c'è chi non ha ben capito quante tazzine ha gettato il Palmieri (ne ha gettata una ma si parla ancora di due?), per questo nel mirino della pubblica opinione ora potrebbe finire anche la colf Dorotea De Pippo (una tazzina in più, un caffè in più offerto dalla famiglia Allione). Ed ancora non si capisce il motivo per cui non si preferisca attendere l'esito delle indagini invece di anticipare pettegolezzi e pregiudizi. Forse c'è un giornalista che ha pensato di aver risolto il nuovo giallo delle tazzine e vuol essere il primo a scriverne. E forse è per questo che si son pubblicate le parole di una fantomatica persona, che avrebbe parlato di un Palmieri succube della compagna, e si è finito un articolo con la frase: "Perché è una donna furba (Dorotea De Pippo), capace di mettere zizzania nei rapporti, sa quello che vuole, vedrete che, in tutta ’sta storia c’entra anche lei". Frase raccolta chissà dove fra le tante case "popolari" di piazza Borsellino.
Ed io mi chiedo se sia professionalmente corretto pubblicare su un giornale nazionale le parole di un non si sa chi qualunque che potrebbe anche odiare la colf per motivi suoi e per questo parlarne male. Mi chiedo se prima di gettare fango gratuito su una persona non sia il caso di cercare conferme ufficiali sulle dichiarazioni raccolte.
Ma forse sono io che sbaglio. Io che ancora non ho capito che il nuovo giornalismo non deve fare informazione ma solo fidelizzare le tante casalinghe di Voghera che formano la pubblica opinione...
Ed io mi chiedo se sia professionalmente corretto pubblicare su un giornale nazionale le parole di un non si sa chi qualunque che potrebbe anche odiare la colf per motivi suoi e per questo parlarne male. Mi chiedo se prima di gettare fango gratuito su una persona non sia il caso di cercare conferme ufficiali sulle dichiarazioni raccolte.
Ma forse sono io che sbaglio. Io che ancora non ho capito che il nuovo giornalismo non deve fare informazione ma solo fidelizzare le tante casalinghe di Voghera che formano la pubblica opinione...
Caro Massimo
RispondiEliminaUn bellissimo articolo su un caso davvero emblematico di tanti altri casi di cui si sta dibattendo nel blog. Un caso che dimostra non solo i perversi meccanismi delle dicerie e delle 'voci che corrono' ma anche la 'disinvoltura' di alcuni media come al solito alla ricerca di uno scoop e non già a informare correttamente. Il caso in questione si presta poi a una disamina (che tu hai già avviato) sul sistema di pregiudizi pseudo-scientifici di tanti 'analisti del delitto' che giudicano col fallace criterio del ragionamento induttivo. Gilberto
...stanotte farò un sogno bellissimo: sognerò che la gente abbia capito qualcosa da questa storia e che la prossima volta si regolerà di conseguenza.
RispondiEliminaprobabilmente non sono ancora a letto perchè so che al risveglio mi aspetterà un'amara delusione...
Non guardo più "La vita in diretta" da quando ne hanno affidato la conduzione a quel "bravo giornalista Rai" così esperto di mele. Tale "bravo giornalista Rai" ecco come si espresse sempre alla vita in diretta, come opinionista ospite ai tempi della Venier, e quando il processo di Avetrana era appena iniziato:
RispondiElimina"C'è una sola certezza. Siamo davanti a una famiglia D I S G U S T O S A (la enfatizzò proprio così la parola!).
Zio Michele, la figlia, la madre sono delle... E' una cosa terribile, sono delle persone TREMENDE... E' tutto nato lì, all'interno, qualunque sia il livello di colpevolezza e qualunque siano gli accadimenti prossimi venturi e a qualunque conclusione arriveranno le soluzioni poi giudiziarie di questa vicenda, siamo di fronte a una famiglia che è DISGUSTOSA, E' TERRIBILE, E' UN POZZO NERO. E' UN POZZO NERO.
Abbiamo un padre che se va bene ha fatto occultamento di cadavere, una figlia che se va male ha ucciso la cugina, una madre che ha coperto tutto. E non si capisce bene quali siano i confini delle responsabilità. Io sono GARANTISTA (!!!!!), però c'è un limite anche al garantismo".
