Articolo di Maura Sacher
Quando un corpo di donna viene ritrovato deturpato da segni “misteriosi”, subito si sparge la voce che sia il frutto del rituale di una setta. Nel caso di Melania Rea, seviziata da 23 pugnalate e da un intreccio di tagli, mancando le tipiche simbologie, come residui di ceri accesi o il cerchio di sassi o altri riferimenti, come il disegno di una stella a cinque punte o un triangolo rovesciato, sono da escludere connessioni con rituali satanisti o di magia nera. Il satanismo è ben studiato da religiosi qualificati e da reparti speciali delle forze dell’ordine, e ne sono state stilate le caratteristiche, tra cui «un ruolo fondamentale è ricoperto dal sesso, in quanto l’energia sprigionata durante l’atto sessuale (omosessuale, eterosessuale, masochistico, sodomizzante, orgiastico), secondo i satanisti, sarebbe una fonte primaria per il contatto con Satana o il Male in generale». È verosimile che tra gli “atti sadici sui cadaveri”, una delle perversioni di tali culti, siano inclusi anche il tagliuzzare il corpo, sfregiarlo, squartarlo per asportare il cuore o un altro organo, ed eventualmente anche il tracciare segni sulla cute (peraltro più frequentemente fatti sulla persona ancora in vita), tuttavia è poco credibile che tali atti non appaiano chiaramente leggibili quale azione rituale o intento occulto. I satanisti, pur nel totale anonimato, vogliono dare dimostrazione della loro presenza.
Lo studio dei simboli è una delle scienze più complicate, a causa dei vari significati che certi emblemi possono assumere nelle varie circostanze e dai vari gruppi che li impiegano; riconoscere le simbologie necessita di un solido bagaglio culturale che si acquista con studio serio ed esperienza. Esistono simbologie che spesso vengono lette come espressione dell’occulto e del magico negativo e invece sono «tropi» cristiani con una precisa origine e significato, ad esempio la “croce rovesciata”. Essa viene comunemente interpretata quale espressione grafica del rifiuto di Cristo e simbolo del diavolo, ma per chi non lo sapesse, è un simbolo del trono pontificio, rappresenta il martirio di San Pietro, di cui i Papi sono successori nella Chiesa cristiana e cattolica. San Pietro, condannato alla crocifissione, chiese che la croce fosse capovolta, per lasciare alla Croce di Cristo il suo primato nella Fede, e quindi fu appeso a testa all’ingiù. In conclusione, è iniziativa da dilettanti attribuire a “strani segni”, sempre e comunque, un significato oscuro, sia a valenza diabolica sia quali traslati di linguaggi segreti di sette; sta a noi, persone equilibrate, interpretarli nel modo corretto evitando di far dire loro ciò che vorremmo sentirci dire o qualcuno vorrebbe farci credere.
La svastica
Sui segni non si può improvvisare né l’interpretazione né l’attribuzione, ed è troppo facile liquidare ogni “strano” segno come una «svastica», perché detta semplicemente così, la prima immediata associazione è con la croce uncinata del nazismo, facendo sottintendere che dietro ci sia un movimento eversore o razzista o di nostalgiche tendenze, pure solo per perverso gioco. Anche della piccola Yara Gambirasio si è inizialmente detto che i tagli sulla schiena formavano una svastica. Si è parlato a lungo, tra contraddizioni e smentite, di un disegno figurato, una specie di “uguale” (due linee parallele) intersecato da una lunga X, inciso con un coltello o un punteruolo, del resto in modo lieve perché non giudicato mortale dall’autopsia.
Incisione sul corpo di Yara |
È stato inoltre detto che probabilmente l’incisione era stata eseguita sulla ragazzina già morta, per quanto ci si domandi come lo si sia potuto capire da un corpo quasi mummificato trovato per fortuita casualità a tre mesi dalla scomparsa, avvenuta il 26 novembre 2010. Non ci sono stati riscontri certi e nulla si è saputo in seguito, anche perché il perito anatomopatologo Cristina Cattaneo ha tenuto per mesi tutto molto ben secretato, consegnando la sua perizia, o forse solo le conclusioni, il 2 agosto 2011; agli inizi di questo ottobre 2012 è stata costretta a recapitare l’intera relazione autoptica nelle mani del gip che segue il caso. Dalle indiscrezioni ora si è saputo che la bambina è deceduta per assideramento. Pertanto, a quanto tempo dall’aggressione e dal decesso sarebbero stati effettuati quei segni? Il particolare agghiacciante sarebbe piuttosto che, per infliggerle, l’omicida le ha tirato su la maglietta e anche il giubbottino, perché su di quelli non ci sono tagli.
Rune |
Fuori dal coro di coloro che vedevano svastiche nelle ferite, qualcuno ha scritto che i tratti potrebbero riportare alla simbologia delle «Rune», legata a qualche corrente di magia rituale. In particolare è stato scritto che quei segni runici avrebbero il significato di sacrificio legato alla femminilità, alla natura, con riferimenti specifici al freddo e alla tempesta. Si è trattato sicuramente di un’intuizione più “ragionata”, rispetto a chi blaterava di svastiche. Ad ogni modo sia la croce uncinata sia le Rune hanno una reputazione negativa e sinistra, perché associate ai segni di riconoscimento del nazismo, ad esempio la doppia S a zig zag è assimilabile alla Runa che avrebbe il potere di evocare energia, forza vitale, benché le Rune fossero già messe al bando da secoli, tanto che nell’Islanda del XVIII secolo il possedere le Rune era una trasgressione punibile con il rogo.
Ora, la svastica è una croce quadrata a bracci di eguale misura, con prolungamento ripiegato ad angolo retto, mentre la Croce di Sant’Andrea (o “crux decussata”) ha i bracci in diagonale a forma di X, dalla forma della croce del martirio dell’apostolo sant’Andrea (per intenderci il simbolo del passaggio a livello). Se sul corpicino c’era una X come poteva essere una croce e per di più uncinata? La grafia della svastica ha subito parecchie variazioni e trasformazioni: talvolta appare come una doppia S incrociata, ma sempre con i quattro angoli a 90°. Nella svastica si vuole vedere solamente il significato “anticristiano”, ma in realtà questo tipo di croce è precedente al cristianesimo, presente fin dalla preistoria, precisamente nel Neolitico. La svastica (il cui nome deriva dal sanscrito «svasti», che vuol dire salute, felicità) è un simbolo universalmente conosciuto nelle civiltà antiche, ne sono rinvenute tracce in Asia, in Mongolia, in India e anche presso gli Aztechi, nell’America centrale, la conoscevano gli Egizi, i Mesopotami, i Greci, gli Etruschi e i Celti. La si ritrova dipinta su ceramiche, vasi, statuette e idoli femminili; in Italia sui vasi cinerari e sulle urne a capanna del Villanoviano, necropoli della prima età del ferro, tra il IX e l’VIII sec. a.C. Il significato reale è ancora dibattuto, benché si tenda a riconoscerlo come simbolo positivo, simbolo della rigenerazione, per via della somiglianza ad una ruota.
Per tornare alla figura da cui sono partita, la X quasi intersecante due tratti orizzontali paralleli richiama alla mente la figura tracciata sull'addome di Melania Rea: in entrambi i casi un tratto della X era più lungo dell’altro. Non è mia intenzione raffrontare i due casi, mi limito a segnalare la “stranezza” del comportamento degli investigatori che sottovalutano tali segni, sembrando palese che chi indaga ha poca voglia di andare a fondo e non pensa di affidarsi al parere di veri esperti in simbologie esoteriche.
Le “escoriazioni” post mortem di Melania
La parte denudata del corpo di Melania Rea, fatta ritrovare tramite una telefonata anonima dopo un paio
di giorni dalla scomparsa, era solcata da tantissime righe parallele e trasversali. Il fatto ancora più sconcertante è che il cadavere della vittima abbia potuto subire un tale vilipendio: con ampie ed evidenti incisioni che non possono essere casuali bensì rappresentative di un qualche simbolo o allegoria.
Grazie al medico legale Gian Luca Bruno, a cui il giudice Tommolini ha affidato una nuova perizia “super partes”, l’opinione pubblica ha potuto leggere ampi stralci della relazione autoptica. Le “escoriazioni” (superficiali le ha definite il prof. Tagliabracci) al primo momento sono sembrate effettuate da un punteruolo o comunque da uno strumento a punta smussa. In verità sia il prof. Varetto, consulente per la Difesa, sia il prof. Bruno, incaricato dal Giudice, ritengono possa trattarsi anche della punta di un coltello, o comunque di un utensile a punta, in quanto effettuate sulla pelle priva di ogni vitalità, se non già tesa da «rigor mortis». Tutte le escoriazioni hanno le medesime peculiarità: si mostrano profonde fino al derma al centro e slabbrate di qualche millimetro ai margini. Ciò indicherebbe che comunque lo strumento tagliente sia stato uno solo e una sola la mano. L’autopsia ha anche potuto stabilire quali linee sono state tracciate per prime e quali le hanno sormontate, il che potrebbe essere utile per capire che l’intagliatore aveva un disegno in mente.
Dall’esame esterno del corpo viene rilevato e descritto lo stato delle incisioni, descrizione che per quanto possibile accorcerò e semplificherò affinché il lettore colga l’essenziale; le parole in corsivo fanno parte del testo originale, quello che non è in corsivo sono parole mie:
- «...a carico della superficie antero-laterale della coscia destra, complesso escoriato formato da 8 lesioni lineari, cinque disposte trasversalmente rispetto all’asse dell’arto, due disposte obliquamente e parallele fra loro, una disposta longitudinalmente, con dimensioni complessive di cm 25 x 20. Le lesioni si sovrappongono tra loro, in particolare ‘la obliqua parallela verso la destra del corpo e la longitudinale’ si intersecano tra loro al punto medio circa formando una sorta di “croce di S. Andrea”, analoga a quella disegnata sull’addome». Nelle sue “Considerazioni medico-legali” la dott. Canestrari ha invece visto «sulla coscia destra, intersezioni perpendicolari sovrapposte raffiguranti una sorta di grata a grossa maglia».
- «...a livello della superficie laterale della coscia sinistra, complesso escoriato formato da 6 lesioni lineari, 3 disposte trasversalmente rispetto all’asse dell’arto e 3 disposte longitudinalmente, con dimensioni complessive di cm 18x13, rassomigliante ad una croce celtica (svastica). Si rileva lesione escoriativa tipo stria, sottile e lievemente arcuata, con andamento obliquo dall’alto in basso e da avanti verso dietro, posta sulla stessa direzione della ‘prima’ linea ‘orizzontale’ come se fosse il prolungamento della sua estremità inferiore (a sinistra nella foto di riferimento), ma disgiunta da quest’ultima. Al di sotto del ‘medesimo primo’ tratto della lesione si evidenzia ulteriore sottile stria escoriativa rossastra, che incrocia il segmento circa nel suo centro, portandosi dal basso in alto da dietro in avanti; la stria escoriativa incrocia anche il segmento ‘secondo verticale’ della croce celtica alla sua estremità anteriore (in alto nella foto di riferimento)».
Purtroppo io non ho a disposizione le foto a cui fa riferimento il dott. Tagliabracci e quelle inserite nel testo della perizia del prof. Bruno non mi consentono di vedere compiutamente le condizioni della coscia sinistra della vittima, specie le strie “lievemente arcuate” che hanno fatto pensare alla «croce celtica». Tuttavia, dalla descrizione, questa croce celtica parrebbe inglobata nel reticolato delle tre righe orizzontali e delle tre verticali, che formalmente paiono piuttosto una “grata”, questa sì “a grosse maglie” (come il “gioco della Tria”, per intenderci). Però potrebbe richiamare qualcosa che indicherò dopo.
- «...in regione addominale inferiore, al di sotto della linea trasversa passante per l’ombelico, complesso lesivo formato da 5 escoriazioni, di cui 2 verticali, 2 orizzontali ed una 5a obliqua, intersecantesi tra loro. Più esattamente la linea verticale più centrale è lunga cm 7, quella parallela a destra è lunga cm 11; la parte terminale forma dei segmenti di retta o della punteggiatura. La retta orizzontale superiore è cm 9 e l’intersezione avviene dopo cm 5 dall’origine; la retta orizzontale inferiore si dirige lateralmente a sinistra per arrestarsi dopo un percorso di cm 12 dopo aver superato la spina iliaca antero-superiore (n.d.r.: ossia arriva a superare il fianco andando verso la curvatura dell’anca). La retta obliqua si dirige obliquamente verso il fianco sinistro per una lunghezza totale di cm 19, interrompendosi in corrispondenza della piega inguinale; l’esame delle intersezioni delle rette mette in evidenza la sovrapposizione reciproca, in definitiva, l’ordine di produzione è il seguente: prima sono state prodotte le due escoriazioni orizzontali quindi quella obliqua, infine le due verticali». Nelle sue “Considerazioni medico-legali” la dott. Canestrari, riassumendo, scrive: «lesioni .. rinvenute all’addome, a disegnare una sorta di croce di S. Andrea».
In pratica, l’esame autoptico ha messo in evidenza che l’ordine di produzione è avvenuto non con l’incisore a cavalcioni sul corpo, bensì lateralmente. Questo, almeno, sembra essere il punto di osservazione di chi ha descritto le linee. Se l’osservatore si fosse messo frontalmente al corpo avrebbe visto “verticali” le due linee parallele e “orizzontali” le altre due, mentre la linea obliqua sarebbe risultata orientata verso il basso, dall’ombelico all’inguine, e sarebbe ben poco somigliante ad una “X” o “Croce di Sant’Andrea”.
- «...sull’ala iliaca sinistra, si rileva lesione escoriativa composta da piccoli tratti vicini che formano idealmente una lesione lineare con direzione antero-posteriore e supero-inferiore; il tratteggio si assottiglia e si accorcia dall’alto verso il basso, mentre l’estremità superiore appare slargata e assume aspetto triangolare», come a dire che questo tratteggio voleva essere un proseguimento delle incisioni sulla coscia sinistra e sull’addome.
La “lettura” del verso delle incisioni addominali, ci fa riflettere su una cosa importantissima: quando è stato inciso l’addome, il corpo era piegato sul fianco destro, ecco perché i segni tracciati sull'esterno della coscia sinistra sono tali e tanti, impossibili da effettuare se il corpo fosse stata supino come trovato. Ma da ciò sorge un altro dilemma: se il corpo era in pieno «rigor mortis» quando è stato trovato, come ha fatto l’incisore a posizionarlo supino, ruotando il busto e allargando gli arti superiori? Forse il rigor, che normalmente inizia dalla mascella, era agli inizi? Quindi le incisioni non sono state fatte “poco prima del ritrovamento” bensì “poco dopo il decesso”?
In nessuna delle perizie, né di chi ha eseguito l’autopsia né di parte né “super partes”, viene analizzato il significato delle incisioni e tantomeno è stata presa in credito una plausibile seppur ipotetica loro motivazione, anzi due Procure le hanno considerate “depistaggio”, aggravando la posizione di Salvatore Parolisi, salvo poi a non spiegare quando e come egli abbia potuto effettuare le medesime.
Gente capace dell’efferatezza di un tale articolato staging, in sovrapposizione all’efferatezza del delitto, è troppo sicura di sé per non sfidare gli inquirenti, restando anonimi, invisibili, muti, e forse anche protetti dalla consapevolezza che il loro “messaggio” o la loro “firma” resti incomprensibile. L’hanno capito anche i criminologi veri che quello non è un depistaggio (definito sgangherato, maldestro) e che non sarebbe nemmeno uno instradamento a far sospettare del marito (non ci sarebbe stato bisogno, il marito è sempre il primo sospettato). L’apparente simbologia delle incisioni è partita dall’osservazione sia della dott. Canestrari, sia del Lgt Ciccone Giorgio che dell'App. Pipoli Domenico dei Carabinieri del Reparto Operativo, Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Teramo, i quali, firmando il Verbale di sopralluogo del 20 aprile, hanno messo nero su bianco: «Sul fianco della coscia sinistra è ben evidenziato il disegno di una “svastica” disegnata con dei tagli superficiali simili a quelli sulle gambe».
