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venerdì 24 luglio 2015

Karl Marx e gli attuali problemi umanitari - una risposta alle menzogne che ci raccontano su immigrazione, lavoro e pensioni

Saggio di Manlio Tummolo

Estratto dal saggio: Karl Marx e gli attuali problemi umanitari: Una delle maggiori mistificazioni nei nostri tempi è far credere che la cosiddetta globalizzazione o mondializzazione sia un fenomeno recentissimo affermatosi tra la fine del secolo XX e gli inizi del XXI, confondendo volutamente la sostituzione, peraltro non assoluta, di certe tecnologie e di certe tecniche informative a quelle ormai superate, con un’ineluttabile espansione ed unificazione economica e finanziaria del mondo. Come se prima esistessero Stati commercialmente chiusi e ignoti uno all’altro. Il che - se creduto - sarebbe un’autentica fesseria. In realtà, quella che oggi viene chiamata globalizzazione è solo l’imposizione della mentalità, della tecnologia, del linguaggio anglosassone, particolarmente nel modello USA, al mondo intero. Tutto il pianeta “civile” obbedisce agli ordini della Borsa di New York, e guai se non vi obbedisse perché allora con i soliti trucchi collaudati fin dal sistema di John Law [12] nel XVIII secolo - e poi sempre perfezionati di crisi in crisi, di disastro in disastro - potrebbero spezzare ogni resistenza. Il capitalismo particolarmente finanziario occupa oggi esattamente il posto che aristocratici ed alti prelati occupavano nella Francia del XVIII secolo, pagando molto poco in proporzione delle ricchezze acquisite ed incontrollate, attraverso tutta una serie di manovre speculative. In sostanza, l’assolutismo settecentesco da struttura politica e sociale radicalmente parassitario si è trasformato in un assolutismo finanziario di dimensioni mondiali. Questo è, nella realtà, ciò che si va spacciando per“globalizzazione”, che è semplicemente un eufemismo ipocrita per significare il sistema parassitario mondiale. L’uso dell’aggettivo “globale” si diffonde prima con le idee di Herbert Marcuse (la nota contestazione globale, che però aveva un significato soprattutto qualitativo e non geografico), poi con quell'autore (di cui non ricordo il nome) che descrisse, grazie alle nuove tecniche informatiche, un villaggio globale, da cui logicamente derivò il senso geografico di globalizzazione. Il capitalismo, industriale o mercantile o finanziario che sia, ha perduto fin dalla crisi del 1929 ogni valore realmente produttivo, sia pure alle spalle altrui, come si dirà fra non molto, e fu salvato dalle svariate e diverse applicazioni delle teorie di Keynes (economia mista, fondata sul notevole intervento dello Stato nelle attività economiche, a sua volta basato sul sistema fiscale dal peso sempre crescente). 

25 commenti:

  1. Caro Manlio

    Ritratto del marxismo, delle sue contaminazioni e della società attuale carico di ironia (e sarcasmo). Di sicuro gli ortodossi (di qualsiasi religione) avranno a dolersi di una analisi caustica e dissacrante. Non certo quelli che amano la cultura e che ne rifiutano la versione oleografica, ideologica e giustificazionista. Per la verità si direbbe quasi che il tuo anti-marxismo non ti impedisce di riconoscere anche dei meriti al pensatore tedesco (e forse ti è più facile perché da anni il marxismo, quello degli epigoni, è passato di moda) e del pensiero marxiano si possono riconoscere limiti e meriti al di là dei panegirici e delle stroncature. Ciao, con stima, Gilberto

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  2. buongiorno sigNor TUMMOLO
    un post lungo e piuttosto impegnativo -
    al di la' della teoria di marx( beh se fosse possibile attuarla sarebbe un beneficio, da una parte, e un handicap da un'altra) .
    quello che penso dell'immigrazione, l'avevo scritto in altri post.
    e credo siano considerazioni comuni . ma si preferisce l'ipocrisia . eppure non hanno nessuna remora in altri contesti
    se si va avanti cosi, andremo sempre in peggio . alcuni si sono arresi e non si indispongono : almeno combattere no?.
    a me dispiace per i nostri discendenti figli nipoti e pronipoti che avranno le loro gatte da pelare se tutto andra' come si
    pensa .... oppure se saremo sfortunati, al massimo sara' ancora peggio di cosi', . basta sentire gli pseudo italiani abbronzatissimi . con che foga ci contrastano .. un giorno i nostri dovranno stare zitti e mosca .

