Noi vediamo bene che la ragione sragiona e non sa costruire che delle prigioni
quando la sua forza imperiosa non è addolcita dalla grazia dell’umiltà. (Andrè Frossard)
Articolo di Alfredo Mori (degli amici di Padre Brown) - Brescia
18 maggio 2016 - ci siamo!, benvenuti in Unione Sovietica. Se non vi garba o non siete d'accordo, state pure comodi che un giorno o l'altro potreste accorgervene anche voi.
Non è che ci troviamo alla vigilia di un secondo caso Monica Busetto di Mestre, con il capo della Squadra Mobile di Bergamo trasferito a Venezia poco prima dell'arresto della donna (forse un entusiasta delle micro tracce di DNA che trasformano ogni imputato in colpevole) a far da tramite inquietante alle due vicende?
In ogni caso, se Bossetti sarà condannato è molto facile prevedere che un domani la richiesta di confessare misfatti a cui si è estranei diventi legittima... come ai tempi di Stalin.
Sin dal giorno della scomparsa della piccola Yara, pare che almeno una parte degli inquirenti avesse un compito: dare un indirizzo preciso alle indagini, un indirizzo dichiarato con ingenuità e leggerezza dalla stessa Letizia Ruggeri, titolare del caso. C'era da tener fuori dal fatto delittuoso ogni riferimento al molto chiacchierato cantiere di Mapello. “La pista del cantiere l'ho scartata sin dal primo giorno”, la si sente ripetere in tanti video che girano su Youtube.
E la domanda è: Cosa poteva sapere sin dal primo giorno il magistrato Letizia Ruggeri di quel che era successo a Yara? Chi glielo aveva detto? Da quale fonte traeva le sue convinzioni? (I cani molecolari che hanno trovato le tracce di Yara nel cantiere sono arrivati solo dopo tre giorni).
Non è che già dal giorno della scomparsa (forse anche da prima) è stata fatta segno di intimidazioni molto persuasive così da non consentirle di rivangare quei temi tabù che nella bergamasca già avevano fatto registrare episodi inquietanti? Vedi ad esempio lo scioglimento del ROS di Bergamo, scoperto colluso con la malavita, l'arresto del bergamasco Pasquale Claudio Locatelli, trafficante internazionale di droga, la condanna a 14 anni del generale dei ROS Ganzer, la condanna dell'ex Ros di Bergamo Gianfranco Benigni (corriere e informatore dei trafficanti di droga), le indagini su Filippo Bentivogli e diversi altri appartenenti alla benemerita, per favoreggiamento, e l'arresto dei figli di Pasquale Locatelli...
E ancora, episodio accaduto il giorno prima della scomparsa di Yara, lo strano suicidio (con misteriosa scomparsa di chiavette per computer parti di pistola e agenda personale) del brigadiere dei carabinieri Pierluigi Gambirasio. Sul suicidio del brigadiere (chiamato il Serpico della Valbrembana) che entro breve si sarebbe sposato con la sua convivente, dalla quale aveva avuto un figlio, stava indagando proprio Letizia Ruggeri...
Non è dunque che alla procuratrice è stata prospettata la stessa fine - un suicidio senza motivazioni - stessa fine che fece a novembre 2012 l’imprenditrice Silvana Sonzogni, compagna del capitano Bentivogli, che aveva per prima scoperto il corpo del brigadiere riverso sulla sua scrivania in caserma?
Sarà questo il motivo per cui il Questore di Bergamo ha confessato, dopo l’arresto di Bossetti, che gli inquirenti sono partiti dal nulla... per poi arrivare ad un marziano? Un tipo risultato venire da un altro pianeta rispetto al mondo di Yara?
Perché i testimoni della prima ora sono stati tutti dissuasi a mantenere le loro testimonianze e si è voluto far tabula rasa di un quadro indiziario piuttosto ricco che presentava personaggi, fatti e movimenti parecchio sospetti?
Perché una settimana dopo si è andati persino in alto mare a fermare e arrestare (per sbaglio?) un marocchino che la sera della scomparsa era proprio nel cantiere di Mapello... con un'accusa pesantissima “sequestro di persona, omicidio in concorso con altri e occultamento di cadavere”?
Come mai sono stati sospettati del delitto anche i due italiani che erano con lui nel cantiere quella sera?
Ci sono telefonate molto strane che ancora si possono leggere nel web che li ha visti protagonisti. Per quelle effettuate dal marocchino si è detto che erano state tradotte male... però il comandante del nucleo operativo dei carabinieri di Bergamo sosteneva che si erano utilizzati i migliori traduttori disponibili sulla piazza (mesi dopo il comandante venne trasferito... perché in dissidenza col magistrato inquirente?), mentre quelle del suo datore di lavoro Roberto Benozzo, che quella sera era al cantiere assieme al marocchino, erano piuttosto precise e inequivoche: nel senso che davano la netta impressione che fosse a conoscenza di quel che era accaduto a Yara.