L’anatomopatologo dott. Tagliabracci ha ripetuto il concetto aggiungendo di suo: «rassomigliante ad una croce celtica (svastica)», avendo in precedenza definito tout court “croce celtica” l’abbozzo di strie “lievemente arcuate”, incrocianti alle linee rette incise sulla medesima coscia (vedi sopra). Da ciò è stato automatico per i media indurre l’opinione pubblica a collegare le incisioni a implicazioni neonaziste o comunque dell’estrema destra, salvo poi abbandonare in fretta, troppo in fretta, qualsiasi approfondimento o ragionamento o allusione. Nessun opinionista aveva potuto rendersi conto del massacro sul cadavere, perché solo di “disegni figurati” i media hanno raccontato e di ipotetiche svastiche. A mio parere un’azione di tale genere e portata avrebbe dovuto avere ben più rilievo.
Come è riuscito Tagliabracci ad associare la “svastica” alla “croce celtica”, tanto da identificarle e assimilarle? Quali nozioni hanno questi anatomopatologi? E gli inquirenti ed i magistrati?
Croce celtica
Croce Celtica |
La croce celtica è la sovrapposizione di un cerchio e di una croce greca o latina, di modo che fuoriescono le estremità dei bracci e il centro del cerchio coincida con il punto di intersezione. In Irlanda una leggenda popolare afferma che la croce celtica fu introdotta da San Patrizio durante il periodo della conversione dal politeismo, combinando il simbolo del cristianesimo col simbolo pagano del sole. La croce celtica, detta anche druidica, in origine rappresentava il più alto simbolo della conoscenza iniziatica dei sacerdoti celti, simbolo del Sapere. Gli assi della croce richiamano i punti cardinali terrestri o i quattro elementi della Natura, il cerchio la ciclicità della Natura, il centro la quintessenza che mette in comunicazione i due Mondi della materia e dello spirito. Essa è diventata una sintesi tra le tradizioni celtiche originarie e il cristianesimo, e in tempi più recenti l’emblema di popolazioni che, in condizione di minoranza in una nazione, si sentono accumunate ad un’appartenenza non ufficialmente riconosciuta.
Ho fatto molte ricerche, e sembra solo una credenza popolare che la «croce celtica» sia stata adottata dalle SS di Hitler. Soltanto in anni recenti il tipico simbolo celtico è stato utilizzato dai movimenti neonazisti e nazionalisti, come il nazionalismo bretone che si batte a favore delle minoranze celtiche in Francia. In Italia la svastica è stata associata alla croce celtica quando la legge Mancino, del 1993, ha sanzionato l’utilizzo dei simboli di organizzazioni e movimenti che istigano all’odio razziale e la croce cosiddetta «celtica stilizzata» si è trovata ad essere equiparata alla svastica nazista, costituendo apologia di reato. Insomma c’è parecchia confusione e disinformazione. A questo punto il lettore intelligente avrà già capito che svastiche e croci celtiche graficamente tra di loro sono molto differenti, e non si possono scambiare solo perché simboli di ideologie, peraltro sfasate nel tempo.
L’incisore
È da lungo tempo che io insistevo: “trovate l’incisore e scoprirete perché Melania è stata uccisa”. Avrei desiderato che tutti assieme nella Squadra avessimo provato a proporre un profilo dell’individuo, ma nessuno di noi ha le competenze per farlo, ad ogni modo, con il nostro buon senso, avevamo capito che:
a) non è una cosa da niente mettersi seduti a terra ed incidere addome e cosce del cadavere, coperto di sangue, di una giovane e bella donna che, tra parentesi, aveva gli occhi aperti
b) non è da balordi qualunque tracciare segni orizzontali, verticali, obliqui, paralleli, lunghi oltre 20 cm, da parte a parte, se non si ha in testa un preciso scopo, obiettivo e disegno a cui ispirarsi
c) chi ha eseguito le incisioni doveva avere dimestichezza con i cadaveri o per lo meno con la cute umana, forse da “tatuatore”, o comunque era uno con la mano ferma (da chirurgo?)
d) a che scopo (e quando) il marito avrebbe dovuto tornare sulla scena del crimine solo per massacrare il cadavere? Non bastavano la siringa nel petto e il laccio emostatico a terra per depistare e far allontanare da sé il sospetto di uxoricidio?
Dopo la pubblicazione delle super-perizie, ora è chiarissimo che tracciare oltre 20 righe sul cadavere non è stata una questione di cinque minuti. Solo chi ha il paraocchi può pensare che l’autore sia stato il marito e che abbia tirato righe a casaccio. Mi ha sconcertata l'ampiezza delle escoriazioni. Alcuni criminologi e psichiatri hanno detto: questo gesto esprime odio, disprezzo e insensibilità per la vittima.
Considerando gli oggetti depositati sulla scena, avevamo capito un po’ tutti noi che c’erano troppi indizi che portavano in troppe direzioni, come a voler intenzionalmente confondere gli inquirenti e seminare false piste: dagli indumenti intimi accuratamente abbassati agli strumenti riferibili alla tossicodipendenza, dal telefonino accanto al corpo alle salviette di carta poco più in là, dalla bottiglia d’acqua nei pressi all’anello di fidanzamento sfilato dal dito alle “strane” incisioni sul corpo.
Ci siamo chiesti se lo staging nel suo complesso, con il macabro particolare delle incisioni, fosse un messaggio da far interpretare a colui o coloro a cui potevano essere destinati, un messaggio intimidatorio per il marito o per la famiglia della vittima, oppure se mirasse a cancellare qualche traccia biologica residua dell’assassino, o se invece il “depistatore”, chiunque fosse, omicida o soggetto intervenuto in un secondo momento, avesse scelto quegli oggetti specifici, quel modo, quei simboli, e non altri, e quel raccapricciante espediente di riprodurre degli emblemi sul corpo della vittima, in una sorta di esplicitazione della sua predisposizione verso quegli oggetti, quei simboli e quel modo di produrli. Contemporaneamente, ci siamo domandati perché è intervenuto l’intagliatore, a quale compito assolveva intagliando? Ha disseminato indizi verso la tossicodipendenza e quella siringa nel petto era già uno sfregio, per quale ragione ha impiegato il suo tempo a segnare il cadavere? Un “accessorio a richiesta” compreso nel patto di collaborazione con gli assassini o una sua libera iniziativa?
In effetti, niente sembra sia stato inserito nella costruzione dello scenario per far ricadere i sospetti sul marito, anzi, sono stati aggiunti degli elementi che nulla hanno a vedere col marito. Ma forse con la vittima sì. Non è infatti sfuggito ai più attenti commentatori, che la scenografia così apparentemente sgangherata, ma in effetti accurata, poteva implicare una “volontà rappresentativa”. Uno staging di questo tipo ha sicuramente senso per chi ha ordito la trama. Di certo le incisioni non sono state eseguite per distogliere i sospetti dal responsabile dell’efferato scempio. Al contrario, ad interpretarle nel giusto verso, porterebbero portare all’identificazione del mostro. Io vedo la firma dell’autore negli oggetti distribuiti ad arte in punti strategici, nella postura del corpo e nei segni sulla pelle. Un “optional” che l’autore si è permesso e che spero gli costi caro. Questo soggetto non solo ha firmato, ma ha messo anche in evidenza anche le sue “tendenze”.
Solo l’ignoranza della controparte (inquirenti, investigatori) lo sta salvando dal 20 aprile 2011.
Simbologie sulla scena
A mio parere ve ne sono molte ed anche di contraddittorie. Tra noi commentatori ne abbiamo esaminate alcune, altre le ho trovate applicandomi a questo lavoro.
1.La prima più evidente simbologia che ha colpito l’attenzione di tutti è quella legata alla tossicodipendenza, che abbiamo collegato all’ipotetico “segreto” che Melania intendeva denunciare, supponendolo connesso a faccende poco limpide che potevano svolgersi in Caserma, come uso e traffici di sostanze stupefacenti. Una siringa nel petto, a sancire la vendetta e la punizione, e intorno al corpo altri oggetti attinenti alla droga. Tuttavia la siringa era del tipo insulina, monouso e nuova, e sarebbe stato subito evidente che al suo interno non vi erano mai state sostanze stupefacenti, il laccio emostatico, al contrario, era anelastico, vecchio e dunque inservibile. Inoltre è evidente che tali oggetti siano stati sistemati ad arte dopo l’esecuzione dei disegni sulla cute, almeno quelli sulla coscia sinistra, e dopo aver girato il corpo in posizione supina.
2. Interessante la posizione di questi specifici oggetti:
a- laccio emostatico tra il fianco e la mano sinistra, a pochi centimetri da essa, sistemato all’interno di uno spiazzo creato da terra nuda, come “spazzata” di proposito. b- un cappuccio di siringa monouso nei pressi della mano destra all’interno di un identico spiazzo. c- uno stantuffo (pistoncino) di siringa da insulina, proprio al centro della fessura tra le cosce.
Visualizzando la posizione del cuore con la siringa conficcata (tra l’altro inclinata verso il capo con angolo di 60°) e tracciando delle linee che uniscano questi punti, si può individuare una Croce latina, con il vertice alla siringa e la base al pistoncino tra le cosce, con il laccio ed il cappuccio a costituire i punti estremi laterali.
3. Inoltre la postura del corpo, steso sulla schiena con la testa piegata verso la spalla destra e le braccia scostate dal busto a circa 60°, avente un ago-siringa-lancia conficcata nel petto, cosa può raffigurare se non il martirio della Croce? Anche riflettendo si giunge alla medesima conclusione: Melania fu fatta ritrovare “il terzo giorno” e si era nella settimana che portava alla Pasqua. Anche Sant’Orsola, la cristiana principessa vergine che si era rifiutata di sposare Attila, ebbe il cuore trafitto da frecce.
4. Proiettando la scena su un foglio da disegno, si nota il prevalere di uno spiccato senso per il sistema geometrico: molte rette, verticali e orizzontali, e angoli che corrispondono a “spigoli”, in psicanalisi non valutati positivamente riguardo alla personalità. Meditando sulla quantità di forme geometriche, si potrebbe anche studiare la scena applicando le teorie del simbolismo cosmologico, della cosmologia platonica nel “Timeo”, la teoria dei Numeri, simbolici il 5, 7, 9, ma anche, nella visione pitagorica del “Tetraktys”: l’uno rappresenta il punto, il due la retta, il tre il triangolo, il quattro il quadrato. Rette, per la maggior parte parallele (solo un paio oblique), angoli, triangoli, quadrati, ce ne sono tanti sul corpo, come anche di punti, simboleggiati dai singoli oggetti sparsi intorno.
Croce Cosmica |
5. Ed ancora: il corpo è orientato verso i quattro punti cardinali, con la testa a est, le braccia discoste dal tronco a circa 60°, le mani con i palmi all’ingiù. Aggiungendo alla figura due cerchi attorno alle mani, i cerchi fatti durante lo staging ripulendo il terreno dal fogliame per un’ampiezza di circa 30 cm, i piedi uniti e trattenuti alla radice dagli indumenti, riusciamo a vedere la Croce Cosmica, il simbolismo dell’Universo che ricapitola la Creazione, il Mondo nella sua totalità, e si identifica con l’Albero della Vita, simbolo della Salvezza Universale.
6. C’erano, inoltre, delle “date speciali” in quei giorni: il 20 aprile 2011 ricorreva il 122° anniversario della nascita di Adolf Hitler; ed il 18 aprile 1948, alle prime elezioni costituzionali, vinse il cattolicesimo italiano, nazionale e popolare. Due ricorrenze dai significati opposti, non concordanti, che era facile tirare in ballo alludendo a svastiche e politica.
7. Per di più, è stato considerato che in quei giorni c’era Luna Piena? La Luna entra nel quadro? La Luna condensa una marea di simboli, i più notevoli sono legati alla femminilità, in positivo e in negativo, e alla maternità. Forse era semplicemente casuale, ma si potrebbe anche pensare che il chiarore lunare, spettrale in una pineta con tronchi d’alto fusto, abbia “ispirato” chi si doveva occupare del corpo. Ammesso che il cielo quella notte fosse limpido e sereno, data la nebbiolina che si è vista la mattina del 19 aprile e il cielo velato del 20 aprile. Forse lo staging è stato operato in solitaria notturna, sotto i fari di un’auto... tipo Panda?
8. C’entra anche la Pineta... piuttosto che una radura in un altro bosco dei tanti nella zona? La Pineta (e in particolare la Pineta del Chiosco, parco protetto del Comune di Ripe di Civitella) può avere un valore simbolico rispetto all’azione di incidere un cadavere, o vuole invece sottintendere qualcosa che abbia avuto a che fare con la vittima proprio in quel punto?
9. Le strie “lievemente arcuate” nell’intaglio sulla coscia sinistra di Melania, che hanno indotto il dottor Tagliabracci a pensare alla «croce celtica», inglobate nel reticolato delle righe orizzontali e verticali, potrebbero assomigliare, stilizzandone la sagoma, alla fascia inferiore del “fregio da berretto alpini per personale in servizio permanente, truppe da montagna”, nella cui fascia superiore è raffigurata un’aquila ad ali spiegate. L’immagine mi è utile per due considerazioni.
a. La cronaca ci ha informati che il Giudice ha cercato stemmi di reggimenti militari, e sembra che abbia trovato una simbologia con le insegne degli alpini guastatori. Forse la Tommolini è approdata a questi?
Fregi divise alpini |
Fregio metallico da basco Genio Alpino Guastatori (noticina: il Battaglione, nel corso del 2001, lascia la sede storica di Motta di Livenza (TV) e viene assegnato alla Brigata Pinerolo con sede in Foggia). L’accurato Giudice ha voluto verificare con i suoi occhi se quella “croce celtica”, vista da Tagliabracci per via delle linee leggermente incurvate sulla coscia sinistra, aveva a che fare con un emblema militare stilizzato? In effetti la fascia inferiore del fregio di stoffa sul berretto la può ricordare vagamente, mentre la fascia inferiore del fregio di metallo sul basco, potrebbe ricordare l’incrocio delle rette, passato per “croce di sant’Andrea”. Può aver senso questo astratto simbolismo in un agglomerato di altri graffiti?
b. La seconda considerazione è legata all’aquila, e precisamente “all’aquila fascista”, ideologia che, a quanto risulta su Facebook, pare sia condivisa da alcuni dei personaggi presenti il 18 aprile a Colle San Marco e da loro amici. Inoltre si sa che i club legalizzati di softair dell’ascolano, sono sempre all’erta a causa di giovani infiltrati con spiccate simpatie di destra.
10. Inizialmente, dalle scarne informazioni che trapelavano riguardo ai segni sul corpo, si è pensato a lettere intrecciate, a iniziali di nomi o sigle di caserme o reggimenti, ma ora abbiamo potuto appurare che non si tratta di “un paio” di graffi, si tratta di una ventina di tratti graffiati, aggiunti alle 23 coltellate. Ed anche se alcuni tratteggi hanno apparente forma di lettere maiuscole (“F”, “H”, “N”, “A”, “E”, “X”, “P”), credo che la simbologia vada comunque cercata altrove.
La simbologia runica
Se sulla schiena di Yara due righe parallele sormontanti una X hanno fatto intuire qualche legame runico, sul corpo di Melania ne possiamo vedere un'infinità di questi legami, visto che su 20 lesioni escoriative ci sono molte coppie di parallele e tre linee trasverse. E se persino la Procura dice che sono “disegni figurati”, proviamo a vedere cosa altro “figurano” se si escludono svastiche e croci celtiche.
Per la mitologia nordica le Rune sono l’alfabeto che Odino tracciò per poi, con il sacrificio della propria vita, renderle strumento di comunicazione tra gli dei e gli uomini. L’alfabeto runico è una delle più misteriose forme di scrittura conosciute, si diffuse anche nell’Italia Centro-Settentrionale ed ha somiglianze con l’alfabeto etrusco. Caratterizzato dalla assoluta mancanza di sagome arrotondate, era utilizzato principalmente per incisioni su pietre, legno e metalli, su lastre tombali e steli funerarie, a scopo di tenere lontani gli Spiriti del Male, su strutture monolitiche, su armi, su amuleti, assumendo con i secoli una più netta connotazione magico-propiziatoria, e dotate di una grande carica di energia, tanto che «a chi è dato usarle non è dato il dono di pronunciarle e viceversa».