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  3. Carissimi Magica e Gilberto,

    grazie delle vostre osservazioni. La mia opinione, al di là del superamento o non superamento del marxismo, è che vi sono alcune impostazioni di partenza che dovevano condurlo al fallimento o alla contraddizione interna, per insita forza di quegli stessi princìpi, pur portando elementi tuttora di estremo interesse (leggere sempre le opere integrali, i manuali sono spesso pura propaganda, che hanno fatto più danno che altro) e di estrema attualità. Marx è molto meno originale di quello che credeva d'essere, ma ha portato indiscutibilmente una documentazione enorme a conferma della sua critica della società a lui contemporanea, i cui elementi di disfacimento sono poi esplosi nel secolo XX e inizi XXI (finché durano...).

    Cari saluti a tutti e un grazie speciale a Massimo Prati, il nostro magnifico Ospite, Manlio

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  4. Signor Tummolo,
    ho letto con grande interesse il suo articolo,aggettivo riduttivo,perciò la chiamerò ,se me lo consente , la sua piccola opera sperando le risulti più gradito il termine. Ho apprezzato enormemente la sua analisi storica,molto approfondata e nell'insieme molto bene articolata,riuscendo coinvolgermi emotivamente.Ha dato il "là " alla mia memoria,recuperando ricordi di libri che credevo quasi dimenticati,in cui intravedevo, anni addietro, diversi e possibili cambiamenti .Il ripetersi degli eventi,credendo di essere qui e non là,mette un pò d'angoscia. Si fatica crederlo.Convengo con lei, nuovi orizzonti,anche attraverso l'analisi di eventi simili,và ricercata la possibile alternativa. È doloroso vedere la nostra gioventù oggi ventenne,senza una meta.
    Cordiali saluti,Dudù.

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  5. Caro Dudù,

    Lei è molto gentile e non posso non ringraziarLa. Manlio Tummolo

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  6. eri ho fatto una gita a Bergamo. Sono rimasto allibito sia dal numero degli immigrati presenti in città, ormai un buon 50% rispetto alla popolazione autoctona, sia dal comportamento degradante dei "nuovi arrivati". Moltissimi di essi buttati a terra senza alcun decoro anche nelle vie centrali. Addirittura, due nordafricani in PIENO CENTRO urinavano palesemente davanti a tutti in un giardinetto. Ma che diamine sta accadendo dico io? L'aspetto che più di ogni altro mi ha offeso ed insieme disgustato è stata la TOTALE passività dei bergamaschi di fronte a tale scempio di valori, delle elementari regole del vivere e di quel briciolo di dignità che sembrava miracolosamente esistere nella nostra gente. Per non parlare poi della fascia di età italiana compresa tra i quindici e quarant'anni, la cui maggioranza è rappresentata da una massa di debosciati zozzi, ipertatuati e filo-progressisti, sempre troppo occupati a farsi trascinare dal loro cane al guinzaglio. Giuro che non ho mai visto un simile decadimento. Serve urgentemente un movimento politico trainante, pulito, fortissimo, capace di estirpare in breve tempo tutto lo schifo che ammorba la società, sradicando l'ipocrita pensiero progressista-democratico e conducendo finalmente l'Italia ad una nuova rinascita.

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  7. eri ho fatto una gita a Bergamo. Sono rimasto allibito sia dal numero degli immigrati presenti in città, ormai un buon 50% rispetto alla popolazione autoctona, sia dal comportamento degradante dei "nuovi arrivati". Moltissimi di essi buttati a terra senza alcun decoro anche nelle vie centrali. Addirittura, due nordafricani in PIENO CENTRO urinavano palesemente davanti a tutti in un giardinetto. Ma che diamine sta accadendo dico io? L'aspetto che più di ogni altro mi ha offeso ed insieme disgustato è stata la TOTALE passività dei bergamaschi di fronte a tale scempio di valori, delle elementari regole del vivere e di quel briciolo di dignità che sembrava miracolosamente esistere nella nostra gente. Per non parlare poi della fascia di età italiana compresa tra i quindici e quarant'anni, la cui maggioranza è rappresentata da una massa di debosciati zozzi, ipertatuati e filo-progressisti, sempre troppo occupati a farsi trascinare dal loro cane al guinzaglio. Giuro che non ho mai visto un simile decadimento. Serve urgentemente un movimento politico trainante, pulito, fortissimo, capace di estirpare in breve tempo tutto lo schifo che ammorba la società, sradicando l'ipocrita pensiero progressista-democratico e conducendo finalmente l'Italia ad una nuova rinascita.

