La tristezza resta sul volto della mamma di Yara |
Potrei dirvi che il laboratorio ha isolato dieci profili genetici compatibili con l'assassino di Yara Gambirasio. Potrei dirvelo ma sarebbe una notizia vecchia e la riporterei, come fanno in tanti, solo per fare audience. La stessa notizia, infatti, un mese fa fece "gridare" i media che nel giro di poco il caso si sarebbe chiuso. Perché? Perché si era trovato un profilo genetico compatibile. Non spiegarono cosa significasse la parola "compatibile" e non parlarono di dieci profili, come sarebbe stato giusto fare, ma di uno. Ed allora vi spiego cos'è accaduto. Il tutto è partito dal dna prelevato ad un ragazzo che frequentava la discoteca "Sabbie Mobili Evolution", quella di Chignolo d'isola a duecento metri dal campo in cui fu trovato il corpo della piccola Gambirasio. Un investigatore disse ad un giornalista che il suo profilo genetico era compatibile con quello isolato sui leggins di Yara, ed il giornalista ne fece una notizia da prima pagina, uno scoop poi ripreso da altri che, sapendo essere il ragazzo della bergamasca, ci misero poco a convincerci che l'assassino era di Brembate o, al massimo, uno della zona. Purtroppo per loro il dna era solo "compatibile", quindi corrispondeva a quello da confrontare solo parzialmente e la speranza che un familiare di quel ragazzo potesse aver ucciso la ragazzina si è frantumata nel giro di poco, il tempo di prelevare a tutti i suoi parenti i campioni di saliva. Visto il buco nell'acqua finalmente la stampa ha deciso di dire la verità, e cioè che i campioni compatibili sono una decina.
Ma, è notizia di oggi, ancora una volta i giornalisti hanno inserito la parolina magica, quella che fa restare ad ascoltare la notizia o fa schiacciare il tasto del mouse, facendoci credere che la soluzione è dietro l'angolo. Però è di ieri un'altra notizia, quella che vuole gli investigatori essere passati a prelevare campioni di dna in diverse frazioni delle valli bergamasche. E se la soluzione fosse dietro l'angolo non allargherebbero il raggio d'azione facendo altri prelievi. Altra notizia è quella che vuole i campioni trovati su Yara essere stati spediti in America per farsi dire dagli esperti statunitensi di che colore l'assassino ha gli occhi. Particolare datoci per importante ma in realtà stupido ed insignificante non avendo una cerchia di persone sospettate con cui confrontarlo. Quando gli inquirenti avranno questa rivelazione che faranno? Andranno agli uffici anagrafe e si faranno dare altri diecimila nominativi? Ma di oggi è pure un'intervista della dottoressa Roberta Bruzzone, quella che il Misseri dice essersi stesa davanti a lui, che non perde l'occasione di farsi pubblicità (siamo all'anniversario della morte ed in televisione la parola Yara sarà di certo la più gettonata) e ci fa sapere molte cose importanti. Per prima cosa ci dice che il movente dell'omicidio è sessuale. Brava vero? L'avrà mica capito dal dna trovato sugli slip? Per seconda cosa ci fa sapere che l'assassino conosceva Yara. Ma non era un amico, chiarisce, era un semplice conoscente che però aveva la sua fiducia. Che strana persona sarà mai quella che per darle fiducia ci basta il conoscerla all'incirca? Ed inoltre c'è da capire come hanno fatto gli analisti a non trovarla questa persona, visto che tutti i conoscenti, anche i saltuari, hanno fornito i dna e s'è già detto che nessuno di questi è compatibile.