Gli studiosi hanno potuto riconoscere che il livello di interpretazione poggia su tre piani di valori e di contenuto:
1. contenuto simbolico che esprime il mistero più profondo (stadio spirituale, mondo divino)
2. valore fonetico che permette di usare l’energia insita nei simboli (energia in movimento, stadio psichico/emotivo)
3. valore grafico che esprime l’essenza esoterica e permette di usarne l’energia così come il valore fonetico (stadio fisico, mondo degli uomini).
Gli Elementi costitutivi sono:
1. asse eretto, verticale, che rappresenta l’asse universale e simboleggia il volere divino.
2. asse obliquo, che rappresenta la discesa dall’alto verso il basso, equivalente al dono ed al ritorno agli Dèi, mentre dal basso verso l’alto rappresenta il sacrificio.
3. segno di fuoco, unione di 2 direzioni, elemento rinforzato nel doppio asse e nell’asse verticale
Poiché la cultura nordica venne tramandata oralmente, le rune sono rimaste avvolte da un alone di misticismo ed esoterismo, anche se vari metodi di lettura sono stati inventati, molti riferiti ai tarocchi in funzione divinatoria, e anche utilizzati per giochi di ruolo a carattere negromantico. Tuttavia, essendoci richiamati alle Rune per i segni sul corpo di Melania Rea, dobbiamo provare a fare qualche tentativo interpretativo, precisando prima di tutto che i simboli runici non sono paragonabili ad un linguaggio a ideogrammi.
Alfabeto runico |
La Tabella mostra i singoli segni grafici con il corrispondente valore fonetico, traslitterando i quali si possono fare interessanti scoperte, come ad esempio che il disegno figurato sulla coscia destra del corpo potrebbe corrispondere al nome stesso della vittima: “Melania”. Un nome (“Rea”?) potrebbe nascondere anche il disegno figurato sull’addome, tuttavia potrebbe anche essere sia impossibile traslitterare tutti i segni in suoni della lingua italiana, del resto non è così che funzionano le rune. Ogni simbolo ha il suo nome e il suo significato, unito ad altri non forma una parola ma esprime un “senso” che solo gli addetti conoscono. I “disegni figurati” nell’intreccio delle incisioni, in cui una delle assi sembra servire a due glifi, a due unità grafiche, e formare anche delle rune rovesciate, potrebbero piuttosto mimetizzare dei messaggi.
L’idea che mi sono fatta, è che nel complesso i “messaggi” comunichino valori, quali: “potere”, “repressione”, “dolore”, “sacrificio”, “accettazione della sofferenza”, “problemi del passato non risolti”, “monito di cambiamento duro ma necessario”, “viaggi”, “decisioni da prendere”.
Ed a questo punto non vedo né odio né disprezzo nei marchi disegnati sulla carne. In considerazione del fatto che le Rune non mandano maledizioni, potrei piuttosto vedere un rituale che “racconta” la storia della donna, dalle sue “colpe” alla sua fine ingloriosa, come se questa fosse la conseguenza delle sue azioni. Il carattere mistico delle Rune servirebbero a “proteggere” il passaggio dell’anima verso l’altro mondo, rendendola consapevole del motivo per cui ha subito la fine che le è toccata.
Tutti saremmo curiosi di sapere “chi” sia stato il “genio” che ha avuto questo “pietoso” pensiero, tuttavia, unendolo “all’impietosa” azione dello strale nel petto, si può solo dedurre che in lui ci sia una personalità schizofrenica, “borderline”, perversa e lucida, e pur sempre “primitiva”.
Resta da capire se nella zona di Folignano-Ascoli ci siano appassionati di cultura etnica, e soprattutto se costoro facciano parte della cerchia di amicizie condominiali o parrocchiali di Melania Rea.
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Prima di tutto, Mimosa, è un articolo scritto meravigliosamente bene: complimenti per il tuo linguaggio, cultura, capacità di approfondimento tematico!
RispondiEliminacome architetto posso puntualizzare il fatto che per tradizione cattolica le chiese sono sempre state costruite tendenzialmente con l'abside rivolto ad Est, così come la testa di melania.
E' anche prassi inserire un transetto che spezzi l'andamento oblungo della navata centrale, o nelle chiese più composite delle tre navate, una centrale e due gallerie parallele, riproducendo in pianta la classica croce latina.
A tal proposito sarebbe interessante capire se il pistone della siringa posto centralmente in mezzo alle gambe della povera Melania avesse un andamento parallelo con esse perchè potrebbe essere questo il senso della collocazione.
è anche molto interessante il tuo disegno della croce cosmica, che non conoscevo, richiamata graficamente dall'ingabbiamento dei piedi tra i calzoni.
c) chi ha eseguito le incisioni doveva avere dimestichezza con i cadaveri o per lo meno con la cute umana, forse da “tatuatore”, o comunque era uno con la mano ferma (da chirurgo?)
Ma anche mano ferma da intagliatore, da falegname, da grafico, da street artist che lavori con gli stencyl, e se vuoi anche da cuoco.
non vedo né odio né disprezzo nei marchi disegnati sulla carne. In considerazione del fatto che le Rune non mandano maledizioni, potrei piuttosto vedere un rituale che “racconta” la storia della donna, dalle sue “colpe” alla sua fine ingloriosa, come se questa fosse la conseguenza delle sue azioni. Il carattere mistico delle Rune servirebbero a “proteggere” il passaggio dell’anima verso l’altro mondo, rendendola consapevole del motivo per cui ha subito la fine che le è toccata
Va anche detto che uno dei gesti classici della negazione del delitto messo in atto da parte di un congiunto, che pure odiava la vittima abbastanza da ucciderla, è chiudere gli occhi alla propria vittima, un gesto di pietà e di evitarsi al tempo stesso lo sguardo dell'assassinato.
Invece l'assassino ha lasciato che lo sguardo del cadavere corresse alla cima dei pini e verso il cielo, non restando minimamente turbato nè dal fatto di incidere il cadavere stando a contatto con sue parti più intime, nè dal suo sguardo.
Se non è un malato di mente l'incisore, allora bisogna ridefinire i confini della malattia mentale.
Cara Mimosa,
RispondiEliminasei riuscita a produrre un saggio eccezionale: chiamarlo articolo, infatti, mi sembrerebbe riduttivo!
Sono d'accordo con te sul fatto che gli inquirenti non si siano interrogati a sufficienza sul possibile autore del vilipendio, ovvero non abbiano posto in discussione la possibilità che fosse stato Parolisi ad incidere il cadavere. Scrivi giustamente:
"a che scopo (e quando) il marito avrebbe dovuto tornare sulla scena del crimine solo per massacrare il cadavere? Non bastavano la siringa nel petto e il laccio emostatico a terra per depistare e far allontanare da sé il sospetto di uxoricidio?"
I simboli inoltre, come hai fatto esaurientemente notare, hanno un preciso significato, non sono righe "tirate" a caso. E' mai possibile che Parolisi avesse simili conoscenze?
Inoltre "Alcuni criminologi e psichiatri hanno detto: questo gesto esprime odio, disprezzo e insensibilità per la vittima". Mai nessuno, però (nemmeno amici e familiari), ha mai parlato di possibile disprezzo di Parolisi per la moglie. Anche volessimo prendere per vero il famoso "imbuto psicologico" questo non spiegherebbe in alcun modo l'odio nei confronti di Melania.
Infine voglio rimarcare un passaggio del tuo scritto, affinché non passi inosservato: "La seconda considerazione è legata all’aquila, e precisamente “all’aquila fascista”, ideologia che, a quanto risulta su Facebook, pare sia condivisa da alcuni dei personaggi presenti il 18 aprile a Colle San Marco e da loro amici".
Molti altri aspetti del tuo lavoro, cara Mimosa, sono degni di commento, cedo però per il momento la parola agli altri.
Ancora complimenti
Tiziana
Mimosa,
RispondiEliminami ricollego al tuo passo: "La “lettura” del verso delle incisioni addominali, ci fa riflettere su una cosa importantissima: quando è stato inciso l’addome, il corpo era piegato sul fianco destro, ecco perché i segni tracciati sull'esterno della coscia sinistra sono tali e tanti, impossibili da effettuare se il corpo fosse stata supino come trovato".
Per confrontarci sul tema allego anche le parole della perizia di Bruno: "a proposito della posizione finale di quiete del cadavere (sul fianco destro) per poter incidere la cute dell’addome e della coscia destra il cadavere è stato girato, verosimilmente a raggiungere la posizione in cui è stato rinvenuto".
E ancora:
"Allo spostamento sul fianco destro del cadavere, inoltre, si apprezzava la fuoriuscita di materiale ematico fluido dalle ferite site nella regione toracica posteriore".
Ma allora sorgono seri dubbi su tali incisioni: sono forse state fatte in più tempi, inizialmente con il cadavere sul fianco destro, per poi porlo supino (prima del rigor, come giustamente fai notare?) e continuare ad inciderlo? E se spostandolo è uscito altro materiale fluido, significa invece che, quando è stato girato dall'assassino, il sangue stava ancora continuando ad uscire? Probabilmente su ciò i periti avrebbero dovuto soffermarsi maggiormente.
Rileggendo la perizia Bruno, comunque, ho colto un elemento importante che precedentemente mi era sfuggito, e poi dicono che la perizia è stata inutile, scrive infatti Bruno:
"Tutto ciò comporta non solo un lungo tempo di permanenza sul luogo, ma anche necessariamente un imbrattamento di sangue del feritore stesso.
In sintesi, al tempo materiale necessario per il ferimento occorre aggiungere una quota di tempo utilizzato dal feritore per ripulirsi. Se poi risulta che gli abiti indossati da Salvatore Parolisi nel pomeriggio non mostrassero macchie di sangue, dobbiamo anche ipotizzare (sempre sul presupposto che egli sia stato il feritore) che si sia cambiato d’abito.
A questo punto al feritore si propongono due necessità: eliminare gli abiti sporchi di sangue e sbarazzarsi dell’arma, prima di salire in auto (giacché non risulta che nell’auto vi … [nella copia della relazione inviata via fax manca la pag. 11] "
Purtroppo a noi mancano le conclusioni di Bruno sull'argomento, ma immagino che la Difesa le abbia complete!
Scusa Tiziana...e quando si cambiava d'abito??? e ti ricordo che non c'è la premeditazione
RispondiEliminaSimona
RispondiEliminainfatti. Ho riportato le parole di Bruno per mostrare che pure il patologo dubita che Parolisi potesse aver avuto il tempo per fare tutto ciò che gli viene imputato.
Eh meno male che gli stessi periti se lo domandano...visto che è sempre stato con i parenti della moglie dal 18 sera in poi.
RispondiEliminacome tanto tempo fa diceva Massimo, gli ultimi colpi di coda.
RispondiElimina"cascasse il mondo, io a Pasqua sarò con te" diceva Salvatore a Ludovica.
Ebbene, il mondo è cascato ma a Pasqua non si sono visti.
Nessuno si pone il problema che se davvero avesse inteso essere con l'amante a Pasqua, e se davvero avesse ucciso lui la moglie per essere libero, non gli sarebbe convenuto far ritrovare il cadavere, nè stagiato nè non stagiato.
Sarebbe stato più facile, per lui, far sparire Melania così come è sparita Roberta Ragusa.
Ahahah Tabula..anche io l'ho visto ma non sono riuscita ad aprire il link....all'altro articolo di Massimo ho messo qualcosa che riguarda la piccola Vittoria!
RispondiEliminaMa smettetela con queste stronzate dei simboli satanisti, sennò i satanisti vi denunciano per davvero! I segni inferti sul corpo di Melania sono chiaramente dei falsi, e d'autore, fatti per depistare, anche un bambino lo capirebbe!!! Io mi domando e dico, ma perchè i cani molecolari hanno cercato le tracce di Melania a Colle San Marco e non quelle di Parolisi alle altalene? Peccato perchè il caso sarebbe chiuso già da un pezzo! Che altro aggiungere, io in macchina ho sempre un impermeabile militare, tipo poncho che mi copre dalla testa ai piedi, un paio di stivaletti in gomma, dei guanti ed un coltello multiuso, casomai all'occorrenza.....Sto scherzando dai non fatevi strani pensieri!!!!Ciao a tutti
RispondiEliminaEvidetemente perchè la persona scomparsa era Melania e non il marito....
RispondiEliminaMimosa, hai creato un'opera! Sei riuscita a trattare in modo chiaro e lineare un argomento complesso come quello dei simboli, che, come hai ben sottolineato, per poter essere affrontato, necessita di un bagaglio culturale non indifferente, ed io aggiungo anche di una notevole esperienza sul campo.
RispondiEliminaNel caso in questione, per quanto noi ne sappiamo sono mancati entrambi; si è liquidato il tutto con l'attribuzione di quei segni ad un tentativo di depistaggio da parte di Salvatore. A mio avviso, tale conclusione è errata per due motivi:
1) L'ipotesi di un delitto d'impeto da parte del marito della vittima, è da escludere, in quanto la scena del delitto non parla di lui nel modo più assoluto. In un omicidio d'impeto nessun depistaggio sarebbe in grado di nascondere l'identità di chi pur se per poco, perde il controllo delle proprie emozioni, lasciando prove sulla scena.
2) Tutti quei segni sul corpo, richiedono conoscenze specifiche, tempo a disposizione ed una mano ferma.
Non conosco di un'eventuale abilità manuale di Salvatore, ma certo è, che nè il 18, nè 19 Aprile, giorno in cui secondo la Procura Salvatore è ritornato sul luogo del delitto per incidere il corpo, ha avuto tempo per un lavoro così lungo e certosino.
Secondo me, potrebbe essere utile, cercare di individuare se a Folignano o dintorni, esista qualche associazione o club che adotti come simbolo di appartenenza, un simbolo che assomigli a qualcuno di quelli ritrovati sul corpo di Melania.
Interessante sarebbe anche approfondire la questione dell'aquila fascista, condivisa da parte di qualche personaggio che quel famoso giorno era a Colle San Marco.
Stella
Cari tutti,
RispondiEliminanon so dirvi quante ricerche ho fatto in tanti campi, per alla fine sintetizzare solo l’essenziale,
e quante volte ho riguardato i particolari delle foto …
ringrazio Massimo che non ha modificato neanche un virgola del mio “trattato”, pertanto la responsabilità di quanto pubblicato è solo mia e solo su di me può ricadere.
Precisato questo, rispondo a qualche commento citandolo in ordine cronologico.
Tabula vorrebbe sapere «se il pistone della siringa posto centralmente in mezzo alle gambe della povera Melania avesse un andamento parallelo con esse». Sì cara, proprio così “accuratamente” sistemato nel mezzo della fessura.
Tiziana, anche a me ha stupito che quando la Canestrari in loco ha spostato «sul fianco destro del cadavere», ossia smuovendolo, fosse fuoriuscito «materiale ematico fluido dalle ferite site nella regione toracica posteriore», prima di tutto perché tale sangue che non era uscito in precedenza (e qui ti risolvo il dubbio) e infatti c’era una pozza solo in corrispondenza del collo-spalle, e in secondo luogo perché io, nell’ignoranza dei fenomeni cadaverici, pensavo che con il rigor e l’atrofizzazione cardiaca si bloccasse ogni flusso venoso e arterioso (qui ci vorrebbe Annika!).
Infine, per “depistare”, proprio volendo aggiungere agli oggetti connessi alla droga qualche altro elemento, sarebbero bastati un paio di graffietti qua e là, invece sono state effettuate delle “incisioni” vere e proprie, estese per più di una spanna, con una ventina di tratti tra gli orizzontali (da 6-8 cm a 18-23) e verticali, non due o tre tirati a caso.
Non so chi di noi può credere sia facile tagliuzzare la pelle di un cadavere, forse qualche anonimo parlante e non pensante.
Mimosa
Non ci avevo mai pensato Mimosa, ma in effetti per far credere che la povera donna facesse parte del mondo della droga sarebbe stato molto più utile punzecchiare il corpo, invece di incidere linee su di esso.
