tag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post6473489004692853029..comments2024-03-28T00:41:11.727+01:00Comments on Volandocontrovento - il blog di Massimo Prati -: Le poco sante Inquisizioni Cristiane - Saggio di Manlio TummoloAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/17464939250810319708noreply@blogger.comBlogger48125tag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-72934787333063767042015-12-29T20:59:15.666+01:002015-12-29T20:59:15.666+01:00Carissimo Manlio,
io parto dall’idea dell’importan...Carissimo Manlio,<br />io parto dall’idea dell’importanza dell’unitarietà del sapere, anche se, poi, naturalmente in base al percorso formativo seguito e alla forma mentis di ognuno, si osservano e si studiano gli argomenti sotto ottiche diversificate. La filosofia, comunque, mi è sempre piaciuta moltissimo. <br />Reputo San Tommaso “teologo della natura” perché la nozione che lui aveva di Dio ha a che fare con il mondo, cercando di andare “per aspera ad astra”; invece la nozione di Dio che aveva Sant’Anselmo è una nozione astratta della Divinità.<br />Anselmo d'Aosta si dedicò alla "teologia analitica", cercando un unico argomento fondato sulla logica “che non avesse bisogno di altra giustificazione che sé stesso”. Egli ha creato un argomento che ha resistito, è stato studiato, perfezionato, discusso e criticato fino ai giorni nostri … <br />Ce n’è una versione (credo già da parte di Cartesio) interessante, portata avanti nella filosofia, versione che presenta una struttura matematica: assioma, definizione, teorema e dimostrazione.<br />Definizione: Dio è l’essere perfettissimo (ha tutte le perfezioni)<br />Assioma: L’esistenza è una perfezione<br />Teorema: Dio esiste<br />La dimostrazione, a questo punto, è banale: poiché Dio ha tutte le perfezioni ed essendo l'esistenza una perfezione, Dio ha anche tale perfezione, quindi esiste.<br />L’idea è bella, ma come dimostrerà già Kant l’esistenza non è una proprietà (oggi i logici dicono che non è un predicato, ma un quantificatore)<br />Inoltre c’è chi ha scritto che "Dio è talmente perfetto che non ha bisogno di esistere”.<br />Anselmo, comunque, ha inaugurato una ” teologia razionale” e ne era consapevole, infatti dapprima aveva intitolato la propria opera "Fides quaerens intellectum” , anche se, poi, il titolo fu cambiato in "Proslogion", che venne definito da Anselmo stesso come "colloquio".<br />La teologia naturale si basa sulla conoscenza del mondo ed è sintetica e a posteriori; la prova ontologica si fonda sulla ragione ed è analitica e a priori.<br />Ivananoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-2639639464707265942015-12-29T15:53:00.957+01:002015-12-29T15:53:00.957+01:00Carissima Ivana,
come ho scritto nel mio saggio, ...Carissima Ivana,<br /><br />come ho scritto nel mio saggio, Anselmo d'Aosta va letto sia nel <i>Proslogion</i> sia nel <i>Monologion</i>; tanto la via induttiva, quanto deduttiva giungono a suo parere (anche per me, ma in termini diversi) a indicare, far intuire, l'esistenza di un Essere Primo ed Assoluto; la successione delle cause deve giungere (già in Aristotele) ad una Causa Prima efficiente, a cui il mondo si adegua nel continuo processo del Divenire che è di per sé infinito. Certo, gli infiniti sono da cogliere in più sensi: in quello puramente spaziale (geometrico ed ontologico, materiale), in quello di successione degli eventi (cronologico), in quello di Immutabilità Continua, come Eterno Presente, ecc. L'importante è non fare come coloro che, avendo una cultura settoriale, scambiano il proprio settore come l'unico valido ed allora confondono situazioni diverse, che richiedono metodi e oggetti di studio diversi. La filosofia, invece, è la madre delle scienze e ha, se intesa correttamente (non come nel XX secolo, ahinoi), una visione universale degli argomenti e una varietà di metodi della ricerca, anche se prevalentemente razionale. Questo è il suo vantaggio, ma anche una complessità di interpretazioni notevole, tanto da apparire al massimo litigiosa, spesso su singoli termini che ciascuno tende a leggere in modo diverso, quando non opposto. Eppure, la filosofia è una, tanto è vero che noi continuiamo ad approfondire quei temi e problemi che avevano posto gli antichi Greci (soprattutto): quella greca è una filosofia del dibattito, come quelle asiatiche tendono soprattutto alla meditazione interiore.Manlio Tummolohttp://tummolomanlioupsco.xoom.it/virgiliowizardnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-81210333030666948732015-12-23T18:02:08.103+01:002015-12-23T18:02:08.103+01:00Carissimo Manlio,
