Era una domenica di aprile del 2007 quando la storia di Carmela si incrociò in maniera drammatica con quella di Matteo. Matteo abitava a Torino, molto lontano da Taranto (dove viveva Carmela), aveva sedici anni e frequentava con profitto il secondo anno all'istituto di ragioneria "Sommeiller". Prima di suicidarsi, gettandosi dal balcone di casa, era sempre stato il classico "secchione", il più bravo della classe, quello che pensa solo allo studio e non ha atteggiamenti aggressivi o comportamenti particolari. Quello che preferisce, all'irruenza dei compagni, l'indole docile delle compagne. Per questo suo isolarsi dalla realtà maschile, ci fu chi iniziò ad apostrofarlo chiamandolo "gay". Lui finse di fregarsene... ma come l'esperienza vuole che sia, se a scuola non ti ribelli a chi ti usa per costruirsi un'immagine di superiorità, sei poi costretto a subire ed a tacere in eterno. In realtà nella storia di Matteo non c'era bullismo, in realtà Matteo era vittima di quei ragazzi, vuoti di intelletto e sensibilità, che per darsi un tono e qualche aria, lo sbeffeggiavano di fronte agli altri studenti dell'istituto (chi di noi non ricorda quelli della nostra classe?). Di fronte al suicidio di un sedicenne, di fronte ad un gesto così imponente e distruttivo, si posero i media che nel periodo non avevano argomenti pregnanti, tipo il caso Rea o Scazzi ad esempio, argomenti che bloccassero l'opinione pubblica davanti agli schermi. E visto che si era parlato spesso dei bulli nelle scuole, di quei ragazzini che in gruppo soggiogavano gli studenti minacciandoli, o picchiandoli, e li obbligavano a dar loro denaro e cellulari, il suicidio di Matteo, che prima di gettarsi dal balcone di casa aveva scritto una lettera in cui diceva di sentirsi a disagio in quella scuola per come lo apostrofavano alcuni compagni, fu elaborato e trasformato in un caso di bullismo scolastico. Sotto questa forma, nonostante già i primi accertamenti andassero in direzioni opposte (quindi non vi fossero elementi che confermassero il bullismo), fu dato in pasto ai telespettatori di "Domenica In".
Ed in questa veste venne presentato anche a Carmela Frassanito che, ospite in casa di amici della famiglia, per mezz'ora osservò ed ascoltò con molta attenzione ogni parola, rimanendone turbata a detta di tutti i presenti, di quanto la tivù di Stato le propinava sulle violenze subite dai giovani. Carmela aveva solo tredici anni, un'età in cui è facile essere influenzati dalle parole (specialmente se si ha una storia vissuta), ed ancor più facile è il credere che con un volo di qualche secondo ogni problema si risolva e tutti parlino di te finalmente in tono positivo. Persino gli "idoli" della televisione. Ma un suicidio non è mai positivo, un suicidio può solo accrescere l'ingiustizia che ti è girata attorno per anni, non eliminarla. E Carmela aveva vissuto nell'ingiustizia. La sua non era stata una vita facile, seppur fosse ancora tanto giovane. L'anno precedente aveva raccontato ai genitori delle "attenzioni" che le riservava un giovane sottufficiale della marina in servizio a Taranto. La denuncia non portò a nulla, se non a rendere poco credibile Carmela che, si disse, "certe cose" le inventava. Da qui a far sì che i bulli del quartiere si facessero avanti, tanto la bimba non era credibile e nessuno l'avrebbe più ascoltata, il passo fu breve.
E' chiaro che la ragazzina viveva nel disagio, è chiaro che aveva bisogno di aiuto e che la sua mente stava soffrendo oltremisura. E' chiaro che il non essere creduta, anzi considerata bugiarda (anche da chi indagava), non la agevolava. E' chiaro che fare una perizia psichiatrica ad una adolescente di tredici anni, per capire quanto fossero vere o immaginarie le sue parole, non era il massimo che si chiedeva alle istituzioni italiane. Così nel novembre del 2006, di certo a causa delle condizioni in cui si trovava, si allontanò da casa. Forse se ne andò di sua iniziativa, forse qualche bullo la "costrinse" ad andarsene, fatto sta che venne ritrovata dopo quattro giorni e si scoprì che era stata drogata con anfetamine e stuprata più volte ed a tutte le ore. Carmela fece i nomi di sette ragazzi e di un adulto, ma si indagò meglio e di adulti, oltre al tarantino indicato dalla ragazzina (nel 2007 cinquantenne), se ne aggiunsero altri due, siciliani, che all'epoca avevano ventidue anni e possedevano un camper parcheggiato in una via periferica. Camper in cui la bimba fu più volte violentata. A seguito degli stupri venne inserita in una comunità di recupero di Lecce. Poi, a qualche mese di distanza, fu spedita in un'altra di Gravina di Puglia, la stessa in cui avevano soggiornato Ciccio e Tore, i fratellini purtroppo morti nella cisterna sotterranea di un vecchio edificio. Ed anche qui da mesi si parla di prove di coraggio e bulli, non solo di disgrazia. In ogni modo si capisce che stiamo parlando di due storie di disagio, storie che si intrecciano e ci raccontano la non facile vita a cui troppi figli italiani sono costretti.