RispondiEliminaMa poi perchè incidere linee?
Linee? a che servono?
ragionando al contrario, che tipo di depistaggio potrebbe essere incidere un corpo con dei segni, se davvero fosse un depistaggio?
Solo per creare confusione?
Tra l'altro, parlando di Yara hai fatto un parallelo interessantissimo, anch'essa ha subito incisioni sul cadavere, suppongo mentre era ancora viva perchè pare sia morta di assideramento.
Ma quelli su Yara erano quattro linee, mentre su questo corpo l'incisore si è preso la briga e tutto il tempo necessario per incidere molte linee.
Un lavoro fatto di fretta e poco accurato, un lavoro fatto solo per sfregiare il corpo, avrebbe previsto un tagliuzzamento a casaccio.
Invece, si tratta di linee sui 20 cm, ovvero, per chi non masticasse con le dimensioni, la lunghezza dei tagli corrisponde più o meno alla misura del lato più corto di un foglio A4.
Non so che resistenza offra la pelle cadaverica umana al taglio, ma di sicuro ci vuole una certa dose di concentrazione per mantenere diritto l'andamento dell'incisione su una lunghezza del genere.
La superficie della coscia, che non è piana ma quasi tubolare/conica, prevede che per fare un'incisione di questo tipo ci voglia una mano abbastanza ferma.
Quindi l'incisore prima di tutto non aveva fretta, poi possiamo anche dire che non era spaventato, nè dallo sguardo aperto di Melania nè dall'operare su un cadavere.
Altrimenti, avrebbe scelto di confondere le idee in maniera diversa: volendo, ce sono sono tante altre meno cruente.
Non so se reputare un'opera di satanismo l'uso della simbologia. Non me ne intendo e quel poco che so è reperibile in rete da chiunque.
Di sicuro c'è che la notte del 18 aprile c'era il plenilunio, ed i delitti rituali avvengono SEMPRE nel plenilunio.
E poi, tenendo presente il fattore plenilunio, dovremmo pensare ad una premeditazione, che può benissimo esserci stata nel dare appuntamento a Melania proprio quel giorno, ovviamente non da parte di Parolisi.
Ma dobbiamo tenere presente che le perizie riconducono ad una morte avvenuta il 18 aprile prima del tramonto.
anche se ciò non corrispondesse esattamente al vero!
Lo dico perchè l'anatomopatologo Bruno si è espresso per una morte avvenuta il 19 aprile per ogni sua analisi parziale, riassumendo senza motivazione nelle conclusioni come data finale il 18 aprile.
probabilmente ci sono stati accordi presi con gli altri periti per stabilire una data precisa, altrimenti non si spiega.
Considerando quindi il 18 aprile giorno ufficiale della morte di colei, e date tutte le rispondenze di stampo cattolico sia all'orientamento N/S/E/O del cadavere, la siringa come spada nel costato e la vicinanza della Pasqua, il rovesciamento vestizione/nudità del corpo di lei rispetto all'icona cristica oltre al ritrovamento del corpo dopo tre giorni, mi verrebbe da pensare ad un incisore oltremodo ispirato.
Carissima ed ineguagliabile MIMOSA,
RispondiEliminaVolendo esprimerti a parole, quanto vorrei, non farei che ripetere banalmente gli apprezzamenti già formulati da chi veramente ti stima.
Ti invio solo un significativo, virtuale abbraccio, Pino
Domani la Tommolini terrà in considerazione il fatto che dalla sua decisione dipenderà il futuro di Parolisi ma anche quello di sua figlia?
RispondiEliminahttp://www.blogncc.com/20200/la-verita-su-melania-e-le-due-vite-possibili-della-piccola-parolisi.html
Sarahkey
@ MIMOSA
RispondiEliminapiù che un articolo il tuo lavoro lo definirei UN TRATTATO vero e proprio.
Complimenti !
Tuttavia io sono uno scettico e sono convinto che se "l'incisore" avesse voluto riprodurre segni simbolici lo avrebbe fatto in maniera inequivocabile ed inconfondibile
Grazie anche a voi Pino ed Enrico
RispondiEliminaPerò, Enrico, io ho specificato nel testo che se c'è una simbologia nelle incisioni, la conosce solo l'intagliatore, ho parlato di "firma", di un "optional creativo",
e quindi potrebbe non essere alcun messaggio recondito.
E, tanto per eliminare dubbi, io ho escluso la pista satanista, fin dalle prime frasi, pertanto non tiriamola in ballo, a meno che qualcuno lo veda ...
No Mimosa, volevo semplicemente ribadire il concetto da te espresso, ovvero che la pista satanista per essere vagliata abbisogni di competenze precise.
RispondiEliminaIn quanto all'iconograficità cristiana, invece, si tratta di tutt'altro paio di maniche, dato che tutti noi italiani siamo immersi nella cultura cristiana credenti o no che si sia, anche se per quanto riguarda la rappresentazione della navata centrale ti chiederei lumi in privato.
Cara Mimosa,
RispondiEliminaper prima cosa vorrei ringraziarti, perché hai preparato un saggio completo, su una materia ostica e piena di tranelli, basandoti sui fatti. Un’analisi che sembra essere mancata agli inquirenti, fin dalle prime fasi del ritrovamento, ansiosi di liquidare frettolosamente il tutto come un depistaggio.
Anch’io non ho potuto fare a meno di pensare alla determinazione dell’incisore: mani ferme (o per tendere la pelle l’ausilio di uno strumento?), così da tirare linee di quelle dimensioni, e collocazione “studiata” dei tracciati sul corpo della vittima.
Se fossero stati semplici graffi, li avrebbe incisi nel punto più facile e vicino, dato che Melania è morta su un fianco. No, invece, ha anche manipolato il corpo facendolo ritrovare supino, ed intagliato poi il ventre e le cosce, sembra anche studiando la composizione della scena, l'orientamento spaziale, il pistoncino della siringa parallelo alle cosce, i cappucci copriago al centro di cerchi “ripuliti”.
La mia impressione è che abbia agito sotto dettatura, non di qualche altra persona, ma delle “voci” che sentiva nella sua testa, e che il messaggio non vada ricercato in un singolo tratto o simbolo, ma nella gratificazione che provava, componendo la "messa in posa".
Non penso alla casualità dell’incontro con un Michelucci, comunque sempre ad un soggetto con un profilo psichiatrico disturbato che forse, volendo, potrebbe essere ancora ricercato tra quanti avevano contatti con persone conosciute dalla vittima.
stantuffo e cappucci di siringa sembrerebbero una simbologia fallica,,,poi mi viene da pensare che mentre il mostro di firenze osava incidere ed asportare il sesso delle vittime, questo mostro di ripe ha inciso intorno ed in prossimita' del sesso, che pero' viene risparmiato....fa pensare ad uno psicopatico Lazy
RispondiEliminaVedete, come ho scritto, l’autopsia ha potuto stabilire quali linee sono state tracciate per prime e quali le hanno sormontate (per prime quasi sempre le trasversali, successivamente le longitudinali), e questo secondo me vuole dire che l’intagliatore aveva un disegno in testa, altrimenti che senso aveva tirare righe tutte parallele e tutte alle medesime distanze…
RispondiEliminaAnche se non chiamiamo in causa le Rune per scoprire nei “disegni figurati” grafie o significati esoterici, superficialmente conosciute dalla maggioranza della gente, me compresa fino a quando mi sono messa a studiarle), e anche se volessimo riconoscere delle lettere maiuscole mimetizzate negli intrecci, non possiamo far finta di niente e non porci la domanda del “perché” le rigature sono state fatte proprio così.
E, dopo averle viste e letto la descrizione, sono oltremodo sconcertata che nessun perito, le abbia prese in considerazione.
Vi assicuro che queste incisioni sul cadavere mi hanno turbata oserei dire ancor più che l’efferatezza del delitto.
Che sia uno psicopatico è probabile, e quanto tale anche sicuramente noto alle forze dell'ordine ...
Mimosa
Può darsi che io sia troppo semplicistico ma penso che esistano molti individui abituati ad intagliare superfici di materie più o meno resistenti.
RispondiEliminaDal chirurgo al ciabattino, dal macellaio all'ebanista, dal boscaiolo, all'orafo, allo scultore, all'atigiano del ferro battuto, al semplice hobbista dotato di manualità più o meno "artistica" che coltiva la passione dell'intarsio.
Nel nostro caso penso più ad un "deturpatore" pervertito che ha infierito utilizzando strumenti che FORSE gli erano abituali e di cui FORSE conosceva le tecniche.
Ma non escludo nemmeno la banale casualità prodotta comunque dalla furia di una mente malata
A proposito dello stazionamento del corpo per un certo lasso di tempo riverso sul fianco destro (richiamato da Tiziana), che già Varetto aveva evidenziato, mi è tornata in mente la frase di Tagliabracci : «il cadavere non è stato spostato dalla posizione prona a quella supina».
RispondiEliminaAddirittura lui è stato capace di scrivere
«la vittima, prima è caduta in avanti come dimostrano l’ecchimosi sulla coscia sinistra e gli imbrattamenti di terriccio alle ginocchia e sulle scarpe, accasciandosi sul fianco destro, poi è stata girata e colpita ripetutamente al petto».
Ma poi nelle righe di “Sintesi” riportate a p. 87 dell’Ordinanza di Ascoli, troviamo la frase:
«il cadavere non è stato spostato dalla posizione prona a quella supina».
In queste frasi qualcosa proprio non quadra né con le colature né con lo staging, ed è stato pure, nuovamente, sibillino.
Parla di cadavere, non dice la “vittima”, la donna, il "corpo"… che informazione voleva dare dicendo che il “cadavere” non era stato girato?
Analizzando per bene le incisioni ora non c’è dubbio che la vittima è spirata stando sul fianco destro e così l’ha trovata l’incisore prima di mettersi a fare il lavoro.
Da ciò, come ho scritto, si deduce che la siringa nel petto è stata infilata solo dopo e altrettanto il pistoncino sul terreno nello spazio tra le cosce.
Tagliabracci non finisce di stupire.
Mimosa
@ ENRICO
RispondiEliminain base a quanto hai scritto e in tutta coscienza potresti credere che questa sia stata "la prima volta" che il personaggio abbia inciso la cute di un cadavere?
Dalla sicurezza nelle incisioni e dalla quantità di righe incise io credo di no, a meno che ...
che abbia fatto un "esperimento"? Un'opera prima da capolavoro unico e irrepetibile?
doveva proprio trattarsi di una mente molto malata (sicuramente "normale" non è).
Forse ha ragione Pamba, obbediva a delle “voci” che sentiva nella sua testa ... allora aggiungiamo che era sotto l'effetto di allucinogeni.
E ora qualcuno potrebbe tirare in mezzo anche il progetto Monarch, anche se a te non piace.
Mimosa
Mimosa per prima cosa voglio farti tutti i miei migliori complimenti per l'articolo veramente eccezionale. Mi sento però, relativamente ad alcune conclusioni, di ribadire il mio pensiero perchè sono fermamente convinta che lo stagiatore non ha voluto fare nessun riferimento all'uccisione di Melania in quanto estraneo al fatto. La sua entrata in scena ha il solo scopo di depistare. Non dimentichiamoci che la migliore ipotesi espressa sino ad ora in questo blob, e che condivido pienamente, è quella di un omicidio non voluto ma accaduto al culmine di un diverbio iniziato per intimidire Melania. L'intervento dello stagiatore è stato successivo all'episodio criminoso e voluto dagli assassini nel momento in cui hanno preso coscienza del pericolo che il loro eccesso gli esponeva. Per queste ragioni ritengo che l'interpretazione di quanto inciso sul corpo della povera Melania mostra il profilo dello stagiatore che indubbiamente è quello di una personalità dalla psiche malata, e che certamente non può ricondurci agli assassini nè al significato di questo terribile delitto.
RispondiEliminaMarilia
Mimosa, forse quanto riportato in ordinanza era uno stralcio della risposta di Tagliabracci al quesito dei PM (pag. 20 relazione Bruno):
RispondiEliminaVi sono segni per affermare che il cadavere sia stato rovesciato dalla posizione originaria pancia in
sotto a quella in cui poi è stato trovato e che sia stato quindi manipolato con i segni post mortem
successivamente al rovesciamento?
Non vi sono elementi che indichino che il cadavere abbia stazionato in posizione prona
(rovesciato).
Infatti(nè vero nè falso) era su un fianco e poi supino ;-)
Comunque sono d'accordo con te, le osservazioni di Varetto, confermate da Bruno, ci danno una rappresentazione più veritiera della dinamica del delitto.
Grazie Pamba!
RispondiEliminail mio alter ego in fatto di documentazione :))
Mimosa
ops scusate l'errore leggai che il loro eccesso LI esponeva. Questo delitto non ha alcun significato se non quello di dove può portare un eccesso non calibrato da persone che sicuramente erano esaltate da droghe o da odio feroce.
RispondiEliminaMarilia
@Marilia
RispondiEliminaComunque uno stagiatore così non lo trovi all’angolo della strada…
Doveva far parte del gruppo e dunque, fosse solo per questo, potrebbe ricondurci al/agli assassino/i.
Pamba io sono fermamente convinta che l'omicidio è da ricondursi ad elementi della caserma di Parolisi e che il depistatore sia si persona conosciuta da qualcuno di questi, ma estranea alla caserma
RispondiEliminaMarilia
Marilia, scusa, non so se vuoi essere più esplicita, ma le tue ipotesi mi interessano. Forse la pensi come il criminologo Bruno?
RispondiElimina..E poi troppi militari in questa storia». Militare il marito di Carmela. Militari i frequentatori del poligono dell'area militare delle Casermette, dove il corpo di Melania è stato ritrovato. «Io - afferma il criminologo - cercherei in quell'ambiente per scoprire se tra i frequentatori di quel poligono c'è qualche soggetto «a rischio», con un profilo psichiatrico instabile».
O pensi a qualcuno della sfera amicale che conosceva dei militari?
Ok, mi rispondo da sola..
RispondiEliminaNel primo caso, un tentativo di risposta è stato dato, almeno a livello di cronaca locale (Il Messaggero del 12.01.2012 pag. 43 Ascoli Provincia – E.Man)
….i magistrati inquirenti teramani hanno voluto ascoltare anche il Procuratore militare di Roma, Marco De Polis. Si sarebbe giunti alla comune determinazione che non c’è nessuna logica che lega l’omicidio di Melania Rea con l’apparato militare.
L’unica nota “stonata”, per dirla con le parole della Procura di Roma, in questo omicidio, sarebbe la svastica fatta sulla coscia di Melania per inquinare le indagini.
Procura militare e civile sono arrivate alla conclusione che il tentativo di sviare le indagini e coinvolgere altra persona sarebbe indirizzato più a un giovane del posto, militante dell’estrema destra, molto conosciuto nell’ambiente militare che frequenta il poligono di Ripe di Civitella perché lavora lì sul posto, che non il voler coinvolgere apparati para-militari o dell’Esercito.
Per qualcuno di conoscenza, anche per interposta persona, non saprei che dire, perché mi sembra che la vita privata di Melania o di chi quel giorno si trovava a CSM o a Ripe (anche con il riscontro dei tabulati telefonici) siano state poco approfondite.
A scanso di equivoci, comunque, il mio discorso delle “voci” voleva essere solo un riferimento ad una personalità disturbata, mentre continuo ad interrogarmi sulla domanda di Mimosa perché le rigature sono state fatte proprio così?. A mio parere, il fatto che (ancora) non sappiamo spiegarcelo, non significa che l’intagliatore non avesse un disegno in testa.
Buonanotte, Pamba
A dir la verità Pamba io non ho mai sentito il parere di Bruno su questo omicidio.La mia ipotesi è che Parolisi tra i molteplici flirt con le soldatesse si sia creata qualche inimnicizia con qualche elemento vendicativo. Ricordi quando Salvatore, con il timore venissero alla luce eventuali sue tracce organiche, disse, nel corso di uno dei primi interrogatori, di aver avuto un rapporto sessuale con la moglie a ridosso del chiosco di Ripe, a pochi metri dal luogo dove era stato trovato il corpo di Melania?