Ma la Bruzzone cala gli assi e ci fa sapere che chi ha indagato non era proprio sveglio perché ha mandato cani inidonei. Non si doveva cercare una persona viva, dice, ma una persona morta, ergo i cani dovevano essere da "cadavere". Ed ha ragione! L'ho sempre scritto io che dopo mesi non dovevano cercare, sotto l'acqua dei fiumi, nelle cave e sottoterra, una ragazzina viva. Ma vaglielo a spiegare a quelli di Bergamo che invece usavano cani inidonei perché il questore aveva loro garantito che, pur se sepolta o affogata, l'avrebbero trovata viva! Ma davvero credete che usassero cani per la ricerca di scomparsi e non da cadavere? Non vorrei dirlo ma mi sa che la Bruzzone, che il giornalista scrive stia seguendo il caso sin dal primo giorno ed abbia anche un ruolo attivo, s'è persa qualche passaggio a forza di andare a Taranto. Ed a proposito di Taranto la dottoressa suppone che la famiglia Gambirasio non si sia esposta pubblicamente per evitare, dato l'esempio venuto loro dai familiari di Sarah Scazzi (ma sarebbe stato meno improprio dire: da quanto avvenuto ad Avetrana), di entrare nel tritacarne mediatico. Quindi non sono riservati come sembrano ma hanno calcolato, al momento in cui la figlia non si trovava, i pro e i contro di una loro evidenza mediatica. Bel concetto ha la criminologa dei Gambirasio.
Non vado oltre perché quanto s'è scritto, in previsione dell'anniversario della morte di Yara, è un insieme di ipotesi astratte e di interviste inutili fatte con l'unico scopo (sia le ipotesi che le interviste) di vendere meglio il prodotto morte o di illuminare la propria figura sui media. Speriamo solo che l'opinione pubblica capisca con che tipo di persone ha a che fare, speriamo si renda conto che il tritacarne mediatico, come è stato chiamato, mastica cadaveri ed indagati come fossero caramelle e li rigurgita ogni qualvolta portano soldi. Non c'è mai il rispetto dovuto in casi del genere, e questo perché si pensa molto allo share e poco alle persone coinvolte. Persone trattate alla stregua di un prodotto da supermercato a cui va fatta pubblicità con le telecamere puntate sulla casa. E chi se ne frega se dentro quell'abitazione ci sono bambini di pochi anni, se ci sono un padre una madre e dei fratelli che soffrono per la mancanza di una parte di loro.
Un anno fa sulle 18.40 Yara usciva dalla palestra di Brembate Sopra. In pochi metri, in pochi minuti, la sorte la prese per mano, consegnandola ai suoi aguzzini, e la famiglia Gambirasio si trovò immersa in un incubo senza fine, un incubo senza spiegazione né giustificato motivo. Una famiglia normale, come può essere quella di ognuno di noi, schiva dell'apparenza, alle 19.00 ancora non sapeva quale decisione assurda avesse preso il destino, quale tragico ed imminente futuro avesse deciso per loro. Fu alle 19.20 che il cuore di Maura e Fulvio ebbe la prima scossa, quasi un'avvisaglia del terremoto mitrale che di lì a poco si sarebbe scatenato. La bimba non era ancora tornata ed il padre, fingendo di non essere agitato perché è così che si fa con i figli, le scrisse un semplice messaggio: "Mi devo preoccupare?". Mai avrebbe immaginato di scrivere in verità, mai avrebbe immaginato che di lì a poco avrebbe dovuto adattarsi agli eventi e vivere per forza. Nessuno rispose a quel primo sms e nessuno aprì la porta di casa dall'esterno. Può una famiglia essere preparata ad un evento del genere? Cosa si fa quando una figlia di tredici anni non risponde al cellulare e non fa rientro a casa? Io non saprei come comportarmi in una situazione simile, e credo che oltre a fare più telefonate in contemporanea (amici carabinieri ed ospedali), oltre ad andare fuori con la testa, oltre ad uscire in auto, e ci starei male per mia moglie e gli altri miei figli costretti a starsene in casa ad attendere, non saprei che fare. Dove potrei andare a cercarla, quale strada potrei fare se non è in quella in cui dovrebbe essere?