Torniamo all'aprile del 2007 ed a come si potesse sentire Carmela in quella realtà. Ancora oggi, basterebbe che la nostra sensibilità si immedesimasse nella sua, si può sentire il dolore scenderle dagli occhi, il timore diventare tremore ad ogni incontro e parola scambiata con una nuova persona, il sangue farsi ghiaccio per la paura di ritrovarsi nuovamente di fronte a chi l'aveva stuprata, la vergogna bloccarle i muscoli al solo pensiero di farsi vedere per strada ed essere additata. Additata, sì, perché per moltissimi personaggi del suo quartiere, personaggi considerati normali, Carmela, nonostante la sua età, era la ragazzina facile che ci "stava". Un pensiero ignorante ma che attecchisce ad ogni latitudine. Come lei, infatti, tante altre adolescenti, anche al giorno d'oggi, sono marchiate con la scritta: "puttanelle da usare", dagli inutili ed imbecilli maschi che hanno un unico neurone, neurone che tiene attaccato il cervello al pene. D'altronde come pretendere che certe realtà ignoranti potessero vedere la fragilità di Carmela? Come far loro capire che il dolore che l'ha portata al suicidio è nato a causa di quegli immondi esseri umani che vivono solo in funzione del pendaglio a molla che si trovano fra le gambe?
Carmela è stata violentata mentalmente da oltre sei anni e fisicamente da cinque anni e mezzo. Carmela si è suicidata perché, come a Matteo, la morte le è sembrata migliore della vergogna e di ciò che stava vivendo. Aveva tredici anni e non si può dire fosse in grado di scegliere e decidere in autonomia cosa risultasse giusto fare o non fare. Un branco di bavosi ha abusato di lei per godere un qualche minuto di piacere effimero, causandole una disfunzione mentale che l'ha portata a vedere solo il nero in cui si trovava invischiata. Una disfunzione che non poteva cessare senza un vero aiuto e su cui ha pesato un programma televisivo creato senza alcun presupposto e solo per parlare di un argomento che attirava l'audience e l'attenzione dell'opinione pubblica. Un programma basato sul suicidio di un adolescente, un programma che chiaramente non era ben strutturato visto che non ha affatto aiutato un altro adolescente, vittima di violenza, a reagire. Un programma che, unito al branco, alla pressione ed alle sevizie sopportate nell'ultimo periodo della sua vita, ha spinto la molla del suo istinto costringendo il suo corpo ad andare su un balcone del settimo piano per buttarsi in strada e chiudere definitivamente il discorso col mondo. Carmela è morta, a novembre si completeranno i sei anni dalle violenze e nessuno le ha ancora dato giustizia... e di questo passo forse giustizia non l'avrà mai.
I sette minorenni che l'hanno debilitata e moralmente rovinata sono sempre stati liberi di girare per il quartiere, pur se alcuni controllati da assistenti sociali, ed i maggiorenni sono sotto processo, ma solo da quest'anno. Un processo che ha faticato a partire e che si trascina come una vecchia lumaca stanca. Nell'ultima udienza, tenutasi un mese fa, oltre alla testimonianza dell'ispettore che per primo ha ricevuto le confidenze della ragazzina, oltre all'ascolto dei poliziotti che hanno condotto le indagini, oltre alla testimonianza del medico che la visitò, c'è stata la richiesta di spostare il processo ad altra sede. A formularla l'unico imputato tarantino che, a suo dire, si sente minacciato dai frequentatori di un blog, che lo infamano via internet, e dai rappresentanti di alcune associazioni che in occasione delle udienze si presentano al tribunale costringendolo a travestirsi per non essere riconosciuto. Il tutto, chiaramente, fa solo perdere altro tempo. Il giudice fa del suo meglio, pare, e mentre la Cassazione deciderà se spostare la sede da Taranto a Potenza, in tal caso il processo potrebbe ricominciare da capo, ha deciso le prossime due date d'udienza. Una a settembre e l'altra a novembre. Insomma, c'è solo da sperare che oltre al danno non si aggiunga la beffa e che non si vada oltre i termini giungendo alla prescrizione del reato.
