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mercoledì 28 novembre 2012

I Saggi di Manlio Tummolo. La Congiura di Catilina e la crisi istituzionale nella tarda Repubblica Romana

V. Lucio Catilina, di nobile stirpe, fu d’ingegno vivace e di corpo vigoroso, ma  d’animo perverso e depravato.  Sin da giovane era portato ai disordini, alle violenze, alle rapine, alla discordia civile; in tali esercizi trascorse i suoi giovani anni. Aveva un fisico incredibilmente resistente ai digiuni, al freddo, alle veglie, uno spirito intrepido, subdolo, incostante, abile a simulare e dissimulare. Avido dell’altrui, prodigo del suo; ardente nelle passioni; non privo d’eloquenza, ma di poco giudizio; un animo sfrenato, sempre teso a cose smisurate, incredibili, estreme [veramente il testo sallustiano dice “nimis alta”, ovvero “troppo alte”, il che assume un significato ambiguo, tra l’idealismo ed il personalistico]. Continua a leggere il Saggio di Manlio Tummolo

4 commenti:

  1. @ TUMMOLO
    Ottima esposizione, caro Manlio, ma quanta parte di quel retaggio storico è stato assimilato e da noi gelosamente custodito>?
    Neanche la fierezza di tanta atavica civiltà, ci ha frenati nella corsa in declivio verso il crepuscolo di il pseudo intellettualismo imperante del nostro tempo.
    Riusciremo a riemergere, oppure è utopia il solo pensarlo?

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  2. Pino Carissimo,
    grazie per il commento. L'Italia può ancora dare molto, difficilmente però da sola, anche se avesse, non la peggiore, ma la migliore classe politica d'Europa. Dovremmo saper agire a livello euroipeo, stimolarne una coscienza unitaria, creare una grande federazione democratica e sociale avanzata nel continente. Utopia ? Forse sì, ma che vuol dire "utopia" ? Qualcosa di irrealizzabile ? Non lo credo, perché allora non riusciremmo neppure a immaginarlo ormai da due secoli o più. Sicuramente qualcosa di non realizzato, di cui l'attuale UE è una pura tristissima mistificazione mercantile/finanziaria/usuraria. Se riusciamo, noi Europei (e mi auguro che dalla nostra Italia ne venga il primo stimolo), a liberarci da tale zavorra, possiamo farcela. Qualcosa di consimile a quanto avvenuto nel Risorgimento: finché ci si illuse in una soluzione rapida, mettendo insieme re e reucci, non si giunse a nulla; poi, nel giro di un solo biennio si riuscì a formare uno Stato unitario, non perfetto e non completo, nondimeno esistente, che oggi si cerca sistematicamente di demolire.
    Con molta cordialità, Manlio

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  3. Interessante riscoperta delle fonti e problematizzazione del personaggio di Catilina anche attraverso la messa in discussione delle testimonianze (autenticità storica). Ne esce una ricostruzione che dimostra la difficoltà a delineare un profilo politico univoco e lineare. La verità storica appare complessa, talora ambigua, di parte e comunque meno lineare di quanto certa storiografia ci ha abituato a credere. La ricostruzione mostra in filigrana come il lavoro del cronista sia variamente influenzato dalla sua posizione ideologica. Lo sforzo dello storico è allora quello di scavare nelle fonti, mettere in risalto le contraddizioni e confrontarle in uno sforzo interpretativo che vada oltre… Il tuo lavoro Manlio sembra in più punti ammiccare alla cronaca mostrando l’allegoria del potere nella sua natura perenne. Ne esce un quadro che parla non solo della storia antica ma di quel complesso di azioni e reazioni, di quella chimica dell’azione politica che caratterizza la nostra storia fino ad oggi. Gilberto M.

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  4. Grazie caro Gilberto: solo in questo blog paiono trovarsi persone raziocinanti. Cercavo di veder se, nel web, qualcuno si sia accorto di quanto qui considerato, ma finora (certo ci vorrà altro tempo, data la lunghezza del saggio e la complessità strutturale) vi è il silenzio assoluto.

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