Per me è terribile anche il solo pensiero di essere in auto alla ricerca di mia figlia. E' terribile anche la sola immaginazione che mi fa chiedere come mi sentirei dopo aver girato e rigirato senza trovarla. Non sarebbe facile sopportare quel maledetto peso che comprimerebbe il petto, quel senso di inutilità che mi prenderebbe la mente e, facendomi alzare la voce, urlare di gola. Ogni padre giura davanti alla culla di difendere il suo scricciolo... ma se l'abitudinarietà della provincia tranquilla lo "frega"? E' questo il punto. L'essere umano è sempre destinato ad essere fregato ed a soffrire. E guardando il volto della mamma di Yara si capisce bene cosa significa la parola "soffrire". Quale "pace" potrà mai trovare una madre che passa dalla disperazione a tre mesi di speranza e dalla speranza ad una vita fatta di disperazione? Per lei, per suo marito e per i fratelli di Yara, non sarà facile vivere questo 26 novembre. E peggio sarà quando il buio scenderà su Brembate Sopra, quando si avvicinerà il ricordo delle prime ore tragiche trascorse quella maledetta sera. Troppo forti i ricordi per poterli nascondere, troppo forti le emozioni per restare impassibili. Forse l'unico modo per superare indenni questa prova di dolore sarebbe il prendere gli album con le foto di Yara e cullarne il ricordo come se lei fosse rientrata a casa, come se lei fosse ancora lì, accanto alla sua famiglia. Ed in fondo Maura e Flavio sanno che c'è. Chissà quante altre volte l'avranno cullata in questo anno e chissà quante volte si saranno addormentati con la sua foto in mano... col suo ricordo bagnato dalle lacrime scese sulle guance.
Sempre unico Massimo, ti spedirò una lacrima. Un enorme abbraccio a Maura e Fulvio.
RispondiEliminaNiente davvero puo' aiutarli, proprio come dici tu Massimo. Niente a parte imparare a sentire Yara vicina, Yara che avra' per sempre 13 anni e accompagnera' la sua famiglia nella vita che sara'. Certamente, se non é possibile per nessuno rendere il loro dolore meno atroce sarebbe invece possibile non aggiungere pietre sui loro cuori. E penso alla Bruzzone ma anche a tutti quelli che continuano a scatenarsi nel racconto della storia di Yara. Senza niente da dire, senza niente da aggiungere che possa servire ad avvicinarsi alla verita'. Solo per aumentare ascolti, solo per aumentare i gettoni di presenza, senza rispetto e senza umanita'. Maura e Fulvio hanno chiesto, con parole e con tanti silenzi, il rispetto dell'immagine di Yara, il rispetto per la sua famiglia. E' compito durissimo imparare a fare senza un pezzo del tuo cuore, servono energia a tranquillita', serve tempo. Fare deserto, alcuni direbbero. Invece no, giornali e tv continuano nella gara di chi grida a voce piu' alta il nome di Yara. Ma non é partecipazione questa, così come non é professionalita' quella ostantata dalla Bruzzone. Sai Massimo cosa mi fanno venire in mente? Le locuste. Sciami di cavallette affamate che passano e lasciano dietro di sé il vuoto. Ciao, grazie per l'articolo.
RispondiEliminaMassimo,
RispondiEliminala Valle del Riso di cui tu parli, è un posto dimentato da Dio. Pochi paesini inerpicati sulle montagne, Gorno 1.500 abitanti, Oneta credo sia anche più piccolo, per arrivare a Chignolo devi addirittura lasciare la macchina in un parcheggio sottostante il paese e proseguire a piedi. Se sali a monte lungo la valle ti fai 13 Km di tornanti per arrivare a Zambla, se sei fortunato incontri qualche pecora, per poi scendere a San Pellegrino ( acqua minerale )in Valle Brembana. In quei luoghi non c'è veramente nulla, sono posti dove il tempo si è fermato.
Eppure se gli inquirenti si sono spinti fino in quelle zone, sicuramte non sono andati a respirare l'aria buona. Qualche motivo valido per fare il test del DNA anche ad ultra ottantenni lo hanno sicuramente.
