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martedì 12 novembre 2013

Francesca Tarca e Roberta Ragusa. Da Mello a Gello: tante similitudini mediatiche e qualche strana anomalia...

Francesca Tarca
Può essere che mi sbagli, ma a mio parere ad oggi mancano solo una simpatia extraconiugale e un cellulare dedicato per vedersi creare sotto gli occhi, senza neppure rendersene conto, un nuovo giallo che intrighi la mente e prenda il posto di quello che il prossimo aprile potrebbe entrare in un archivio e nel dimenticatoio dell'opinione pubblica. Per ora abbiamo una madre di 33 anni che dopo aver lasciato la sua figlioletta ai nonni se n'è andata dicendo una bugia. Per ora abbiamo le dichiarazioni dei parenti che non credono a un allontanamento volontario. Infatti le prime parole del padre di Francesca Tarca sono state: "Ma quale appello dovrei fare? A cosa servirebbe? Non serve a niente. Non c’è più speranza. È finita!". Ed anche la zia si è poi intonata sulla stessa linea dicendo: "L’ho vista lunedì mattina, poco prima che sparisse. Ho paura che possa esserle successo qualcosa, che ci sia qualcuno che le stia facendo del male". La paura che qualcuno possa averle fatto del male è quindi tanta, come d'altronde lo era per Roberta Ragusa. Infatti le parole che si ascoltavano a Gello in quel freddo gennaio erano: "Può anche darsi che sentiti rumori fuori, Roberta sia uscita a vedere cadendo in balia di qualcuno che la trattiene contro la sua volontà...". Questa frase uscì sui giornali e di certo, viste le continue ruberie che avvenivano anche nel pisano, si pensò a qualcuno che poteva aver trasformato un tentativo di furto (l'appartamento di Giovanni Logli era incustodito e una ringhiera si scavalca facilmente) in un sequestro lampo finito male (oppure Roberta aveva riconosciuto i ladri). Inoltre un'altra frase molto simile la disse anche una cugina che parlò di un brutto incontro in strada.

E se a pochi giorni dalla scomparsa il marito di Roberta a tutti ripeteva di non capacitarsi di quell'allontanamento che, diceva, se non fosse dovuto alla caduta dalle scale avvenuta qualche giorno prima sarebbe: "un comportamento anomalo, lontanissimo dalle abitudini di mia moglie", la stessa cosa ripete ora il marito di Francesca che dice: "davvero non ho idea di cosa le sia successo, non riesco a darmi una spiegazione, sto vivendo un incubo...". In queste frasi si riconoscono analogie che fanno pensare all'inizio di un nuovo giallo. I media l'hanno capito e si stanno inserendo affinché avvenga il ricambio che serve a far sì che il pubblico pagante non lasci morire la "bestia". Tutto al momento è per come deve essere. L'unica differenza fra i due casi, e ad oggi questo a tanti parrà strano, riguarda il comportamento delle amiche. A Mello ci sono e sostengono il marito, a Gello nei primi tempi quelle di Roberta non c'erano, o non si fecero notare, lasciando ampio spazio ai vicini di casa che intervistati dicevano: "Abitiamo a un centinaio di metri di distanza e siamo caduti dal cielo una volta appresa la notizia. E' capitato spesso di parlare con lei dei problemi scolastici dei nostri figli, che tra l’altro frequentano lo stesso liceo. Convenevoli e qualche battuta e mai la sensazione che fosse preoccupata o sofferente per qualche ragione. Una donna conosciuta ma che nessuno in effetti conosceva per quella sorta di riservatezza ed eleganza che imponeva una sorta di apparente distacco". Insomma, per tutti nel gennaio 2012 Roberta era la riservatezza fatta donna, la persona che non cercava confidenza ma scambiava le usuali quattro chiacchiere per educazione e cortesia.

Poi, a fronte di un suo non ritorno e dopo una prima intervista a chi frequentava la palestra New Point (ne seguirono tante altre e tutte rilasciate volentieri), lo stato delle cose cambiò e da donna riservata che viveva interiormente i suoi conflitti e le sue crisi, Roberta divenne per tutti la pettegola loquace che raccontava i fatti suoi e quelli dei Logli a chiunque la conoscesse. Il dubbio colpevolista alimentato dalla relazione extraconiugale del marito fece il resto e da quel momento nessuno prese più le difese del coniuge traditore. Anzi, venne additato a causa di quanto senza malizia disse inizialmente di fronte alle telecamere e finì con l'essere indagato ufficialmente per consentire agli analisti del Ris, il 29 febbraio, di entrare nella sua proprietà e passare una mano di luminol sui pavimenti e sulle pareti delle stanze... oltre a sequestrare oggetti ritenuti importanti ai fini delle indagini. Naturalmente, come nella miglior tradizione televisiva, il tutto venne mostrato in diretta da Chi l'ha Visto che, per ottenere un cocktail da far bere ai cultori della morale bigotta, unì le immagini del Ris a interviste non propriamente imparziali. Come dire a chi guardava e ascoltava: Roberta è stata uccisa in casa sua da suo marito e si cercano solo le ultime conferme.