Certo, quegli uomini potrebbero anche essere innocenti, e se non vi sono prove saranno scagionati... ma allora perché prolungare un processo, che li vede liberi e non carcerati, e non chiedere si faccia presto ad emettere una sentenza? Carmela è morta, il processo langue e la giustizia, ormai asmatica, fatica a reggere il passo e ad arrivare ad una seria conclusione. Ma non c'è di che meravigliarsi... chi ha usato la serietà quando Carmela chiedeva aiuto? Quando chiedeva di essere creduta? Che cosa c'è di serio in quanto capitatole prima della disgrazia? Si è gettata da un balcone, è vero. Lo ha fatto di sua iniziativa, è vero. Ma ditemi, se lo sapete, quale mano invisibile ha armato la sua mente e spinta nel vuoto? Solo lo Stato che latita in tante zone d'Italia? Solo gli uomini che l'hanno violentata? Solo le strutture che la dovevano aiutare? Solo la televisione che crea e distrugge in funzione dell'audience senza porsi domande? Non è che siamo in presenza di una associazione a delinquere composta da tutti quelli sopracitati?
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22 commenti:
purtroppo in certe realta' è difficile vivere ..
Quando si leggono certi orrori, si finisce per convincersi che sono migliori i pidocchi e pure i virus, che certuni esseri umani. L'essere umano ha dimostrato nel corso della sua storia plurimillenaria, di costituire la specie più aggressiva verso se stessa e verso le altre specie, con l'aggravante che il più delle volte ciò dipende da una scelta deliberata che, pur sapendo che ciò è male, per puro gusto egoistico lo compie ugualmente. L'animale, anche il più feroce, è automaticamente condizionato dal proprio istinto e dagli impulsi che ne derivano. L'uomo può viceversa scegliere ed impedirsi di compiere il male, nondimeno lo compie ugualmente, in piena consapevolezza (infatti, quando lo subisce se ne lamenta aspramente), per puro divertimento.
C'è da chiedersi: quanti millenni occorreranno ancora perché sappia spiritualmente e moralmente evolversi, in modo da separare un legittimo istinto di difesa dalla bieca volontà di aggressione ?
massimo, è da stamattina che ho letto questo articolo, che pesno a cosa dire.
non c'è niente da dire e da fare.
la mentalità in certi luoghi è tale che se vieni segnata e sei fragile, non ne esci.
forse è per questo motivo che certe cose si mettono a tacere e non se ne vuol parlare.
purtroppo anche il silenzio uccide, così come la mentalità oscurantista non aiuta a far giustizia.
a chi mi dice "avete voluto la parità?" avrei voglia di tirare uno schiaffo.
La parità non c'è non esiste e fa fatica a restare ferma anche sulla carta, figurarsi metterla in pratica.
che dire quello di rendere pubblica certe problematiche come in questo caso è un arma a doppio taglio.....si incita di parlare e poi c'è chi ti ascolta? e non basta il sapere ascoltare che manca purtroppo.....comunque massimo non potevi spiegare meglio in questo articolo....
in effetti più che esserci dei aiuti, chi subisce i abusi,si strumentalizza con facilità....
ora non vorrei scorraggiare oppure i eventi ti faccia scorraggiare,che non si debba parlare,direi che sarebbe meglio di cercare di capire dove si sta sbagliando,cosa non sta funzionando?......perchè non è possibile che debba averla sempre vinta loro di chi abusa.....non è normale che una debba una volta che parla si debba nascondersi....
so benissimo che non è semplice poter gestire questo proplema ,perchè è l'uomo che comette tale atto dovrebbe prendere coscienza del danno che fa alla vittima, se questo non avviene,purtroppo il pericolo c'è sempre......in tutti sensi sia per quella che subisce sia l'uomo che lo comette.....purtroppo per l'uomo considera per scontato mettere mani adosso e se ti rifiuti è umiliante per loro,perchè loro devono dimostrare la superiorità....non lo si puo dire no che si sentono feriti,in cui agiscono con violenza....
allora una si domanda come trovare la soluzione?....
la mia esperienza è stato una volta chiarito in famiglia,però c'è voluto anni e l'esperienza attuale è che evito di incontrarlo e se lo incontro ,cerco di non incotrare mai da sola,tutto ciò non glielo faccio capire il mio intento,che lo evito e se mi domanda quando ci vediamo ,gli rispondo quando appena sarà possibile,gli faccio credere che prima o poi ci vediamo,cioè lo assecondo e così intanto è passato 20 anni ....ripeto questa è la mia esperienza,dopo ogni situazione è diversa questo è chiaro.....non nego non sapevo nemmeno io dove andavo a parare,fino a quando non è arrivato il momento opportuno di parlare e non nego che in famiglia non abbia capito il problema fino in fondo e mi ritrovo dover comunque gestirmela,come ho detto pocanzi.....in poche parole non andare tormentare il cane che dorme.....