Questa la ritengo una buona notizia, mi sembra che qualche cosa di diverso del cantiere di Mapello si stia muovendo.
Sono fiduciosi negli inqurenti e credo che pian piano arriveranno a ricomporre il puzzle.
Quanto vorrei tu avessi ragione. Ma purtroppo la logica non la ragiona nel modo che hai indicato, e come insinuano i giornali, perché non è che sono andati da una trentina di persone a prendere il dna, tutte parenti, ma da molte di più, sono almeno 200 le case visitate (quindi 400 dna, uno per ogni ramo familiare).
RispondiEliminaE questo può solo significare che hanno campionato i paesi in base alla parentela, come hanno fatto a Brembate (e nonostante sia chiaro c'è chi non lo spiega e fa servizi televisivi andando a trovare, polemicamente, chi il dna non l'ha dato), perché non serve avere 50 dna della stessa famiglia, ne basta due per collegare tutti i parenti ed avere una compatibilità.
Mi spiego meglio. Hanno preso un dna per ogni ceppo familiare presente onde dover evitare di fare andare più di 2000 persone, fra cui molti anziani, a Bergamo. Niente altro che questo purtroppo.
Ma la speranza chiaramente non muore mai (e certuni se ne approfittano).
Ciao, Massimo
Massimo,
RispondiEliminano..non posso darti ragione, quel paese non è stato preso di mira a caso per una qualsiasi campinonature. Credo che tu non possa sapere che alla fine di Settembre 2010 e all'inizio di Novembre del 2010 sono scomparse due persone strettamente legate a quel paese, entrambe con un passato veramente inquietante. I loro corpi furono trovati a Marzo del 2011, sicuramente avrai notato queste date. Gli inqurenti sanno quello che fanno, sono stati portali li forse da un filo juta ( uno delle due persone ritrovate era stato messo in un sacco di juta, così disse la stampa ) o forse un collegamento con l'omicidio di Eddy Castillo ( un ragazzo di colore trovato morto in via Bedeschi a Brembate di Sopra a Gennaio del 2011 ). Sono solo mie ipotesi, sono solo fiducioso negli inqurenti e spero che trovino qualche cosa di utile.
Prima di tutto la campionatura serve per avere la mappa completa di tutto il paese (proprio perché sono piccole comunità con molti nuclei a carattere parentale), lo si prende da una famiglia e con quello si coprono tutti i gradi di parentela. Ed in questo caso se un dna "corrisponde parzialmente", il che non significa "compatibile" ma è ben di più, in pochi giorni si troverà l'assassino.
RispondiEliminaPoi ti ripeto che sarei strafelice se lì ci fosse chi ha ucciso Yara. Ma chiediti una cosa, non confondere ciò che scrivo perché la mia è logica non pessimismo, tu stesso hai scritto che quegli episodi, di certo inquietanti, e mi riferisco in special modo al ritrovamento, risalgono a Marzo (Eddy Castillo un paio di mesi prima), e le risultanze della Cattaneo, ed ora parlo del filo di iuta non del dna, sono di maggio... siamo ormai a Dicembre, non ti sembrano un po' tanti i sei mesi passati senza andare a prelevare dna in Val del Riso?
Ora si può anche pensare che le indagini su certi aspetti siano state sbagliate, ma se avessero avuto una traccia sicura in quei paesi sarebbero andati prima. E se adesso avessero una corrispondenza avrebbero fatto solo prelievi mirati ed a quest'ora sapremmo che esiste una cerchia di sospettati (anche una trentina se vuoi) e che la soluzione sarebbe non prossima ma imminente.
Il mio augurio è che la tua fiducia e la mia speranza siano soddisfatte al più presto, che qualcosa davvero si muova nel verso giusto. Ma questo è possibile solo se chi ha ucciso Yara è del luogo. Se è di un'altra città o nazione, e se lavorava in "nero" in qualche cantiere della zona, dovremmo aspettare sia lui a fare uno sbaglio. E' sicuro che prima o poi lo farà, aggredendo un'altra ragazzina che riuscirà a fuggire ad esempio, ma quando? Fra un mese, fra un anno?