Da quel momento non si è ben capito se sia stata la televisione a sfruttare le amiche e i parenti per ottenere uno share elevato, o se sian stati i parenti e le amiche a sfruttare la televisione per convincere l'opinione pubblica di un sicuro crimine avvenuto. Magari si son sfruttati a vicenda. Ciò che è apparso lampante, però, è che in qualsiasi trasmissione venissero invitati, tutti, compreso l'avvocato romano delle cugine, andavano volentieri per raccontare un'unica verità: Roberta è sicuramente morta e il marito non ve la dice giusta. 

Ma lasciamo quanto accadeva a Gello e torniamo a quanto accade ora a Mello (una strana similitudine letterale che scatenerà i cultori dell'occulto: una madre scomparsa da Gello e una da Mello), per dire che le amiche di Francesca, al contrario di quelle di Roberta, hanno iniziato subito a dare il loro parere sui mezzi di informazione e, salvo cambi repentini di idea, al momento sono con il marito. E stranamente anche su facebook il vento si fa gelido per i soliti opinionisti noti che spruzzano il pregiudizio in ogni occasione. In una pagina vicina alle amiche di Francesca si possono leggere commenti del tipo: "quel gran genio della D'urso - chiamata anche labbra tonanti - e la sua setta di seguaci infieriscono sulla sofferenza di persone per bene accusando quel povero ragazzo (Alessandro Secchi, il marito di Francesca) che soffre tremendamente e che da più di una settimana cerca di capire che fine ha fatto la moglie".

A questo punto c'è da chiedersi se gli amici di Mello e dintorni continueranno su questa linea anche nel caso di un non ritorno, o se fra poco apparirà all'orizzonte, grazie all'alito mediatico, una qualche nuova "amica" con nuove idee e nuove verità. Lo sviluppo degli eventi lo vedremo quindi fra quindici o venti giorni e solo se di Francesca si perderanno completamente le tracce. Dico questo perché tutto porta a credere che a Mello si possano seguire le orme mediatiche impresse in quel di Gello. Dico questo perché so che la memoria umana purtroppo viene spesso sorpassata e sepolta dagli eventi, dai nuovi elementi che i media mettono costantemente in circolo, e perde il ricordo di quanto avvenuto prima della nascita di una propria convinzione. Quella convinzione che ci viene inculcata dalle illazioni dell'informazione e che facciamo nostra credendo di averla maturata autonomamente e non a causa di illazioni sussurrate dal continuo tam tam che quotidianamente siamo obbligati ad ascoltare. Ciò che intendo dire, è che quanto sta accadendo a Mello pare ricalcare gli eventi già vissuti a Gello. Come se la nostra informazione stia prendendo la mira e si prepari a dare molto risalto a un nuovo caso gradito dall'audience e dagli sponsor. Non capita spesso di vedere giornalisti rubare le interviste, non capita spesso di vederli entrare in casa altrui senza neppure chiedere il permesso. E a Mello questo ultimamente si è fatto, come si era fatto a Gello, sia col marito di Francesca che con suo padre.

Per capirci qualcosa in più, per vedere le analogie viste dai media e comprendere il motivo di tanto interessamento, analizziamo i due periodi post scomparse. Francesca Tarca è svanita nel nulla da due settimane e si dice che qualche volta la si sia avvistata viva. Il testimone più affidabile a cui tutti danno credito, lasciando perdere il poliziotto della municipale di Gravedona e chi l'ha vista il lunedì mattina quando ancora ufficialmente non era scomparsa (Francesca poteva avere un appuntamento in quel paese e non essere assolutamente intenzionata a scomparire), ha affermato di averle parlato giorni dopo la scomparsa in un bar di Argegno e di averla vista salire e allontanarsi su un'auto guidata da lei. Ma è attendibile? Per la sua famiglia Francesca non è un’esperta al volante, si muove abitualmente sulle strade conosciute ma è una guidatrice insicura. Per la sua famiglia: "Francesca non avrebbe mai guidato un’altra macchina se non la sua e non andrebbe mai oltre Sondrio o Colico". In poche parole, le segnalazioni, ritenute credibili o meno, sono state tante e hanno costretto chi coordina le ricerche a rilasciare una intervista in cui dice: "Noi apprezziamo chi collabora nel cercare di fornirci elementi utili a proseguire le ricerche, ma dobbiamo anche dire che se non si è sicuri di un avvistamento è preferibile non aprir bocca. Generare allarme è dannoso, confonde anche noi che giriamo e ci attiviamo su ogni segnalazione cercando di costruire, se non delle certezze, dei riferimenti logistici: il vederla ovunque ci crea scompiglio e scombussola tutto".