Strano anche che il furgone bianco chiuso delle prime testimonianze, che molti han visto la sera della scomparsa di Yara, sia stato fatto diventare, così da corrispondere al mezzo di proprietà di Bossetti, un cabinato aperto da muratore color verdino. Un furgone che diventa un camioncino, come nella favola della zucca trasformata nella carrozza di Cenerentola, qui nelle vesti di Yara, che per di più aveva misure diverse di quelli apparsi sugli spezzoni del famoso filmato dei RIS di Parma... quello confezionato ad hoc per conto della procura per “esigenze di comunicazione”.
Poi c'è il famoso DNA di Ignoto1 corrispondente a quello di un ragazzotto di nome Damiano Guerinoni, conoscente di Yara che però la sera della scomparsa si trovava all'estero... ma che poi, però, prima del ritrovamento del cadavere tornò a casa. Era un frequentatore della discoteca di Chignolo d'Isola come Silvia Brena, l'istruttrice che ha lasciato - pure lei - il suo Dna sulle maniche del giubbino che indossava Yara.
E siccome gli inquirenti, sempre per lasciar fuori dalle indagini il cantiere di Mapello?, hanno ipotizzato che il corpo di Yara fosse rimasto nel luogo del ritrovamento sin dalla sera della sua scomparsa, sul ragazzotto figlio della colf di casa Gambirasio non si è più indagato supponendo che il DNA fosse invece di un figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni: un autista morto diversi anni prima e fratello del papà di Damiano.
La presenza del corpo di Yara sul luogo del ritrovamento per tutti i tre mesi in cui sono durate le ricerche è stata smentita da alcune risultanze dell'autopsia ben precisate in aula dalla genetista Dalila Ranalletta e dagli stessi volontari, a partire dal sindaco di Chignolo d'Isola, che hanno partecipato alle ricerche e riferito che il terreno era stato setacciato più volte e che il corpo non c’era... che quasi certamente era stato portato in quel luogo poco prima del ritrovamento.
Dunque, prima di arrivare al campo di Chignolo era nascosto da qualche altra parte e non certo a casa di Bossetti. Casa scandagliata dagli inquirenti fin negli angoli più remoti... forse si trovava proprio nel cantiere dove i cani avevano fiutato l'ultima traccia di Yara?
Ma Letizia Ruggeri ha dichiarato inattendibili i cani molecolari (gli unici soggetti non passibili di intimidazione), ne ha snobbato i segnali e non ha mai voluto modificare le sue supposizioni circa il delitto. Supposizioni senza evidenze certe e risultate, come evidenziato nella sua requisitoria, senza alcun elemento di fatto. Quindi erano e sono rimaste semplici supposizioni, appunto.
Alla fine si è forzata la mano e Ignoto1 è stato fatto corrispondere al signor Massimo Bossetti. Peccato che due anni prima, nell'estate 2012, il genetista Emiliano Giardina (su richiesta degli inquirenti) confrontando i Dna confermò che la mamma di Bossetti, Ester Arzuffi, non era la mamma di Ignoto1. La circostanza è stata confermata in aula anche da Gianpaolo Bonafini, ex capo della Squadra Mobile di Bergamo, durante la sua deposizione in Tribunale.
E se la mamma di Bossetti non era la mamma di Ignoto1, nemmeno suo figlio poteva diventare l’Ignoto1 figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni.
Per fugare ogni possibile contestazione bastava fare la prova regina risolutiva, e cioè il confronto fra i Dna dei due Bossetti padre e figlio, ma gli inquirenti non l'hanno mai voluta fare... forse perché così sarebbe caduto tutto l’impianto accusatorio?
Si voleva una "confessione collaborativa" che non c'è stata, in mancanza di questa si è registrato un gravissimo tentativo di attribuire a Bossetti la confessione dell'omicidio di Yara... ma troppo pacchiana è risultata la descrizione (vedi Cremaoggi.it) della dinamica del delitto, con il coinvolgimento di un secondo uomo, ritenuta inattendibile ma verosimile (sic!) da Letizia Ruggeri. La “soffiata” agli inquirenti la fece il detenuto Loredano Busatta, compagno di cella di Bossetti perché imputato di 21 rapine. A sbugiardarla fu un altro detenuto, R.L., che nei piani del Busatta doveva invece confermarla. Il soffiatore fu scarcerato prima del processo e affidato a una comunità di recupero. Da lì fuggì e fu riacchiappato solo nel maggio 2015 per essere poi condannato a 9 anni e 4 mesi dal tribunale di Brescia.