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  8. Carissimo Anonimo,

    finché in Italia si darà spazio abnorme a chi dice, in nome di un finto umanitarismo, che bisogna accogliere tutti e comunque, e che chi dissente lo fa solo per "raccattare voti" (io scrivo le stesse cose dal 1996, anche con un opuscolo diffuso in Scuole e biblioteche, ma mai citato da alcuno, non chiedo mezzo voto e non mi interessa di averli) avremo assai poche speranze. Poi si lamenteranno quando le bandiere nere sventoleranno veramente sul Vaticano, sul Quirinale o su qualche vescovado, come già piangono per il fatto che i cristiani non vengono più tollerati nel mondo musulmano o magari sterminati. Più miopia di quella, altro che "raccattare voti" !

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  9. Prima abbiamo depredato e distrutto gli imperi Inca, Maya e Azteco poi è seguita la “tratta atlantica degli schiavi africani”, poi la colonizzazione poi la neocolonizzazione delle multinazionali che ha indebitato i paesi del terzo mondo impoverendoli sempre più, poi gli abbiamo “esportato la democrazia” destabilizzando sistemi politici e provocando focolai di guerre interne ed esterne ….

    E adesso ci scandalizziamo se questi popoli vengono a presentarci il conto,magari urinando nelle nostre “belle, pacifiche ,civili , piazze cittadine occidentali ?

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  10. Ps: Ho dimenticato un'infinità di altre atrocità commesse dal c.d. "occidente civile"

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  11. Caro Enrico,

    non credo che i nostri ospiti, presenti e futuri, sappiano qualcosa sul nostro e loro passato, né che abbiano conti da inviarci. Non dimentichiamo che in fatto di conti, gli Africani e gli Asiatici ne avevano fra loro e con noi: la storia umana è lunga e sarebbe difficile qui riassumerla. la colpevolizzazione dell'Occidente è solo un pretesto clerico-marxista e capitalista per i rispettivi interessi e comodi. E anche le civiltà precolombiane erano tutt'altro che gentili fra loro: i sacrifici umani nei templi aztechi e i non gentili trattamenti degli Incas sui popoli da essi dominati sono stati causa non lieve del sostegno dato agli invasori europei".

    La malvagità non è mai a senso unico, è sempre caratteristica dell'intera specie umana, soprattutto quando non si vuol rendere conto che Satana non è fuori di noi, ma in noi.

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  12. buongiorno MANLIO TUMMOLO - /SEMBRA UN NOME DELL'ANTICA ROMA )
    BEH BANDO ALLE CIANCE .
    dovremo annientarci? perchè nel passato ci furono avvenimenti che portarono sofferenze atroci? ahh ho capito! ora dobbiamo farci tagliare la testa , e pure le balle , ma quelle prima . altrimenti non sentiamo il dolore .

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  13. Manlio carissimo
    ( in risposta parziale al tuo post del 12 agosto ore 15:47

    D’accordo con te sulla «politica degli aiuti» utile solo ad indebitare paesi poveri con prestiti a interessi da usura che arricchiscono i “ benefattori” tacitando nel contempo le loro (in)coscienze

    Mi preoccupa invece la totale mancanza d’informazione riguardo il pensiero filosofico e le capacità politiche dei popoli africani (v. ad esempio che fine hanno fatto fare a Thomas Sankara http://www.thomassankara.net/?lang=it ) dei quali l’occidente non solo non ce ne da notizia ma al contrario li contrasta con violenza sottolineando unicamente quegli aspetti malati e deformati da valori imposti e del tutto estranei alle culture di quei popoli allo scopo di giustificare le proprie esigenze espansionistiche militari e finanziarie

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  14. Carissima Magica,

    non so se ti rivolgi a me con questa tua ultima affermazione. Io sostengo proprio esattamente il contrario, ma occorre anche trovare le cause e i mezzi per risolvere la questione, che, del resto, non si limita soltanto alle attuali invasioni, ma a tutta una visione autodistruttiva della specie umana, soprattutto dal suo lato occidentale (ma non solo: basta pensare alle stragi fra musulmani o fra indù e musulmani, ed avanti). la specie umana ha il pallino dell'autodistruzione, soprattutto a partire dal secolo XX.