In poche parole: fatele almeno una foto col cellulare e noi prima di iniziare le ricerche verificheremo se è davvero lei oppure no. Questo per quanto riguarda la scomparsa di Francesca Tarca e gli avvistamenti in zona Sondrio e Como. Ma com'era il clima dopo la scomparsa di Roberta Ragusa? Addentriamoci tra i suoi avvistamenti più significativi tramite gli articoli dell'epoca.

15 gennaio: Una persona si è collegata con Facebook con il figlio di Roberta e gli ha comunicato di aver avuto la netta impressione di aver visto Roberta in una stazione di servizio lungo l’autostrada Firenze-Mare, all'altezza di Peretola; ci sono le registrazioni di una telecamera che potrebbero dire con chiarezza se quella persona fosse proprio lei. E’ emerso anche un particolare che potrebbe essere significativo: chi avrebbe visto la donna ha raccontato che aveva i capelli mossi, quando nelle immagini che sono state diramate per le ricerche appaiono lisci: in effetti Roberta Ragusa in questo momento avrebbe i capelli mossi. 

19 Gennaio: La donna sarebbe stata vista, da una persona che i carabinieri definiscono attendibile, nella zona di Ponsacco, alla periferia del paese. Non si tratta - spiegano gli investigatori - della solita segnalazione di qualcuno eccitato dalle notizie apparse sui giornali o in tv, ma di una persona che ha notato qualcosa di strano e poi si è confrontata con le notizie che erano apparse. La signora che ha chiamato i carabinieri racconta di aver notato, giovedì pomeriggio, alla periferia di Ponsacco, una donna che ha suscitato la sua attenzione per una serie di stranezze: intanto camminava con addosso un pigiama, per l’appunto rosa, come quello con cui, secondo i familiari, si sarebbe allontanata Roberta, sulle spalle aveva quello che poteva essere un giubbottino come una vestaglia corta o una giacca da camera. Appariva anche molto trasandata, come una persona che fosse stata fuori per un po’ e non avesse potuto lavarsi.

21 Gennaio: Mi sono rimasti impressi quegli occhioni azzurri, intensi. Non ne ho la certezza, perché non la conoscevo, ma dopo aver visto la fotografia sul giornale della donna scomparsa da San Giuliano Terme giusto quella notte, sono proprio convinta che fosse lei, indossava un giubbotto sopra una pigiama o una tuta chiara, rosa o celeste, e dei pantaloni dello stesso tipo. Non mi ricordo se avesse o meno una borsa. Di sicuro non era sudata, ma aveva un gran fretta di andare via. Ho avuto l’impressione con non fosse da sola e che, invece, ci fosse qualcuno in strada ad attenderla a bordo di un’auto. Ma questo non ho potuto verificarlo.

25 Gennaio: Diventano sempre più attendibili gli ultimi avvistamenti, più d’uno, che fanno ben sperare sulla soluzione di questo giallo che tiene da giorni con il fiato sospeso tutta la città. Roberta sarebbe stata vista da più persone proprio sabato mattina, poche ore prima che il marito ne denunciasse la scomparsa, a Madonna dell’Acqua. Secondo molte persone sarebbe stata al supermercato Le Clerc. A vederla per prima è stata una vecchia compagna di scuola, una donna che l’aveva conosciuta quando erano adolescenti e che la conosceva attualmente comunque di vista. La testimone è stata ascoltata dai carabinieri ai quali ha raccontato la sua versione dei fatti. Una versione che torna con le testimonianze che è stato possibile raccogliere nel supermercato, dove una cassiera ricorda perfettamente - lo ha confermato ai carabinieri - i commenti fatti quel sabato mattina, intorno alle dieci e mezza, dai clienti in fila per pagare alla sua postazione. «Ma guarda quella come va in giro - dicevano - praticamente è in pigiama. Si vede che è un pigiama». Si riferivano ad una quarantenne attraente, che girava per il supermercato con addosso un pigiama rosa.

1 Febbraio: Un operaio viareggino che passeggiava mercoledì pomeriggio al mercato insieme alla moglie e alla cognata, avrebbe notato a passeggio una donna che sembrava intontita, in stato confusionale, girava in pigiama e con delle ciabatte in mano. A colpire il terzetto sarebbe stato proprio il particolare delle ciabatte. Poi la sera, vedendo in tv la trasmissione “Chi l’ha visto?” l’operaio e la moglie sono andati con la memoria alla scena che li aveva colpiti al mercato di Viareggio poche ore prima ed hanno deciso di chiamare i carabinieri di San Giuliano Terme per dare questa notizia. L’operaio che avrebbe visto la signora Ragusa ha detto anche di conoscere la famiglia del marito, Logli, che fra l’altro è originaria della zona di Viareggio.