Ora, che la Pubblica Accusa abbia insistito nella sua requisitoria a sostenere la colpevolezza di Bossetti, fatto diventare (ricamando su alcune testimonianze) da iniziale “pedofilo stupratore di ragazzine” (così percepito dall'opinione pubblica attraverso i mass media) a tipo impulsivo che quando si trova di fronte alle donne (qualsiasi età abbiano) non si sa trattenere, come descritto nella requisitoria del Pubblico Ministero, non è un fatto che ci può far stare allegri. Fare complimenti a una signora o scrivere a una sconosciuta molto insistente su certi particolari (la provocatrice sarà proprio la Gina moglie del giostraio?) che si dispone di grandi doti e si è bravi in certe cose, non mi pare che possa consentire di tirare conclusioni del tipo: chi indugia in questi comportamenti (da bulli da Bar Sport, da Berlusconi se volete o da chi vi pare in base alle vostre conoscenze) può anche andare in giro ad ammazzar bambine. Francamente codesto pseudo movente impulsivo sembra davvero un po' tirato, roba da menti contorte molto a corto di prove e certamente molto a corto di argomenti probanti.
Ritenerlo pure sadico, con quella descrizione davvero enfatica AD USUM DELPHINI di aver voluto far soffrire Yara per ore abbandonandola ancora in vita, senza dire quali probanti elementi corroborassero tale supposizione, è un fatto da indagare più nella mente della signora Ruggeri che in quella di Bossetti... mente che tutti ormai conosciamo nei più piccoli dettagli. Nessun testimone a processo ha fatto emergere elementi di sadismo nella sua vita. Da dove li avrà estratti la PM, se non dalla sua mente?
C'è ancora un argomento molto delicato da considerare e non trascurare. Se davvero arrivasse una sentenza di condanna per Bossetti tutti dovremo prepararci a vivere da cittadini di una prossima “Italia sovietica”.
Tutta la gente di Brembate è stata coinvolta e segnata dalla morte di Yara, sia in via diretta (per rapporti di parentela con alcuni testimoni) sia in via indiretta (perché l'ambiente è piccolo e la gente mormora). La stragrande maggioranza dei brembatesi sa con certezza che Massimo Bossetti è estraneo alla disavventura che è costata la vita a Yara. Dunque si rende conto che il paese resterà sotto una cappa di piombo se ci si accontentasse della condanna di Bossetti e con questa venisse sospesa la ricerca dei veri responsabili del crimine.
Vi sono state testimonianze che in aula hanno dimostrato tutta la loro fragilità. Non mi riferisco ai tanti non ricordo che si son sentiti a ripetizione, quanto alle tante contraddizioni che non si son volute approfondire (a partire dal custode della palestra), e alla mancata accettazione da parte della Corte di molti testi importanti proposti dalla difesa: uno su tutti è il capo del nucleo investigativo dei carabinieri di Bergamo Giovanni Mura che ha svolto le indagini fino al settembre 2012 prima di essere trasferito a Parma. Ma anche altri, accantonati e lasciati un po' sullo sfondo, lo stesso marocchino Fikri e il suo datore di lavoro che avrebbero potuto e dovuto chiarire molti lati oscuri della vicenda.
É molto probabile che qualche segnale molto presto si paleserà, come ebbe a dire in chiesa con parole forti l'ex parroco don Corinno, ora pensionato in un santuario, stimolando i presenti a un esame di coscienza. Si rischia di dover registrare incidenti e disgrazie, soprattutto fra chi sa qualcosa e non ha parlato per paura.
Un appello va fatto alla gente di Brembate e ai genitori di Yara. Non potete restare in silenzio e accettare e accodarvi alle conclusioni della pubblica accusa! Non potete chiudere un fatto delittuoso che non può essere opera di un singolo protagonista (come sostiene anche Vittorio Feltri, tra i pochi giornalisti a esporre qualche ragionamento sensato, chi leggendo gli atti non credette alla colpevolezza di Enzo Tortora) e lasciare che i veri responsabili della morte di Yara restino impuniti. Massimo Bossetti ha di certo limiti e fragilità, ultimamente rese evidenti, ma non è un assassino e non può essere condannato alla disperazione solo perché enormi corollari nefasti sono stati messi in campo per sostenere l'accusa che lo ha colpito. Corollari che non riguardano la morte di Yara ma la sua vita privata, la sua famiglia e i suoi familiari.
Un altro appello lo si deve fare al popolo italiano e ai giudici popolari. Non si può lasciar condannare senza prove in nome del popolo italiano. Si sa che i giudici popolari hanno poca voce in capitolo "sentenze", che chi presiede la Corte ha più autorevolezza e forza, ma è giunta l'ora che si assumano le loro responsabilità e si impuntino sulla logica. Prima di tornare in tribunale che si vadano a rivedere il film "La parola ai giurati" e si rendano conto che con Bossetti hanno un compito facilitato... mancando ogni evidenza di contatti tra vittima e imputato ed essendoci lacune investigative a causa di indagini che non si sa bene il motivo hanno trascurato, o accantonato, importanti elementi emersi dalle testimonianze raccolte. Elementi che andavano approfonditi e non liquidati con sufficienza o, peggio, con fastidio come è avvenuto.