    Gentilissimo Enrico,

    come ben sai, l'Africa è grande e andrebbe distinta per zone: l'Africa settentrionale (mediterranea), la costa del mar Rosso, senza parlare dell'Egitto, ec. ecc.) ha una ben lunga storia di cultura e di civiltà che, se si è bloccata, lo si deve essenzialmente al conservatorismo religioso. Non hanno mai avuto un Illuminismo autoctono. L'Africa Nera (bantu e zulu) non mi pare abbia culture di natura filosofica e se ce l'ha, l'ha ereditata dall'Occidente. Ho citato il caso della Liberia che, creata dagli USA per ospitarvi schiavi afro-americani liberati, non denota - malgrado il lungo contatto con la cultura anglofona - un particolare stato di civiltà nel senso occidentale del termine. La filosofia, come la scienza, è, nei secoli più recenti, un prodotto euromediterraneo, a parte Cina ed India, dove ci sono lunghe tradizioni di pensiero, ancorché però bloccatesi per secoli. Ovvio è difficile qui affrontare tutto, ma resta il fatto che il pianeta deve alla cultura europea nel suo senso territoriale più ampio il maggior progresso morale, intellettuale, scientifico ed artistico. Non si può dire altrettanto dell'Africa Nera, bantu o zulu. E basti pensare che ancora nel secolo XX si è praticata l'antropofagia, tanto per dire, e non certo per colpa occidentale.

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  15. signor TUMMOLO .
    il mio commento non era una risposta rivolta al suo scritto
    era una mia considerazione libera.. dettata dagli avvenimenti in corso .
    .------------------------------------------------------------
    bisognerebbe che lei scrivesse piu' post - perchè sono molto interessanti , abbiamo risposte che ci illuminano , su questioni che non sappiamo esprimere, con parole giuste.


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  16. Carissimo Manlio

    E' vero : l'argomento è molto complesso ed impossibile da affrontare in questa sede anche - e soprattutto ! - a causa della mia modesta competenza al riguardo

    Posso però dirti di aver seguito varie conferenze sul tema nel corso delle quali si sono svolti confronti interessanti fra esponenti del pensiero filosofico occidentale ormai in declino ed esponenti del pensiero africano in via di crescente vitale sviluppo ed elaborazione

    Tuttavia è possibile definire questo pensiero emergente squisitamente “africano” oppure altro non è che un’ emulazione, una reinterpretazione della cultura colonizzatrice dell'Occidente ?

    Credo che per la conquista di un’autentica libertà intellettuale sia necessario rimuovere l’immagine dell'Africa così come ci è stata trasmessa dai “vincitori” i quali ci hanno narrato un Continente consono alle loro necessità ed ai loro progetti e non hanno mai dato al termine "Africa" il significato di un preciso ideale metafisico utilizzandolo invece sempre in senso ben più riduttivo quale pura e semplice rappresentazione empirica e geografica .

    Ingabbiandolo in formule stereotipe e generiche hanno contribuito a fornirne la descrizione di un “luogo” immenso abitato da persone “primitive e selvagge” schiave dell’ignoranza e dominate da credenze misteriose, da superstizioni ancestrali nelle quali si mescolano e si confondono nella vita quotidiana il sacro e il profano, la magia e lo spiritismo

    A pensarci bene né più né meno ciò che accade anche in moltissime altre parti del nostro Pianeta, Italia compresa