credo che abbiamo due modi forse...Carissimo Manlio,<br />credo che abbiamo due modi forse inconciliabili(ma considero la pluralità di idee è una ricchezza!)di vedere gli argomenti che trattiamo.<br />Continuo a credere che le "vie" (è stato lo stesso San Tommaso a chiamarle così!) riguardino la "Teologia naturale" (il punto di partenza è l'osservazione del mondo naturale); fu Sant'Anselmo a dedicarsi alla "Teologia analitica" e a scoprire l'argomento "ontologico"; fu, quindi, Sant'Anselmo a inaugurare una "teologia razionale" (il punto di partenza è il ragionamento).<br /><br />Riguardo al concetto di "infinito", Aristotele nella "Fisica" ha scritto: "L'infinito ha un'esistenza in potenza...Non vi sarà un infinito in atto" Credo che per lui non esistessero oggetti infiniti, ma solo processi infiniti. Fin dall'antichità, veniva preso in considerazione, in matematica, l'infinito potenziale sia come "grandezza" (che può continuare a crescere, MA viene considerato il valore finito) sia come "molteplicità" (a cui si possono aggiungere sempre nuovi elementi, che, però, saranno, volta per volta, in numero finito). Era MOLTO controverso il concetto di infinito attuale in ognuna delle due forme: di "grandezza interamente data" e con misura infinita e di "totalità in sé conclusa contenente infiniti elementi".<br />Galileo aveva notato che ogni numero naturale poteva essere messo in corrispondenza biunivoca con il proprio quadrato, ma per lui c'era qualcosa di sospetto nelle grandezze infinite. Fu Bolzano a rivendicare la trattabilità dell'infinito attuale, ma fu Cantor che percepì l'importanza del principio di corrispondenza biunivoca e fu lui a definire l'insieme infinito.<br />Ivananoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-63549569171368135802015-12-23T15:38:35.651+01:002015-12-23T15:38:35.651+01:00Piccola nota sul'infinito geometrico: nulla d...Piccola nota sul'infinito geometrico: nulla di nuovo sulla molteplicità degli infiniti. Già Euclide, se non i Pitagorici, scoprirono l'esistenza di più infiniti: le linee sono infiniti ad una dimensione, il piano a due dimensioni, lo spazio a tre dimensioni. La linea retta potrebbe essere considerata come la linea infinita più breve rispetto ad ogni altra. Possiamo poi immaginarci superfici curve infinite, anche quelle maggiori o minori secondo le rispettive curvature e irregolarità, ecc. ecc. Che vi sarebbe dunque di nuovo ? Direi nulla. A che potrebbero servirci ? Probabilmente a nulla. La geometria è un prodotto della mente umana, non una realtà esterna a noi. Platone, quando vietava l'ingresso nella sua Accademia a chi ignorasse la geometria, non esprimeva altro che la convinzione che il suo Mondo delle Idee (l'Iperuranio, l' "al di là del cielo") fosse la vera Realtà e puramente geometrica. Il nostro miserando secolo spaccia per grandi scoperte il rimestare dottrine antiche.Manlio Tummolohttp://tummolomanlioupsco.xoom.it/virgiliowizardnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-54198180046740235072015-12-23T15:29:19.678+01:002015-12-23T15:29:19.678+01:00Carissima Ivana, la nostra epoca (secolo XX e 2°...Carissima Ivana, la nostra epoca (secolo XX e 2° decennio del XXI: il futuro si vedrà) ama trastullarsi nel dubbio e nell'incertezza, più per atteggiamento che per convinzione. Nessuno farebbe, come dice una leggenda satirica su Pirrone che andava a sbattere contro i più vari ostacoli, non credendo che fossero reali, ma puramente apparenti. Oggi nessuno dubita veramente, ma recita con se stesso ed altri quei famosi versi dell'Amleto. <i>to by o no to by</i> (spero di non avere trascritto l'inglese in modo errato, ma non è la mia lingua straniera prediletta).<br /><br />Ontologia ? In matematica non so, ma il termine fu inventato, se non erro, da Christian Wolff, il maestro del Kant "precritico" (non acritico, come taluno ritiene, sulla base di quella sua autovalutazione veramnente non esatta, ma solo espressione di modestia), e significa "scienza dell'ente", ovvero una parte della metafisica, se non la stessa metafisica. La concatenazione delle cause fa parte di una procedura logica induttiva, che però tende (o tendeva) a dimostrare l'esistenza dell'Essere in assoluto, ovvero Dio. Quindi, più "ontologica" di così non si sarebbe potuto. Oggi si parla di finito ed infinito, scambiando una serie di segni e di simboli, scollegati da ogni realtà, con una qualche metodologia filosofica o pretesa tale. Quindi, c'è chi lo nega, c'è chi lo afferma e chi ne dubita. Il fatto è, tornando alle origini del nostro discorso, che il matematico dovrebbe fare il matematico e non divagare su cose di cui non si rende conto; così pure qualunque scienza speciale, che abbia metodi speciali. Secolo disperante il nostro, che l'unica cosa di grande ha inventato è la bomba atomica, ovvero l'arma più distruttiva possibile e che "grazie a Dio" non ci ha portato a quella disgregazione "infinita" di atomi a cui poteva portare, nel nostro pianeta. E questo per confondere la formula matematica, bella sulla carta, con la realtà. Secolo devastante, incapace di ogni cosa positiva, ridotto a pura tecnolatria, con tutte le miserie annesse.<br /><br />Se non ci liberiamo da questa mentalità, devastante per l'umanità, non vi saranno più di due o tre secoli di esistennza per essa, nell'ipotesi migliore.<br /><br />Comunque, malgrado questo mio pessimismo assoluto sull'epoca che stiamo vivendo, mando a te e a tutti i migliori auguri. Sperare si deve, perché la speranza è la vita. ManlioManlio Tummolohttp://tummolomanlioupsco.xoom.it/virgiliowizardnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-74229316860150358782015-12-22T16:34:15.358+01:002015-12-22T16:34:15.358+01:00Leggasi "transfiniti"
GrazieLeggasi "transfiniti"<br />GrazieIvananoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-71778445285310307192015-12-22T16:31:36.480+01:002015-12-22T16:31:36.480+01:00Carissimo Manlio,