RispondiEliminaBè io sono convinta che lui il rapporto l'ha avuto ma non con Melania, probabilmente con un'allieva forse durante un'esercitazione. Non so, dopo questo episodio cosa sia accaduto tra i due, ma la donna sicuramente offesa perchè in seguito scartata e snobbata, con almeno una collega complice forse perchè pure lei ferita dall'uomo, ha voluto per dirlo in gergo "fargliela pagare" e magari non potendo agire direttamente con Parolisi ha pensato di vendicarsi su sua moglie. Per far ciò ha contattato Melania, non so in che modo se con una telefonata, un sms, tramite altra persona ma è riuscita ad attirarla in un tranello, forse con la promessa di svelarle qualcosa sul comportamento fedigrafo del marito. Melania che si è dimostrata da sempre molto gelosa e votata a combattere per tenere in piedi il suo matrimonio, ha accettato l'invito. Ha chiesto ed ottenuto da Salvatore di recarsi insieme alla bimba il pomeriggio del 18 a Colle S.M. e, allontanatasi dal marito con la scusa che tutti conosciamo si è recata sul luogo dell'appuntamento presumibilmente nella zona del monumento ai caduti. A questo punto Melania incontra la/le sue interlocutrici e subito si rende conto delle intenzioni non proprio amichevoli delle donne con le quali aveva accettato l'incontro e tenta la fuga verso S. Giacomo come da testimonianza dei due ciclisti e del signore anziano che la hanno avvistata mentre correva inseguita da due donne. Acciuffata, probabilmente tramortita da una botta sulla testa è stata condotta a Ripe sul luogo dove una delle due donne aveva fatto l'amore con il marito.Sicuramente è stata ancora colpita, schernita e probabilmente in questa fase le sono stai calati pantaloni, collant e slip da una delle donne mentre l'altra la bloccava trattenendola e minacciandola con il coltello (vedi il tentativo di sgozzamento)forse M. ha tentato di ribellarsi colpendo con i piedi chi cercava di spogliarla, magari questo ha provocato la reazione incontrollata dell'assalitrice che ha contuinuato a colpire con il coltello poi l'azione deve essere degenerata,forse Melania ha minacciato le donne, comunque è stata ancora colpita con rabbia sino a quando si è accasciata al suolo agonizzante. Solo a quel punto le assassine si sono rese conto dell'enormità del fatto ormai senza rimedio, Melania stava morendo e devono aver richiesto l'intervento di qualcuno che ha compiuto l'ultimo atto ponendo in essere il depistaggio sia sulla scena che sul corpo ormai senza vita di M.
Marilia
Marilia, mi fa piacere che la tua "convinzione", recente perché tu risulti nuova rispetto a noi, rispecchia quello che da un anno stavamo dicendo.
RispondiEliminaMimosa
Nell’articolo ho scritto che secondo alcuni criminologi questo gesto esprime odio, disprezzo e insensibilità per la vittima.
RispondiEliminaDevo aggiungere che una vecchia commentatrice (se ci sei batti un colpo!!! Quickly, we need you!) ha detto che poteva anche esprimere un concetto di “appartenenza/possesso”, concetto che io interpreto come a dire prevaricazione spasmodica su una “proprietà” da non poter/voler condividere con nessuno, annientamento della femminilità che si è desiderata ma non si è veramente posseduta, ossia “ora sei in mia balia e faccio di te ciò che voglio”.
Fosse così, ci sarebbero altri precisi ambienti in cui cercare.
Sia che Parolisi venga assolto sia che venga condannato, confido che qualcuno cerchi finalmente in una direzione più terra a terra (o sottoterra o nel “sottobosco”) e intorno a quella che fino al 18 aprile 2011 era una coppia agli occhi di tutti molto affiatata, persino bocca rifatta l’ha sancito. E magari non si cerchi solo a Folignano …
In sintonia al pensiero del criminologo Francesco Bruno citato da Pamba (che NON è il perito Gianluca Bruno, Marilia!!), il quale non ha mai pensato fosse colpevole il marito, e fin dagli inizi insisteva su personaggi femminili in tuta mimetica.
A domani
Mimosa
@Marilia
RispondiEliminala tua ricostruzione è affascinante.
Così come è posta, sembrerebbe che quelle persone volessero solo dare una lezione a Melania, farle paura.
La non volontà di ucciderla è anche in quelle coltellate, numerose per rabbia ma blande, poco profonde e non in punti vitali.
Mi sono rimaste impresse le parole di Enrico risalenti ad un anno fa, dicevano più o meno così: Melania non è stata UCCISA, è stata ferita.
certo, in conseguenza ne è morta, ma dopo diverse decine di minuti, secondo il Tagliabracci.
chi ha accoltellato Melania non l'ha ammazzata. L'ha lasciata, sempre che se ne sia andata/o, ferita e sanguinante, non morta.
Sembrerebbe che l'intento non fosse ammazzarla.
L'accoltellarla è stato un gesto di rabbia, ma non si è cercata la morte della donna, chi ha colpito non si è posto il problema, ha colpito e basta.
Potremmo anche pensare ad un assassina/o che abbia inteso assistere alla morte per dissanguamento, la cosa di certo non sarebbe in contrasto con le considerazioni di personalità malata relative all'intagliatore.
Tuttavia, se Parolisi avesse inteso liberarsi della moglie, l'avrebbe proprio uccisa, e non accoltellata a casaccio in punti non vitali e moderando la forza.
E, beninteso, non avrebbe avuto il tempo nè di intagliarla nè tantomeno di assistere con tutta calma alla dipartita di lei.
Tuttavia io credo ad un'accoltellatore estraneo che colpisca per rabbia e se ne vada senza preoccuparsi se la donna sia morta o no.
e non può essere il marito.
Mimosa, non so cosa intendi per "convinzione recente" e cosa significhi per te "nuova" ma io parlo di queste supposizioni che ho espresso nel commento precedente da diversi mesi. Se le tue parole vogliono significare che ho copiato da voi le mie convinzioni e che non dialogo in questo blog con cadenza giornaliera e continua come puoi permetterti tu ed altri pari a te posso indubbiamente darti ragione. Sul fatto che sia una nuova frequentatrice ti sbagli. Se vai a ritroso nei vecchi articoli di Massimo e ai relativi commenti leggerai sicuramente qualche mia nota. Purtroppo nonostante nel tempo libero leggo volentieri e con grande interesse gli articoli di Massimo partecipando quando mi è possibile ai vostri dibattiti a causa dei molteplici impegni di lavoro e famiglia non posso dedicare a questa attività tutto il tempo che vorrei perchè se così fosse stato probabilmente non ti sarei passata inosservata come di fatto è stato.
RispondiEliminaBuonanotte
Marilia
Marilia,
RispondiEliminaho detto che tu risulti nuova rispetto a noi, per il fatto che molti di noi sono qui fin dall'aprile del 2011, altri da giugno o agosto o dicembre 2011, io non mi ricordo di te a quei tempi e neanche da gennaio di quest'anno,
comunque volevo solo rimarcare il fatto che la tua ricostruzione era già stata sviscerata da noi, quando eravamo costituiti in "Squadra", ossia fino alcuni mesi fa e che ci fa piacere tu l'abbia ripresa (non "copiata"), significa che stava in piedi.
E' stato utile che tu abbia fatto una sintesi, ma per noi non è cosa nuova. E abbiamo cessato di trattarla.
Tutto qui.
Buonanotte
Mimosa
Si Tabula, come dici tu sicuramente non la si voleva ammazzare e questo lo dimostra non tanto la poca forza dei fendenti (che potrebbero svelare la mano femminile), ma soprattutto il tipo di arma utilizzata che può essere utile per minacciare ma non è certamente consona ad uccidere.
RispondiEliminaMarilia
Si Mimosa, ho capito, mi è chiaro ormai da tempo che qualunque mio pensiero esprima è stato sempre e comunque supertrattato da voi della squadra in precedenza. Mi spiace molto annoiarti dicendo delle cose che per te sono trite e ritrite, non so cosa suggerirti se non di evitare di leggermi
RispondiEliminaNotte
Marilia
E vabbeh, faccio la parte della rompina, una volta ogni tanto:
RispondiEliminaMarilia, mi pare che su altri tuoi interventi io abbia espresso il mio personale apprezzamento, ma
le nuove idee stimolano, le vecchie annoiano …
farò come suggerisci, grazie.
Tuttavia, non è meglio stare al tema e non tornare sulle cose trite e ritrite e non solo per me?
Mimosa
Che sei una rompina è una tua affermazione, se l'hai fatta ti sarai basata su qualcosa. Ad ogni modo ti faccio notare, dato che non hai colto, che le mie idee per te trite e ritrite sono state per Tabula motivo di discussione.
RispondiEliminaNon voglio far polemica ma sappi che mi dispiace come ti comporti, ma vabbè ogniuno ha il suo carattere, bisogna chiudere un occhio e cercare di avere un pò di tolleranza verso gli altri
Ribbuonanotte
Marilia
Non litigate, ragazze. Oggi è una giornata importante.
RispondiEliminaLa ricostruzione di Marilia è stata per me motivo di riflessione, non di stupore o novità perchè ricalca quasi esattamente una delle versioni scritte da Mimosa in un post, mi pare di almeno un annetto fa.
Non l'ho intesa come un riproporre qualcosa di vecchio ma come un ready-made, ovvero un ricliclo, ecologico e bio, ponendo un nuovo significato alla cosa.
Significato che forse non intendeva lei ma che ha suscitato in me, che vorrei appunto aggiungere un'altra considerazione in merito.
mi auto-citerò per c riprendere il discorso:
Tuttavia io credo ad un'accoltellatore estraneo che colpisca per rabbia e se ne vada senza preoccuparsi se la donna sia morta o no.
e non può essere il marito.
Ragionando al contrario, mettiamo che sia stato Parolisi, a colpire confusamente la moglie e a ripulirsi alla meglio correndo subito a San Marco per procurarsi un alibi, senza la sicurezza che la moglie fosse morta.
stando in linea con quanto inteso dalla dinamica dell'accusa che vuole il cellulare di Melania sempre nei pressi del cadavere:
Dopo avere accoltellato confusamente la moglie, essersi pulito calzato vestito e dopo una corsa trafelata da Ripe, Parolisi alle 15,26 chiama Melania.
Bene: e se lei si fosse ripresa? e se con le forze residue avesse risposto? se fosse stata di una fibra più forte di quanto previsto? se Parolisi avesse fatto male i conti?
Avrebbe risposto, appellandolo "mostro".
E se avesse risposto qualcun altro? Un soccorritore giunto sul posto? L'infermiere di un'autoambulanza? Un cercatore di funghi con laurea in medicina che abbia saputo tamponare le ferite e salvare la ragazza?
Melania avrebbe potuto salvarsi?
Io non lo so, ma Parolisi avrebbe potuto sapere con certezza che dopo lo svenimento sarebbe giunta la morte?
Se Melania fosse stata soccorsa? Se quegli squilli avessero attirato un soccorritore anche incapace al quale sussurrare il nome del suo assassino?
Sarebbe stato tranquillo, Salvatore a Colle? Al sicuro, sapendo la moglie morente ma non morta?
Questo è il motivo per il quale vi dico: SE Salvatore Parolisi avesse accoltellato la moglie, e SE dopo il gesto inconsulto avesse avuto la prontezza di far sparire ogni traccia e procurarsi un alibi, non l'avrebbe lasciata là gravemente ferita, ma avrebbe portato a termine il suo lavoro uccidendola.
Brava Mimosa, ottimo lavoro, molto interessante la lettura.
RispondiEliminaVorrei chiederti una cosa visto che hai attentamente analizzato le foto della perizia: secondo te, perchè quegli aghi di pino sono infilati dentro il collant di Melania sulla gamba destra? Mi daresti un tuo parere? Io, in base alla riscotruzione dei fatti, non riesco a trovare una spiegazione.
Grazie, Rita
p.s.
1- un saluto a tutta la "vecchia" squadra.
2- concordo con la riscostruzione di Marilia, che fu proprio una delle mie prime tesi
M. potrebbe essere caduta sporcandosi di aghi di pino.
RispondiEliminacercando di tirarsi su pantaloni e collant gli aghi di pino possono essere rimasti dentro la calza.
c'è una grossa smagliatura sui collant che potrebbe essere stata prodotta dal cercare di rivestirsi nel momento di panico.
http://www.ilmediano.it/apz/vs_art.aspx?id=3125
RispondiEliminanon mi sembra una grande idea pubblicare il nome della via in cui abitano i parenti della vittima.
X MARILIA E RITA
RispondiEliminaMarilia cara, la tua excursus sull'intera ipotetica dinamica del delitto, è evidente che tu l'abbia fatta per analizzarla con delle varianti, proprio in relazione a quanto segnalato dall'articolo di Mimosa. Quindi non ritengo la tua precisa elencazione delle varie fasi dell'accadimento un "ripasso" sterile.
Contemporaneamente, Mimosa, suggeriva che, alla luce di quanto esposto nel suo articolo, e tenendo in considerazione il parere del crimonologo F. Bruno, si poteva indirizzare la ricerca investigativa in altre direzioni.
Cosa che anche tu, mi è parso, volevi significare con il tuo post.
Penso che l'ora tarda e la stanchezza, abbia giocato inpunemente il suo ruolo, non può essere stato che così.
@ RITA
La ricostruzione di Marilia, così come ha affermato Mimosa e tu stessa, fu il lavoro di tutta la vecchia "squadra", della quale eri parte integrante.
Io stesso, con alcune varianti personali, ne ho tratto l'articolo che Massimo a pubblicato su questo blog, alcune settimane fa.
Come puoi vedere, nè il "riporto" a galla di Marilia si può ritenere vano, nè la precisazione di Mimosa voleva essere pungente, ma solo in linea con il percorso delle nostre comuni ricerche.
Ricordo con piacere, per esempio, l'ottima stesura delle tue impressioni, ricavate dal tuo sopralluogo sul posto del delitto: infinitamente realistica, oltre che toccante.
Saluti cordiali, Pino
p.s. Notizie importanti dovremmo averle proprio oggi.
@Anonimo 8.30
RispondiEliminaO forse anche chi ha preparato il corpo di Melania per fari i tagli post-mortem
A meno che non esistano Atti secretati per cui Ragion di Stato vuole che il processo si concluda con un ergastolo in capo al Parolisi, , non so con quale coraggio un Giudice, con in mano una serie indizi deboli se non inesistenti , possa assumersi la responsabilità giuridica, morale e civile di condannare a vita un padre …ed una figlia.
RispondiEliminaRiguardo la mia supposizione mi fa piacere sapere che già qualcuno l'aveva espressa in precedenza e, dato che non sento di essere stata influenzata, questo non fa altro che rafforzarer e endere ancora più radicata la mia convinzione.
RispondiEliminaOggi si saprà, con la definizione sulla sorte di Parolisi, se la Tommolini è veramente il giudice super partes come qualcuno l'ha definita all'inizio del processo. Spero che la sentenza sia di assoluzione piena ma da un lato ho una sensazione non troppo ottimista.
Infatti la Tommolini è il giudice che aveva a suo tempo respinto la richiesta della difesa di P. per la concessione degli arresti domiciliari, quindi già da allora conosceva il caso e aveva già una sua opinione in merito. Se nel frattempo, l'esito delle perizie da lei stessa disposte, e le integrazioni degli stessi periti in corso d'udienza, non saranno stati sufficienti a metterle un minimo dubbio, non mi aspetto nulla di positivo perchè è su questo che vertirà la sua decisione. Mi aspettav, prima di dare avvio alle arringhe finali, disponesse ulteriori approfondimenti sulle analisi dei reperti,che si suppone, sulla base delle affermazione dei suoi stessi tecnici, scagionino Parolisi, per la presenza di DNA estraneo a P.; sentisse la testimonianza almeno di Ranelli.
Mah, incrociamo le dita e aspettiamo, cercando di avere fiducia, gli eventi di oggi.