Ciao, Massimo
Ps. in ogni caso tengo le dita incrociate.
l'unica speranza è che cambino il pool inquirente, l'unica. Con questo magistrato i nomi dei colpevoli (sono convinto che siano più di uno) non usciranno mai.
RispondiEliminaCiao Massimino,come ti ho già detto nel post sul delitto di Garlasco, se non ci sono fatti concreti su cui poter fare un ipotesi decente, preferisco non farlo.
RispondiEliminaNel caso della piccola YARA, con quello che si conosce,è praticamente impossibile capire cosa possa essere successo.
A dir la verità, ho molto apprezzato la tua ricostruzione fatta nell'articolo del 14 gennaio 2011, anche se,essendo io del sud (terra "ricca" di organizzazioni malavitose), faccio veramente fatica a pensare che chi vuole rapire una ragazzina, lo faccia appostandosi in strada (abbastanza trafficata fra l'altro) in attesa che prima o poi passi e, sopratutto, a quell'ora. Altra stranezza (ma questa è una cosa che all'epoca non potevi sapere), è che questi, una volta che il rapimento è finito male, la scaricano in un terreno all'aperto, senza accertarsi che sia morta.
Se permetti vorrei che tu mi dicessi come la pensi su questa cosa: la batteria e la scheda del telefono trovate nella tasca del giubbotto di YARA, come ci sono finite?; se si sono staccate dal telefono durante l'aggressione e successivamente raccolte, chi ha ucciso YARA non poteva essere solo; se chi ha commesso l'omicidio era solo, allora la batteria e la sim probabilmente le ha tolte, volontariamente o meno, la stessa YARA, cosa che pero' farebbe pensare ad un minimo di rapporto confidenziale (senza nessuna malizia,come fanno di solito le ragazzine di quell'età) fra i due.
Ho l'impressione che se si riuscisse a capire il perchè di questa stranissima cosa (batteria e sim in tasca senza telefono), questo potrebbe portare ad un profilo dell'assassino o degli assassini.
Ti saluto
La stessa ricostruzione fatta da me il 14 gennaio, pur se spostata di 200 metri in quanto si è ipotizzato un sequestro avvenuto all'angolo con via Rampinelli, è stata fatta dagli inquirenti ad aprile basandosi su un'auto rossa ferma ed una persona che parlava al conducente dal finestrino... ed è tutto dire su ciò che prima pensavano del rapimento. Ed ancora oggi questa è l'unica valida che si adatti agli elementi a disposizione.
RispondiEliminaCome si è capito dal luogo in cui è stata portata, e dalle condizioni in cui è stata lasciata (in vita), non è stato di certo un sequestro organizzato dalla malavita organizzata (se così fosse la manovalanza ora sarebbe sepolta sotto il cemento), ma da un paio di balordi. Quindi è facile l'abbiano vista andare a piedi al palazzetto e poi aspettata (non da escludere l'abbiano incrociata per caso o l'avessero notata altre volte), in tutti i casi loro erano in quella strada e c'è da capire cosa vi facessero a quell'ora. A novembre chi lavora con taglierini, o comunque nell'edilizia, di solito smette sulle 17.00, massimo 17.30, ed è da quell'orario in poi che si passa al bar a bere qualcosa (i carabinieri hanno setacciato i bar della zona per sapere qualcosa in più? Te lo dico io, no) e si sbrigano le faccende legate al lavoro.
Quindi questi due, perché di meno non erano, stavano facendo ristrutturazioni in casa di qualcuno? Erano operai di Mappello andati a mangiare o a fare benzina (in un distributore la videocamera era spenta)? Erano artigiani passati nell'ufficio di qualche geometra per riscuotere crediti o portare preventivi? Oppure erano delinquenti e stavano organizzandosi per fare un colpo in banca o in qualche farmacia o negozio della zona? La lista è lunga ma è da questa che a parer mio bisogna partire, perché se dipendenti di un'azienda (regolari) potevano avere cellulari aziendali, e cambiano di mano frequentemente, se delinquenti cellulari intestati ad altri o rubati (e vai a trovarli anche se hanno agganciato tutte le celle).