non sono d'accordo: per me l...Carissimo Manlio,<br />non sono d'accordo: per me la seconda "via" di San Tommaso non è una via "ontologica" (parte infatti dalla nozione di "causa efficiente") e la logica matematica si limita a considerarla una "via" basata sul rifiuto del "regresso all'infinito": l'infinito attuale all'epoca di San Tommaso non era accettato, oggi sì! I matematici moderni hanno costituito un'artimetica dell'infinito!<br />Direi che fino a Dedekind e a Cantor l'infinito potenziale sia stato il prediletto.<br />Lo stesso Cantor, quando scoprì che ci sono tanti infiniti, andò in Vaticano per chiedere il permesso di pubblicare i risultati delle sue ricerche: si preoccupava del teorema matematico che dimostrava l'esistenza di tanti infiniti. Il cardinale che ascoltò Cantor fece studiare, per due anni, ai suoi "segretari" domenicani la teoria degli insiemi e, infine, disse a Cantor che aveva commesso un errore nell'uso della terminologia: chiese a Cantor di non chiamarli "infiniti" e Cantor li chiamò "tranfiniti" (oggi vengono detti "cardinali" rappresentando il cardine della teoria degli insiemi).<br />Riguardo a Kant avevo letto le sue opere principali molti anni fa, ma attualmente, come ribadisco, ho preferito approfondire quella che ritengo, dal mio punto di vista, la sua opera più interessante.<br />Comunque, penso che ognuno abbia i propri interessi culturali specifici e finisca per fare "scoperte" personali e riletture critiche sotto una determinata ottica, in base alla formazione scientifica o unanistica seguita e in base al proprio stile cognitivo.<br /><br />Approfitto di questo messaggio per fare a te, a Massimo Prati, a tutti i lettori e a tutti coloro che intervengono in questo blog i miei più cari auguri di buone feste natalizie!<br /><br />Ivananoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-28239212671561368462015-12-22T15:30:15.710+01:002015-12-22T15:30:15.710+01:00Carissima Ivana,
mi pare che stiamo girando sullo...Carissima Ivana,<br /><br />mi pare che stiamo girando sullo stesso punto, senza evidentemente capirci. La confutazione di qualcosa è sempre ontologica, mai matematica. La matematica, anche nella sua pretesa veste "filosofica" (la matematica è puro calcolo su segni, non su cose, anche se si applica alle cose), non confuta assolutamente nulla: confutare significa dimostrare falsa o erronea una certa tesi, il che la matematica non fa e non può fare. Nessuno può regredire all'infinito o avanzare all'infinito, per il semplice, banale, ovvio fatto che noi siamo finiti, e operiamo in un ambiente finito, non perché ce lo dica un teorema matematico. Sia che lavoriamo su fogli di carta, sia che lavoriamo al computer, il mezzo sul quale scriviamo è finito e quindi non possiamo far altro che operare sul finito in modo finito. la stessa parola "infinito" non è che la negazione verbale, tramite una paerticella negativa, un prefisso o una congiunzione, di qualcosa che è per se stessa <b>finita</b>. Per questo non mi servono affatto teoremi matematici o teorie matematiche, che pure, quando fa comodo, presuppongono l'infinito (vedi linea, piano,spazio, nel senso geometrico euclideo). Ma all'uomo è data la capacità di immaginarsi l'infinito comne una continuità tra le cose e tra gli spazi: ogni limite è contatto e continuità tra un qualcosa e un qualcosa di diverso. Anche quando parliamo di spazio fisico ce lo possiamo immaginare vastissimo ma delimitato, quanto a sistemi stellari, nebulose ecc., ma dobbiamo immaginarci qualcosa che vada oltre questo spazio organizzato, in quanto insieme di particelle disperse non soggette a leggi di gravità. Questo perché il limitato è sempre limitato da qualcosa di diverso, limitante, che però non è del tutto opposto sostanzialmente al limitato (comunque e sempre materia).<br /><br />Tornando a Kant, va detto che o si legge in tutte le sue opere, o si rischia di capirlo molto poco. Va pure tenuto conto, storicamente, che Kant era costretto a barcamenarsi tra le sue quattro autonomie per non rischiare di perdere il suo posto di docente universitario, come viceversa sarebbe successo a Fichte. Fu costretto a non esprimere certe convinzioni perché ciò gli era stato comandato soprattutto in sede religiosa, come dovresti ben sapere. Limitarsi alla sola "ragion pura", che va letta tutta e fino in fondo, non da semplici manuali o antologie, significa non capire Kant nella sua integrità. Mica che ha scritto altre due "Critiche" e poi varie opere "minori" solo per perdere tempo, ma perché ne era convinto. Kant afferma una sua importante metodologia ed epistemologia, ma non rigettava certe fondamentali credenze metafisiche ed etiche.Manlio Tummolohttp://tummolomanlioupsco.xoom.itnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-31549007964466379232015-12-22T08:07:02.631+01:002015-12-22T08:07:02.631+01:00Carissimo Manlio,