Quindi, tralasciando gli avvistamenti dei mitomani e i successivi, non ultimo quello della "sosia" che aveva convinto i carabinieri ad indire una conferenza stampa per mettere la parola "fine" al caso, poi annullata, possiamo ben dire che le analogie iniziali fra i due eventi in percentuale si stanno alzando. L'anno passato, come abbiamo visto, Roberta fu vista da testimoni attendibili in ogni luogo col suo bel pigiama rosa. Da questo particolare è facile intuire quanto possano incidere sulla nostra mente le parole e le opinioni di chi frequenta il piccolo schermo e scrive sui giornali, visto che se ci dicono di cercare in strada un donna in pigiama è certo che prima o poi, da qualche parte, una donna in pigiama qualcuno di noi la vedrà. E questo capita anche oggi. Fateci caso: a quanto pare Francesca Tarca la si è vista in diversi paesi limitrofi a Mello, o anche distanti, sempre vestita come la mattina del 28 ottobre. La potenza dei media si nota anche da questi piccoli particolari ed è indubbio che in mancanza di un repentino ritorno della donna la strada mediatica di Gello si collegherà a quella di Mello. Noi dobbiamo solo sperare che non ci siano opinionisti che ci iniettino il germe del sospetto, come quelli che frequentano il salotto della D'Urso, e che non appaia in schermo lo psichiatra di turno che dica al pubblico morboso quanto disse Paolo Crepet dopo la scomparsa di Roberta Ragusa: "Questo è un giallo davvero intrigante...".

Noi possiamo solo sperare, anche se già temiamo che la nostra sarà una speranza inutile, che non siano i conduttori e gli ospiti dei talk show a condurre le indagini tramite la sovraesposizione della parte civile. Che non si faccia dell'opinione pubblica una giuria colpevolista a prescindere, che si emarginino le falange estreme e i loro pianti, che si compilino scalette solo con quanto i carabinieri, che ci auguriamo indaghino con scrupolo e logica, appurano e confermano di volta in volta. Perché lo sappiamo che i particolari rubati dall'informazione nostrana si accumuleranno e in tanti si sentiranno autorizzati a dare pareri pregiudizievoli senza rispettare la giusta etica professionale. Per ora a Mello si va avanti con tutta calma, Francesca potrebbe essere viva e tornare rompendo le uova nel paniere ai media, ma già qualche tassello investigativo lo si è inserito. Ad esempio l'auto di Francesca coi vetri appannati che il lunedì sera lentamente si è mossa allontanandosi dal parcheggio del centro sportivo per farvi poi ritorno di notte e farsi ritrovare, sempre coi vetri appannati come se qualcuno fosse al suo interno o fosse sceso da poco, nello stesso punto sia il martedì mattina che al momento del suo ritrovamento. Il borsone notato dalla barista accanto a una donna, da lei identificata in Francesca, seduta all'esterno del locale, e il cellulare tornato in vita dopo una settimana...

A questo punto sarà difficile fermare la macchina mediatica e per togliere tutti d'impaccio c'è da sperare, soprattutto per suo marito, che Francesca Tarca sia viva, che torni a casa al più presto o che, almeno, telefoni ai familiari. Perché i media sono in agguato e coi loro sorrisi benevoli, con le loro telecamere spente ma sempre accese, ad Alessandro Secchi hanno già fatto dire un qualcosa di troppo, quel qualcosa che resterà nell'ambito di una normale vita di coppia solo se nessuno mai lo indagherà. Quel qualcosa che invece un domani, in presenza del suo nome sul registro della procura, stimolerà i brutti pensieri degli opinionisti televisivi, quei pensieri che si trasferiranno all'opinione pubblica che ai media obbedisce ciecamente. Infatti il dire in confidenza a un giornalista che fra lui e la moglie i rapporti non erano più idilliaci come un tempo, che il giorno precedente la scomparsa parlarono di una eventuale separazione perché lei gli aveva confidato di non essere più sicura di amarlo, in mancanza di un ritorno a Mello potrebbe portare un procuratore a pensar male e tanti giornalisti a frequentare i luoghi frequentati da sua moglie per spingere chi ha voglia di "visibilità" a parlare di una relazione che poco conosce, magari di un incidente domestico o di una situazione sentimentale piena di sospetti e priva di certezze... se non completata da una qualche simpatia extraconiugale che in ogni caso, visto il clima forcaiolo che aleggia in Italia, danneggerebbe sempre il marito. 