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  17. Aziz Salmone Fall

    http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=15532

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  18. @Enrico
    L'immagine che riportarono i "vincitori" è esattamente cosi e l'ho constatato di persona vivendo un breve periodo nell'Africa nera, e contribuendo personalmente a sostenere un 'associazione che ha un ramo in Verona creata da liberi artigiani, da 15 anni partono annualmente container in un paese isolato del Burkina Faso.Dopo la puntuale partenza del container a maggio, Agosto lo trascorrono lì per costruire e insegnare. Hanno costruito pozzo, scuola, sartoria, falegnameria, casa per gli incontri convegni,chiesa,scuole per l'infanzia, primaria e secondaria, un'officina meccanica,un pozzo più grande.E si è potuto avverare con l'aiuto materiale-morale di tantissimi veronesi operosi e generosi (le uniche collette in denari sono per la spedizione del container e un pò di donazioni per legno da costruzione) a cui non partecipa nessuna famiglia di origine africana seppur potrebbe farlo anche solo donando del tempo come fanno molti. Una famiglia ha messo a disposizione uno stabile per raccogliere mobili,biciclette(tutto donato da noi, non rubato ) legno tegole travi macchinari etc.Un piccolo formicaio al lavorio ,un storia nata nel 2000. Ebbene, poche persone del posto han capito il senso di tutto ciò e l'hanno messo a frutto facendolo proprio.Il restante ci vive di riflesso.Se pongo su due piani, da una parte il paesino e dall'altra la Nazione, il risultato sarà equipollente.
    Scrivi "la conquista di un’autentica libertà intellettuale sia necessario rimuovere l’immagine dell'Africa così come ci è stata trasmessa dai “vincitori” i quali ci hanno narrato un Continente consono alle loro necessità ed ai loro progetti e non hanno mai dato al termine "Africa" il significato di un preciso ideale metafisico."
    Loro devono ambire a scardinare questa "visione". Non si può regalare, non so se son riuscita spiegare il concetto.L'Europa ha visto un'evoluzione di pensiero e pratiche che non è dell'Africa sebbene attraverso la colonizzazione, abbia toccato con mano la possibilità di crescere, ma ciò che si evince maggiormente è che loro bastano a sé stessi. Chiedono di "avere" non "crescere", sostanziale la differenza. Se un frigorifero si rompe non chiedono come aggiustarlo, ritornano alle pratiche antecedenti e chiedono averne un'altro. Questo esempio lo utilizzo per dire molte cose, ma sopratutto per sottolineare che il popolo europeo ha un motore interno che propende alla costante crescita (con gli inevitabili prezzi da pagare) intellettuale e scientifica. Molti popoli africani no, la conoscenza già ce l'hanno a suo dire,ed è quella degli avi,spesso gli basta.Se guardiamo all'America del nord ha fatto passi da gigante per raggiungerci,perché? Non è una questione di razze a mio avviso, e nemmeno di opportunità.Anche l'America è stata colonizzata ma ha fatto propria la cultura di altri,avendo loro già un motore insito alla crescita culturale, ma anche condizioni climatiche permissive,non dimenticando l'acqua ,risaputo che le zone ricche d'acqua sono piu feconde. Il mio è teso a essere uno spunto di riflessione. Ciao Dudù

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  19. Dudù, Buon Ferragosto !

    O mi sono spiegato male oppure abbiamo, al riguardo , due punti di vista a distanze siderali

    Non mi dilungo quindi oltre per controbattere le tue convinzioni : potrei rischiare di aumentare – se possibile – le nostre divergenze di pensiero
    Mi limito ad aggiungere questo breve ma sostanziale riassuntivo concetto che condivido in pieno

    « Per l'imperialismo è più importante dominarci culturalmente che militarmente. La dominazione culturale è la più flessibile, la più efficace, la meno costosa. Il nostro compito consiste nel decolonizzare la nostra mentalità. »(Thomas Sankara)


    Ps :

    Ti ricordo che il Burkina Faso, (il cui PIL negli anni Ottanta sotto il governo di Thomas Sankara superava quello della Cina ) rappresentò per un breve periodo un esempio ed una speranza per le altre nazioni africane , governate da élite corrotte appoggiate dall'Occidente e finanziate a pioggia dal FMI ( Idi Amin, il tiranno liberiano Samuel Doe l’«Imperatore» Bokassa solo per nominarne alcuni), e dimostrò come un piccolo Paese, privo di risorse naturali e geograficamente penalizzato, fosse tuttavia in grado DA SOLO di risolvere i problemi che affliggevano ( e affliggono) la maggioranza dei popoli africani

    Ma quando molti giovani africani chiesero ai propri governi di adottare le medesime generose risolutive politiche attente ai problemi della povera gente , un colpo di Stato organizzato con l'appoggio di Francia, Stati Uniti d'America (coadiuvate dalle milizie liberiane al soldo degli USA ) eliminò fisicamente dalla scena politica lo “scomodo” Thomas Sankara che fu freddamente assassinato a colpi di pistola da Blaise Compaoré

    Se Sankara avesse potuto vivere e se le sue costruttive innovatrici azioni di governo avessero potuto essere perfezionate, diffuse ed adottate anche da altre nazioni africane , oggi le associazioni come quella di cui parli e che ha sede a Verona non si troverebbero moralmente obbligate ad inviare aiuti umanitari in quella ed in altre regioni africane abbandonate a se stesse costrette a sopravvivere accettando la "carità" del "morale" e "benevolo" occidente