in conclusione chi comette questi atti è lui che deve cambiare,la vittima non puo fare niente,per non dire che dall'istituzione non c'è molto da poter aspettare,se non in alcuni casi le peggiora....spero solo che la famiglia di carmela possa arrivare alla giustizia come minimo che li venga riconosciuto,visto che ormai per Carmela non c'è più niente da fare..... saluti
Mi fa piacere leggere questo articolo, Massimo (chiaramente, non per la terribile storia che ne è oggetto, ma per l'interesse che le hai voluto dedicare). Davvero, fuor d'ironia.
Purtroppo di storie atroci come questa ce ne sono tante...
http://www.lucaturi.it/2012/04/post_3256.shtml
Buonanotte e questa volta, grazie
Anna Bari
Anna, questo articolo, come ti avevo detto, era quasi pronto. Certo, avrei preferito conoscere la decisione della cassazione prima di pubblicarlo... sarebbe il colmo se il processo venisse spostato.
E quanto ti ho già scritto, fuor di ironia, è sempre valido. Se ci sono storie atroci che ti passano di fronte, in Italia sono migliaia quelle che i media non raccolgono come dovrebbero, scrivici sopra un articolo (va bene anche se di pura cronaca) ed inviamelo. Io purtroppo ho solo due mani e una testa, ho due figli e una moglie, oltre a un lavoro da portare avanti... ed in estate poco tempo a disposizione.
Ciao, Massimo
buongiorno a tutti,disse bene Mischel hunziger ,penso che si scriva così,in un spot:-uno è capire l'emozione e il disaggio che la persona che possa avere in questa circostanza,l'altra è viverci- concordo in pieno....
continuando discorso di ieri ,quelli che ti stanno intorno ti possono aiutare come creare ulteriori danni che poi rischi sempre dover affrontare da sola,anche se sono in buona fede....a parte certi bulli o ignoranza di certa gente ,in cui ne fa cenno l'articolo,quello di categorizzarti a una classe sociale....
come già dissi alcuni,si vedono violenza,ma non lo capirà fino in fondo ,a volte penso se uno ci si trova dentro puo capire le cose profonde che possa scaturire....
vedo nel mio caso,nonstante che ne avesse parlato in famiglia,nonstante tutto loro si aspettano,anzi considerano come se dovessi riapacificarmi......a parte non c'è nulla da mettere in pace ,perchè non è che abbiamo litigato,non è un fatto che uno di molla un pugno e poi si chiede scusa che tutto si aggiusta.....infatti in primis momenti ,diffronte a questi discorsi ,senti un blocco dentro e trovi mille scusanti il perchè non mi incontro con lui,il che anche questo è un ostacolo da superare......fino a quando ho capito di dire chiaro ai familiari che è meglio che non incontri da sola,che posso anche averlo perdonato ed essere gentile con lui,ma mai da sola con lui.....dietro a questo discorso mi rendo conto che ognuno deve trovare la sua strada,lo stavo riflettendo in questo istante,dai altri non c'è altro che da prendere quello che ci possa essere utile e di aiuto e naturalmente sempre se è possibile con i occhi aperti,il resto lo si manda al mittente,se si vuole soppravivere.......
e come dissi ieri ,purtroppo è l'uomo che commette tali atti che si deve rendersi conto che sta facendo del male e non, dal momento una donna non accetti l'approcio,che debba sentire come se il torto avesse l'avuto lui e di consguenza agisce con violenza.....è probabile che provino una disaprovazione che non siano valorizzati e scatta qualcosa dentro che non lo sanno nemmeno loro cos'è e non riescono a controllare,opppure non ci si è mai fermati a domandarsi,perchè in lui scaturisce tutto ciò....
pensandoci se osserviamo dal momento che esiste la vittima si tende sempre focalizzare su essa e a lui gli diamo del porco e tutto finisce là.....
sono convinta di una cosa che il male vada conosciuto per poter combattere.....
solo un caso ho sentito in tv tempo fa,che un uomo vedendosi in tale veste della pedofilia aveva chiesto di farsi incastrare,questo dimostra che tutto deve partire da lui....ora non vorrei dire che si debba arrivare a tanto chi dovrebbe avere certe tendenze,basta prendere certe precauzioni,di sapersi padroneggiare su se stessi invece che su altri...
secondo me ci vuole più una campagna e sensibilizzare l'uomo ,in modo che si veda e che si riconosca,che invece la campagna sulla violenza delle donne,perchè ho la sensazione focalizzando sulla donna ,noi come donne sentiamo sfrustate e deluse in cui all'uomo non puo fregare a meno,non sono loro che vengono toccati.....invece mettendo in evidenza che l'atto che compiono,non sono altro che esseri spregevoli dei veri vermi,in cui non dimostrano essere il migliore,forse qualcosa cambierebbe....per ora mi fermo quì.....saluti
un caro e cordiali saluto a Massimo ovviamente e la sua famiglia,visto che ha scritto mentre esprimevo il mio pensiero....carla
Ti ringrazio per l'invito Massimo, ma ahimè, anch'io devo centellinare il tempo.