In questo ambito c'è da sottolineare il fatto che qualche giornalista ha già iniziato a scrivere che "le parole del marito lasciano pensare...". E chi si è adeguato ai media già pensa e pensa... visto che per uniformare allo share televisivo l'opinione pubblica bigotta, negli anni si son convinti gli italiani che se la moglie ha un'amante e muore assassinata è il marito che l'ha uccisa per vendetta o gelosia, mentre se è il marito ad avere un amante... non cambia nulla. In ogni caso se la moglie muore o scompare è sempre il coniuge che l'ha uccisa per non pagarle gli alimenti o evitare un divorzio difficile (anche in presenza di figli)... Parolisi e Logli docet! Insomma, ci hanno inculcato un pregiudizio talmente puro che neppure ci accorgiamo di essere costretti a metterci fette di prosciutto sugli occhi pur di accettare e far nostre le assurde conclusioni, molto spesso basate sul nulla, volute da altri.

Quindi, cara Francesca, sperando con tutto il cuore che non ti sia capitato nulla di brutto e che tu sia ancora viva (magari da qualche amica in Svizzera), se puoi batti un colpo o, meglio ancora, prendi il treno e torna da tua figlia. Solo tu puoi fermare la giostra mediatica che sempre più sta pensando di spostare il baraccone di stanza a Gello in quel di Mello. 


20 commenti:

  1. Mi complimento con Massimo. Ottimo servizio, come sempre.

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  2. Complimenti Massimo
    Meglio di un trattato di psicologia sociale, più incisivo di una dissertazione massmediologica. Graffiante e dissacrante...
    Gilberto

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  3. Ieri, se non ricordo male ma riguarderò, su "Il Messaggero" di Roma, era scritto che in provincia di Frosinone si è ritrovato uno scheletro, con una pantofola. Certo che girare in pigiama e pantofole in pieno inverno, denota uno stato psichico piuttosto alterato, ma è possibile che nessuno vedendola abbia sollecitato le Forze dell'Ordine a seguirla e verificare la situazione? Perché una cosa è uscire in pigiama o poco più per fare qualcosa all'esterno, per qualche minuto o per una mezz'ora, altro è girare per giorni d'inverno senza cambiarsi e - mi pare d'aver capito - senza lavarsi, in vari luoghi.

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  4. Trascrivo il sito dell'artticolo su accennato:

    http://www.ilmessaggero.it/frosinone/frosinone_ossa_teschio_giallo_mistero_ceccano/notizie/355125.shtml

    E' molto breve e si parla di una ciabatta ritrovata.

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  5. Cosa c'è di sbagliato nel mondo moderno? Francesca era nel lago, a 30 metri dalla sua auto e si parla di un suicidio. Restano da abbracciare con forza e affetto un marito e una bimba senza madre a cui qualcuno fra qualche anno dovrà spiegare il motivo per cui sua madre si è tolta la vita decidendo di lasciarla orfana.

    Comunque sia, Riposa in Pace Francesca...

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  6. Ci sono rimasta male eppure se devo essere del tutto sincera, me lo aspettavo. Per questo non ho scritto dalla pubblicazione, nessun commento a questo articolo, Massimo.

    Spero possa riposare in pace come tu chiedi anche se purtroppo (sempre sia morta suicida, cosa molto probabile) non credo lo sia stata nel momento in cui ha preso questa tragica e irrevocabile decisione.

    Spero nel caso, piu' che altro, possa farsene una ragione il marito, cosi' che possa crescere la bimba in modo "sereno".

    Sono davvero spiaciuta perchè speravo in cuor mio le cose fossero andate diversamente e di essermi presa un bell'abbaglio.

    Cosi' purtroppo non è stato.

    Il caso Ragusa presenta particolari (non mi baso sul "riportato" quanto sulle dichiarazioni rese pubbliche) completamente differenti anche se probabilmente hai ragione tu, Massimo: i cannibali dell'audience avrebbero trattato la scomparsa delle due donne in modo molto simile perchè c'è una ricetta unica per la ricerca di successo televisivo, di ascolto, di raccolta pubblicitaria, ecc ...

    Ma pensare gli italiani siano tutti dei caproni indottrinati dalle D'Urso e dalle Sciarelli del caso, è non solo triste ma anche non vero perchè ..... ci sono ancora persone che si informano e che cercano di ragionare prendendo dalla carta stampata e dalla tv solo quanto non riportato ma udito con le proprie orecchie o perchè sottoscritto dagli organi competenti.

    Non voglio credere tutti gli italiani che accendono una tv o che leggono un quotidiano lo facciano con il cervello spento.

    Francesca, l'ultima parola è per te: mi spiace tu non abbia saputo trovare altra soluzione alla tua sofferenza, se davvero ti sei tolta la vita e che davvero tu possa trovare ora la pace che non hai saputo trovare quando eri in vita.