aggiungo che a me Kant interessa...Carissimo Manlio,<br />aggiungo che a me Kant interessa soprattutto dal punto di vista della “Critica della ragion pura” (che, se non erro, prima era stata chiamata "I limiti della sensibilità e della ragione"), perché proprio lì vengono “anticipate” posizioni moderne inerenti alla filosofia della matematica. <br />Kant è riuscito a capire che se noi vogliamo che la ragione non abbia limiti, se, cioè, vogliamo considerarla completa, quindi se vogliamo poter parlare delle cose trascendentali, ecco che troviamo delle antinomie (le famose quattro antinomie).<br />Insomma, se la ragione cerca di essere completa, allora cade nell’inconsistenza. Ciò rappresenta un’anticipazione dei teoremi di Gödel: se non vogliamo cadere nella contraddizione, se vogliamo, quindi, mantenere ferma la consistenza, dobbiamo accettare il fatto che la ragione non sia completa ed è proprio ciò che verrà dimostrato da Godel riguardo alla matematica: dobbiamo accettare il fatto che la matematica sia incompleta, se vogliamo che sia consistente.<br /><br />Ivananoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-27541700628096673532015-12-21T17:54:16.104+01:002015-12-21T17:54:16.104+01:00Se alludi alla seconda "via" di San Tomm...Se alludi alla seconda "via" di San Tommaso, è la logica matematica a contestare una dimostrazione basata sul rifiuto del regresso all'infinito, proprio perché oggi l'infinito è uno dei tanti "oggetti astratti" con cui lavorano sia i logici matematici, sia i matematici. Che cosa c'entra l'ontologia?<br />I "modelli" a cui avevo accennato, nel mio precedente intervento, si riferivano alla fisica.<br />Riguardo a Kant sono d'accordo che l'argomento si possa affrontare nei nostri interventi solo in modo superficiale, comunque, condivido il punto di vista di chi considera la filosofia Kantiana il punto di arrivo del pensiero illuministico. Kant ha detto che il motto dell'illuminismo è "sapere aude" (abbi il coraggio di servirti della ragione).<br />Nel periodo tra il 1756 e il 1770 comincia quello che Kant stesso ha chiamato il suo "risveglio dal sonno dogmatico" , comincia, cioè, l'accettazione del punto di vista humiano per cui l'uso della ragione non deve sorpassare i limiti di un'esperienza possibile. <br />Lo stesso Kant confuta l'argomento ontologico di Sant'Anselmo facendo vedere che l'esistenza non è una predicato implicito nel concetto di una cosa. <br />Penso che la critica alla metafisica raggiunga il suo punto di maggiore evidenza nello scritto sui sogni di un visionario: nel sogno ognuno vive in un suo mondo particolare, mentre nella "veglia" tutti vivono in un mondo pubblico e comune. Ne ho dedotto che quando diversi uomini hanno ciascuno il proprio mondo (come nel caso dei metafisici, aut dei mistici?) essi sognano.Ivananoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-43090405671990716542015-12-21T15:41:40.040+01:002015-12-21T15:41:40.040+01:00Carissima Ivana,
il primo termine della questione...Carissima Ivana,<br /><br />il primo termine della questione è il significato del termine "creazione". Se esso, che neppure nel Genesi si identifica col "Nulla", significa appunto fare dal Nulla, si creano tutte quelle aporie o difficoltà che poi sorgono nel pesiero umano. A partire dal Male metafisico, fisico e morale. Infatti, la zoroastriana Avesta, rappresentava le cose negative fatte da un Dio speciale in opposizione al Dio del Bene. Era una soluzione semplice, anche semplicistica, se vogliamo, ma tutto sommato forse la più razionale tra quelle sostenute dalle religioni rivelate.<br /><br />I Greci antichi rifiutavano l'idea di una Creazione dal nulla, immaginando alla radice delle cose il Caos, come materia dispersa e senza leggi, su cui la Divinità, unica o plurale, opera. Per questa via, il problema del Male può essere risolto col concetto di evoluzione o di progresso, il cui motore sarebbe la divinità stessa. Il Nulla può quindi essere inteso come un indeterminato che va progressivamente determinandosi, ma pur sempre qualcosa di esistente di per sé.<br /><br />Gli esempi che tu mi riporti si ispirano ad una matematica con pretese non di misurazione della realtà, ma di natura ontologica, il che mi negavi ad un certo punto. La matematica misura, ma risolve le cose solo nell'ambito delle misure. Che cos'è un "modello"? una rappresentazione matemtica di un'ipotesi, ma poi qual riscontro ha, o può avere con la realtà ? Spesso assolutamente nulla. Le antinomie kantiane vengono risolte da Kant nella ragion pratica, che -a differenza di quanto sostengono certi critici- non è affatto separata e contrapposta alla ragione pura, ma ne è semplicemente una continuità, tanto è vero che le conclusioni della Critica della Ragion Pura preparano gli argomenti della Ragion Pratica. Ma Kant non si era affatto limitato a queste opere. Così i manuali e certi interpreti separano il Kant "pre-critico" dal Kant "critico", ma esaminando le opere nella loro successione non c'è una pretesa opposizione tra un Kant "dogmatico" (acritico) ed un Kant "critico". Quella di kant è, nel complesso, ua grande metodologia ed una grande epistemologia, senza sue pretese di arrivare a conclusioni definitive, che non siano appunto quelle del "primato della ragion pratica". Un discorso che sarebbe lunghissimo e che qui si può affronatre solo molto superficialmente.Manlio Tummolohttp://tummolomanlioupsco.xoom.it/virgiliowizardnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-32561124314554502642015-12-18T18:24:58.920+01:002015-12-18T18:24:58.920+01:00Carissimo Manlio,