Buon lavoro,
Anna Bari
Ottimo articolo caro Massimo ,chiamarli escrementi certe persone e come fargli un complimento.Quante di queste storie sono finite nel dimenticatoio ,quante ne hai nei tuoi cassetti e che ogni tanto descrivi,con minuziosa ed attenta analisi . Delitti che tante volte finiscono per non avere giustizia ,da chi attente che sia fatta . Passano anni prima che si emetta una sentenza ,e tante volte non c'è neanche quella :che ingiustizia . Ciao Massimo ,e al prossimo delitto che magari è rimasto senza un colpevole, mah sono allibito.Spero che Tu abbia letto i miei interventi sul delitto di Sarah Scazzi, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi grazie ,un abbraccio a Te e alla tua famiglia .
Magica. proprio perché se ne sta discutendo animosamente in altra parte del blog, non vedo il motivo per cui discuterne anche in questa. Per come la penso io, fra l'altro, non ci sono attinenze fra il caso di Sarah, che comunque viveva in una sua dimensione pulita, e quello di Carmela, che nel pulito forse ha vissuto solo da bambina.
Sarah è stata uccisa dalle mani di qualcuno in carne ed ossa. Non si sa se mai si scoprirà chi è stato... ma a prescindere dalle cause che non permetteranno di trovare un colpevole, è stata assassinata.
Carmela è stata violentata, drogata, stuprata ed infine si è uccisa. Non solo su di lei si sono usate le mani e la violenza, ci son stati anche tanti che hanno usato le parole e gli atteggiamenti.
Due realtà e due vite diametralmente opposte.
Come opposte sono state pure le indagini e lo sbocco processuale. Quelle sul delitto di Sarah avvolte dal sistema mediatico ed accompagnate passo passo fino alle case ed alle menti degli italiani, tanto da creare fazioni, colpevoliste ed innocentiste, che non riescono più ad uscire dallo schema e restano ancorate ognuna al lato opposto vedendo solo quanto porta acqua al proprio mulino.
Quelle su quanto accaduto a Carmela partite in sordina, fermate e ripartite, fatte bene ma poi rifermate e ripartite nuovamente senza avere in realtà nessuna spinta mediatica.
No Magica, niente è uguale, neppure il trattamento riservato ai presunti colpevoli si somiglia. Ed ancora una volta la differenza l'hanno fatta i media.
Trattando per giorni e giorni un caso hanno spinto affinche si andasse in una direzione, la più voluta dall'opinione pubblica. Non trattando affatto l'altro hanno lasciato che il tutto scorresse nell'impasse e nella calma piatta. Solo qualche associazione sconosciuta si muove, ma lo fa nell'indifferenza generale.
E così non si è arrivati ancora ad un verdetto e l'intento dei difensori ormai è chiaro: allungare i procedimenti penali, dal primo grado al terzo, ed arrivare ad una prescrizione dei reati per i propri assistiti.
Quindi, immagino lo avrai capito, preferisco lasciare ogni caso ai propri commenti.
Carmela non merita di essere accomunata a nessuno, neppure a Sarah. La sua storia è stata la sua storia... ed almeno per una volta pensiamo a lei per quello che era e non per paragonarla ad altre. Carmela era una bellissima ragazzina di tredici anni, che ora ne avrebbe diciotto, morta a causa dell'ignoranza sessuale dell'uomo e di un insieme di negligenze sociali.
Massimo
buonasera massimo .
ok.. se hai dedotto che il commento non fosse consono al caso di carmela hai fatto bene a non pubblicarlo .
avrai notato che l'attinenza al caso di sarah era marginale . l'avevo accumunato ai casi di pregiudizi.. che rovinano le vite delle persone ..
non era il caso di essere animosi in questo caso .. xchè non ne abbiamo mai discusso ,io non ne avevo mai sentito parlare ..quindi non penso di essere stata animosa ,, magari è un modo di scrivere ma non avevo l'intenzione -- era fuori tema suppongo ..
ok massimo il blog e tuo e lo gestisci come ti aggrada ..
buonasera e grazie dell'ospitalita' .. magica
Non c'era animosita nel mio commento, Magica, ho solo spiegato il motivo per cui non voglio che sotto l'articolo di Carmela si inizi a tirar fuori l'argomento Scazzi.