Se la sentenza sarà di condanna non si dovrà dire in tribunale che viene emessa a nome del popolo italiano,. Io non ci sto, meglio dichiarare che si condanna in nome delle deficienze della Procura di Bergamo, in nome di quei tanti carrieristi che vivono e prosperano sulle disgrazie altrui, in nome di quella feccia "colpevolista a priori" piena di se stessa che vorrebbe essere sempre vincente, che non sa considerare i fatti né guardare alle evidenze, che non sa cosa vuol dire provare a mettersi nei panni degli altri perché si crede immune da ogni disavventura.
In caso di condanna ci aspettano tempi bui, troppa gente proverà una soddisfazione che non merita e se non si reagirà lasceremo che venga avanti il disegno oscuro che si sta già ben delineando e che vuole tutti i cittadini rattrappiti, chiusi in se stessi, proni, intimiditi per non dire terrorizzati e, a discrezione di qualche solerte funzionario, tutti potenziali criminali al di là di ogni evidenza ...
Alfredo Mori
(degli amici di Padre Brown) - Brescia
P.S. .
Vedo ora (21.5.16) che gli avvocati di parte civile (Pelillo e
Pezzotta) hanno chiesto a nome della famiglia la condanna di Bossetti, dicendo
di essere rimasti persuasi della pista del Dna. Ma non la raccontano giusta.
La famiglia per molti ha lasciato parecchio a desiderare, è mancato forse quel
tantino di feeling in più con la figlia durante le ricerche e hanno sollevato
perplessità alcuni comportamenti, soprattutto del padre... e poi pare mostruosa la cifra richiesta di
risarcimento avanzata dagli avvocati che la rappresentano.
Ma alla luce delle parole dei due legali, c'è da capire perché nel gennaio 2013, quando la ricerca di Ignoto1 era già avviata da molti mesi, l'avv. Pelillo si oppose a
nome della famiglia all'archiviazione del fascicolo su Fikri, perché al tempo lo
riteneva coinvolto nella morte di Yara come, anche, il Gip Maccora che chiese un supplemento di indagini. Dunque anche l'avvocato Pelillo
era convinto che fossero più di uno i
responsabili della morte di Yara.
Poi, con l'avvento di Bossetti, anche lui si è convertito
sulla strada di Damasco. Oppure l'hanno convertito i consigli di
gente più scafata di lui, con motivazioni tipo “non vincerai mai più un
processo”, o è stato allettato da una bellissima parcella da incassare in caso di vittoria. Per questo si è
prestato a quell'osceno interrogatorio alla moglie di Bossetti che con Yara non aveva
proprio niente a che fare e che, speriamo, continuerà a tormentarlo per tutto il resto
della sua vita.
Fotografia impietosa e realistica non solo del caso Bossetti ma più in generale di una giustizia ammalata e bisognosa di una profonda riforma, ma anche radiografia di un Paese allo sbando, senza punti di riferimento.
RispondiEliminaBell'articolo che tocca alcuni nodi fondamentali del caso di Yara Gambirasio: stato di conservazione del cadavere, la figura di Damiano Guerinoni, ma la cosa che più mi inquieta è il caso di Monica Busetto e lo strano parallelismo con quello di Yara.
RispondiEliminaPersonalmente lo sto scrivendo da diverso tempo che la traccia 31g20, dove dicono sia stato ritrovato il DNA di Ignoto1, è un falso bello e buono e che Ignoto1 è Damiano Guerinoni e che solo per fortuna si è salvato da un processo e una condanna che sarebbe stata più che certa, se Damiano Guerinoni non avesse avuto un alibi inattaccabile e che quindi lo poneva in modo incontestabile lontano da Brembate Sopra, oggi avremmo un innocente in galera che stava scontando la pena dell'ergastolo.
Scusate non ce la faccio, vi segnalo questo "sobrio articoletto" esempio di un giornalismo degenerato in psicologia da quattro soldi: http://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/16_maggio_21/bossetti-l-arringa-dell-avvocato-la-mamma-yara-quell-emozione-volto-una-sfinge-processo-yara-gambirasio-b20a9d62-1f23-11e6-8875-c5059801ebea.shtml
RispondiEliminaInsomma tutto congiura contro di lui, non trova più appigli neanche nel suo pool difensivo. Allucinazioni!!!
Un diorama del disfacimento del Diritto, proprio nella terra che gli fu culla.
RispondiEliminaL'assurdità al posto della ragione, come segnale di decadenza progressiva, di una grossa parte di della società, passiva e pronta ad accettarne, con pacata rassegnazione, le relative risultanze.
articolo molto ben strutturato. Qui si deve mobilitare tutta la società civile e pure i politici (quelli seri) perché in queto caso c'è in gioco la libertà degli italiani. Questo è un caso che se non viene risolto a dovere mette a dura prova la democrazia e ci traghetterà verso una dittatura. Un caso di oscurantismo pericolosissimo
RispondiElimina
RispondiEliminaArticolo eccezionale,che esprime tutto il buio di una democrazia inesistente, in cui i poteri forti possono fare di noi e delle nostre menti, qualsiasi cosa.