E dai cellulari passiamo alla scheda nelle tasche, anche secondo il mio parere un punto molto importante per capire di più. Per come la vedo io uno dei due voleva portarselo via il cellulare, rubarlo, e se lo è fatto dare da Yara già all'inizio del sequestro. Ha tolto la scheda, perché inutilizzabile per lui, e quindi lo ha aperto. Quando è venuto fuori il "casino", chiamiamolo così l'omicidio perché pare sia proprio opera di qualcuno non è partito con l'intenzione di uccidere ma di violentare, ci si è resi conto che il cellulare avrebbe creato problemi, così lo si è pulito e rimesso nelle tasche della ragazzina (meglio che gettarlo in un fosso o per strada lasciando una traccia del loro passaggio).
Certo, ci possono essere altre ricostruzioni valide, ma servirebbero altri elementi a suffragio, che al momento io non conosco (caso mai vi fossero).
Ciao, Massimo
Ps. In base al tuo modo di salutare se tu sei del sud io sono scandinavo...
Caro Massimino.......Scandinavo. solo una cosa. il telefonino non era addosso alla ragazzina, o sono informato male? difatti la mia perplessità consiste proprio nel fatto che hanno lasciato scheda e batteria,portando via il telefono.Non ha senso, sarebbe stato meglio (per loro) portare via tutto. insisto nel dire che se riescono a capire perchè questi oggetti erano nelle tasche di YARA, si puo' risalire al tipo di rapporto che li legava alla vittima, anche perchè mi vengono i brividi al pensiero che si possa prendere una ragazza per strada con questa facilità (anche se l'avessero fatto dei balordi come dici tu.
RispondiEliminaTi saluto.............a proposito perchè questo modo di salutare non è riferibile al sud?
Nikname.............Calabria
Hai ragione calabria... ho scazzato a parlare di cellulare, avrei dovuto riferirmi alla batteria. Ma le perplessità restano alla stessa maniera e la ricostruzione idem.
RispondiEliminaMi chiamo Massimo non massimino, soprannome che non mi piace... quindi regolati sul mio nome vero. Ciao
notizia di oggi:"Piangeva Mohamed Fikri al telefono mentre parlava con la sua fidanzata. Piangeva e le chiedeva perdono perché poco prima le aveva confidato: "L’hanno ammazzata davanti al cancello". Parlava di Yara, la giovane ginnasta scomparsa il 26 novembre 2010 e ritrovata senza vita in un campo di Chignolo il 26 febbraio 2011. Poche ore prima infatti era stato interrogato dai Carabinieri e la fidanzata lo aveva chiamato per sapere cosa gli avessero chiesto. Di fronte a quel pianto e a quella richiesta di perdono la ragazza non capiva: "Cosa devi farti perdonare se non hai fatto niente di male?". Questo è il contenuto di una telefonata che non è mai stata contestata al muratore e che non è mai finita nel fascicolo aperto dal magistrato nei confronti di Fikri. Lo rivela il settimanale OGGI nel numero in edicola mercoledì, in un articolo che svela un altro inquietante particolare.
RispondiEliminaFikri, appena le indagini si erano concentrate sul cantiere di Mapello, si era imbarcato per il Marocco con la sua auto. Quattro giorni dopo, di ritorno dal Marocco, il comandante del traghetto consegnò l’auto ai Carabinieri che volevano affidarla al Ris di Parma per farla esaminare alla ricerca di eventuali tracce. Il Pm Ruggeri non lo ritenne necessario e riconsegnò la macchina al giovane. Sullo stesso traghetto Fikri e alcuni suoi amici avevano imbarcato anche un furgone bianco che non è più stato ritrovato." Io a questo punto metterei in carcere il PM per concorso in omicidio! Alluncinante.