l'argomento "solo da q...Carissimo Manlio, <br />l'argomento "solo da qualcosa può sorgere il qualcosa" mi fa venire in mente la seconda "via" proposta da San Tommaso: un evento avrà delle cause, a loro volta queste cause sono degli eventi, quindi avranno a loro volta delle cause e così via: abbiamo due possibilità, o andiamo indietro all'infinito, o ci fermiamo a un evento che è causa dei successivi, ma anche causa di sé stesso, quindi non è causato da niente altro. Se ci fermiamo alla seconda possibilità vuol dire che rifiutiamo l'infinito, ma ora ... l'infinito è trattato disinvoltamente dai matematici.<br /><br />Credo che il problema sia questo: l'idea della creazione sembra essere qualcosa che conduce a contraddizione. Già Kant (da due sue dimostrazioni, entrambe, per lui, apparentemente senza errori, l'una dimostrante che il mondo deve aver avuto un inizio e l'altra dimostrante che il mondo non può aver avuto un inizio) aveva dedotto che il problema stesso di chiedersi se il mondo ha avuto un inizio oppure no, è un problema che non ha senso per la ragione, perché provoca delle antinomie.<br />Con la scoperta della relatività generale, risultano possibili vari modelli, tra cui c'è anche il modello "stazionario" di Hoyle e in questo modello non ci può essere stato un inizio e non ci può essere stata una fine. Insomma, mi pare che il problema (che sembrava squisitamente teologico): "Il mondo è stato creato?" trattato dal punto di vista della fisica moderna conduce a dedurre che la creazione sia una possibilità (perché ci sono dei modelli della relatività che hanno un "inizio"), ma che non sia una necessità perché ci sono altri modelli (altrettanto plausibili) in cui non c'è un "inizio". Quindi la risposta della scienza attuale, riguardo alla domanda della creazione, sarebbe che una creazione, almeno nel senso fisico, potrebbe essere avvenuta, ma non è detto che sia effettivamente avvenuta. <br />Ivananoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-63006157210148856782015-12-18T15:57:49.973+01:002015-12-18T15:57:49.973+01:00Hawking,
un nome celebre che si sta rimangiando p...Hawking,<br /><br />un nome celebre che si sta rimangiando parecchie cose. Se c'è la forza di gravità questa esiste, perché esiste qualcosa che la produce. <i>Ex nihilo nihil</i>. Non ho mai capito il negativismo, il nullismo, che pretende di spiegare tutto con il nulla. Gorgia lo espresse, ma solo per irridere alle teorie dell'Essere immutabile di Parmenide e dei suoi opposti seguaci, Zenone e Melisso. I nichilisti moderni esprimono il Nulla, solo perché hanno nulla dentro di loro. O perché nulla sanno spiegarsi.<br /><br />Solo da qualcosa può sorgere il qualcosa. L'umanità, se vuol cercare deve partire dalla certezza della possibilità di trovare. Altrimenti sia più onesta e si dia alla crapula ed alla copula, quello che pare il destino di un essere destinato a sparire dal pianeta anche più rapidamente dei Dinosauri e delle Nummuliti giganti<br /><br />Questa, carissima Ivana, la mia convizione nel merito del pensiero novecentesco e "duemillesco".<br /><br />Manlio Tummolohttp://tummolomanlioupsco.xoom.it/virgiliowizardnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-35169091463763803822015-12-17T17:04:58.586+01:002015-12-17T17:04:58.586+01:00Errata corrige
Naturalmente intendevo scrivere: B...Errata corrige<br /><br />Naturalmente intendevo scrivere: Big Bang :-)<br />Mi sono accorta del mio errore di distrazione, rileggendo i nostri vari commenti ...Ivananoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-22143334610325518342015-12-16T17:55:15.333+01:002015-12-16T17:55:15.333+01:00Carissimo Manlio,
credo che il concetto di giustiz...Carissimo Manlio,<br />credo che il concetto di giustizia possa intendersi laicamente senza ricorrere alla metafisica (cioè la giustizia può essere intesa laicamente nel significato naturale di onestà, correttezza e non lesività del prossimo).<br />Hawking afferma: “«Poiché esistono leggi come quella della gravità, l'universo può crearsi e si crea dal nulla. La creazione spontanea è il motivo per cui c'è qualcosa anziché nulla, per cui l'universo esiste, per cui noi esistiamo! Non è necessario invocare Dio”<br />Nel linguaggio ci possono essere frasi che APPAIONO sensate, ma che non corrispondono alla realtà: es: “Il re di Francia è calvo.” Ne ha discusso Russell per trovare il valore di verità a tale frase e ha cercato di risolvere il problema della denotazione trovando una soluzione che è ritenuta poco convincente da molti matematici …<br />Per Wittgenstein la struttura del mondo viene riflessa nella struttura del nostro pensiero e questa struttura si riflette nel linguaggio. Tale filosofia appare “pericolosa” per molti matematici (es. Odifreddi) perché non condividono l’idea che per capire il mondo basti guardare come è fatto il linguaggio.<br /><br />Credo che tutte le ragioni (le motivazioni sensate) che è possibile trovare per un determinato evento (es. il fatto che Cesare passò il Rubicone), possano essere sufficienti a spiegarlo, ma non a dimostrarne la necessità, nel senso di mostrare che il passaggio del Rubicone è una determinazione, una proprietà che è inerente al concetto di Cesare. Per gli accadimenti non c'è un Senso (alto!) dimostrabile .<br />Personalmente continuo ad avere i miei dubbi sulla validità del metodo metafisico …<br />Ritengo che la matematica e la metafisica partano da due distinte posizioni: in matematica bisogna "capire per credere", mentre nella metafisica bisogna "credere per capire".<br /><br />Ivananoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-64928208678910252242015-12-16T15:18:06.140+01:002015-12-16T15:18:06.140+01:00Carissima Ivana,