E' un caso che, a mio avviso, non ha meno importanza di tanti misteri italiani avvolti da una tela vischiosa di connivenze, collusioni, oscure trame di servizi,mafie e la peggior politica. Non è meno importante, perchè, al di là della vicenda dell'uomo Bossetti,dimostra di cosa è capace il potere quando è marcio, cosa può capitare a chiunque, quanta forza hanno queste alleanze: mafia, polizia, magistratura e media.Come bene ha detto alberta è un caso di oscurantismo pericolosissimo, e la dittatura è lì, a un passo.
Non siamo nel novecento: per istaurare una dittatura, non serve colpire il corpo, ma la mente. Non servono colpi di stato plateali,ma le tv spazzatura, non i generali, ma i giornalisti corrotti o ricattati.E ancora: i politici da quattro soldi,i magistrati incapaci o collusi,i membri corrotti delle FdO (e in questa vicenda non mancano!). Tutta gente INTOCCABILE. Ma ci rendiamo conto che alla festa dei Locatelli c'erano politici e MAGISTRATI di Bergamo che brindavano con i figli di un camorrista noto per essere uno dei più potenti trafficanti di droga a livello internazionale?
Ma che sta succedendo?
Penso che Alberta abbia ragione: qui serve una mobilitazione della società civile, serve contattare politici, intellettuali e magistrati che abbiano il coraggio di parlare, di denunciare e di esporsi.
Temo molto per Bossetti, non credo che sia in pericolo la sua vita, ma che tra psicofarmaci, cappellani del carcere e l'incredibile richiesta di risarcimento,
lo stiano spingendo verso una confessione: la sua vita in cambio del futuro della sua famiglia. IGNOBILE.
Se non riusciremo a impedirlo, posso solo dire
che Dio li maledica!
Tanto per cominciare questo articolo dovrebbe essere spedito a tutti i direttori di giornali, alle televisioni, agli intellettuali, ai politici e al Presidente della Repubblica.
RispondiEliminaContinuare a parlare di questo caso infame, tra noi,come fossimo in un salotto,
a questo punto, è inutile.
Alfredo ottimo a coraggioso articolo. Mi unisco anche al parere di Andrè. Con queste prove c'è un innocente in galera. Mi sono domandato come fa la pm ad escludere fin dal primo giorno il cantiere. Perché lo ha escluso fin da subito, sarebbe dovuto essere il contrario, peraltro negli omicidi, con tutti quegli uomini e mezzi a disposizione, milioni di euro al vento, non si deve escludere nessuna ma proprio nessuna pista, altro che escludere fin dal primo giorno il cantiere. Siamo in piena inquisizione.
RispondiEliminaRicordiamo chi era Questore a Bergamo, dal 2010 al 1 giugno 2012,
RispondiEliminaVincenzo Ricciardi.
Io da siciliano lo ricordo molto bene.
camaron
Ricordiamolo Vincenzo Ricciardi, questore di Bergamo dal 2010 al 1 giugno 2012 quando andò in pensione per motivi anagrafici.
RispondiEliminaIo da siciliano me lo ricordo bene.
Un saluto a tutti
camaron
Per amor di verità: a febbraio la Gino ha confermato che Massimo non è figlio di Giovanni (ero presente in aula, a meno che non sia diventata sorda...), quindi continuare ad ipotizzare il contrario non ha veramente nessun senso ormai.
RispondiEliminaÈ figlio di un altro uomo, questo lo ha dichiarato sempre la Gino.
Ora, se non fosse figlio di Guerinoni, spero bene che la Arzuffi avrebbe parlato e confessato il nome del vero padre, scagionando il figlio.
Ma la Arzuffi è rimasta zitta e quindi a casa mia 2 più 2 fa 4.
Quello è il dna di Bossetti, non c'è santo che tenga.
Come sia arrivato lì, piuttosto, non è chiaro.
Per Giu
RispondiEliminaLa realtà potrebbe essere più complessa di quello detto dal genetista della difesa, secondo me stanno recitando un copione, posso immaginarmi il motivo, però la vera ragione la sa solo chi ha imbastito questa farsa.
@ Paolo A
RispondiEliminaMi trovi in sintonia...