Massimo
Il bullismo : una delle tante brutte piaghe della nostra vita sociale ,quanti di noi hanno fatto il militare ,e quanti sono stati vittime dei cosiddetti (nonni ) reclute che come arrivavi in caserma dovevano sottomettersi alle l'oro regole perchè più anziani.Da bambino ,insieme a mio fratello più piccolo ,io 10 anni lui 7 ,da poco arrivati a Catania provenienti da un piccolo paese ,siamo diventati subito oggetto dei desideri sessuali di ragazzi più grandi ,piccoli giochi erotici che per nostra fortuna sono finiti subito ,andando a riferire il tutto al parroco della chiesa che frequentavamo. Ma siamo caduti come si suol dire dalla padella nella brace ,anche in parrocchia purtroppo le frequentazioni di uomini più grandi ,hanno fatto si che incominciassero a toccarci e ad offrire anche dei soldi pur di sottometterci alle l'oro voglie sessuali ( pedofilia) cosa che io e mio fratello non sapevamo cosa significasse ,e meno male che è finita subito ,anche se poi i cosiddetti amichetti si sono allontanati .Abbiamo sofferto tanto nel vedere gli altri che giocavano a pallone a nascondino o altri giochi. Bastava un niente che magari il tutto potesse trasformarsi in tragedia .A distanza di tanti anni caro Massimo ancora ricordo bene quei brutti momenti ,ma fortunatamente è solo un brutto ricordo e che cerco di dimenticare.Ciao Massimo
ciao Massimo sono daccordo con te che quì sarebbe meglio lasciar fuori l'argomento scazzi,ritengo irrispetoso nei confronti di Carmela....e non nego che questa distinzione da parte dei media,mi da a dir poco fastidio,perchè la giustizia deve essere uguale per tutti senza distinzione di classe....
ed è bene che qualcuno ne parli di questi altri casi che nell'apparenza sembrano nel dimenticatoio oppure si mantengono piutosto nascosto e poi si spera che non tutti siamo sordi ,ci sarà almeno più di una orrecchia aperta e non solo, mi appello sempre alla coscienza......forse i genitori di Carmella non arriveranno ad avere l'appagamento da parte giustizia terrena....ma penso chi ne è responsabile non avrà via di scampo ,il conto ci sarà anche per lui... e come? chi lo puo dire....
a volte nella vita capita delle disgrazie e non si sa da dove arrivano,si pensa tante volte che è casuale......e direi la galera è una cosa minima che puo capitare.....
ci si illude di trovare delle scappatoie,ma non è così.....di queste cose ne ho viste....
e per chi crede detto dal vangelo:- anche i sassi parleranno-....
un cordiale saluti a me piace il tuo modo di esprimerti ti vedo molto profondo....grazie Carla
caro Vito è brutto dire che le persone abbia vissuto certe esperienze riesca ad essere più comprensibile alle situazioni....
è come dire:-chi ha la pancia piena,non riesca a capire chi c'è l'ha vuota-.....un cordiale con affetto saluti a te e famiglia....Carla
Caro Vito, certo che ti leggo. A volte ho le tue stesse idee mentre altre ne ho di diverse, ma è normale non essendo noi cloni.
Per quanto attiene le storie di abusi... purtroppo sono una costante che si ripete in ogni località mondiale. Tu e tuo fratello avete avuto fortuna, un tempo i pedofili agivano in solitudine. Foste caduti nelle mani di un gruppo criminale organizzato, come quelli moderni che usano internet per scambiarsi le foto scattate durante le violenze e gli stupri, non ne sareste usciti. Ma perché questi fatti accadono? Si potrebbe pensare che la soluzione sia nell'ignoranza della poca istruzione. Ma osservando il fenomeno da vicino si scopre che anche fra i professori ed i maestri, fra gli avvocati ed i giudici, fra i professionisti affermati ed i politici, si nascondono persone poco raccomandabili per i nostri figli.
E' una piaga che pare non voler trovare soluzione, che pare non voler essere combattuta come dovrebbe, né in Italia né nelle altre nazioni del mondo (anni fa quasi ogni componente del governo belga era pedofilo, per non parlare dei preti che reggevano le chiese locali). Da un decennio qualche giornale a volte ne parla, ma i media televisivi snobbano il problema, lo scansano, ne hanno paura per mancanza di conduttori con le palle che sappiano trattare l'argomento con le giuste parole (forse qualcosa si ascolta in orari quasi notturni).