chiedersi ciò che è giusto e ciò...Carissima Ivana,<br /><br />chiedersi ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, nella nostra vita quotidiana, come pure nella realtà dell'Universo, è già porsi una questione metafisica (ovvero, oltre la fisica, nel senso quasi etimologico del termine), la scienza dell'Essere in quanto Essere, cercare la ragione del Tutto (causa ed effetto, principio e fine). <i>Kein mehr Metaphisik</i> (mai più metafisica !) era il motto del positivismo tedesco. Eppure anche i positivisti, con Ernst Haeckel in testa, non solo fecero della metafisica a loro modo (il principio evoluzionistico è metafisico), ma addirittura arrivarono a forme religiose, sebbene non codificate od organizzate. Ogni evento deve avere un senso, carissima Ivana, anche se non sappiamo quale sia, e riusciamo solo ad ipotizzarlo. <b>Il senso del linguaggio ha senso se corrisponde ad un senso della realtà. La logica è realtà del pensiero, ma è anche la realtà del mondo, sebbene si manifesti in termini talvolta o spesso oscuri per noi. Un mondo senza senza un proprio senso non potrebbe nemmeno essere studiato</b>.<br /><br /> I metodi della metafisica sono tantissimi: si cominciò con poemi fisici per capire il primo principio della natura, e si è andati avanti con metodi critici, naturalisti, sperimentali. Ogni qualvolta ci chiediamo il rapporto tra realtà e apparenza facciamo della metafisica. La matematica è pure metafisica (perlomeno da Pitagora in poi), rappresentando la realtà come quantità astratta e rapporto tra le quantità. Negare la metafisica è negare il pensiero in tutte le sue complesse ed articolate manifestazioni.Manlio Tummolohttp://tummolomanlioupsco.xoom.it/virgiliowizardnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-89462412098098430182015-12-16T11:53:26.293+01:002015-12-16T11:53:26.293+01:00Carissimo Manlio, come ho già scritto, penso che l...Carissimo Manlio, come ho già scritto, penso che la ragione giunga dove può arrivare e credo che la ragione sia il migliore dei metodi possibili per conoscere ciò che possiamo conoscere. La posizione della scienza (in particolare della "scienza matematica") ha perduto ogni superbia; la scienza è consapevole che non può spiegare tutto (l’affermazione di Hilbert “Non ignorabimus!” ha perso vigore!), ma ritengo NON affidabili altri metodi, in particolare dubito dell’efficacia del metodo della metafisica.<br />Credo che la domanda “metafisica”: “Qual è il senso della vita” sia una di quelle domande che genererebbero altre precise domande: Che cos’è il senso? Il senso è una proprietà degli eventi? So che, dal punto di vista della logica, il senso è una proprietà delle frasi del linguaggio, non è una proprietà degli eventi.<br />Molti scienziati e molti matematici prediligono l’etica laica il cui compito dovrebbe essere quello di insegnare a capire ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, a distinguere le azioni permesse da quelle non consentite e ad avere doveri, diritti e valori, squisitamente umani, condivisi. <br />Ivananoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-55370696324681019152015-12-15T15:39:06.027+01:002015-12-15T15:39:06.027+01:00Certo, carissima Ivana, la scienza è innanzitutto...Certo, carissima Ivana, la scienza è innanzitutto dubbio e ricerca. L'epistemologia lo conferma, dando alla scinza il valore di confronto continuo serrato etero- ed autoconfutatorio. Questo il metodo: ma se ci riducessimo al metodo "scettico o agnostico", dovremmo concludere che è meglio vivere alla giornata, il che implicherebbe la distruzione di ogni forma di civiltà, né staremmo qui a scriverci su questo argomento se nulla potessimo sapere. Invece, il metodo serve a farci trovare qualcosa, lentamente e collegialmente, nel corso dei secoli e finché l'uomo sentirà questo impulso dominante a cercare per sapere, avere, costruire, vivrà e crescerà, ma quando non l'avrà più, sparirà anche la sua specie. Quest'impulso è esistente in noi, e forte come lo è la nostra coscienza di essere, e di essere per un fine: qual sia possiamo intuirlo con maggiore o minore precisione, ma sussiste inevitabile e inesorabile. L'attuale secolo, non "breve" ma ben lungo (ahi, ahi, ahinoi !!!), è viceversa caratterizzato da una tendenza del peggior materialismo possibile, per cui oltre che il proprio comodo, nulla si cerca, e così si prospetta per noi un nuovo imbarbarimento, secondo il ciclo vichiano. Infatti procediamo, con totale inerzia di pensiero e di azione, finché questa non si esaurirà oppure finché qualcosa di nuovamente forte non ci darà una nuova spinta, un impulso che potremmo dire "religioso" (nel senso illuministico, romantico e positivista del termine, in una parola ottocentesco), ma non fideistico e rivelazionista, tornare al Pensiero forte e fortissimo, non al pensierino debole debole, oggi tanto di moda.Manlio Tummolohttp://tummolomanlioupsco.xoom.it/virgiliowizardnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-46895536953210209942015-12-14T20:49:44.285+01:002015-12-14T20:49:44.285+01:00Carissimo Manlio,