    Stefania

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  7. Ci si è chiesto se una madre possa volontariamente abbandonare un figlio. Disgraziatamente questo può avvenire. Nel tristissimo caso in questione, ci sarà tuttavia da chiedersi il perché e chi eventualmente l'abbia spinta a tale crudele atto di autodistruzione. Ci associamo tutti all'indescrivibile dolore della famiglia.

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  8. È stato davvero un epilogo tragico, ma me lo aspettavo.

    Secondo gli psicologi questo sarà un trauma che marito e figlia, per quanto ora bambinetta di due anni, si porteranno dietro per tutta la loro esistenza. Spero tanto che la bambina venga preparata con le dovute cautele quando sarà grande e si porrà le domande, e confido che il marito riesca a perdonarsi di non aver capito il tormento che Francesca celava nel profondo della sua anima, gli ci vorranno anni per elaborare un tale perdita e serviranno esercizi e strumenti idonei.

    Riposa in pace, povera anima, il tuo dolore esistenziale doveva essere davvero grande!

    Mimosa

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  9. Buon giorno cari amici.Anche questa vicenda è finita in modo tragico e un'altra creatura di pochi anni è rimasta senza la madre.Prevedere certe tragedie non è cosa facile,chissà cosa gli frullava nella mente per arrivare ad un gesto simile.Qualche settimana fa a pochi isolati da casa mia una signora ancora giovane è in attesa di un figlio si è buttata dal balcone da un'altezza di 30 metri alle prime luci dell'alba,purtroppo stava attraversando un periodo di depressione,cosa che capita a tante future mamme,un'altra giovane vita che se ne andata insieme al figlio che teneva ancora in grembo.Che il Signore le accolga in paradiso.

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  10. Se qualcuno mi esprimesse una qualche intenzione suicida, gli farei osservare che, togliendosi la vita, creerebbe un enorme dolore in chi lo ama e ha fiducia in lui, mentre darebbe un'enorme soddisfazione ai suoi nemici. Ma basterebbe questa semplice, razionale, considerazione a distogliere dal triste progetto qualcuno che è disperato e non in condizioni di ragionare freddamente ?

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  11. Credo che siamo inconsapevolmente narcisisti ancora una volta, il caso singolo, già, il caso.
    Il casocentrismo è foraggiato dai media, ed ha ragione da vendere Massimo, ma conviene purtroppo a tanti e non solo ai giornalai.
    Mentre noi coltiviamo un'innocente passione verso il ricostruire, ove possibile, fatti a posteriori vi sono vere e proprie lobby, e non solo mediatiche, che spingono perchè si parli del caso piuttosto che dei macrocasi.
    E' la verità, una volta l'oppio dei poveri era costituito da altro, ora è il caso che ipnotizza lo stupore ed è la cattura dell'attenzione sempre il fine.
    Non si vuole più informare la mente (a cosa servirebbe???) ma l'obiettivo è diventato ipnotizzare, catturare l'attenzione fine a se stessa, fare prigionieri, è una guerra.
    I giornali chiaramente lo fanno perchè mancanti di serietà (nella migliore delle ipotesi) ma c'è chi ottiene, in una strategia senza dignità, il risultato opportunistico che non si parli d'altro.
    Gli scandali nelle regioni, i miliardi pubblici che decorano private alcove, una politica sempre più lobbistica, appalti e mazzette da capogiro ed una crisi economica che sarebbe anormale non vi fosse.
    Usano le passioni della gente per distoglierne l'attenzione da altri ben peggiori affari, è vergognoso ciò che è lampante.
    In un mondo normale sarebbe illogico ed eticamente errato differenziare la violenza a seconda della vittima (la violenza sarebbe tutta da condannare), ebbene bisognerebbe avere anche il coraggio di ammettere che sono andati oltre, hanno strafatto.
    Sono arrivati a sfruttare, tolti i veri casi di femminicidio, l'innata inclinazione femminile a vedere trasformare la propria pubblica immagine in vittima, in molti casi per diventare (precisamente come tanti piccoli ometti che gli avrebbero insegnato, su qualcuno la responsabilità bisogna sempre scaricarla) vere e proprie carnefici.
    Ognuno, in questo orrido gioco al massacro sociale degli individui e delle famiglie, tira l'acqua spocchiosamente al proprio mulino, ed offende pure sentirsi dire in faccia la verità che si è scientemente perseguita.
    Ed i media giù a sfruttare i più bassi istinti di uno e dell'altro genere, della comunità, il ribrezzo sociale per lo sfondamento totale di valori solo pochi anni fa considerati sacri.
    Il dissacramento come arma di "disinformazione di massa", ed intanto i rivoli di soldi (nostri soldi) a lato innondano le banche estere, in tanti sul sensazionalismo si preparano una "fuga all'estero per la vittoria".
    Forse non hanno ancora capito che hanno distrutto un popolo, forse semplicemente non gliene frega na mazza, "morte tua miliardi miei", eccoli i grandi uomini e le grandi donne, sono questi, oggi carnefici perchè ieri vittime, la coscienza ha bisogno sempre di alibi per dare il via al malaffare.
    E si chiuderebbero gli occhi, Dio mio se si chiuderebbero, se fossero i veri poveri a rubacchiare una pagnotta, ma come fai??? Sono i ricchi che, nonostante siano il 5% riescono a rubare il 95%.
    E già che ci sono poi te la raccontano rubandoti anche l'attenzione e vendendoti la tua storia reinventata.
    Allora, la soluzione è estrema sincerità, estrema autoanalisi ad ogni costo e sempre con la massima onestà ed umiltà, la notizia prima che sui giornali deve girare già nelle coscienze (hai voglia poi di pubblicare baggianate) diversamente non credo ne usciremo.