Marilia
Buongiorno a tutti
RispondiEliminaSe la mia frase delle 0:42 non aveva niente di offensivo, dando spiegazioni all’esternazione “piccata” di Marilia mi sono fatta prendere la mano e sono uscite parole “piccate” anche da parte mia per pareggiare, ma ho spalle forti per subire critiche, del resto ho sempre detto pane al pane senza mezzi termini e “rompina” so benissimo di esserlo sempre.
Ciao Rita,
mi chiedi che ne penso degli aghi infilati dentro il collant. Io sinceramente non li ho visti nelle foto e non ricordo di aver letto della loro presenza. Ad ogni modo se tu dici che ci sono, la spiegazione potrebbe essere che alcuni si sono infilati quando il corpo è stato mosso dalla Canestrari per osservare la schiena.
Io ho visto aghi e terriccio appiccicato ad un grumo di sangue sulla gamba destra, e ho letto che c’era una manciata sull’addome.
Mi era venuto da pensare, tenetevi forti, ad un gesto del tipo di quelli che si fa quando ad un funerale una bara viene calata nella fossa: gli astanti vi gettano un pugno di terra.
Ti ricordi quando tutti eravamo stupiti che sul corpo non ci fossero aghi di pino caduti dagli alberi, nonostante i due giorni di esposizione? Ebbene, non ricondurrei a questi (misteriosamente assenti) gli altri trovati misti alla terra, che mi sembrano intenzionali.
Mimosa
Mimosa
RispondiEliminacomplimenti per la ricerca accurata e ben scritta.Concordo con te sul fatto che gli sfregi non sono irrilevanti, non di quella portata e dovevano essere studiati meglio. Un depistaggio io lo intendo un lavoro volto a portare su altre strade, come potevano essere la sola siringa e laccio emostatico, ma aggiungendo quei tagli cosi accurati non si può liquidarli come sfregi senza senso, anche perché come hai detto ci vuole del tempo per eseguire il tutto, e se una persona pur di eseguire quel lavoro schifoso sceglie di rischiare di lasciare tracce di sé, allora di nuovo, la questione andava studiata meglio anche sotto un profilo psicologico.
Immagino che qualcuno doveva fare da palo per concedere a chi ha eseguito i tagli la sicurezza di operare in tranquillità.
Penso ad un'ambiente militare solo perché non riesco ad immaginare qualcuno che riesce a fare tutti quei segni su un cadavere insanguinato e ad occhi aperti. Per me non è una persona qualsiasi ma qualcuno abituato a scene di morte, e forse nemmeno una semplice recluta (o forse si, qualcuno sotto effetto di droghe, ma senza lucidità mentale forse avrebbe lasciato più tracce).
Comunque se si ipotizzano amanti extra di Parolisi nell’ambiente militare credo che lo stesso le avrebbe sapute indicare come persone su cui indagare, no? Non riesco a pensare ad un amante ed allo stesso tempo al fatto che Parolisi non sospetti di nulla.
Per me il fatto che M viene lasciata agonizzante può scagionare il marito che non avrebbe inscenato la scomparsa senza la certezza che fosse morta,ma non altre persone che forse non hanno finito il lavoro solo perchè spaventati da rumori o altro.
Mimosa, credi che la siringa nuova ed il laccio emostatico vecchio abbiano un qualche legame? Il laccio vecchio magari era già sul luogo e forse tra le persone che stavano li qualcuno aveva il classico astuccio per l’insulina e da li è partita l’idea di unire i due oggetti sulla stessa scena?
Kiba(che deve imparare ad essere più sintetica!)
Mimosa:
RispondiEliminapare che le incisioni sino avvenute poco prima del ritrovamento, sembra indicarlo la mancanza di larve sulle stesse.
Il cadavere è stato girato dalla posizione iniziale, che era sul fianco destro.
Mi viene da osservare che tra l'accoltellamento e il momento tardivo dell'incisione, la maggior parte degli aghi di pino sarebbero caduti sul lato sinistro della povera ragazza.
Girando il corpo in posizione supina per inciderlo, lo stagiatore avrebbe fatto cadere a terra la maggior parte di questi aghi di pino, e forse può avere liberato da altri aghi di pino le superfici che si accingeva ad incidere.
Usando uno straccio, potrebbe avere levato un pò di aghi di pino anche dalle altre parti del corpo.
Considerando il fatto che molti già sarebbero caduti durante la rotazione del cadavere, il motivo per il quale su quel cadavere non ce ne fossero molti può essere questo.
Ps: non sapevo che ci fosse una manciata di aghi di pino posto sull'addome, la spiegazione di Mimosa mi sembra la più realistica: è un mucchietto messo lì dopo le incisioni sul ventre, non sarebbe stato possibile inciderci sopra.
Quindi sì, sembrerebbe corrispondere ad un saluto, ad una simbolica sepoltura, o ad un completamento del disegno inciso.
@ Kiba (che va bene così come sei)
RispondiEliminaalla domanda che mi fai non so risponderti, potrebbe anche essere andata come dici.
Mimosa
@Kiba
RispondiEliminase stata abbastanza sintetica da avere riassunto il breve la presenza di un oggetto nuovo ed un oggetto vecchio.
c'era anche un oggetto blu?
Tabula
RispondiEliminaanche la tua spiegazione è plausibile, però non c'erano aghi di pino sul viso e sul sangue rappreso nelle ferite allo zigomo e al collo, come la mettiamo?
non lo so.
RispondiEliminariguardo al viso, gli aghi di pino potrebbero essere scivolati via nello spostamento o essere stati spolverati dall'incisore.
Riguardo ai grumi di sangue rappreso senza aghi, non conoscendo i tempi di coagulazione del sangue non posso azzardare una risposta.
Annika potrebbe illuminarci.
Non so nemmeno in che quantità i pini soprastanti perdano aghi rispetto ai tempi di coagulazione del sangue.
Ma se vuoi suggerire che Melania possa essere stata coperta da un telone per due giorni, non avrei nulla da obiettare.
chi fosse passato senza prestare troppa attenzione non avrebbe potuto vedere il corpo, se coperto da un innocente telone buttato a terra come per caso.
Anche perchè, quegli occhi rimasti aperti.. sarebbero stati presi di mira come prima cosa dalla fauna locale.
Dico questa cosa perchè passando da un'area picnic nel bosco a me non verrebbe mai in mente di sollevare un eventuale telone buttato a terra per guardarci sotto, specie se sesse l'dea di essere sporco: penserei ad una pessima manutenzione dell'area intorno al chiosco.
Non è raro trovare anche in bellissime ambientazioni naturali oggetti abbandonati di tutte le specie che le trasformino in una specie di discarica fuori luogo.
teloni di plastica, enormi cartoni, sacchetti di immondizia.. chi ci frugherebbe sotto?
Ore 12.25
RispondiEliminaE' finita l'arringa di Nicodemo Gentile e dall'aula sono usciti i difensori e la famiglia Rea molto provata. Una piccola pausa e dopo parlerà l'altro difensore, Walter Biscotti. "Il mio intervento sarà circa di un'ora - anuncia il legale di Partolisi -: per il momento non ho altre dichiarazioni da fare. Aspettiamo la fine del processo".
fonte :
http://www.ilrestodelcarlino.it/ascoli/cronaca/2012/10/26/792769-omicidio-melania-rea-parolisi-giorno-sentenza.shtml
Ma nell'ora della verità, qualunque essa sia, era proprio il caso di sollevare casi sulle svastiche inferte post mortem al corpo di Melania? Ma ci siete o ci fate? Sinceramente non capisco proprio.....
RispondiEliminaScusa anonimo
RispondiEliminadove sono le svastiche sul corpo?
Scusa Mimosa, svastiche a me mi sembrano, comunque tutto può essere...Però era proprio il caso di sollevare questo caso a ridosso della sentenza? Sinceramente non capisco la finalità......
RispondiEliminaMimosa, guarda bene. Non sono "caduti" sopra, sono proprio infiliti per metà nel collant. Fammi sapere che ne pensi. r.
RispondiEliminascusa anonimo.
RispondiEliminaNon capisci la finalità dell'averne parlato, o non capisci la finalità di chi le ha incise?
Non è un depistaggio comune, non è come piazzare intorno al corpo due tre oggetti per suggerire altre piste, è proprio una cosa schifosa da pensare, figurati da fare, ne convieni?
Ma, sinceramente non capisco la vostra mentalità. Lo so bene che siete pro innocenza per Salvatore Parolisi, però non capisco il vostro modo di operare: Aprire un post sulle incisioni inferte alla povera Melania a poche ore dalla sentenza, mi sembra sinceramente un autogol e soprattutto di cattivo gusto! La vostra é una disperata difesa del presunto omicida!! Be e allora se parteggiate per Salvatore, senza se senza ma, basta dirlo e non inventarsi assurdi e inesistenti complotti...
RispondiEliminaGrazie Mimosa. Come hai detto tu i simboli sono di difficile interpretazione perché il loro significato può cambiare a seconda del contesto in cui vengono impiegati, motivo per cui personalmente non saprei ricavarne un ragno dal buco.
RispondiEliminaMi ha fatto riflettere il fatto della siringa e del laccio perché penso che sia difficile trovare a terra una siringa nuova con tanto di cappuccio, più facile semmai è trovare un laccio emostatico vecchio che da quello che so non viene mai usato nei casi di iniezione di insulina in quanto le iniezioni sono sotto pelle e non c’è necessità di cercare la vena. Quindi forse il laccio è stato trovato sul luogo, mentre la siringa nuova è stata portata da fuori.
Kiba
http://lastampa.it/2012/10/26/italia/cronache/melania-per-parolisi-l-ora-della-verita-WWUQekuwodgsqtkOShF24N/pagina.html
RispondiEliminaecco su cosa batte la difesa
@ Anonimo delle 14:33
RispondiEliminactz " allora se parteggiate per Salvatore, senza se senza ma ecc..ecc.."
Francamente mi sembra che qui in questo blog si siano sviscerati TUTTI i SE e tutti i MA possibili e immaginabili. E che siano stati letti attentamente tutti gli ATTI relativi al processo.
Cosa che invece non ho mai colto nei ragionamenti dei colpevolisti i quali non si sono posti nè i Se nè i MA e si sono "accontententati" dei tradimenti e delle bugie di Salv. per dimostrarne la colpevolezza e mettergli il cappio al collo come nella migliore tradizione del Far WEST
1) Insussistenza del reato di vilipendio del cadavere
RispondiElimina2) prove scientifiche favorevoli
3)ora della morte non certa,
4)testimoni a scoppio ritardato dopo aver letto sui giornali i fatti
5)alcune bugie dette da Parolisi «ma come uomo e marito, e non certo come assassino della moglie»
ha detto Nicodemo Gentile.
Rita,
RispondiEliminaho rivisto la foto che mi indicavi
Prima di tutto voglio dire a Tabula che il pistoncino di siringa (ora l’ho rivisto meglio) sta nella spazio sul terreno che si è venuto a creare tra le ginocchia leggermente divaricate, perché le cosce nella parte superiore sono aderenti l’una all’altra.
Quell’aghetto di pino che affiora dalle collant “scese”, sulla gamba sinistra, secondo me è compatibile con il fatto che Melania è stata per un certo tempo in ginocchio (bada bene, ho detto “per un certo tempo”), giacché entrambe le rotule sono ammaccate e leggermente imbrattate di terriccio. L’ago di pino può essersi impigliato.
A questo proposito, dal momento che mi sono messa ad osservare altri particolari, ho potuto notare che effettivamente degli aghetti di pino erano sparsi un po’ dappertutto sul corpo (come fossero caduti) e quindi dobbiamo smentire coloro che hanno fatto passare la notizia che sul corpo non c’era niente!
Addirittura sul giubbino aperto, lato destro, vi è depositata qualche foglia secca che mi pare vagamente di quercia. Questa da dove può essere arrivata?
Inoltre è scritto chiaramente che “entrambi i dorsi delle mani” erano cosparsi di terriccio (e non una mano sola, altra notizia erronea).
Di ciò non so dare spiegazione, se non ipotizzando che quando il terreno intorno è stato “spazzato”, un po’ di roba siano finito sopra, forse anche intenzionalmente.
Tutte ipotesi che solo lo stagista potrà risolvere.
Ciao, Mimosa
RispondiEliminaUdienza terminata da poco.
Il giudice si è ritirato per decidere
fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/10/25/Attesa-sentenza-parolisi-giorno-piu-lungo-_7693061.html
K@
Il giudice Tommolini si è già ritirato in Camera di Consiglio, mezz'ora fa.
RispondiEliminaSi, e ha dichiarato che non vi sarà decisione prima delle 19:30
RispondiEliminaK@
Naturalmente, la difesa di S.P. ha chiesto
RispondiElimina"Assoluzione per non aver commesso il fatto"
K@
Non sono ottimista,secondo me verrà condannato
RispondiEliminaCi sono comune 3 GRADI di giudizio.
RispondiEliminaE le prove NON ci sono, a voler ben vedere.
K@
Sopra,nel mio precedente messaggio delle ore 17:14, leggere 'comunque' (e non 'comune').
RispondiEliminaE c'è ANCHE una responsabilità ENORME per la piccolina (privarla di un padre senza prove certe
di colpevolezza dello stesso ?)
Noi non abbiamo responsabilità di decisione, ma abbiamo capacità di ragionamento.
K@
Lo so Ka...si sa che in primo grado finiscono così!
RispondiEliminaAttendiamo, Simona,
RispondiEliminaattendiamo.
Le pressioni sono *indubbiamente* tante.
E ciò che risulterà importante sono anche le motivazioni che verranno addotte, per capire come si è scelto di ragionare nelle
(complesse) situazioni specifiche.
Saranno anche un chiaro "biglietto da visita", naturalmente ...
K@
Infatti sarei curiosa come la Tommolini ,in caso di condanna,spiegherà il vilipedio di cadavere.
RispondiEliminaInfatti sarei curiosa come la Tommolini ,in caso di condanna,spiegherà il vilipedio di cadavere.
RispondiEliminaMa ancora con la storia del vilipendio di cadavere, ma lo volete capire che è davvero marginale al delitto? O è stato l'assassino o chi per lui e l'ha fatto certamente per depistare, oppure è stato un psicopatico che non c'entra un cavolo col delitto!!!
RispondiEliminauno psicopatico fortunato allora, che passeggiava allegramente per i boschi.
RispondiEliminadel resto in quei boschi ogni tanto un cadavere si trova.
M sfortunata anche da morta se il primo che si e' imbattuto nel suo cadavere era uno psicopatico
RispondiEliminainvece di un normale cittadino che dava ragionr di se' e testimoniava sula posizione del cell. ecc lazy
Il vero fortunato è chi ha ucciso Melania, ha vinto un terno al lotto: non è stato visto dalla vedetta, non ha lasciato impronte sul luogo del delitto e il cane molecolare ha fiutato tracce di Melania al Pianoro di Colle San Marco!
RispondiEliminaScusami ma Salvatore Parolisi è accusato di vilipedio di cadavere quindi è anche questa l'aggravante....e quando lo avrebbe fatto secondo te ???
RispondiEliminax Simona
RispondiEliminaSe è stato lui, l'ha fatto martedì 19 aprile, ore 10-12, c'è un buco di 2 ore in cui nessuno ha visto Salvatore Parolisi, né gli ex-familiari Rea e né i commilitoni della Caserma!
Nel buco lui era a Folignano e stava parlando con Ludovica al telefono....e infatti la cella aggancia il suo appartamento.
RispondiEliminaHa parlato con Ludovica per 2 ore? Eppoi non si è sempre detto che Pianoro di CSM, Bosco di Ripe e Folignano agganciano spesso le stesse celle?
RispondiEliminaanonimo: la cella evidentemente per una volta non ha fatto capricci.
RispondiEliminase la cosa è stata esclusa dagli investigatori, vuol dire che proprio non potevano fare a meno di escluderla.
No ma che due ore....agli atti risulta che ha parlato con Ludovica e poi si è recato in caserma alle 12..però prima se non sbaglio stava con i familiari della moglie a colle
RispondiEliminaEcco la cronaca:
RispondiEliminaIl 19 aprile in mattinata alla Caserma Clementi si svolgeva il giuramento dello scaglione reclute.