Ciò che manca ai bambini del mondo è il crescere in Stati che affrontino i problemi in maniera seria. Mancano governanti che anziché pensare al proprio tornaconto, che anziché impegnarsi per creare continui e mirati problemi economici, quali ammanchi dalle casse statali e regionali a causa del clientelismo (in Sicilia ne sapete qualcosa ma anche nelle altre regioni, credimi, l'andazzo è il medesimo), che anziché dare agevolazioni fiscali ai soliti noti, con susseguenti denari finiti nelle tasche di chi nel tempo si è arricchito (banche e multinazionali in primis, che ora pare ci facciano un favore quando dedidono di dare contentini, se mai li danno), decida di spender soldi per trovare soluzioni senza lasciare in mano alla singola famiglia il problema. Viviamo in un "Stato delle banche" dove è il denaro a comandare, ed anche la pedofilia è un businness che porta soldi... così il popolo, oltre a dover coprire i buchi creati dai politici collusi, è costretto ad arrangiarsi ed a fidarsi di chi è preposto a prendersi cura dei suoi figli al di fuori della famiglia (anche se in certi casi la serpe si nasconde proprio in seno).
Se qualche buon politico anziché adattarsi allo standard parlamentare consolidato dai partiti, avesse cercato di creare leggi punitive giuste, l'ergastolo e la castrazione chimica alla seconda condanna definitiva sugli abusi sessuali sui minori, ad esempio, forse qualcosa sarebbe cambiato ed i nostri figli vivrebbero meglio. Se lo Stato pontificio ricorresse allo stesso metodo coi suoi affiliati, forse avremmo meno remore ad affidare i bambini alla chiesa.
Quindi, per come la vedo io, se nessuno ci aiuta dobbiamo aiutarci da noi. Parlare molto con i nostri figli e controllare chi frequentano, magari da lontano per non opprimerli e lasciarli crescere in autonomia, e qualche volta sacrificare i nostri interessi in ragione dei loro (fino a quando non saranno in grado di autogestirsi). Ci vorrebbe un'associazione forte in ogni citta italiana, un'associazione appoggiata dai comuni che faccia una propaganda mirata ed aiuti davvero a denunciare gli abusi. Che aiuti le persone a capire che una ragazzo o un bambino, se abusato, è da proteggere e non da additare. Un'associazione che non nasca al solo scopo di creare posti di lavoro, in cui inserire persone incapaci ma politicamente protette, ma sia presente sul territorio e composta di persone professionalmente preparate.
Per il momento, però, tutto resta sulle spalle delle famiglie e le associazioni serie, poche ma ci sono, non vengono neppure pubblicizzate da una campagna mirata, di quelle promosse dal ministero...
Ciao, Massimo
è proprio così Massimo,dio denaro ha la meglio al momento e come già detto in questo mondo non tutti siamo sordi ci sarà sempre chi ascolta e parlerà come fa lei....lo spero tanto un giorno a una soluzione a questo caso,ma finchè le cose funzionano così,ognuno guarda bene di diffendersi come puo e ci si chiama fortunati se ci si riesce....cordiali saluti Carla
Grazie di cuore Massimo ,quando ho scoperto per caso il Tuo BLOG ,e leggendo gli articoli in cui descrivevi tutta la dinamica di come si svolgevano i fatti ,ho capito subito che ero capitato nel posto giusto per poter commentare ,ma anche poter dialogare con persone civili.Spero di essere entrato nella simpatia di tutti ,perche ne miei commenti non c'è mai volgarità,ma solo le mie deduzioni di come vedo le cose .Grazie al Tuo BLOG ,caro Massimo ho apprezzato l'amicizia del Prof Tummolo di cui nutro grande stima per la Sua profonda conoscenza delle cose di vita quotidiana e non ,l'amicizia di Carla, Giacomo, Magica, Epam ,Stefano e tanti altri .Grazie di cuore a tutti .
buon giorno a tutti,non nego che quando sento queste cose che vengono toccate le ragazzine/i ho qualcosa dentro che è impossibile stare indiferente......non si puo fare a meno di pensare....è una vera porcheria.....e non ne parliamo quando vedo la foto in questa pagina di Carmela è indescrivibile ,non so' se mai riuscirò completamente di esprimere di quello che provo......
toccare i ragazzini è proprio violare la legge della natura....è come bruciarli vivi sia fisicamente che psicologicamente,ma le si può mettere davanti al muso queste personaggi, se così si possono chiamare.......ma almeno fargli vedere il danno che fanno.....a mio parere mi punterei su questo,di fare notare qual'è il male essi che fanno in modo che si riconoscano.....