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  12. Concordo pienamente con quanto scrive, caro Antonello. Tuttavia va anche riconosciuto che, se siamno capaci di risalire dal caso singolo alla generalità, con un processo induttivo e confrontando singoli altri casi (il lavoro fatto da Massimno Prati con questo ed altri articoli), superiamo quei limiti propagandistici che ci vengono imposti, risalendo alle cause di determinati fenomeni (ad es., dell'omicidio o del crimine in generale), e conprendendo così che molte singole distorsioni sono effetto diretto e indiretto di un malgoverno universale, tendente ad alimentare il puro egocentrismo e il disinteresse verso gli altri. Rimbecillire il popolo nel suo complesso è lo scopo degli sgovernanti, che così sperano di poter sgovernare a loro arbitrio. Quando viceversa, almeno la metà di un popolo ragiona ed analizza le cose, questo sporco giochetto diventa assai più difficile.

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  13. l'attenzione "catturata" sì, ma nel vero e proprio senso di fatta prigioniera e prigioniera di guerra, per giunta.
    Antonello, questa è una delle chicche linguistiche che adoro nei tuoi commenti.
    Il contenuto del commento esprime talmente alla lettera il mio pensiero che nel merito non aggiungo altro.

    p.s. capiscono benissimo e non gliene frega una mazza appunto perchè si creano il più bieco degli alibi: il ragionamento da anellidi che gli frulla in testa è "tanto se non lo faccio io lo farà qualcun altro quindi, danno per danno, tanto vale che ci guadagni io e non l'altro."

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  14. Il mio riferimento ad una coscienza comune era proprio diretto a chi professionalmente dovrebbe trattare la cosa pubblica "o pubblicata" coscienziosamente.
    Cosi' non accade, l'analisi sociologica esiste, non e' una chimera risalire ai macroproblemi, ed i piu' devono ancora apparirci per i decenni in cui in sordina sono stati preparati.
    Un'intera generazione ha fomentato il rincoglionimento dei ragazzi fra consumismo fine a se stesso, droga dilagante, contrasti sociali e politici allucinanti, il soldo sopra tutto, e dietro una bieca opportunista ipocrisia religiosa che vorrebbe salvare la rovina della famiglia per farne un monopolio proprio e catturare dentro il proprio sacro sacco i valori naturali fondanti di un qualcosa a cui a monte rifiutano di contribuire, marginalmente qualcuno che forse pensa di essere in macelleria e' fortemente convinto che amarsi sia appropriarsi e va fuori se scopre che invece sarebbe conviversi, padri e madri che organizzano, come maitresse e paitresse, gli appuntamenti dei figli e delle figlie con i facoltosi, con il pollitico di turnazione, con l'imprenditore danaroso che pero' manda mensilmente un assegno ai bimbi poveri thailandesi, in mezzo chi ancora tenacemente crede in qualche straccio di valore nello sfinimento di averlo difeso con le unghie.
    Perche' pensare di avere un valore inestimabile nel codice hamuruby significa che si vorrebbe nascondere un tesoro, e tutti quindi giu' ad assaltare la carrozza salvo accorgersi che i valori sono pensieri fatti atti, che non sono vendibili, e tendenze diversamente etero che vorrebbero anche loro un bimbo od un bamboccio, a costo di andare a "far l'amore con una provetta".
    E' tutta questa lordura di assenza di valori si riflette nel caso singolo e nella percezione con una donna che scompare ed il marito immediatamente indagato, con una rapina in banca ed il meno politico cassiere arrestato perche' l'unico che per lavoro non puo' scappare, e non sia mai parlare di toghe nere, per inclinazione castitica le toghe sono "inversamente camaleontiche", uno scherzo della natura le dipinge del colore avverso al portafoglio di chi ne viene incriminato, ora rosse, ora nere a pua', ora verde pisellino o giallo patatina, e' cosi' che se una malata uccide ferocemente un essere indifeso non la si cura, non abbisogna di ergastolo come tutti gli altri, gli si deve dare una "pietas modica giornaliera" di sedici o quindici anni.
    E' incredibile, se sparisce una persona onesta e magari semplicemente in crisi di valori viene indagata fino alla terza generazione, "amanti" comprese, eh si, perche' abbiamo avuto pure la presunzione di voler definire anche tutto cio' che non esiste, per legittimi gli amori pubblicati e per illegittimi gli amori riservati, salvo pretendere dalla vita ambedue.
    Tutto e' vergognosamente ribaltato, se uno/a violenta non e' lui o lei che ha violentato l'infingardo/a, e' il giudice che lo/la persegue che "ostinatamente"persegue.
    Ma tutti indistintamente si torna a casa e se si trova una ditata del figlio nel barattolo di nutella gli s'appioppa un ceffone, e che cavolo, deve crescere onesto.