Così parlò il "garantista".
Spero che un giorno qualcuno gli chiederà conto di queste parole.
MASSIMO caro, mentre condivido pienamente il contenuto del tuo articolo, non mi sento del tutto sicuro di attribuire, la felice risoluzione del caso solo all'acume degli investigatori: dote essenziale che non ha sortito lo stesso effetto in altri tragici accadimenti, da noi dibattuti, di recente, su queste pagine.
RispondiEliminaPenso che una buona parte, di detta positiva conclusione, debba essere assegnata alla stupidità del turpe assassino, per quelle mancate accortezze che hai segnalato.
All'Arma va tutto il nostro rispetto e la nostra incondizionata fiducia, e pertanto mi meraviglio non poco quando, nei casi ai quali ho alluso, non si siano avuti gli stessi brillanti risultati.
Assassini più lucidi?
O mancanza di quel tantino di sperata fortuna?
Restano ancora irrisolti i casi Gambirasio, Ragusa, e tanti dubbi sulle condanne alle Misseri e Parolisi, oltre a moltissimi altri destinati ad essere archiviati per assenza di prove od indizi.
Ma la speranza è sempre ultima a morire, specialmente in chi è in attesa di avere giustizia.
Pino
GIACOMO PER FAVORE MI DICI CHI E' QUELL' ESSERE CHE HA OFFESO A TAL PUNTO SARAH??????????????????????? GRAZIE!"
RispondiEliminaMa scusa, a leggere meglio.... MA E' QUELLO CHE CE ADESSO?????????????? PERFETTO!! LO ASPETTO QUANDO SI ARRIVERA' DAVANTI ALLA SUPREMA CORTE, VOGLIO LA FIGURA DI MERDA CHE FARA'!!!!!!!!!!!!!!!!!!! (e non solo lui!)
RispondiEliminabuonasera marcello, ti vedo rilassato! ;-)
RispondiEliminaciao marcello mi pare fosse franco di mare ,, ho una buona memoria . stavo facendo qualcosa in giro per casa . e sento queste affermazioni da quel giornlista :era assieme alla sua compagna di trasmissione : la edoardi .. non so il cognome corretto.. comunque
RispondiEliminaho pensato in quel momento : la vita a volte è molto crudele ..
ci sta una ragazza in prigione tartassata dai media come una ragazzaccia denigrata a piu' non posso in tutte la trasmissioni . mentre un'altra piu' bella è stata fortunatissima .puo' fare un lavoro ambito da moltissime ragazze.. avra' un destino bello ., se vorra' anche un bel matrimonio, sara' riverita :avra' avuto un buon padre penso.. . mentre la poveraccia che ha avuto un padre povero, poco istruito e che si è lasciato condurre alla rovina della figlia ' le conseguenze per lei sono terribili . una vita rovinata . per sempre . .
da quella volta detesto quel giornalista . lo intravedo sotto un altro profilo .
ogni volta che parla in tv . penso sempre che non mi piace quello che dice ..
magica
RispondiEliminadi cosa state parlando?
Caro Massimo complimenti per l'articolo.Un analisi la tua molto dettagliata,è oramai cosa risaputa che in questi salotti televisivi si va avanti per mere ipotesi,qualunque sia la scena del crimine si ipotizza e possibilmente si punta l'indice contro chi con il delitto non c'entra nulla.Certo le mele non cadono lontano dall'albero,come è pur vero che a qualcuno una bella mela sarà caduta in testa,visto le cretinate che dice,e che pago anche il canone rai per vederli e sentirli certi soggetti.La solita criminologa esperta in criminologia forense, che con il suo solito sorrisino pensa di ammaliare il fesso di turno con parole o frasi dagli effetti devastanti,e che dette in un salotto televisivo faranno sorgere il solito sospetto e pregiudizio verso la vittima di turno.Di analogie con il delitto di Avetrana io non ne vedo,o forse è un analogia il ritrovamento delle tazzine con il ritrovamento del cellulare da parte di Michele Misseri? a parte il fatto che Misseri non trova un bel niente,perché il cellulare è sempre stato in suo possesso,e quindi cerchiamo di non confondere i fatti.Facile chiedere scusa dopo aver sbattuto il presunto mostro in prima pagina,e magari per le scuse un piccolo articolo in quinta o sesta pagina sarà più che sufficiente.Buona notte a tutti.