Il 19 aprile verso le ore 9 Salvatore con i parenti maschi Rea si reca al pianoro di CSM, dove erano in corso le ricerche.
Alle ore 11 SP si allontana dicendo di volersi recare in caserma per organizzare una squadra di ricerche, vuole andare da solo e fa scendere il nipote che si era già seduto (il figlio di Salvatore Rea);
20 minuti per scendere dal Colle, arrivare a Folignano e altri 10 minuti per raggiungere Ascoli.
Vuole andare da solo perché doveva telefonare all’amante, e infatti alle 11.27 la cella telefonica di Folignano lo aggancia, perché è al telefono con Ludovica (telefonata per farle cancellare il profilo Facebook).
Resta al telefono dalle 11.21 fino alle 11.45. La telefonata dura 25 minuti.
Aggiungiamo altri dieci minuti per arrivare alla caserma, farsi riconoscere all’ingresso, parcheggiare e incontrare il commilitone (verso ore 12-12.30, costui ha testimoniato).
E' tutto attestato agli atti!
Basta fare i conti della serva e vedere quanto spazio resta per fare altri 18 km fino a Ripe e tagliuzzare il cadvere, ritornare giù per altri 18 km e arrivare in caserma per le 12-12.30).
Spero che la Tommolini emetta la sentenza avendo anche il cronometro in mano.
Verrà condannato,me lo sento
RispondiEliminami sa che stasera guarderò QG, una volta tanto, zonzoli permettendo. a che ora è, e su che canale?
RispondiEliminaA che ora più o meno è stata promessa la sentenza? 19,30 o 20,00?
è prassi italiana condannare in primo grado. Chissà se il giudice scardinerà il luogo comune.
RispondiEliminaIo mi aspetto grandi cose.
Ergastolo per parolisi
RispondiEliminaGli hanno dato ergastolo...
RispondiEliminaMentana : indiscrezioni parlano di condanna per parolisi
RispondiEliminaCosa vuol dire che in primo grado si condanna e che è "la prassi italiana " : ma dove lo studiate il diritto ?
Se ci si riferisce a perugia ( Knox e sollecito )o processo a Busco si trattava di errori di perizie .( gen garofano in testa )
La Tommolini è stata indicata da tutti come un giudice molto scrupoloso ...volete cruciffiggere anche lei ?
Scusami anonimo,sul web stanno dicendo che è stato condannato non indiscrezioni
RispondiEliminaanonimo, sai che ti dico?
RispondiEliminama stai zitto.
vai a festeggiare.
http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=170773
RispondiEliminaScusatemi,ma sono senza parole....come si può dare l'ergastolo sulla base di indizi??vabbè io già me lo sentivo
RispondiEliminafinalmente qualcuno(La tommolini?) ci dira' come e quando fece lo staging...
RispondiEliminalazy
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RispondiEliminama che cavolo di sentenza è? prove nessuna, solo sospetti. Almeno gli sciacalli che fanno i loro programmi il pomeriggio ( rai1 canale5) ci sguazzano, ma tant'è......
RispondiEliminaLUKA1
Beh, da oggi la piccola Vittoria avrá un nuovo papá... Michele R.
RispondiEliminaTanto speravano solo quello.
G.
che schifo.. c'è da avere paura di una giustizia simile!
RispondiEliminaGabry
E' una vergogna.
RispondiEliminaPat
Appunto proprio perchè la Tommolini si è dimostrata scrupolosa chiedendo delle perizie a consulenti nominati da lei stessa, perchè poi non ha tenuto conto dei risultati delle stesse? attendo la motivazione con trepidazione, sono curiosa di conoscere come Salvatore abbia ucciso Melania finanche allo staging.
RispondiEliminaBeata la giudice che non ha ragionevoli dubbi.
Indignata
Mi associo...c'e' da aver paura di una giustizia cosi'...se giustizia si puo' chiamare.
RispondiEliminaOnestamente, mi fa davvero paura l'idea che si possa subire un ergastolo, al termine di un processo in cui non sonoo state prodotte le prove necessarie per infliggere una pena simile. Sono sconvolta, amareggiata e profondamente delusa.
RispondiEliminaNuri
Scandaloso!
RispondiEliminaCondannare un uomo all'ergastolo senza neanche una prova!!!
I superperiti chiaramente propendevano, dati alla mano, per l'innocenza di Parolisi. Perché mai il la Tommolini , dopo averli nominati, non ne ha tenuto conto?
E' stata vinta dalla pressione dell'opinione pubblica? Non trovo altra spiegazione. Perché si è presa 4 ore per decidere se, evidentemente, l'aveva già fatto da tempo?
Se tutti sono così convinti della colpevolezza di Parolisi ci spiegassero, una volta per tutte, quale avrebbe dovuto essere la dinamica dell' omicidio e del vilipendio (comprensiva di TUTTI i tempi!!!!).
Infine, decidere per l'ergastolo nonostante il rito abbreviato, mi sembra un vero insulto alla giustizia.
Sono infatti dispiaciuta soprattutto per la giustizia italiana, più che per Parolisi.
Grande tristezza!
Tommolini ha tenuto conto delle superperizie che NON hanno detto nulla.
RispondiEliminaA tutti conviene la colpevolezza di parolisi per continuare a fare audience e parlare parlare parlare.
Questo è il vero schifo.
La tommolini avrà verificato i tempi omicidiari e dell'eventuale staging.
e vediamo le motivazioni.
Questi giudici sono di pietra, come fanno a dormire la notte? non gli rimordono mai la coscienza, se ce l'hanno una coscienza?
RispondiElimina
RispondiEliminaE' un 'assurdità.
Fatevene una ragione.
RispondiEliminaAI CARISSIMI componenti della ex "squadra".
RispondiEliminaQualche giorno dopo l'insediamento del gup Tommolini, al posto dell'allontanato dr. Cirillo, la stessa iniziò la sua attività con delle disposizioni che mi parvero superflue (come, per esempio, quello di rifare le analisi del dna dei macedoni, già risultato negativo nel confronto di quelli in possesso degli inquirenti, repertato sul luogo del delitto).
Il mio disappunto aumentò, quando, dopo l'inutile confronto dei dna, si fece circolare la voce che il nuovo giudice "non voleva lasciare nulla nel dubbio, a dimostrazione che tutto era stato espletato, ai fini di ottenere, alla fine, un giusto verdetto. (sic)
Fu quella la prima occasione in cui usai il detto: "lupo non mangia lupo"
Anche perchè avevo constatato che lo stesso gup aveva negata la libertà provvisoria di Parolisi, richiesta dai suoi difensori, mostrando di essersi già adeguata alla linea accusatoria dei pm.
Sarà una normale prassi giudiziaria, non lo so, ma non mi parve di buon augurio per l'imputato.
Gli amici di "squadra" forse mi ritennero un uccello del malaugurio.
Andiamo oltre.
Altro mio stupore, che manifestai con un apposito post, fu quando il gup diede incarico ai suoi periti "super partes" chiarire alcuni quesiti inerenti al decesso di MR, tra cui quello di stabilire se la vittima avesse avuto dei rapporti sessuali NEI GIORMI PRECEDENTI il decesso.
La richiesta mi apparve un pò impropria, perchè avrebbe dovuta essere formulata diversamente, e cioè se DOPO LA SPARIZIONE la vittima avrebbe avuto tale rapporto, proprio come lo stesso Tagliabracci postulava, accennando la presenza di semenogelina nel condotto vaginale, risultata dal relativi tampone apposto.
Ma anche in questa occasione la platea a applaudito alla iniziativa presa dal gup, nello svolgimento delle proprie mansioni, sorvolaldo sulla sottigliezza letteraria con cui il quesito veniva porto.
Infine, ho tirato fuori il detto del "lupo", proprio quando, resi pubblici i referti dei periti Bruno e Gino, ho notato, nel modo e nella tonalità della loro stesura, l'impossibilità, o la volontà di non contrastare in modo tangibile, quello stilato dal loro collega Taglibracci.
La ciliegina sulla torta, potrebbe essere rappresentata dall'accettazione di tali sorta di certificazioni scientifiche, prive dei risultati richiesti, da un giudice pieno di fiducia e buona fede.
Le superperizie HANNO detto.
RispondiEliminaLa Tommolini secondo me non ha verificato proprio niente e non ci sarà riferimento "ai tempi" nelle motivazioni. Ce lo sapremo dire. Non credo che la Tommolini sia riuscita là dove non è riuscita l'accusa, ma se così invece fosse, sarei la prima ad esserne contenta: almeno supererei il dispiacere di pensare ad un innocente in prigione che non può nemmeno vedere la figlia.
Le sentenze che non piacciono si impugnano e per fare ciò è necessario conoscere la motivazione del dictum. Attraverso il percorso logico seguito dal giudice nella ricostruzione dei fatti e che verrà palesato nella sua motivazione, riusciremo finalmente a capire quali siano gli indizi precisi, gravi e concordanti; oppure che abbia in mano addirittura prove?
RispondiEliminaDalle superperizie da lei stessa disposte, risulta chiaro che le stesse siano tutte indirizzate a screditare la perizia di Tagliabracci.
Tutti gli atti sviscerati in questi mesi non possono che far prevedere una motivazione lacunosa che sarà il punto di ripartenza per la difesa.
Era stata proprio la Tommolini ad aver detto che Parolisi era stato condannato mediaticamente, che meritava invece un processo nelle aule deputate. Che differenza c'è stata tra le due sentenze? Tra quella emessa dall'opinione pubblica sull'onda emotiva di trasmissione televisive incalzanti e la sua, emessa in base.....in base a cosa?
Stella
Lo ha detto l'avvocato Walter Biscotti, uno dei legali di Parolisi secondo il quale "il giudice era commosso, non era tranquillo al momento della lettura del dispositivo della sentenza"
RispondiEliminaG.
Attendiamo le motivazioni.
RispondiEliminaQuesto è comunque solo il primo grado.
Certamente dispiace non riuscire a condividere
l'esito in relazione alle prove rese pubbliche.
K@
Biscotti a Quarto Grado sta dicendo che il contenuto gastrico e' stato distrutto, le larve sono state distrutte, le fasi intermedie della lavorazione dei reperti sono state distrutte...Sottile taglia corto dicendo "altrimenti facciasmo telebiscotti"..Lazy
RispondiEliminaSono e resterò sempre contrario a queste strampalate forme processuali dove si lascia il diritto di giudicare ad una sola persona, su un caso, fosse anche semplice, di omicidio. Anche per un semplice esame di licenza di scuola primaria, vi è una commssione. Non entro nel merito, che qui è stato sviscerato addirittura oltre ogni limite. Va detto che il processo continua, siamo al primo grado, dove è evidente che il giudice si è appiattito in pieno alle richieste del PM. Per logica e nel rispetto delle proporzioni, che cosa dovrebbero irrogare a un serial killer ? Ad un genocida ? Non ci siamo: il senso delle proporzioni tra reato e pena, e tra singolo reato, iterazione del reato, e pena, è completamente ignorato. C'è poi una certa contraddittorietà tra moventi del reato ed accusa ad un singolo.
RispondiEliminaQuanto al dormire, i giudici dormono anche quando infliggono (non ora in Italia) la pena di morte, e prima ancora infliggevano squartamenti, torture e roghi. Essi ritengono di essere ispirati dalla Dea DIKE (la Giustizia), che scende nelle loro camere di consiglio con le ali spiegate e la voce flautata.
eh già, Sottile preferisce telegionni...
RispondiEliminaAnche stasera abbiamo scoperto che gli opinionisti dei salotti, persino quelli da cui ci si aspetterebbe professionalità, non si sono documentati, non hanno letto neanche le ultime perizie:
RispondiEliminail gen. Garofolo è caduto dalle nuvole sui reperti distrutti e quasi accusava Biscotti di aver detto una mostruosità ...
ma è possibile tanta superficialità?
ma cosa vanno a fare?
e poi sono loro che "formano" l'opinione pubblica
Stella
RispondiEliminaCtz Le sentenze che non piacciono si impugnano e per fare ciò è necessario conoscere la motivazione del dictum.
Sei sempre molto puntuale e documentata nelle tue osservazioni e per questo ti chiedo:
Quanto tempo dovrà attendere ancora quello che io credo un innocente in carcere per un giudizio di secondo grado?
E’ così che funziona la giustizia in Italia, rimpallare quella definita da Mimosa una patata che scotta ancora cruda nelle mani di qualcun altro?
Pamba
Immagino che quella sorta di opportunità nei confronti della bambina avrà avuto il suo peso.
RispondiEliminaDefinitivamente archiviata la questione paternità, ovvero la bambina diverrà presumibilmente adottabile ed adottata, ed anche la pressione mediatica scemerà.
Nel frattempo, sempre se Parolisi dovesse sopravvivere alla perdita della figlia, ci sarà l'appello che già i familiari dello stesso si aspettavano.
E se lo aspettavano talmente tanto che non hanno assistito al processo.
@mimosa caiao io penso, parere personale, che l'ex Generale Garofolo stia diventando l'ombra di quello che è stato quando era nell'Arma. sarà mica colpa di tutte ste apparizioni in televisione?
RispondiEliminaLUKA1
«NO, NON VOGLIO ASSISTERE» - Salvatore Parolisi non ha assistito alla lettura della sentenza che lo ha condannato al carcere a vita per l'omicidio della moglie Melania Rea. La circostanza è stata riferita da chi era presente in Aula: quando il giudice ha iniziato a leggere il dispositivo di condanna Parolisi non era stato ancora portato in Aula. A quel punto la lettura è stata interrotta e il caporale è stato fatto salire ma quando gli è stato chiesto se voleva assistere alla lettura del verdetto, ormai chiaro, ha detto no.
RispondiEliminaIL PIANTO DIROTTO - Parolisi si è lasciato andare ad un pianto dirotto quando ha fatto rientro nella sua cella nel carcere di Castrogno, alla periferia di Teramo. Singhiozzando ha ripetutamente imprecato, e ha più volte ha urlato la propria innocenza. Parolisi è stato risistemato nella cella 35 della prima sezione nord, la stessa che occupa ormai da diversi mesi e che ospita un numero contenuto di reclusi. Per ragioni di sicurezza, il cancello della cella è chiuso, mentre la porta (il cosiddetto blindo) resterà aperta per una assidua vigilanza del detenuto da parte della polizia penitenziaria.
Pamba, a differenza del primo grado, nel secondo, non sono previsti riti alternativi; a te le conclusioni.
RispondiEliminaStella
Dunque il Ranelli ha ritrattato tutto?
RispondiEliminaRanelli arranca, basta pressarlo un po' di più e s'incasina, chiaro segnale di chi non sta dicendo totalmente la verità
RispondiEliminaIl comportamento di Ranelli è semplicemente quello di una persona debole che non ha saputo resistere alla pressione degli inquirenti.
RispondiEliminaC'è chi invece non ha saputo resistere alla pressione mediatica...a buon intenditor...
Tiziana concordo in pieno...
RispondiEliminaAvete letto cosa scrive Meluzzi su abruzzo24ore? Parolisi condannato come capro espiatorio.
RispondiEliminaG.
Ma perchè piangeva la Tommolini?
RispondiEliminaChe senso ha?
Ci ha pensato su, ha fatto fare perizie, analisi, controlli.
Però non capisco perchè esprimere una sentenza piangendo.
Lo so che condannare un tizio all'ergastolo non è uno scherzetto, ma affrontare questa eventualità fa parte della professione.
Non è una critica, la mia.
E' che non conosco le dinamiche nel prendere una decisione, sono ignorante in materia: con chi si apparta un giudice in camera di consiglio in generale, e con chi si è appartata la Tommolini?
Ciao a tutti, fuori dal coro, qualcuno usa ancora la propria testa :
RispondiElimina“Una condanna all’ergastolo singolare ed emessa in assenza di prove schiaccianti”. “C’era bisogno di un capro espiatorio. Questa sentenza getta una luce malinconica sulla giustizia italiana”. Alessandro Meluzzi, psichiatra e criminologo, commenta con Affaritaliani.it la sentenza sull’omicidio di Melania Rea. “Non ci sono neppure indizi concordi o convergenti tali da permettere una condanna al di la’ di ogni ragionevole dubbio. Anzi in questo caso i dubbi sono parecchi, sia sulla dinamica sia sul movente che, francamente, e’ labilissimo”. Meluzzi sottolinea “l’assenza di corpi di reato e di prove documentali e scientifiche certe”.