è sempre un piacere dialogare co...Carissimo Manlio,<br />è sempre un piacere dialogare con te!<br />Potrei non condividere, ma non potrei non continuare a esprimere stima per la tua saggezza, per la tua profonda cultura e per i tuoi modi gentili e sempre rispettosi nei miei confronti.<br /><br />Credo che sul Dio creatore molti scienziati e molti matematici nutrano vari dubbi; mi sembra che attualmente la scienza ci dica che forse non c'è stato alcun inizio dell'Universo; se non ricordo male, Odifreddi ha spiegato che il Big Ben non è un inizio, man mano che ci si avvicina, cercando di procedere a ritroso verso il cosiddetto Big Ben, si scopre che rappresenta un limite verso cui si tende, ma al quale mai si arriva; le nozioni di spazio e di tempo "si sciolgono", non c'è più il tempo come lo intendiamo noi. Insomma, sembra che il Dio creatore non sia un concetto necessario, sappiamo solo che andando all'indietro non si capisce più nulla.<br />Ormai il cosiddetto "dogmatismo razionale" non può essere associato alla attuale posizione di molti scienziati e di molti matematici; anche in matematica è stato dimostrato che ci sono verità indimostrabili. In matematica ci sono affermazioni che non si possono né dimostrare né refutare!<br />In fisica c'è il principio di indeterminazione di Heisenberg ...<br />L'immagine che la scienza oggi presenta non è l'immagine ottocentesca; oggi gli scienziati sono consapevoli di sapere soltanto una minima parte di ciò che, in teoria, si potrebbe sapere.<br />La ragione rappresenta il modo che abbiamo di conoscere le cose e gli scienziati dubitano che ci siano altri metodi, altre modalità con cui poter arrivare dove la ragione non può arrivare.<br />Il grande matematico Hilbert (il maggior rappresentante del formalismo) aveva detto: "Dobbiamo sapere. Sapremo!" e, invece... "ignorabimus"! <br />Ora nella scienza c'è un sentimento di modestia, ma non per questo molti scienziati si sentono sminuiti, anzi accettano le loro limitazioni ...<br /> Ivananoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-9270754367551476192015-12-14T15:48:04.355+01:002015-12-14T15:48:04.355+01:00Carissima Ivana,
le religioni istituzionali, pret...Carissima Ivana,<br /><br />le religioni istituzionali, pretese rivelate, sono per autodefinizione fuori da ogni logica, e sono necessariamente fondate sul mito, ovvero su una concezione sentimentale, affettiva, che esprime poeticamente (anche se non sempre esteticamente) il senso che ogni uomo ha della propria inferiorità e della superiorità del Tutto in cui vive. Non tutti condividono che la Realtà sia retta da un Logos, anzi taluni (i materialisti veri e propri) ritengono che essa sia semplicemente Caos, in cui leggi e fenomenti "ordinati" siano semplicemente dovuti al caso. Non si spiegano tuttavia come fenomeni "casuali" durino milioni di anni, o comunque tempi ben più lunghi di quelli della storia umana. Ciò che nasce per caso finisce per caso. Tornando al Logos, come ben sai, non è che uno dei molti nomi che si attribuscono al Principio Creatore od Ordinatore del mondo, in pratica null'altro che una delle forme umane con cui si cerca di individuare la divinità, in modo razionale e non semplicemente sentimentaleManlio Tummolohttp://tummolomanlioupsco.xoom.it/virgiliowizardnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-7088393634946671952015-12-12T16:22:17.562+01:002015-12-12T16:22:17.562+01:00Carissimo Manlio, avevo da subito precisato che è ...Carissimo Manlio, avevo da subito precisato che è la filosofia della matematica, non la matematica, a occuparsi di ontologia …<br /><br />La verità matematica si determina attraverso dimostrazioni.<br />Per i matematici moderni, l’Universo (V) della teoria degli insiemi è l’insieme di tutti gli insiemi che non appartengono a sé stessi; l’infinito assoluto non c’è perché è un concetto contraddittorio; se si vogliono usare le leggi della logica, non si può parlare in maniera consistente, cioè senza cadere in contraddizione, dell’infinito assoluto.<br /> <br />Quelle che Leibniz chiamava “Le verità di ragione” (oggi i logici dicono “le verità della logica”) sono, in effetti vere in tutti i mondi possibili, hanno la caratteristica della necessità (sono verità necessarie) e si possono dimostrare con le dimostrazioni della logica (dimostrazioni finite).<br />La logica proposizionale è completa e decidibile; (Il problema della completezza per l’analisi della logica proposizionale del linguaggio era stato dimostrato da Emil Post). <br />La logica predicativa è anch’essa completa, (l’ ha dimostrato Gödel) ma non è decidibile (Sono stati Turing eChurch a dimostrare, in modo indipendente e diverso, che la risposta al problema della decisione, per la logica predicativa, era una risposta negativa).<br /><br />Per la matematica è stato dimostrato da Gödel (con i suoi teoremi di incompletezza) che qualsiasi sistema matematicamente corretto (cioè non dimostrante falsità) e sufficientemente potente (cioè in grado di esprimere autoreferenze e concetti quali la dimostrabilità) è incompleto. Sempre Gödel ha dimostrato che, a differenza della logica, la matematica NON è completa, non può essere completa, perché non possono esistere sistemi di assiomi che formalizzino l'intera matematica all'interno del sistema di assiomi considerato. <br />Una delle conseguenze dei teoremi di incompletezza è che la consistenza dell'aritmetica è indimostrabile. Anche per le verità aritmetiche ci sono verità indimostrabili dall'interno, cioè nel sistema che si sta considerando.