@Giu in effetti come logica dovrebbe essere così, anche io sono portato a fare un ragionamento come al tuo, ma dopo aver assistito a tutti questi colpi di scena, dal furgoncino divenuto camioncino, da video confezionato per la stampa, dal DNA senza mitocondriale, da cellule che agganciano in maniera strana, da lettere trappola dalla Gina, dagli amanti di Marita, dalle lampade abbronzanti, dai metri cubi di sabbia che secondo l'accusa servirono a coprire il corpo della povera Yara, mentre invece è servita per un marciapiede, e termino di elencare tutti i dubbi che ho sulla testa, e che nessuno pm mi può far cambiare opinione, be ti devo dire che la logica in questa triste storia lascia il tempo che vuole. Prova a vedere (io lo vista in questo blog) la foto di Bossetti padre da giovane e guarda Bossetti Massimo vedrai che la fisionomia è molto di più tra loro che non quella con Guerinoni. Se poi la Ester Arzuffi si stà zitta creda possa essere anche perchè consigliata a stare zitta per adesso dalla difesa. Non dimentichiamo che a questa famiglia, dalla madre al figlio passando per la moglie ed i figli, è scesa una montagna in testa. Potrebbero essere annichiliti ed aver paura di ogni sillaba. Ma che ci sia qualche cosa che non quadra nella mia testa è certo, nella tua non so. Per adesso intanto in galera non ci siamo noi ma un altra persona che potrebbe, lo hai mai pensato che potrebbe essere innocente.
RispondiEliminaBravo Bruno!
RispondiEliminaCondivido tutto!
Andres, faccio mio il tuo scritto.
Carissimi tutti,
RispondiEliminail mio parere vale quanto il vostro e ovviamente le nostre ipotesi lasciano il tempo che trovano.
Io credo che quello sia il DNA di Bossetti e ritengo che fare del complottismo spicciolo (è il figlio di Giovanni, mentono tutti e la Arzuffi omette) sia deleterio per lo stesso Massimo e vada ad invalidare la credibilità delle nostri tesi ("noi" inteso come innocentisti).
Ecco, penso si debba partire da una certezza: Massimo non è figlio di Giovanni e ciò non significa che sia figlio di Guerinoni. Per carità, io ormai ne sono persuasa, ma posso sbagliare.
Il DNA sul corpo della vittima significa che lui è l'assassino? No.
Un DNA può essere trasportato? Sì.
L'esame è stato ripetuto? No.
Posso condannare all'ergastolo una persona sulla base di un esame non ripetibile? Direi di no.
Fine.
Io ragionerei sulle possibilità che quel maledetto DNA sia finito sul corpo della povera Yara in maniera casuale.
Lascerei perdere altre ipotesi.
Per il resto (furgone, la Gina, edicolante e azzi e mazzi concordo con Bruno).
Purtroppo o meno male l'unica prova è il DNA. Il resto è fuffa.
Bruno,
Eliminaguardi la signora Letizia e la foto di Guerinoni. Sembrano gemelli.
Massimo non somiglia né a Giovanni né a Guerinoni,ma è la copia della Arzuffi. Somiglia a sua madre.
Anche queste considerazioni lasciano il tempo che trovano. La scienza è l'unica certezza.
Mi piacerebbe però avere anche un riscontro investigativo alla vecchia maniera: come mai Yara è salita sul furgone di Bossetti? Non si conoscevano, è chiaro ormai. Come mai non si è ribellata se è stata costretta a salire? E le giuste osservazioni della dottoressa Ranalletta dove le mettiamo?
Per tutti questi motivi per me Bossetti è innocente, non certo per un DNA senza mitocondriale. Il nucleare, purtroppo, conta.
Piuttosto, pur non essendo una suora di clausura, mi sentirei di condannare la condotta della signora Ester. E come condotta non mi riferisco alle sue (eventuali) relazioni extraconiugali, ci mancherebbe, ma alle menzogne dette agli inquirenti e davanti alle telecamere.
Ha fatto bene, il buon Massimo, a scrivere quella lettera rabbiosa alla madre...Se lei avesse detto la verità da subito, ora sarebbe più facile capire come sono andate realmente le cose.
No,continuando a sostenere che il padre dei figli fosse Giovanni (lascio stare Fabio Bossetti, risultato anche lui figlio illegittimo dopo le analisi presso l'università di Torino svolte dalla dottoressa Gino,ma è puro gossip e irrilevante ai fini del processo a carico di Massimo) ha permesso alla Pm di sostenere che la famiglia Bossetti sia un covo di bugiardi.
In questo senso non ha aiutato il figlio, per niente.
Umanamente la comprendo, certo, ma avrebbe dovuto dire la verità da subito visto che il figlio rischia l'ergastolo.
Al processo non ha voluto parlare. Beh, strategia difensiva? Non so mica.
Giu sottoscrivo parola per parola.