Pino, avevi pienamente ragione
RispondiEliminaun gip che nega i domiciliari all’imputato con quelle motivazioni e poi diventa il gup monocratico del processo è evidente che doveva coerentemente mantenere la sua posizione e aveva già il convincimento della colpevolezza: sentenza scontata!
e anch'io dubitavo che si sarebbe comportata diversamente, pur sperandolo quando ha affidato le tre perizie
le quali teoricamente "super partes" hanno fatto la fine di carta straccia, solo soldi buttati via e ...fumo negli occhi.
Perché non ne ha tenuto conto?
Dov'erano stasera "scienza e coscienza" con cui i giudici devono giudicare?
Ah, certo, soppiantati dall'altro principio, quello del "libero convincimento" ...
ecco il perché di tante sentenze di magistrature che sembrano più dettate da parossismi e acredini sociali che da aderenza ai fatti.
Stasera Ranelli si è rimangiato tutto, ha addirittura spostato la vista del caporale e di una figura femminile alle 15:30, è diventato ormai un testimone totalmente inattendibile, e così viene a mancare l'unica voce che aveva visto Parolisi e Melania prima delle 15 al Pianoro di CSM!
RispondiEliminaHo riflettuto e sapete che vi dico ?
RispondiEliminaChe con questa sentenza
IL CASO NON E' CHIUSO !
Se ci pensate bene non è un risultato negativo
Perchè le indagini dovranno per forza continuare e da quel poco che ho visto a QG ho avuto la sensazione che le reazioni degli "innocentisti" sono state molto più incisive e aggressive di quanto non lo fossero in passato.
Non mi stupirei quindi se gli inquirenti in futuro dovessero ESSERE COSTRETTI a riconsiderare ed approfondire piste finora toccate solo di sfuggita, obbligati da un'opinione pubblica che pretenderà risposte a domande lasciate in sospeso
Io mi chiedo come ha fatto il giudice Tommolini a dare l'ergastolo a Parolisi in base alla testimonianza di uno come Ranelli, incredibile.
RispondiEliminaPat
RispondiElimina"Una condanna all'ergastolo singolare ed emessa in assenza di prove schiaccianti". Alessandro Meluzzi, psichiatra e criminologo, commenta con Affaritaliani.it la sentenza sull'omicidio di Melania Rea: "Non ci sono neppure indizi concordi o convergenti tali da permettere una condanna al di là di ogni ragionevole dubbio. Anzi in questo caso i dubbi sono parecchi, sia sulla dinamica sia sul movente che, francamente, è labilissimo".
Meluzzi sottolinea "l'assenza di corpi di reato e di prove documentali e scientifiche certe". Ma perché allora Parolisi è stato condannato? "Perché è bugiardo, infedele e non è stato molto intelligente nella condotta delle vicende processuali. Parolisi è stato condannato perché sta antipatico agli italiani. Ci sarebbe voluto un quadro probatorio molto più netto".
A parere di Meluzzi, l'appello "ribalterà la sentenza di primo grado", perché "lì c'è bisogno di prove certe. L'accusa non reggerà, così come è successo per il processo Meredith a Perugia. O anche se l'appello dovesse confermare la condanna interverrà la Cassazione". E conclude: "C'era bisogno di un caprio espiatorio. Questa sentenza getta una luce malinconica sulla giustizia italiana".
fonte: http://affaritaliani.libero.it/cronache/l-intervista-alessandro-meluzzi261012.html
K@
Straordinariamente stasera tutti gli ospiti di QG, tranne la colombelli, erano sconcertati, persino Picozzi,
RispondiEliminatutti a dire che non c'erano gli elementi per la condanna (precisi, univoci, concordanti).
Tutti ad aspettare al varco la Tommolini sulla formulazione delle motivazioni che Biscotti dice impugneranno subito.
Evidentemente lei sa fare magie con le patate bollenti e crude
si vede che è una brava cuoca ...
Ill.mo Signor Giudice, Le darei un consiglio: prima di scrivere le motivazioni venga a leggere un po' di articoli di questo blog, non dico i commenti, già sono chiari gli articoli pubblicati qui, basta digitare < volandocontrovento >
altrimenti il link completo è questo:
albatros-volandocontrovento.blogspot.com/
Anche noi abbiamo adottato il principio del libero convincimento,
ragionando in gruppo, però, che è la cosa migliore, lei purtroppo ha dovuto fare tutto da sola ...
firmato: Mimosa
Il valore del Ranelli come testimone è ormai uguale a zero....soprattutto per la difesa, infatti non è stata considerata la sua prima testimonianza in cui riferiva di aver visto Melania e Parolisi al Pianoro prima delle 15. Adesso è chiaro a tutti, giudici compresi, che nessuno a visto il caporale prima delle 15:30
RispondiElimina@Enrico
RispondiEliminaDa quel poco che ho visto io a QG, le reazioni degli innocentisti sono state molto più convincenti del legale della Difesa...
E' vero che lo interrompevano..non sarà stata la serata giusta ecc.. però :((
Speriamo che quanto tu auspichi diventi realtà'
Ciao, Pamba
"Questa non è una sentenza giusta, ma dobbiamo andare avanti", sono le parole di Salvatore Parolisi dopo la sentenza che lo ha condannato all'ergastolo per l'omicidio della moglie Melania Rea. Lo riferisce il suo avvocato Valter Biscotti. "Salvatore è ancora fiducioso. Ha ribadito la sua innocenza, abbiamo davanti una battaglia lunga e difficile ma siamo convinti della sua innocenza e non molleremo: faremo appello", ha sottolineato l'avvocato Biscotti ricordando anche casi recenti in cui in appello sono state ribaltate sentenze di condanna.
RispondiEliminaParolisi alla lettura della sentenza non era presente "non per sua scelta bensì per una imprecisione del giudice che non si era accorto non fosse in aula" ha spiegato l'avvocato.
fonte:
http://www.firstonline.info/a/2012/10/26/omidicio-rea-parolisi-non-e-una-sentenza-giusta/d4951844-7860-40b9-98cc-c78db9286a87
k@
Salvatore Parolisi dopo la lettura nell'aula del Tribunale di Teramo della sentenza che lo ha condannato all'ergastolo per l'omicidio della moglie Melania Rea ai suoi avvocati Valter Biscotti e Nicodemo Gentile ha ribadito "sono innocente". Lo ha detto Biscotti uscendo dal Tribunale. "E' dispiaciuto, è un momento di tristezza per tutti sapevamo che la battaglia era difficile ma andremo a testa alta e faremo appello. Abbiamo davanti un lavoro difficile".
RispondiElimina"Non commentiamo la decisione del giudice, così come siamo abituati a fare nel rispetto della decisione della magistratura, ma aspettiamo il deposito delle motivazioni". L'avvocato ha inoltre spiegato che Parolisi "non ha scelto di non essere presente alla lettura della sentenza, non c'era per una imprecisione del giudice che non si è accorto che non fosse in aula".
Biscotti ha inoltre assicurato: "Siamo al fianco di Salvatore, e siamo solo all'inizio, sappiamo che sarà una battaglia lunga e difficile. In questo momento siamo molto dispiaciuti dal punto di vista umano. Il giudice - ha poi aggiunto -non era tranquillo, si è commosso al momento della lettura della sentenza".
http://www.firstonline.info/a/2012/10/26/omicidio-rea-avv-biscotti-parolisi-ha-ribadito-sua/996dba75-b373-4a50-a122-de98cb7fc777
certo che *non* essersi accorto che l'imputato non era in aula ..... Ma a cosa pensava il giudice ? Si è accorto - a questo punto è lecito chiedersi -, di che cosa sta scritto nelle perizie da lei disposte .... ?
E il pensiero corre alle prove distrutte.
E al prossimo, diverso carcere ...
La vita di quell'uomo potrebbe essere messa in pericolo
K@
Ciao Massimo, ciao a tutti voi.
RispondiEliminaLe circa 5 ore che ha usato la difesa, nel tentativo di dimostrare che al tanto amato puzzle dell'accusa mancavano molti tasselli, credo non abbiano lasciato indifferente il Gup che per decidere ci ha messo ben 4 ore.
Non credo che dormirà sonni tranquilli, ma probabilmente disilludendo le aspettative degli inquirenti, della famiglia di Melania e della stragrande maggioranza degli italiani, il sonno lo avrebbe proprio perso del tutto.
La scelta più facile (a meno che nelle motivazioni non ci siano novità clamorose)era quella che ha preso, spetterà ai suoi colleghi decidere di nuovo del destino di Parolisi che in appello, LEI SA avrà molte, anzi moltissime probabilità di venire assolto.
Ci sono giudici e giudici, anzi... ci sono uomini e uomini, peccato Salvatore, per ora sei stato sfortunato.
Sira
@ Sira
RispondiEliminama si può giocare così con la vita di una persona?
come Ponzio Pilato.
... tanto, per un individuo altri 3-4 anni in attesa dell'Appello cosa volete che sia? in fondo questo giudie ha visto l'imputato solo tre volte e non s'era neanche accorta che non era presente in aula quando ha iniziato a leggere la sentenza di condanna ...
RispondiEliminache spirito d'osservazione ...
@ K@
RispondiEliminaperché scrivi "La vita di quell'uomo potrebbe essere messa in pericolo"?
l'hai letto da qualche parte?
Mimosa
Se il giudice non si è accorto dell'assenza dell'imputato in aula (ma non se l'è sentita di leggere il verdetto guardando negli occhi Parolisi mentre lo qualificava come l'assassino di sua moglie, dandogli l'ergastolo e. togliendogli la patria. potestá? che avesse qualche ragionevole. dubbio in proposito? !), figurarsi quello che può esserle sfuggito nei meandri delle carte processuali; perché le ha valutate tutte, vero?
RispondiEliminaStella
@ Stella
RispondiEliminale mandiamo un riassunto?
Mimosa
impiccatevi voi e parolisi
RispondiEliminaMimosa cara,
RispondiEliminala notizia mi ha turbata, e non poco, per la rabbia mi si è chiuso lo stomaco.
Avevo fiducia nella Tommolini, e credevo che dopo aver letto le nuove perizie e quindi sapendo in primis di non poter stabilire l'ora della morte, non avrebbe avuto dubbi su cosa fosse giusto fare, ma mi sbagliavo.
Sono d'accordo con Pino, arguto come sempre, e condivido tutto il suo commento.
No, non si può giocare a scarica barile con la vita delle persone, ma il coraggio di fare la cosa giusta anche a costo di pagare di persona, è una dote che non hanno tutti, e lei semplicemente non la possiede.
Stavo leggendo che i nuovi periti sono stati nominati dietro richiesta della difesa, all'inizio pensavo fosse venuto qualche dubbio a Lei...
Sono d'accordo anche con Enrico, le reazioni non sono affatto negative e forse chissà per arrivare alla verità bisognava fare questo percorso...
Sira
Non ritengo commentabile la sentenza, faccio solo i miei complimenti a Mimosa per l'articolo ed a Pino per aver drizzato piu' che bene le antenne, non era facile, io onestamente non credevo, pensavo, dicevo ma e' impossibile che non capiscano, bravissimo Pino, davvero.
RispondiEliminaDall'altra non credo che una sentenza fermi la ricerca della verita', a certe conclusioni in certi casi si e' arrivati dopo trent'anni, purtroppo, ma ci si e' arrivati, quindi mi spiace ma forse era fin prevedibile e direi di non curarsi e di andare avanti, che facciano quello che gli permettono tanto non li fermeremo certo noi.
Ho notato invece una cosa dalle parole di Meluzzi che descriveva il telefonista anonimo, ha chiaramente detto e ripetuto, anche con ammiccamenti palesi, che il telefonista secondo lui svolge la sua professione a Ripe e che non puo' essere capitato li per caso.
Il professore di analisi fonetiche ha poi ricalcato una convinzione che avevo gia' esplicitato post fa e cioe' che in quella cabina fossero in tre, sono quindi tre le voci, secondo lui, identificate oltre a quella dell'operatore, ha lasciato aperte diverse ipotesi certo ma ha chiaramente detto che lui in quella telefonata ha identificato tre voci.
Quindi il famoso oramai "tranquillo Miche'", lui dice, o e' diretto al telefonista (ed allora sappiamo anche il suo nome), o e' diretto ad una terza persona che era li e la di cui voce il professore avrebbe estrapolato, la cosa fila anche dal punto di vista logico perche' il "tranquillo Miche'" non puo' essere stata una frase detta ad un terzo senza motivo, ci dev'essere stata prima qualche frase di Miche' per dirgli di star calmo o dei suoi atteggiamenti insofferenti.
Viceversa se era diretta al telefonista finalmente sappiamo il suo nome e non e' poco, il campo nel caso si restringerebbe, chiunque si chiami Michele non puo' non parlare con nessuno da qui al 2100, qualcuno si accorgera' pure della eventuale soniglianza, andra' a fare la spesa, giochera' a carte con gli amici, dovra' pur parlare con qualcuno.
Rimetto il mirino anche sulla frase dell'operatore "ma, dentro il chiosco???", a cui il telefonista risponde "no, fuori, io stavo facendo una camminata", subito dopo balbuziando, certo e' un particolare troppo labile ma perche' non verificare le ipotesi che ne scaturiscono???
Oggi pomeriggio qualcuno ha postato http://www.ilmediano.it/apz/vs_art.aspx?id=3125
RispondiEliminaPensate quanto era cattiva la frase finale:
«Oggi Melania potrebbe morire ancora una volta o, finalmente, riposare in pace per sempre».
Come a dire che in caso di assoluzione Melania sarebbe stata assassinata una seconda volta, in caso di condanna, giustizia le sarà fatta …
Quest’articolista cosa scriverà quando in Appello SP verà assolto?
Chi ha fatto quella pensata, per ora dorma pure in serenità.
Noi invece pensiamo che Melania riposerà in pace per sempre quando verranno presi tutti i responsabili della sua morte e dello sfregio al suo povero corpo.
Ciao Antonello, ti sei fatto un blog?!
Mimosa, avevo pensato di iniziare con l'invio. di. un codice esplicato.
RispondiEliminaAnonimo, invece che dare consigli, inizia a dare il buon. esempio.
Stella
Antonello il telefonista dice prima: "sto facendo una passeggiata" e subito si corregge e dice: "stavo facendo una passeggiata".
RispondiEliminaUna telefonata preparata e male interpretata?
Chissà...
Massimo ha pubblicato un nuovo fresco articolo
RispondiEliminaandiamo di là?
@Mimosa
RispondiEliminama come fai??? Devo perfezionarlo ma l'ho iniziato, a meno che non stai parlando di un blog non mio.
PASSIAMO TUTTI ALL'ALTRO ARTICOLO!!!
RispondiEliminaSecondo me il "telefonista" non c'entra niente con l'omicidio.
RispondiEliminaAnzi, ha fatto opera meritoria facendo scoprire il cadavere di Melania dopo solo due giorni.
E che ti fanno gl'inquirenti? Trascurano di prelevare immediatamente la temperatura e le larve che potevano indicare l'ora della morte con ottima approssimazione.
C'è di che rimanere esterrefatti, soprattutto se si pensa a cosa sono stati capaci di fare i periti settori con il corpo di Yara, trovato dopo tre mesi, ed addirittura con il corpo di Elisa Claps trovato dopo 17 anni!
C'é un articolo su Giornalettismo: C'é un pentito che lo scagiona?
RispondiEliminaIn un'intervista al Centro il legale del militare condannato all'ergastolo
parla di un testimone che sa "tutto ma é stato ignorato"
G.
Avete sempre dei toni piuttosto sarcastici sui familiari di Melania! Vorrei vedere voi al posto loro!Siete acidi come yogurt scaduti!La cosa che consola è che siete sempre gli stessi quattro dementi!
RispondiEliminaEravamo quattro dementi, ciccio, ora con te siamo cinque. Benvenuto nel club degli yogurt scaduti, ciccio...
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