<br /><br /><br />Credo che molti scienziati e molti matematici (tra cui lo stesso Odifreddi) accettino la vecchia religione degli stoici e dei Pitagorici, cioè la fede nel Logos, credo che non abbiano difficoltà a credere che, in un certo senso, la razionalità umana sia capace di comprendere (solo in parte!) la razionalità dell'Universo; credo che non accettino, invece, il passaggio da tale Logos (vel Armonia dell'Universo) al Dio delle religioni istituzionali.Ivananoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-75045787181325617082015-12-10T15:19:52.139+01:002015-12-10T15:19:52.139+01:00Carissima Ivana, anch'io farò un errata corri...Carissima Ivana, anch'io farò un <i>errata corrige</i> su Agostino, ma prima devo rispondere a quanto scrivi. Mi pare che il punto iniziale di divergenza fra te e me, consisteva proprio sul fatto della natura non ontologica, ma strumentale e metodologica, della matematica, per cui essa non può dimostrare né l'esistenza, né l'inesistenza di Dio, il quale, come Idea (vera o falsa che sia) non ha caratteristiche misurabili o calcolabili quantitativamente. Per cui, a questo punto vedo che, al di là della naturale differenza di linguaggio dovuta alle rispettive formazioni di studio, non vi è alcuna contrapposizione particolarmente profonda.<br /><br />Vengo ad Agostino: nel soprastante saggio scrivevo che Agostino d'Ippona non seppe dire sulla Trinità divina, nulla di più di quella narrazione sul bambino che vuole vuotare il mare con un cuchiaio e un secchiello. In effetti, ero convinto che tale apologo fosse espresso in una delle opere rimasteci di Agostino, a partire dal "De Trinitate Dei". Invece, nelle opere rimasteci nulla ci è rimasto che dimostri risalire proprio a lui questa storiellina, ben più agnostica che fideistica sulla possibilità per l'uomo di comprendere e dimostrare l'esistenza di un Dio uno e trino. Eppure molti pittori hanno rappresentato questa scena, e su INTERNET vi sono molte riproduzioni di tali immagini, ma nelle opere di Agostino non appare nulla. Nel <b>De Trinitate</b>, egli anzi si sforza, non di dimostrare, ma di far capire come la trinità in modi analogici sia pure presente anche nell'uomo, e la paragona al rapporto affettivo tra amante-amato-amore, il che proverebbe una dualità, in quanto l'amore non è persona, ma semplice sentimento tra le persone. Comunque, non ha molta importanza: in effetti, la teologia cristiana da tempo ha ridotto il fatto a puro dogma o mistero della fede, non ad oggetto di eventuale dimostrazione, quindi poco si modifica di quanto da me scritto sull'argomento.Manlio Tummolohttp://tummolomanlioupsco.xoom.it/virgiliowizardnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-78092197027750623742015-12-04T16:44:55.912+01:002015-12-04T16:44:55.912+01:00Errata corrige
perché reputo che quest'ultimo...Errata corrige<br /><br />perché reputo che quest'ultimo fosse particolarmente furbo, capace di promuovere molto bene la propria immagine, capace di meritare un premio Nobel per la letteratura, ma NON grande quanto un LeibnizIvananoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-77807566269357062652015-12-04T16:42:01.375+01:002015-12-04T16:42:01.375+01:00Grazie, Manlio, attendo volentieri le tue consider...Grazie, Manlio, attendo volentieri le tue considerazioni.<br /><br />Sì, neanche i grandi geni possono essere immuni dagli errori. Lo stesso eccezionale logico-matematico Frege, proprio quando stava per pubblicare il suo secondo volume sui Principi dell’aritmetica ammise l’antinomia segnalatagli da B. Russell; pubblicò ugualmente il secondo volume precisando, con onestà intellettuale, la contraddizione scoperta da Russell. (COMUNQUE, personalmente preferisco Frege a Russell, perché reputo quest'ultimo fosse particolarmente furbo, capace di promuovere molto bene la propria immagine, capace di meritare un premio Nobel per la letteratura, ma NON grande quanto un leibniz)<br />Ritengo che al giorno d’oggi, data la vastità e la profondità delle conoscenze in ogni ambito di studio, sia veramente difficile poter essere come Leonardo o come Liebniz …<br />Di Leibniz ho apprezzato, in modo particolare, la sua “visione” ispiratrice dei successivi sviluppi della logica. Riguardo al “migliore dei mondi possibili” già Voltaire aveva ridicolizzato a sufficienza tale idea anche se penso che Voltaire non abbia capito il grande messaggio lanciato da Leibniz per quanto riguarda la logica … <br />Come ripeto, la matematica non si occupa di ontologia … :-)<br />Alla matematica non interessa che cosa siano gli oggetti matematici, alla matematica interessa che cosa può fare con tali oggetti preoccupandosi della “consistenza” (cioè alla matematica interessa non cadere nelle contraddizioni)<br />Ivananoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1405638310708373968.post-71842515020242644902015-12-04T15:53:07.671+01:002015-12-04T15:53:07.671+01:00Carissima Ivana,
scusa se rinvìo la risposta alle...Carissima Ivana,<br /><br />scusa se rinvìo la risposta alle tue considerazioni, ma disguidi tecnici (INTERNET che funziona ad arbitrio) e di tempo disponibile (una sola fatidica ora) mi costringono a questo.<br /><br />Leibniz era anche un grande storico. Uno di quegli uomini di cultura universale che oggi nemmeno cercandoli alla maniera di Diogene si ritroverebbero. Tuttavia, commise pure degli errori, e tu stessa nel celebre "migliore dei mondi possibili" li troveresti facilmente. Leibniz era comunque anche teista e la sua "Teodicea" (razionalizzazione del problema del male) lo dimostra, segno che pure la matematica non supera le contraddizioni ontologiche . Ma ne riparleremo con più calma.Manlio Tummolohttp://tummolomanlioupsco.xoom.it/virgiliowizardnoreply@blogger.com