RispondiEliminaCiao Chiara, diciamo che lo sono... è che mi sono fatto prendere da quella cosa che ho letto, perchè di sentire offese indirette verso Sarah non ne posso più, davvero! a maggio gustiamoci l' Appello e poi tutti in Cassazione :) per far capire che l' assassino è michele, alla faccia della gente che non vuole giustizia ma una stupida inutile vendetta.
RispondiEliminaCiao a tutti ciao Massimo.
x giacomo
RispondiEliminaio avevo sentito anche il giornalista che ho citato nel mio precedente commento .
. le frasi precise non le ricordo ma eranno sul tono .che hai descritto te . .
x marcello .. non penso abbiano offeso la sarh . forse è stato uno sbaglio di persona . ciao
Magica
RispondiEliminaLe frasi che ho TESTUALMENTE riportato furono pronunciate dall'individuo in questione nella trasmissione "La vita in diretta" di martedì 28 febbraio 2012, quando la conduttrice era Mara Venier.
Questa trasmissione costituisce la prova televisiva del reato di diffamazione aggravata a mezzo stampa, commesso da quel tale.
E spero proprio che a suo tempo le persone offese lo querelino, perché egli abbia la giusta sanzione.
Senza considerare che tra gli ascoltatori ci potevano essere gli stessi giudici che poi hanno emesso la sentenza di condanna.
Buon anno a tutti gli amici del blog
Giacomo
certo giacomo.
RispondiEliminama io lo sentii anche in altre occasioni fare queste affermazioni, - è un ricordo tiepido, comunque , quando le fece era presente anche la ragazza .
sono del parere che a lui non succedera' niente , perchè dovrebbero indagare mezza italia .
tu pensi che abbia conseguenze? io non le aspetto .. ma il commento mi ha fatto cambiare opinione su quel giornalista ,, ciao
Quel giornalista non ha neppure letto una pagina degli atti, né scaricato un'udienza in formato PDF, né i verbali della fase preliminare. E' facile dire sempre la solita frase scontata ("E' tutto lì, in quella famiglia"), perché la convinzione nata in questi soggetti è quella in cui Sarah entra in quella casa ed esce cadavere. A tal proposito ci sono due perizie (ROS e RIS) che smontano l'ipotesi dell'omicidio commesso all'interno dell'abitazione dei Misseri. Ma che importanza ha citarle, se il conduttore ha già un'idea fissa? E' inutile elencare i tabulati, le prime testimonianze, il pc di La Stella, le prime dichiarazioni della famiglia di Sarah, le sentenze della Cassazione ecc.
RispondiEliminaCiò che attendo con ansia, tuttavia, sono le "motivazioni" della sentenza, che, in una delle pagine, dovranno avere i validi motivi per cui Misseri è stato escluso dalla scena del crimine durante il fatto; dovranno elencare le certezze per cui Sarah avrebbe mentito a sua madre, e come, quando e dove Sabrina avrebbe realizzato l'alibi.
Insomma, esistono tantissimi elementi discordanti che, per essere motivati, hanno bisogno di più di otto mesi.
Carissimo Vincenzo a certi giornalisti dovrebbero cucirgli la bocca,eviterebbero di fare certe figuracce,ed eviterebbero in futuro di dover chiedere scusa contro chi avevano puntato l'indice,sono bravi a scagliare la pietra e poi nascondere la mano,altro che mele che cadono sotto all'albero,questo è un sistema giudiziario di mele marce,di gente che sbatte in galera degli innocenti.La notizia che Misseri si era ammazzato ha fatto subito il giro del web,tutti a preoccuparsi se era vera, poi è risultata una bufala madornale,invece del furto che ha subito a casa nessuno ne ha parlato,un televisore e alcuni attrezzi agricoli rubati,e il tutto denunciato ai carabinieri,ma nessun giornale ne ha dato notizia,tutto è stato messo a tacere.Aspetto con ansia le motivazioni,il processo al cassiere della banca,e il processo al fioraio per il famoso sogno di fine estate.abbi fede,e solo questione di tempo,e vedrai che a diversi soggetti i sogni si trasformeranno in incubi.Buona serata a tutti cari amici.