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  20. @Enrico
    Siamo molto vicini nelle linee di pensiero. Ci sono poteri tesi a mantenere un controllo. Questo è fuori di dubbio.Nemmeno l'Italia ne è esente attualmente. Su :" oggi le associazioni come quella di cui parli e che ha sede a Verona non si troverebbero moralmente obbligate ad inviare aiuti umanitari in quella ed in altre regioni africane abbandonate a se stesse costrette a sopravvivere accettando la "carità" del "morale" e "benevolo" occidente ." Un pò meno, (mi trovo d'accordo)in quanto non viene qui sentito come "obbligo morale" ma "sostegno civile etico in empatia" e di sensibilità di individui consapevoli che essere nati qui piuttosto che là è una gran fortuna e pochi se ne rendono conto, credimi.Non è carità cristiana, è un movimento, così sento di definirlo di persone sensibili ai problemi dell'umanità, consapevoli che oggi siamo in due, ma domani saremo 100 e le cose potranno cambiare. Un movimento che purtroppo ha dovuto appoggiarsi alla chiesa in loco ma che non avrebbe voluto, in ciò e con ciò si è dovuto, per il fine, come in tutte le cose , scendere a compromessi mal digeriti ma ineludibili. Sono in piena sintonia con te, quando sottoninei le difficoltà estreme che incontrano alcuni popoli ad affermarsi, e la povertà non aiuta, ma per contro la mentalità cosi legata al passato piuttosto che tendere al futuro pone molteplici questioni in rilievo, anche purtroppo aspetti sollevati da Manlio Tummolo, l'Africa è come i suoi diamanti, fatta di molte sfacettature,forse non ho saputo spiegarmi nel post precedente.

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  21. @Enrico
    Perdonami, il ferragosto è passato, posso però augurarti Buon Agosto, ovunque tu sia, qualsiasi cosa desideri fare. Ciao Dudù.

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  22. Che certe superstizioni siano diffuse pure in Europa, e in Italia in modo particolare, non è certo negabile. Pur tutavia, l'Europa e l'Italia hanno nella loro storia, punte particolarmente elevate che altrove non si sono trovate. Quanto poi al PIL, di cui tanto si parla, è una pura astrazione matematica su produzioni variamente calcolabili, che non riguardano il benessere reale di una popolazione, ma solo di pochi signoroni o signorotti: questo in qualunque parte del mondo. Poi si parla di prodotto interno lordo o prodotto nazionale lordo, ma il netto qual è ? Formulazioni astratte e fuorvianti di un'economia capitalista che dovrebbero essere superate.

    Vedrò di approfondire questo Thomas Sankara, e poi eventualmente riprenderò il tema. Un altro bel personaggio, che aumentava il proprio PIL individuale a spese altrui, fu il noto Bokassa, che si riteneva un nuovo Napoleone. Finché l'Africa non si libera di simili elementi, non basterà certpo un solo Sankara a fare dell'Africa Nera un continente moderno.

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  23. Manlio carissimo

    mi auguro anch’io ( benché ci spero poco !) che nascano e fioriscano altri leader illuminati capaci di ” fare dell'Africa Nera un continente moderno ma NON vorrei che tale processo si sviluppi ad immagine e somiglianza delle altre “civiltà” cosiddette “ progredite “ attualmente in circolazione

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  24. Carissimo Enrico,

    se non si tratta di un omonimo, ho visto la sua biografia su Wikipedia. Da quel poco che si capisce è che ha fatto una brutta fine, a causa di un suo collaboratore accusato di tradire la causa. Devo dire, però, per sincerità, che di filosofia nella sua storia ne vedo poca, salvo che non si intenda per quest'ultima semplicemente una mentalità, come si usa dire la "filosofia della Fiat", "la filosofia di Marchionne" o analoghe. Contro l'imperialismo, particolarmente americano, hanno scritto e parlato in tanti, a partire dalla guerra fredda. Il guaio è che anche coloro che si oppongono agli USA, ne imitano usi, costumi, linguaggio e "filosofia". In questo modo, non riusciremo mai a liberarci né dall'imperialismo in generale, né da quello culturale a cui Sankara si riferiva (e giustamente, se vogliamo, ma non basta, quando poi si segue ugualmente quella corrente e se ne imitano modi e stile).

    Carissima Magica,
    grazie per il chiarimento e quanto hai detto di me. Come ho spiegato, non utilizzando più i collegamenti INTERNET da casa, devo limitarne l'uso. D'altronde, per quel che posso, cerco di chiarire le mie posizioni, sia con qualche intervento, sia con questi saggi o articoloni che Massimo gentilmente mi pubblica

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