EliminaMichele
Giu
RispondiEliminaNon credo che i vari commentatori vogliano fare il processo, nelle discussioni post-articolo si evidenziano i molti punti critici che sono emersi dalle indagini, per esempio se dici che Fabio Bossetti non è figlio di Giovanni, quando è stato fatto questo test di paternità da parte della Procura di Bergamo, gli esami fatti privatamente dalla famiglia Bossetti non sono presenti in nessun fascicolo di indagine, non avevano l'obbligo di darli all'accusa e allora come fa la Procura a dire una cosa simile, forse hanno prelevato il DNA di Giovanni Bossetti segretamente e lo hanno confrontato con quello dei figli, ma allora perché questa comparazione non è agli atti, se questa comparazione aveva dato esito positivo per l'accusa, perché non è stata ripetuta con l'incidente probatorio, perciò con le garanzie previste dal codice, avevano forse paura che venisse rivelato qualche cosa di diverso della tesi dell'accusa.
Ormai sono arrivato al punto di non credere più a niente da quanto affermato dall'accusa e ti posso assicurare che a questo atteggiamento mi ha portato proprio il comportamento che hanno avuto gli inquirenti, a partire dalla Procura.
Caro Paolo A
RispondiEliminaRipeto, sono in sintonia con te. Qualcuno continua a credere a quel fantomatico DNA, ma non sia mai che la verità sulla paternità prima o poi venga a galla finalmente con un referto. Allora vedremo chi racconta la Favola Bella...
Siccome quel dna non è verificabile per la scienza non ha alcun valore.
RispondiEliminaMi auguro solo che la giudice abbia una coscienza.
Coprire i responsabili di un omicidio è un'imperdonabile mancanza di rispetto nei confronti della vittima.
Kris
Paolo Amaro continua la sua analisi ricostruttiva.
RispondiEliminahttps://m.youtube.com/#/watch?v=FWUkDPGpSnU
Caro Paolo,
RispondiEliminaio ho riportato quanto sentito in aula dalla dottoressa Gino, consulente della difesa. Poi se vogliamo sostenere che siano fandonie senza poter dimostrare il contrario (che Massimo sia figlio di Giovanni), non so cosa dire...
C'è chi crede a quel fantomatico dna e chi crede che Massimo sia figlio di Giovanni.
Io come difesa avrei puntato più sulla trasportabilità che sulla validità della traccia.
Prendiamo atto che il processo non è riuscito a chiarire la mancanza del mitocondriale e che la difesa non sia riuscita a smontare la prova (non per colpa sua).
Vedremo come finirà. Purtroppo io non sono ottimista.
Gilberto
RispondiEliminaE' mai possibile che con l'intelligenza e l'acume che reputo tu ne abbia abbastanza, insisti ancora sul dubbio che MB non sia figlio di Guerinoni?
Se fosse stato figlio legittimo di GB e, quindi, non rispondente ai fattori genetici di ignoto1, ti pare che i difensori dell'imputato se ne sarebbero stati con le mani in mano?
Cose dell'altro mondo...!
Per Giu
RispondiEliminaCapisco la tua opinione, però a me questa storia non mi quadra per niente e troppe cose nel processo si sono rivelate diverse da come erano annunciate, la paternità a mio avviso è una di queste, perché pur essendo richiesta non si è fatta la comparazione ufficiale tra Massimo e Giovanni Bossetti; se l'accusa ha affermato che neppure Fabio Bossetti è figli di Giovanni, la vera domanda non è se questa cosa è vera o meno, non ha importanza, ma quando hanno prelevato il DNA a Giovanni Bossetti, perché da quello che si sa non c'è traccia di un prelievo di DNA ne ufficiale e neppure ufficioso.
Ti faccio una domanda, secondo te come è possibile che il primo match del DNA di Ignoto1 è stato con quello del figlio della domestica di casa Gambirasio, Damiano Guerinoni, che guarda caso era iscritto alla discoteca le Sabbie Mobili, abitante a Brembate Sopra, all'epoca di circa 20anni e che conosceva Yara in quanto frequentante la casa dei Gambirasio.
Per darti un aiuto ti dico che Damiano Guerinoni la sera della scomparsa di Yara aveva un alibi inattaccabile, si trovava all'estero, quindi cosa può essere successo?
@Paolo A.
RispondiElimina"Ti faccio una domanda, secondo te come è possibile che il primo match del DNA di Ignoto1 è stato con quello del figlio della domestica di casa Gambirasio, Damiano Guerinoni, che guarda caso era iscritto alla discoteca le Sabbie Mobili, abitante a Brembate Sopra, all'epoca di circa 20anni e che conosceva Yara in quanto frequentante la casa dei Gambirasio.
Per darti un aiuto ti dico che Damiano Guerinoni la sera della scomparsa di Yara aveva un alibi inattaccabile, si trovava all'estero, quindi cosa può essere successo?" [citazione]
mhmmm... vado a tentoni:
- sfiga?
- destino ?
- fato?
- malasorte?
- jella ?
- UFO e alieni?
oppure:
- miracolo ?
:)
PS: a volte anche un minimo di "sorriso" non guasta pur anche in discussioni serie.