RispondiEliminaCari amici buon giorno a tutti.Quando la giustizia non sbaglia mai e il colpevole non può essere che lui,l'hanno riconosciuto le vittime delle rapine,13 per l'esattezza e tutte ai danni di povere donne e pure picchiate brutalmente.Il fatto è, che era un errore, uno dei tanti errori giudiziari e che lo stato dovrà risarcire per ingiusta detenzione e per non aver commesso nulla.Angelo Cirri tre anni e quattro mesi in galera da innocente,guardate questi video.
RispondiEliminahttp://mediaset.vitv.it/pomeriggio-cinque/431639?ref=consigliati
http://mediaset.vitv.it/pomeriggio-cinque/431640?ref=consigliati
Complimenti ai soliti testimoni inattendibili,e a quella parte di magistratura che indaga a 360 gradi senza tralasciare nulla,l'importante è sbattere in galera un innocente e tutto è risolto,"bravi".
Condivido tutto l'articolo: sante parole, purtroppo però prevedo che se ne dovranno scrivere molti altri simili e non sempre con il "lieto" (nei limiti della situazione) fine.
RispondiEliminaI giornalisti (solo alcuni) magari si pentono, ma poi si ricorderanno?
ciao vituccio
RispondiEliminase alle donne fosse riconosciuta l'innocenza , sta sicuro che resteranno nel mirino di giornalisti e media di quel paese maldicente e sospettoso .
l'evidenza della loro estraneita' è evidente ma, si continua a cercare indizi per l'ergastolo
per me le misseri sono finite , purtroppo il loro è stato un destino cosi' .
Caro Luca grazie per aver apprezzato il mio commento.Hai ragione,è solo una goccia nell'oceano della malagiustizia,una di quelle storie a lieto fine per fortuna,ma che lascia pensare di quante altre storie si potrebbe parlare,di quanti detenuti sono rinchiusi ingiustamente nelle patrie galere,difficile stimare una cifra,di certo saranno in tanti a scontare una pena ingiustamente.Un giornalista che si pente di quanto a scritto? caso raro,il più delle volte va a nascondersi per la vergogna.Buona notte.
RispondiEliminaCara Magica anche i sassi hanno capito che Sabrina e la mamma sono innocenti, tranne i giudici di quel "simpatico" tribunale tarantino,con una procura che tutto ha fatto tranne che cercare la verità,e verificare l'attendibilità di certi soggetti ignobili.Tranquilla che non è finito nulla,aspettiamo le motivazioni(sempre se avranno il coraggio di presentarle) e poi si vedrà,c'è l'appello e poi la cassazione,dovranno venire fuori queste prove inconfutabili non credi? In primo grado si sono vendicati,vediamo se anche gli altri giudici vogliono giustizia o vendetta,prima o poi il numero degli "amici" finisce,e forse si potrà sperare in una sana giustizia.Buona notte Magicuccia bella.
RispondiEliminaCari amici buon giorno.Ultime da Taranto sul delitto di Avetrana.La notizia è sul nuovo quotidiano di Puglia,presentata e depositata istanza di scarcerazione per Sabrina Misseri dai suoi avvocati Coppi e Marseglia,per il ritardo delle motivazioni che non vengono depositate,tempi a dir poco inaccettabili.Oggi sono 39 mesi che una ragazza sta rinchiusa in carcere insieme alla mamma da INNOCENTI, che bella giustizia abbiamo in Italia.Buona giornata a tutti.
RispondiEliminabravo Massimo. Aspettavo un tuo articolo su quel ragazzo. E' stato miracolato, non ci sono altre parole, perchè erano già tutti pronti a chiuderlo in cella buttando la chiave.
RispondiEliminaciao vituccio
RispondiEliminapurtroppo ci sono mentalita' turpi. , con la cattiveria intrinseca.
nonostante le letture delle carte e tutti gli indizi sbugiardati . credono le misseri colpevoli . duri di testa ma non solo . ciao vituccio ..