come già detto ho questa sensazione il fare vedere che la vittima abbia subito,serve solo alimentare delle passioni ,ma non porta a una soluzione.....anzi,come si è ancora detto quando codesti vengono braccati e messi in galera dopo qualche giorno che escono e sono il peggio di prima ,lo si prende come una ferita subita dalla vittima ,il male che essi abbia inflitto,non gli passa manco per la capa........
io singeramente sensibilerei l'uomo di quanto è spregevole in queste circostanze......
per me i ragazzini sono sacre,sarà che la mia vita è stato tutto un insgnamento,non ho figli miei,quello che posso dire che con piacere ho dei buoni rapporti ,sia che siano miei nipoti o figli delle mie amiche....a quanto mi si dica :-oh! mio figlio è un po' strano oppure scalmanato ecc...- vedo con me a dir poco sono dei angioletti,in maniera molto spontanee.....non devo fare proprio niente ,mi metto semplicemente a ragionare con loro.....e poi la soddisfazione mia è che vanno dai genitori entusiasti....a volte nella vita basta poco,non serve grandi cose....bè!buonadomenica
Toccare i bambini, con qualunque atto di violenza, è certamente la cosa peggiore, perché essi non si possono difendere. C'è nell'uomo, in generale, una tendenza morbosa e violenta alla sopraffazione che, viceversa, non dovrebbe sussistere, proprio perché si vanta di possedere la ragione e, in taluni casi, perfino una rivelazione diretta da parte di Dio. Nondimeno, l'interesse egoistico, il desiderio di compiere il male è tanto diffuso sull'intero pianeta, da farci arrossire di vergogna proprio come specie. La libertà di scelta, la potenza personale, invece di essere indirizzate verso un comune progresso morale e materiale, vengono deviate al tornaconto del singolo, senza guardare in faccia a nessuno. Come osserva bene Massimo, è un fatto politico, perché non si attuano strumenti adeguati, a partire dalla prevenzione anche educativa, che è sempre la terapia migliore; ma è anche un fatto di coscienza individuale: non ci si può giustificare con presunte pulsioni costrittive, perché abbiamo in noi quel "tribunale della coscienza logica ed etica" che ci dice di non fare ciò che procura danno ad altrui, perché non può essere giusto compiere su altri ciò che riteniamo ingiusto subire noi stessi.
Caro Massimo la storia che sto per raccontarti ha veramente dell'ìncredibile, ma che purtroppo è vera .Tanti anni fà circa 3o,lavoravo presso una ditta che vendeva attrezzature e materiale vario per cliniche ed ospedali,capitava sovente che qualche apparecchiatura si guastasse ,ed allora chiamavano un tecnico molto bravo per ripararle ,tecnico che già lavorava presso un'altra ditta ,e che per arrotondare faceva riparazioni anche per noi.A poco a poco incominciamo a fare amicizia ,dopo pochi mesi fà conoscere ai titolari la moglie e le suoe 2 figle piccole ,passano gli anni è purtroppo le cose in famiglia vanno un pò maluccio e incominciano i litigi. Le banbine incominciano a farsi grandi ,circa 14 anni,litigi che fanno innervosire l'amico mio ed anche i titolari ,ma non c'è verso che finiscano,incominciano i problemi dei soldi ,vita familiare che non esiste più ,tanto che va a vivere dai Suoi . Un giorno mentre era al lavoro si presentano i carabbinieri per arrestarlo ,l'accusa era violenza sessuale verso i figli ,almeno cosi aveva denunciato la moglie,con conferma da parte delle figlie . Mesi e mesi di disperazione ,avvocato che non capiva dove stava la verità. Inizia il processo e dopo pochi dibattiti viene condannato a 6 anni di reclusione . Mala famiglia non si da per vinta ,cerca un'altro avvocato e presentano ricorso ,passano pochi mesi e si riapre il processo con una nuova documentazione e vari video e audio che con un piccolo stratagemma avevano fatto installare a casa della moglie ,in queste registrazioni audio si sentiva chiaramente dire sia dalla moglie che dalle figlie che finalmente se ne erno liberati e che l'avevano fregato come un cretino credendo alle sevizie su di l'oro, e che finalmente erano liberi di andare a vivere con l'amante di mamma e che il papà non si era accorto di niente,Caro Massimo fortunatamente il Giudice era una donna e che sentendo quelle registrazioni ha scarcerato l'mico mio per non aver commesso il fatto ,e condannato la moglie e le figlie per aver reso false testimonianze.Storia che poteva finire male ,ma che fortunatamente è finita bene .Ciao Massimo e alla prossima storia che ti racconterò e che potrebbe intitolarsi cosi: AAA prostituta offresi con leggero difetto fisico,una ragazza che si protituiva con la partecipazione della madre,a cui era sottomessa .Ciao Massimo a presto
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