Antonio
ecco appunto ,
RispondiEliminaperchè ? se DAMIANO ERA ALL'ESTERO E PERCIO' AVEVA UN ALIBI DI FERRO ma nonostante cio' il suo D.N.A. è stato primo imdiziato . se era impossibile che DAMIANO fosse stato coinvolto nell'omicidio .. non doveva nemmeno comparire nessu sospetto su di lui .. non c'era !con yara! allora se da una parte va scartata la colpevolezza du DAMIANO .perchè il D.N.A. DOVREBBE ESSERE DI BOSSETTI , NE SBAGLIANO UNA , E UNA LA PROSSIMA DEV'ESSERE GIUSTA -"! L'AGGEGGIO FUNZIONA A PIACERE ,,
Carissimo Alfredo, splendido articolo che sintetizza tutto ciò su cui ho pubblicato da quasi due anni. Mi mancavano i Carabinieri ...che tendo sempre a "scusare" perché in famiglia abbiamo un Eroe e quella divisa resta sacra come tutte le divise...anche se assito quotidianamente a profanazioni indicibili di tutti i punti di riferimento del tessuto sociale. Su una cosa non concordo...Unione Sovietica?...no no...il bello è che siamo proprio in Italia...ti abbraccio
RispondiEliminaChi ha studiato il caso da fuori, come me e diversi gruppetti in giro sul web, ritrova qui in queste righe chiare e tonde i punti occulti essenziali della vicenda (ma non invisibili a chi si è impegnato ad approfondire), finalmente messi insieme da questo signore. Grazie Alfredo. E' cosi, ahinoi.
RispondiEliminaJ.
@magica D.G. era essenziale nella vicenda. Mi sa che senza di lui non si poteva "arrivare" a Guerinoni, e lentamente, molto lentamente, a Bossetti.
RispondiEliminaArticolo perfetto, mi complimento con l'autore. Da parte mia ho un ipotesi sul delitto di Yara che sia stato fatto da qualche particolare setta satanica con componenti illustri, magari da cercarsi tra i membri della magistratura di Bergamo e con qualche portatore d'acqua di bassa lega, come la Brena e il custode del centro. Sono le modalità del delitto a dichiararlo. Yara aveva partecipato al pranzo dei Locatelli al pari dei magistrati di Bergamo perchè suo padre faceva parte del mondo edile di Brembate. E' sparita poco tempo dopo quell'evento il 26 Novembre cioè in un giorno che finiva con il numero 6 e la somma di giorno e mese da UNO, il ritrovamento è avvenuto, guarda caso, il 26 Febbraio e somma di giorno e mese da sempre UNO come risultato. Guarda caso i mesi sono TRE come i giorni che Cristo passò prima di risorgere. Dietro la schiena di Yara vi sono delle ferite che sembrano chiari simboli, una e una J, vale a dire una croce e un iniziale che èuò essere letta come Jesus o come Javhet (Dio). Ferite provenienti da TRE coltelli diversi e che colpiscono il COSTATO, I polsi E SICURAMENTE ANCHE I PIEDI, tipo crocifissione di Gesù. Nessuo mi toglie dalla testa che la orte di Yara sia stata opera di una setta satanica di un cero livello di potere dei singoli componenti. Gente capace di far indirizzare le indagini altrove. Un altra stranezza da rilevare è che tutti coloro che hanno giudicato Bossetti dal suo arresto fino al processo siano solo DONNE, nemmeno un magistrato uomo direttamente coinvolto, se non di straforo.
RispondiEliminaCoincidenze? Io non credo.
Eliminada Scienze ZANICHELLI :
RispondiElimina"Ogni cellula contiene molte copie di DNA Mitocondriale (da 100 a 1000), che è quindi presente in una quantità molto maggiore rispetto al DNA nucleare. Rispetto a quest’ultimo, il DNA Mitocondriale è anche molto più resistente alla degradazione !!!!
http://aulascienze.scuola.zanichelli.it/come-te-lo-spiego/2015/10/02/la-genetica-al-femminile-del-dna-mitocondriale/
Un Dna nucleare, senza il Mitocondriale è a dir poco un mistero.... molto strano. Il dna Mitocondriale è come la Prova del Nove, se manca o non combacia, ci dev'essere stato o qualche errore o altro....
E i Genetisti, non ce l'hanno saputo spiegare..
ADDIRITTURA la stessa Ruggeri, HA DETTO: che potrà rimanere un mistero. E condannerebbero all'ergastolo una persona, con un MISTERO sulla "Prova regina" ?
INTERESSANTE :
PASQUALE LOCATELLI, I TRAFFICI, LO STATO e ILARIA ALPI
dall'articolo seguente:
http://espresso.repubblica.it/attualita/cronaca/2005/06/09/news/parla-un-boss-cosi-lo-stato-pagava-la-ndrangheta-per-smaltire-i-rifiuti-tossici-1.583?refresh_ce