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  15. Caro Antonello complimenti per la tua disamina che non lascia scampo a certe ipocrisie,fa piacere che non hai peli sulla lingua,pane al pane e vino al vino,è molto chiaro il discorso a cui ti riferisci,ne hai per tutti,questo è parlare chiaro,bravo.Una attenta ricostruzione di ciò che ci circonda,e dei tanti problemi che ci affliggono quotidianamente.Ti auguro una buona giornata.

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  16. Tornando al "caso", od ai casi, credo che il cosa ed il quando sulla triste fine di F. potranno essere piu' ipotizzabili dopo gli esiti dell'esame autoptico.
    Al cosa per ora ci si deve dar pace al rinvenuto, avrebbe tutte le parvenze di un suicidio anche se annegarsi non e' che sia uno dei modi che meno agiterebbe l'istinto di sopravvivenza.
    Anche qui vi sono dubbi, ad esempio, come incastonare il fatto che F. si sarebbe recata mentre gia' i familiari erano in allarme a Gravedona e pacificamente in tutto il pomeriggio avrebbe passeggiato fra le vie del paesino sul lago??? Perche' insomma proprio a Gravedona??? E se sarebbe normale passeggiare pensierosi in riva al lago perche' fermarsi nel piazzale antistante una banca potendo essere quindi vista da svariati testimoni e ripresa da sicure telecamere??? C'era forse un motivo per cui passare quel pomeriggio a Gravedona o e' solo un paese come un altro??? Ed infine, dove e' il cellulare che non si ritrova??? Non c'e' un motivo significativo o ci sarebbe un possibile motivo per cui decidere di compiere un gesto simile a due passi dalla residenza o luogo di lavoro di una sua assidua conoscente su un moto social network???

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  17. http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Cronaca/lautopsia-conferma-francesca-morta-da-tempo_1032851_11/

    purtroppo e meno male le indiscrezioni sugli esiti dell'autopsia confermerebbero il deposito del corpo in acqua da un range di tempo compatibile con i giorni della scomparsa e l'assenza di segni di violenza.
    Il marito smentisce che con F. vi siano potuti essere discorsi su una ventilata "separazione", solo la sera prima della scomparsa, cioe' la sera del 27 ottobre, lei gli avrebbe detto "non so se ti amo ancora", che e' una frase un po' indecifrabile di per se stessa, anche se oramai sembrerebbe revisionismo analizzarla.
    Rimane il mistero del cellulare scomparso, mentre la supposta ricevuta di apertura dei messaggi su Whatapps sarebbe stato solo un aggiornamento del sistema.
    Quello che non capisco io e', se il cellulare e' sempre stato collegato alla cella corrispondente a Gravedona perche' anche il 29 le ricerche non hanno confluito tutte in quella cittadina??? Presumo abbiano fatto la N.U.E., come previsto a livello europeo in ogni scomparsa, eppure vi sarebbero, se non ho capito male, avvistamenti del 29 a Gravedona.

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  18. http://www.affaritaliani.it/cronache/roberta-ragusa-un-testimone-l-ho-incontrata-a-cannes181113.html

    verbalizzata davanti anche ai difensori degli indagati una testimonianza avanzata molto tempo fa, l'uomo, che si dice sicurissimo, afferma di aver visto R.R. a maggio 2012 e di avergli pure parlato.
    La donna, appena l'uomo le ha detto di averla riconosciuta, si e' velocemente allontanata.

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  19. Probabilmente era meglio che tacesse e che informasse, invece, le Forze dell'Ordine. Che possa essere in Francia, via Corsica, o via Liguria, nulla di strano, trattandosi dello Stato più vicino e dove, vigendo la cittadinanza europea, non vi sono problemi di stabilimento. Ora potrebbe però essere chissà dove.

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